Roberto Insigne confessa: “I tifosi del Benevento ci sono sempre molto vicini”

Lunga intervista di Roberto Insigne al quotidiano Il Mattino oggi in edicola. Tra i temi trattati anche il momento no del Benevento: “Le cose non vanno per il verso giusto: un po’ di sfortuna e non solo. Noi ci mettiamo anche del nostro: facciamo tanti errori. Contro il Livorno, ad esempio, non siamo praticamente scesi in campo e si è visto. Anche a Cremona. Con lo Spezia, invece, siamo stati sfortunati. Loro hanno fatto 3 tiri in porta 3 gol. Stiamo passando solo un brutto momento. Speriamo passi presto“.

Il fratello minore di Lorenzo il magnifico si sofferma poi anche sulle sue prestazioni in giallorosso e sul rapporto con i tifosi: “Sto passando un bel periodo. Mi sento bene e mi dispiace per le tre sconfitte consecutive. Ora devo fare bene per la squadra e non solo per me anche perché i tifosi qui ci stanno sempre molto vicino. La partita che ricordo con più piacere è quella contro il Crotone. Non giocavo da un mese e mezzo: abbiamo vinto, ho fatto gol e ho procurato un rigore“.

Un accenno, infine, anche al nuovo ruolo cucitogli addosso dal tecnico Cristian Bucchi: “Sono nato esterno d’attacco a destra, ma con questo nuovo modulo mi trovo benissimo a fare la seconda punta. Esalta tutte le mie qualità“.

 

Blitz del procuratore federale a Palermo, la Figc teme il fallimento

Avere certezze il più presto possibile. Questa è stata la missione del capo della procura federale Giuseppe Pecoraro che ha incontrato i vertici della procura di Palermo per avere ragguagli sulle indagini che riguardano Zamparini e le condizioni finanziarie del club rosanero“. A darne notizia è oggi il quotidiano la Repubblica nelle pagine di cronaca siciliana. “La preoccupazione degli organi federali – chiarisce il quotidiano – riguarda l’eventuale seconda istanza di fallimento che la procura sarebbe pronta a depositare. Il rischio è quello di ritrovarsi a fine maggio con una squadra promossa sul campo in serie A e una società bocciata dal tribunale fallimentare. Uno scenario che creerebbe problemi per i ripescaggi ed eventuali strascichi che il governo del calcio dopo la scorsa, caldissima estate trascorsa a colpi di carte bollate vuole evitare a tutti i costi“.

Settimana cruciale per la conclusione delle indagini

In pratica, la settimana appena iniziata sarà quella delle decisioni. Finora, infatti, la procura di Palermo ha atteso gli sviluppi delle trattative per la cessione della società che, com’è noto, sono tutte fallite. “La procura – prosegue l’articolo – deciderà quando notificare l’avviso di conclusione indagini e la conseguente richiesta di rinvio a giudizio per Zamparini e le altre persone indagate a vario titolo per falso in bilancio e false comunicazioni sociali agli organi di controllo (Covisoc). Ma soprattutto, ed è la scelta più difficile da prendere per chi indaga tenendo conto anche dell’aspetto sportivo di una squadra che è in piena lotta per la promozione in Serie A, quando e se presentare la seconda istanza di fallimento. Una mossa che rischierebbe di risvegliare tutti i creditori, fra fornitori e agenti di calciatori, che in questo momento sono stati più o meno dissuasi dall’intraprendere azioni legali nei confronti del Palermo“. Di qui le preoccupaziuoni della Procura federale della Figc e il clamoroso blitz a Palermo di Giuseppe Pecoraro

Il Benevento ricorre contro Okereke, lo Spezia ora trema

Il Benevento, al pari del Livorno, ricorrerrà per avere i tre punti a tavolino contro lo Spezia a causa della presunta irregoralità nel tesseramento dell’attaccante nigeriano Okereke.

La squadra sannita ha infatti preannunciato ricorso entro i termini stabiliti dal regolamento e ora dovrà procedere alla materiale presentazione del ricorso stesso. Secondo quanto già sostenuto dal Livorno, l’attaccante nigeriano, prima di approdare alla Lavagnese (squadra da cui lo ha poi prelevato lo Spezia), sarebbe già stato tesserato nel Paese d’origine. Di qui l’irregolarità del suo tesseramento in Italia.

Sulla vicenda indaga anche la Procura Federale

Una vicenda molto delicata, dunque, che ha già indotto il giudice sportivo a girare la patata bollente alla Procura Federale per ulteriori approfondimenti e che stranamente, però, non ha indotto lo Spezia a non utilizzare il giocatore in via precauzionale.

