Ricordate la diffidenza di tanti tifosi quando Vigorito parlò di progetto triennale?

Quando due estati fa il presidente Oreste Vigorito parlò di progetto triennale furono in molti a storcere il naso. Il Benevento era appena retrocesso e nella mente di molti era ancora troppo vivo il ricordo della doppia storica promozione per accontentarsi di un progetto a lungo termine.

La voglia di rivincita era tanta, come del resto solitamente accade nelle piazze appena retrocesse, e in tanti avevano sottovalutato le parole di De Zerbi a proposito delle inevitabili difficoltà ambientali che incontrano le squadre dopo una retocessione.

Il patron giallorosso, invece, aveva fatto tesoro delle parole del  tecnico uscente ed aveva anche capito che occorreva creare le condizioni per tornare in Serie A, ma soprattutto per rimanerci il più a lungo possibile.

Del resto la prima pietra della nuova costruzione l’aveva già sistemata a fine gennaio promuovendo lo ‘sbarbatello’ Pasquale Foggia nel ruolo di direttore sportivo. Una scelta rivelatasi azzeccatissima perchè proprio l’ex funambolo di Soccavo in estate mise in atto un vera e propria rivoluzione ingaggiando ben 16 nuovi giocatori. E nel successivo mercato di gennaio andò a pescare in Germania il ‘desaparecidos’ Luca Caldirola, divenuto oggi una delle colonne portanti della squadra.

Costruita la base, nell’ultima sessione di mercato estiva l’ex attaccante di Lazio e Cagliari ha infine puntellato ulteriormente la rosa con l’ingaggio di giocatori del calibro di Kragl, Sau, Schiattarella ed Hetemaj, molto ambiti anche da squadre di Serie A e arrivati nel Sannio senza alcun esborso economico da parte della società. In pratica un vero e proprio capolavoro di mercato.

Ed è stata proprio l’amicizia tra Foggia e Pippo Inzaghi, nata nei ritiri della Nazionale, che ha anche consentito al presidente Vigorito di ingaggiare Super Pippo come allenatore. Un’altra felicissima intuizione del “re del vento”, insomma, come attesta l’inarrestabile cammino del Benevento in questa prima parte del torneo cadetto.

Inzaghi in questi pochi mesi alla guida della Strega ha infatti convinto anche i più scettici rivelandosi un grande motivatore oltre che un attento conoscitore dei meccanismi tattici. Ha innanzitutto iniettato grande positività in un ambiente incupito dall’amaro epilogo dei play off dello scorso anno. Ha poi dedicato grandissima attenzione alla fase difensiva che, lo scorso anno, era stata il tallone d’Achille della formazione allenata da Cristian Bucchi ed ha infine forgiato un gruppo molto unito. Aspetti, quest’ultimi, che in caso di promozione nella massima serie rappresenteranno un’ottima base da cui partire per affrontare adeguatamente il torneo.

Basterà, quindi, operare i giusti innesti, e il buon Pasquale Foggia è già silenziosamente al lavoro in questo senso, per poter aspirare a una salvezza tranquilla e inziare a pensare al successivo step di crescita. Sì, perchè il progetto triennale del presidente Vigorito, a differenza dei piani quinquennali della vecchia Unione Sovietica, hanno una base solida e sono supporati dalle sue geniali intuizioni (vedi appunto la scelta di Foggia e Inzaghi).

E, poi, a dispetto del profilo basso scelto negli ultimi anni, l’obiettivo il patron giallorosso l’ha in qualche modo esplicitato in questi ultimi mesi: “Torneremo in Serie A e, stavolta, per restarci a lungo“. Insomma, la strada è tracciata e pazienza se qualcuno, come un vecchio grammofono in disuso, continua a pensare il contrario. A Benevento, è noto a tutti, si fa fatica a cancellare certe convinzioni, comprese quelle generate dall’amaro ma ormai lontanissimo epilogo della primavera del 1976.  Ma chi la dura la vince e il presidente Vigorito, statene certi, riuscirà a cancellare definitivamente anche queste anacronistiche reminiscenze.

