“A Benevento ho trovato un affetto incondizionato, un’accoglienza eccezionale. Esco e non riesco mai a pagare, vivo in centro e sto benissimo“.
Parole, quelle pronunciate da Pippo Inzaghi nell’intervista concessa oggi alla Gazzetta dello Sport, che suonano come musica all’orecchio dei beneventani. Lui, il Super Pippo nazionale, è letteralmente rimasto stregato non solo dalla città, ma anche dal contesto calcistico generale:
“In questo lavoro conta avere un progetto societario e una squadra. Non è questione di categoria: mi devo sentire importante, divertirmi, gioire. Cerco di essere felice e basta. E poi qui c’è Foggia, un amico: quando ho conosciuto il presidente Vigorito ho capito che mi sarei potuto togliere grandi soddisfazioni“.
E a proposito di Sau, che finora non ha inciso come ci si aspettava, o Coda, che segna meno ma fa gol pesanti, è molto chiaro:
“Sau si intristisce troppo, ma ha solo avuto sfortuna, vedi l’infortunio. La squadra è contenta se c’è lui in campo. A Coda dico dal primo giorno che dovrebbe arrabbiarsi perché gioca in B. E’ un leader vero“.
Il dibattito tra giochisti e risultatisti non lo appassiona, anche se non nasconde la sua predilizione per il bel gioco:
“Io voglio vincere. E se hai giocatori forti, magari giochi anche bene. Se perdo ma gioco bene, non ci rimango male: poi il destino mi premierà“.
Una piccola bugia, quest’ultima, per nascondere quella che invece è stata sempre la vera ossessione di Pippo Inzaghi: la fame di vittoria. Una fame che continua a tormentarlo anche da allenatore, al punto da smorzargli il sorriso anche dopo un pareggio importante come quello ottenuto a Castellamare di Stabia. Sì, perchè per Super Pippo conta solo la vittoria.