Di conseguenza, quindi, il risultato di Benevento-Spezia oggi non verrà omologato, come è già accaduto per la partita disputata dai liguri contro il Livorno.

Un’ulteriore spada di Damocle, dunque, che continuerà a pendere su questo campionato di Serie B, contrassegnato sin dall’estate da ricorsi, controricorsi ed altre situazioni ai limiti della regolarità.

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Luca Caldirola, da oggetto misterioso a leader del Benevento

Accolto con qualche perplessità per via della lunga assenza dai campi di gioco, a Luca Caldirola è bastato poco più di un mese per entrare nel cuore della tifoseria giallorossa e diventare il vero leader di una squadra che, dopo l’addio di Lucioni in estate, la rescissione di Nocerino a dicembre e la successiva esclusione di Puggioni sembrava non avere più una guida all’interno dello spogliatoio.

Il mancino di Desio, sin dall’esordio a Salerno, ha infatti fugato ogni dubbio sulle sue condizioni fisiche e soprattutto sulle sue qualità tecniche. Un vero gladiatore, l’ultimo a mollare anche nelle situazioni più difficili. E sabato scorso, oltre a essere stato uno dei pochi a salvarsi dalla generale debacle della squadra giallorossa, ci ha messo anche la faccia parlando da vero leader al termine dell’incontro.

Le dichiarazioni del dopopartita

Adesso – ha dichiarato ai microfoni di Ottochannel c’è la pausa e sarà utile per recuperare le energie fisiche e mentali. Mancano ancora nove partite, quindi abbiamo ancora tutto il tempo per rimetterci in carreggiata. Nello spogliatoio c’è scoramento ma anche tanta voglia di ripartire, mettiamo da parte questo periodo negativo per poi farci trovare pronti al rientro dalla sosta“.

E, pur essendo arrivato da poco e non avendo mai giocato agli ordini di Cristian Bucchi in precedenza, non ha esitato a spezzare una lancia a favore del tecnico, duramente contestato dalla tifoseria al termine della partita: “Il mister c’entra poco o niente. Siamo noi che andiamo in campo. Se avessimo un quarto della grinta che lui mette in campo durante la settimana staremmo più in alto in classifica. Insomma, dobbiamo assumerci le nostre responsabilità lasciando fuori il mister“.

La strada da seguire

Parole chiare che indicano la strada che il Benevento deve seguire per ripartire, dopo le tre sconfitte consecutive rimediate contro Livorno, Cremonese e Spezia. Il momento è sicuramente difficile ma non tutto è perduto a patto che ognuno – come ha spiegato Caldirola – si assuma le proprie responsabilità, perchè Bucchi sicuramente avrà le sue colpe ma anche i calciatori non sempre hanno tirato fuori la grinta necessaria per affrontare al meglio le insidie che questo anomalo campionato di Serie B riserva ad ogni partita.

Bucchi e i dubbi di Vigorito nel tredicesimo anniversario di presidenza

Mai avrebbe potuto immaginare che nel giro di un mese il suo Benevento passasse dalle stelle della vittoria con il Cittadella (era il 16 febbraio) alle stalle delle tre sconfitte consecutive contro Livorno, Cremonese e Spezia. Quella sera, quando fece irruzione assieme al ds Pasquale Foggia nella sala stampa del Ciro Vigorito durante la conferenza del tecnico, il patron giallorosso sprizzava gioia da ogni poro. Oggi, invece, il presidente Oreste Vigorito spegnerà mestamente le candeline del tredicesimo anniversario della sua storia d’amore con la Strega. Il suo pensiero, più che alla ricorrenza, è rivolto quasi esclusivamente alla crisi che ha investito il Benevento e la sola domanda che arrovella il suo cervello da ieri sera è: come uscirne?

I tifosi contro il tecnico Bucchi

I tifosi, com’è logico che sia in questi casi, chiedono a gran voce la testa dell’allenatore. Nel calcio, è una vecchia regola, il primo a finire nel mirino della torcida quando le cose non volgono al meglio è sempre l’allenatore. Poi, a seguire è la volta dei calciatori e della società. Vigorito ne è consapole, il mondo del calcio ha imparato a conoscerlo molto bene nei suoi tredici anni al timone della società giallorossa ed è troppo navigato per seguire senza razionalità gli umori della tifoseria, a cui tra l’altro proprio quest’anno ha dedicato anche maggiore attenzione rispetto al passato (vedi la politica dei prezzi allo stadio).