L’eloquente titolo della Gazzetta: “Benevento, lezione al campionato”

“La storia del calcio è piena di fughe in vetta alla classifica. Non tutte sono uguali, soprattutto questa del Benevento. Perché arriva in uno dei campionati più incerti di sempre, con tante sfide equilibrate e nessuna squadra che prevale nettamente. Le premesse del mercato sono state azzerate dal campo, tutti sono più o meno uguali e tutti possono battere tutti. Tranne il Benevento. La squadra di Pippo Inzaghi domina, è continua e può ancora migliorare. Intanto ha ipotecato la Serie A“.

E’ quanto scrive oggi Nicola Binda sulla Gazzetta dello Sport. Per la rosea

Pippo Inzaghi ha il fuoco dentro. E’ stato uno dei più grandi attaccanti del calcio italiano e adesso si vuole imporre da allenatore. Ha avuto un solo regalo finora: la panchina del Milan. Da allora ha capito che tutto va conquistato sul campo. E dopo la sfortunata esperienza di Bologna sa anche che l’allenatore incide fino a un certo punto. E’ stato scelto (dopo la semifinale playoff persa con Bucchi) per dare alla squadra una vera mentalità vincente. E i giocatori l’hanno recepita. E’ più Conte che Sarri, ma non ha bisogno di far sputare sangue ai suoi: la squadra è forte e rende per quello che sa fare. Al resto ci pensa la società: Vigorito vede giustificati invetimenti corposi, il d.s. Foggia vede sempre più concrete le sue ambizioni. Che sono le stesse di Inzaghi”.

La Gazzetta dello Sport sonocciola poi un pò di numeri a supporto del dominio assoluto dei giallorossi e infine, a proposito della rosa, scrive:

“La squadra clamorosamente eliminata negli ultimi playoff è stata ritoccata con innesti mirati e di grande valore. Un esempio? L’infortunio di un leader come Schiattarella a pochi giorni dalla fine del mercato è stato compensato con l’arrivo di un altro big come Hetemaj. E quando il primo ha recuperato, Inzaghi è uscito dall’imbarazzo su chi lasciare fuori tra i due e Viola facendoli giocare tutti insieme. Certo, ogni volta qualche big deve stare fuori e i musi lunghi si notano: vedi Kragl. Ma la rotazione alla fine soddisfa tutti e i risultati aiutano a far tornare il sorriso anche sul volto di chi gioca meno. Se poi capita di avere un solo difensore a disposizione sui 4 in rosa e di inventarne uno senza avere compensi (vedi Gyamfi col Crotone), il gioco è fatto”.

Viola fa il marziano, il Trapani si inchina e ancora una volta è Benevento Show

Il cammino del Benevento nel campionato cadetto rischia di diventare una marcia inarrestabile verso il tanto agognato traguardo del ritorno in Serie A. Ieri sera l’ennesima dimostrazione di forza della squadra di Pippo Inzaghi che ha rifilato 5 gol al Trapani sfatando anche il tabù delle neopromesse. Ecco cosa scrivono oggi i quotidiani sportivi a proposito dell’impresa compiuta dai giallorossi.

“La capolista non fa sconti. Si regala il primo pokerissimo della stagione, scherza come il gatto col topo con il Trapani e mette in luce un Viola stratosferico, che costruisce in maniera sontuosa e segna come un goleador. Ne fa tre e si porta a casa il pallone della partita, proprio come un bomber. E’ ancora una volta una serata perfetta per la squadra di Inzaghi, che non ha alcuna voglia di lasciare spazio agli avversari. Gioca, si diverte, diverte il pubblico infreddolito che si riscalda per le prodezze dei suoi idoli”.

A scriverlo è Franco Santo sul Corriere dello Sport. Non meno entusiasmante l’attacco di Luca Maio sulla Gazzetta dello Sport:

“Una goleada dopo una prova magistrale, il Benevento festeggia così le 100 gare in B: i giallorossi strapazzano il Trapani e per una notte si godono un vantaggio record di 12 punti sulle inseguitrici. Una orchestra perfetta quella di Inzaghi, che aveva definito la sfida col Trapani la più importante del campionato, trovando una risposta entusiasmante dai suoi. Partita a senso unico grazie a una determinazione super e un palleggio delizioso ed efficace. I siciliani hanno provato a contenere la veemenza della capolista, ma hanno potuto poco”.

