La dignità come bandiera per il nuovo Benevento

Dignità è stata la parola maggiormente utilizzata nel corso della presentazione alla stampa dei nuovi acquisti del Benevento Calcio, avvenuta ieri sera al President Hotel.

L’ha pronunciata più volte il presidente Oreste Vigorito, vero mattatore della serata. L’ha poi pronunciata il nuovo tecnico Cristian Bucchi e soprattutto vi ha fatto riferimento il neo acquisto Antonio Nocerino in un’intervista rilasciata al collega Gianluca Napolitano, spiegando che si tratta di un valore che non si compra. Un po’ come il manzoniano coraggio, che se non ce l’hai non te lo puoi dare.

E non è stato casuale che il presidente del Benevento abbia voluto, ancora una volta, vestire i panni del condottiero, ripartendo dall’istantanea regalata dagli splendidi tifosi sanniti nell’ultima giornata del campionato di Serie A, nella curva riservata agli ospiti dello stadio Marassi di Genova.

Lui, il re dell’eolico, fa spesso riferimento ai suoi studi classici e, quindi, chissà quante volte in questi mesi gli sarà tornata alla mente la frase di Seneca: “Anche nel dolore v’è un certo decoro, e lo deve serbare chi è saggio”.

E di dolori la stagione passata ne ha riservati tanti al patron giallorosso che, alla riapertura del mercato invernale, aveva di fronte a sé due strade: rassegnarsi al ruolo di Cenerentola e iniziare a programmare una pronta risalita in serie A, oppure tentare di salvare il salvabile anche a costo di un sacrificio economico che alla fine sicuramente si sarebbe rilevato vano.

E lì è venuto fuori lo smisurato orgoglio di Vigorito, e anche un pizzico di narcisismo (vedi gli acquisti di Sagna e Sandro, che hanno regalato a lui e al Benevento una visibilità mediatica insperata): ha scelto la strada della dignità come antidoto al dolore.

Proprio in quel momento è nato il nuovo Benevento. Se da una parte gli acquisti invernali, a dispetto dei proclami di facciata, si sono via via dileguati (l’ultimo, in ordine di tempo, è stato il brasiliano Guilherme), dall’altra c’è da dire che l’arrivo di calciatori del calibro di Maggio e Nocerino è avvenuto oggi proprio grazie a quella dignità che il Benevento ha saputo difendere fino all’ultimo istante di campionato.

Vigorito è stato chiaro sin dalle prime battute della conferenza stampa: “E’ facile farsi prendere dalla disperazione quando si cade. All’inizio ero frastornato, ma poi ho capito che da quel gruppo e da quell’esperienza si poteva ripartire. Sarei felice, quindi, se chiudessimo il prossimo campionato con la stessa dignità con cui abbiamo chiuso l’ultimo campionato, a prescindere persino dal risultato finale”.

E siccome nella difesa della dignità calcistica dei sanniti è stato amorevolmente affiancato dai tifosi, vero fiore all’occhiello della prima stagione disputata in Serie A, non poteva mancare un atto di riconoscenza nei loro confronti: una campagna abbonamenti a prezzi stracciati per consentire a quanti più tifosi possibile di sostenere i propri beniamini in quello stadio, dedicato alla memoria del fratello Ciro, che due anni fa rappresentò un fortino inespugnabile.

Così come non poteva mancare una parola d’elogio per chi l’ha aiutato a venir fuori dal disastroso impatto con la Serie A. Uno che la massima serie l’ha conosciuta da protagonista quand’era calciatore e che ha saputo tessere nel corso degli anni una serie di rapporti importanti, ovvero Pasquale Foggia, promosso ufficialmente nel ruolo di direttore sportivo, che ha dimostrato di poter svolgere al meglio in questi mesi in cui ha affiancato il presidente sul mercato.

Ancora una volta, quindi, si parte per vincere ma, a differenza che in passato, la vittoria non deve essere un’ossessione. “L’importante sarà giocar bene, divertire il pubblico, dare il massimo sul piano dell’impegno – ha spiegato Vigorito ai giornalisti e tifosi che affollavano il salone del President Hotel -. Poi, se verranno anche i risultati tanto meglio”.

L’importante, dunque, sarà affrontare questa nuova avventura con dignità. “La dignidad como bandera”, avrà pensato qualcuno ricordando la scritta che ancora campeggia all’Havana, perché in fondo quella che sta portando avanti Vigorito con il suo Benevento è una battaglia per conquistare dignitosamente uno spazio nel calcio che conta. Una sorta di piccola rivoluzione in salsa sannita.

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