A differenza di prima, quest’anno ha volato basso parlando di progetto triennale. L’impatto dello scorso anni con la Serie A fu traumatico. Persino troppo per un personaggio ambizioso e vincente come lui. Per questo motivo un anno fa si svenò nel mercato di riparazione per salvare almeno l’onore, e sempre per lo stesso motivo ha iniziato la stagione dicendo che la dignità sarebbe stata la bandiera del nuovo Benevento.

I rischi legati all’attuale classifica

Dignità che per certi versi rischia ora di essere in parte compromessa visto l’imbuto in cui si sono cacciati il tecnico Cristian Bucchi e la squadra. La tentazione di mandare via l’allenatore è forte, nonostante il grande feeling umano esistente tra i due, ma la scelta va ben ponderata. Non va, infatti, dimenticato che per accaparrarsi gli otto posti utili per la promozione diretta e l’accesso ai play off sono rimaste nove squadre e i punti che separano il Benevento da Cittadella e Spezia (a cui mancano ancora i tre punti della vittoria sub iudice con il Livorno) sono appena tre. Continuando così è quindi a forte rischio persino l’accesso ai play off, e cioè il reale obiettivo minimo della stagione.

Il presidente Vigorito sa bene che i cambi in corsa sono sempre un grande rischio. Quest’anno ce ne sono stati ben 16 nel campionato di Serie B. Alcuni hanno prodotto benefici (Corini e Stellone), altri hanno finito per peggiorare la situazione: basta volgere lo sguardo a Crotone, Padova e Foggia, dove sono stati costretti a richiamare in panchina Stroppa, Bisoli e Grassadonia. E poi c’è anche un altro aspetto da non sottovalutare: il contratto di Bucchi scade a giugno. Di allenatori validi a cui affidare un progetto biennale al momento ce sono meno rispetto a quanti ce ne potrebbero essere in estate. Il patron della Strega è, insomma, immerso in questi pensieri e oggi sarà una domenica di profonda riflessione, nonostante ricorra il tredicesimo anniversario della sua storia d’amore con il Benevento.

Harakiri Benevento, contro lo Spezia arriva la terza sconfitta consecutiva

Terza sconfitta consecutiva per il Benevento e dura contestazione del pubblico nei confronti dei giocatori e soprattutto del tecnico. Quella che doveva essere la partita della riscossa si è trasformata, invece, nell’ennesima e rovinosa caduta. Un tonfo che, a questo punto, mette seriamente in pericolo la stessa panchina di Cristian Bucchi e probabilmente taglia definitivamente fuori il Benevento dalla lotta per la promozione diretta in Serie A.

Primo tempo

Eppure l’inizio di gara del Benevento era stato scoppiettante con due pericolosi tiri di Tello e Improta già 1° minuto di gioco. Poi, al 7° è stato Insigne a sfiorare il palo alla destra di Lamanna su calcio di punizione dal limite. Al 37° è stato però lo Spezia a passare in vantaggio con Matteo Ricci su rigore, dopo un fallo di Montipò in uscita su Okereke.

Due minuti dopo il Benevento è, però, riuscito a riagguantare il pareggio grazie a una rete di Insigne che ha raccolto una respinta corta di Lamanna. Nel finale di tempo da segnalare solo un colpo di testa di Coda che ha scheggiato il palo.

Secondo tempo

Nella ripresa, dopo due minuti di gioco, l’arbitro Giuia ha concesso un rigore al Benevento per una trattenuta di De Col su Caldirola in piena area di rigore ma Coda ha sciupato l’ennesimo penalty calciando il pallone sul fondo. Si è trattato del terzo errore dagli undici metri del centravanti giallorosso, dopo quelli con Verona e Pescara.

Al 62° Bucchi ha inserito Armenteros al posto di Bandinelli ma un minuto dopo è stato lo Spezia a passare nuovamente in vantaggio con Da Cruz che scagliato la palla alle spalle di Montipò, dopo uno scambio in area con Okereke. Al 66° lo Spezia ha addirittura segnato la terza rete con Okereke che ha sfruttato un disimpegno sbagliato della difesa giallorossa. Bucchi a questo punto ha inserito Di Chiara e Buonaiuto al posto di Improta ed Antei, ma pochi minuti dopo il Benevento è restato addirittura in dieci per l’espulsione di Volta per doppia ammonizione.

All’87 Armenteros ha accorciato le distanze ma si è trattato dell’ultimo sussulto di una partita che è scivolata via senza ulteriori emozioni fino al termine dei 5 minuti di recupero. Un 2-3 finale che apre le porte ad una serie riflessione da parte della società.