Infine Gianni De Blasio su Tuttosport sottolinea anche la grande prova di Nicolas Viola:

“Inarrestabile. Devastante. «Se continuiamo così non ci ferma nessuno»: il commento di Nicolas Viola, mattatore della vittoria contro il Trapani con una tripletta, dimostra la consapevolezza che il Benevento ha della propria forza. Un vantaggio di 12 punti sulle antagoniste più prossime (che ancora non scendono in campo) a questo punto del campionato non si era mai visto. I siculi del Trapani erano annunciati in ascesa (nelle ultime tre gare gli stessi punti della capolista: 7), ma oggi sono stati travolti da una squadra nettamente superiore, che sta inanellando una serie di record, aggiungendo con la cinquina di ieri sera il miglior attacco alla difesa meno perforata”.

 

 

 

Corriere dello Sport: “Questo Benevento procede ormai col pilota automatico”

“Salutiamola davvero, questa capolista. Un rullo compressore da quattro vittorie – tutte senza prendere gol – nelle ultime cinque giornate, il quinto 2-0 della stagione e un +9 in classifica sulla seconda che luccica. Il Benevento sgomma, Inzaghi è lanciatissimo: può prendersi quella promozione in A che gli è sfuggita per pochissimo due anni fa ai tempi del Venezia, la squadra che nell’occasione si arrende a Coda e Caldirola. Segnano pure i difensori – c’è anche una traversa di Antei, a proposito – in questo Benevento che procede col pilota automatico. Con una produttività che vale doppio, perchè otto gol subiti fanno del reparto il migliore per distacco in tutto il campionato”.

A scriverlo è oggi il Corriere dello Sport a commento della vittoriosa trasferta del Benevento a Venezia. La Gazzetta dello Sport, invece, dedica ampio spazio al ritorno di Super Pippo in laguna:

“Che bello tornare, se vinci bene e la gente ti dedica cori pieni di affetto. Anche la location è la stessa, perché la società in questa stagione ha deciso di scambiare le panchine: gli ospiti seduti dove stavano una volta i padroni di casa. Pippo Inzaghi a Venezia per la prima volta da avversario: non è stato un ritorno banale. Perché il suo Benevento ha certificato, se mai ce ne fosse bisogno, la legittimità del primato, con un virtuale più 9 sulla terze. Forte, solida, organizzata, pragmatica, matura: è lunga la lista degli aggettivi benevoli. «Come tipo di squadra sembra la Juve», si sbilancia Dionisi alla fine. Pippo incassa i complimenti che gli arrivano da molte parti. Eccolo, uno dei rappresentanti degli allenatori risultatisti, che dà spettacolo. Non sempre e non allo stesso modo”.

E infine un cenno al nuovo schieramento tattico adottato dal tecnico giallorosso:

“Il 4-3-2-1, inaugurato col Crotone, ha funzionato alla perfezione: difesa blindata, Schiattarella che si sdoppia abbassandosi su Aramu e alzandosi su Fiordilino, due mezzali di lotta e di governo come Hetemaj e Viola, e poi Kragl e Sau alle spalle di Coda, e a volte di fianco a lui. Gruppo compatto e imprevedibile. Come dimostra il fatto che il raddoppio sia arrivato da un difensore: Caldirola, spinto da Inzaghi a salire sulla punizione di Kragl”.

“Salutate la capolista”, la stampa sportiva esalta l’impresa del Benevento contro il Crotone

Il titolo del commento del Corriere dello Sport racchiude emblematicamente le lodi della stampa sportiva all’impresa del Benevento: “Salutate la capolista“. Scrive l’esperto di B Tullio Calzone:

Al netto di rivalse ovviamente inappagabili quando c’è di mezzo il Crotone, questa ennesima prova di forza del Benevento è un’opa sul campionato e, dunque, sulla Serie A. La lancia Pippo Inzaghi con l’8ª vittoria stagionale, la 6ª al “Ciro Vigorito”, lo stadio della felicità dove ha messo in riga tutte le principali antagoniste della vigilia per la promozione diretta, Cittadella compreso. Solo Venturato, tuttavia, può impedire alla Strega di volare via definitivamente, ma è un dettaglio. Intanto quel +7 sul 3º posto, dove per ora è stato ridimensionato il Crotone con le sue legittime ambizioni, è anche un marchio indelebile sulla stagione che continua a essere stregata per chiunque incroci i sanniti. “Salutate la capolista”, viene da ricordare, con i tifosi atalantini che applaudivano un altro Benevento, ultimo in A, senza irriderlo complice l’autoironia dei propri tifosi. Questa volta la forza è tangibile, non solo morale come quella che De Zerbi esibiva provando a lottare con chiunque benché le speranze di salvare la A fossero prossime allo zero. Il simbolo di questo dominio da record ha il volto di Nicolas Viola, un calciatore, francamente, che avrebbe meritato da anni la massima categoria. Certo, a lui il ruolo da leader di questa Strega padrona della B non va affatto stretto. Anzi, lo esalta, visto come si batte in campo e come trascina una squadra perfetta per Inzaghi, anche perché ha tanti altri valori. Come quelli che aggiunge Improta, capace di sigillare un match che Stroppa ha provato in tutti i modi quanto meno a pareggiare prima di perderlo. E così, tutti a inseguire la Strega con una classifica che diventa sempre più un rebus con 11 concorrenti racchiuse in 5 punti e tutti gli obiettivi stagionali contendibili. Tutti meno uno”.

Per l’inviato della Gazzetta dello Sport, Nicola Binda la vittoria della squadra di Inzaghi sul Crotone rappresenta uno scatto da A:

“C’è profumo di Serie A in questa vittoria del Benevento, e sono diverse le essenze che la accompagnano. Perchè la capolista ha battuto con merito il Crotone, che era l’immediato inseguitore e che ha ribadito di avere valori importanti. Perchè in difesa era emergenza totale, ma non s’è notato. E perchè la squadra di Inzaghi ha pieno controllo delle proprie forze, ha cambiato modulo, ha indirizzato la partita come l’aveva pensata il tecnico, l’ha gestita con grande mestiere e l’ha decisa con giocate d’alta qualità, grazie anche a una panchina di lusso (Kragl a riposo…). Un solo neo: la giornata storta di Coda, al quale il tecnico ha spianato la strada con una strategia azzeccata, ma senza riuscire a trasmettergli quella freddezza sotto porta che ha reso Superpippo uno dei più grandi attaccanti del calcio italiano”.

E per chiudere Tuttosport che fotografa la nuova classifica della Serie B ed esalta la fuga della Strega: “Benevento, è l’ora dell’allungo: +6“.

Inzaghi alla Gazzetta: “Sono felice a Benevento, ho trovato un’accoglienza eccezionale”

 

A Benevento ho trovato un affetto incondizionato, un’accoglienza eccezionale. Esco e non riesco mai a pagare, vivo in centro e sto benissimo“.

Parole, quelle pronunciate da Pippo Inzaghi nell’intervista concessa oggi alla Gazzetta dello Sport, che suonano come musica all’orecchio dei beneventani. Lui, il Super Pippo nazionale, è letteralmente rimasto stregato non solo dalla città, ma anche dal contesto calcistico generale:

In questo lavoro conta avere un progetto societario e una squadra. Non è questione di categoria: mi devo sentire importante, divertirmi, gioire. Cerco di essere felice e basta. E poi qui c’è Foggia, un amico: quando ho conosciuto il presidente Vigorito ho capito che mi sarei potuto togliere grandi soddisfazioni“.

E a proposito di Sau, che finora non ha inciso come ci si aspettava, o Coda, che segna meno ma fa gol pesanti, è molto chiaro:

Sau si intristisce troppo, ma ha solo avuto sfortuna, vedi l’infortunio. La squadra è contenta se c’è lui in campo. A Coda dico dal primo giorno che dovrebbe arrabbiarsi perché gioca in B. E’ un leader vero“.

Il dibattito tra giochisti e risultatisti non lo appassiona, anche se non nasconde la sua predilizione per il bel gioco:

Io voglio vincere. E se hai giocatori forti, magari giochi anche bene. Se perdo ma gioco bene, non ci rimango male: poi il destino mi premierà“.

Una piccola bugia, quest’ultima, per nascondere quella che invece è stata sempre la vera ossessione di Pippo Inzaghi: la fame di vittoria. Una fame che continua a tormentarlo anche da allenatore, al punto da smorzargli il sorriso anche dopo un pareggio importante come quello ottenuto a Castellamare di Stabia. Sì, perchè per Super Pippo conta solo la vittoria.