Corriere dello Sport: “Sarebbe un errore fatale pensare che andare in A sia un fatto scontato”

E’ da valutare mezzo vuoto o mezzo pieno il bicchiere di Pippo Inzaghi? A chiederselo oggi sul Corriere dello Sport è Tullio Calzone che aggiunge:

“Il pareggio in casa del Pisa, in realtà, ha evidenziato una filosofia e una visione calcistica già nota nel caso del giovane tecnico passato per Milan, Venezia e Bologna con alterne fortune. La Strega all’Arena ha tenuto sul piano difensivo contro una spigolosa avversaria che ha fatto della fisicità la sua arma migliore. Ma è stata necessaria una prodezza di Montipò al 94’ per evitare una sconfitta, francamente, immeritata dopo le occasioni nitide sciupate da Coda. Il dubbio però rimane: se sei più forte, tanto più forte da nutrire ambizioni da A, perché correre il rischio di perdere per giunta nei minuti finali? Inzaghi fa bene a prendersi il buono della gara inaugurale e a indicare le criticità di un Benevento allestito per vincere e che può solo crescere e migliorare anche per soddisfare le attese di una piazza reduce dalla delusione dell’ultimo torneo. Ma sarebbe un errore fatale pensare che andare in A sia un fatto scontato”.

I tormenti di Super Pippo alla vigilia dell’esordio di Pisa

Al di degli schemi e degli uomini utilizzati, per Pippo Inzaghi il principale obiettivo da perseguire resta quello dell’equilibrio. Quell’equilibrio che, ricordiamolo, lo scorso anno sfuggiva sempre di mano al predecessore Cristian Bucchi proprio nel momento in cui sembrava che l’avesse agguantato.

Il 4-4-2 prediletto in questo momento da Super Pippo, il 4-3-1-2 di scorta, il 4-3-3 e 3-5-2 adottati lo scorso anno da Bucchi sono infatti schemi che si prestano a varie interpretazioni a secondo dei giocatori utilizzati o della posizione in cui quest’ultimi vengono schierati in campo. Alla fine a determinare la riuscita o meno del disegno tattico è però l’equilibrio, quello che generalmente porta alla vittoria.

La partita di Coppa Italia con il Monza (e anche la successiva amichevole di Vasto) ha dimostrato che, nonostante l’evidente crescita della squadra sul piano caratteriale (grazie al certosino lavoro mentale del tecnico e alla personalità dei nuovi arrivati), il Benevento sembra non aver cancellato i problemi di equilibrio emersi drammaticamente la scorsa stagione.

Inzaghi, al pari del suo predecessore Bucchi, predilige il pressing alto. Quando gli avversari riconquistano il pallone i suoi giocatori, anzichè gli avversari, devono guardare il pallone nel tentativo di riconquistarlo subito, impedendo lo sviluppo del gioco, l’uscita palla al piede dalla difesa. Quest’impostazione richiede ovviamente un baricentro molto alto e diventa rischioso quando gli avversari riescono a superare il primo pressing poichè costringe a difendere a campo aperto. Il rischio ovviamente aumenta quando i meccanismi difensivi non sono perfettamente oleati e soprattutto quando gli esterni di centrocampo sono delle ali piuttosto che dei giocatori capaci di coprire tutta la fascia e in grado di accentrarsi quando il gioco si sviluppa sulla fascia opposta. In fondo il problema dell’equilibrio è in gran parte racchiuso in questo aspetto, oltre che nella velocità dei centrocampisti e difensori centrali.

Di qui i timori di molti tifosi alla vigilia della gara di venerdì sera a Pisa che, com’è noto, darà il via ufficialmente al campionato di Serie B. La domanda ricorrente è questa: i calciatori attualmente in rosa sono in grado di attuare questa tattica? Oppure ci si chiede: non è forse il caso di inserire giocatori meno offensivi nel ruolo di esterni di centrocampo in modo da garantire un maggiore supporto difensivo ai due playmaker?

Il futuro del Benevento di Pippo Inzaghi ruota dunque tutto attorno a questo aspetto, quello dell’equilibrio, anche perchè una falsa partenza farebbe inevitabilmente riaffiorare gli spettri della passata stagione e rischierebbe di cancellare quanto di buono fatto sinora. Super Pippo ne è consapevole e per questo motivo sta valutando attentamente tutti gli aspetti assieme ai componenti del suo staff. Pisa rappresenta il primo bivio della stagione e non è quindi più tempo di esperimenti.

Pippo Inzaghi a SportWeek: “I primi giorni a Benevento sono stati emozionanti”

I primi giorni a Benevento sono stati emozionanti. Un’accoglienza eccezionale, vado al supermercato e si blocca tutto. Io mi nutro dell’amore della gente, è una sensazione appagante. Al Sud non ho mai vissuto, ma so che il calore dei tifosi e il senso di ospitalità sono incredibili“. A parlare è il nuovo allenatore del Benevento Pippo Inzaghi a cui il settimanale SportWeek ha addirittura dedicato la copertina e il servizio principale del numero oggi in edicola.

A me piace lavorare dove c’è entusiasmo – spiega Super Pippo all’inserto della Gazzetta dello Sport -. Non guardo la categoria, ma ho bisogno di avvertire la fiducia. A Benevento la sfida è affascinante perché l’ambiente non è stato guastato da quanto accaduto alla fine della scorsa stagione, con l’eliminazione dai playoff. Hanno tutti una grande voglia di fare ed è la situazione ambientale in cui io e il mio staff rendiamo al meglio. L’obiettivo è quello di salire in A per provare a stabilizzarsi. Questo è il mio progetto, ma è un processo graduale. Il presidente mi ha chiesto solo di vedere una squadra che lo renda orgoglioso. Poi, ovviamente, vincere piace a tutti. Ma per riuscirci ci vogliono tante componenti. Saremo ambiziosi, con umiltà“.

Neanche il ruolo di favorito lo preoccupa: “Sarebbe inutile nascondersi. Ma non basta essere favoriti. Ci sono altre squadre con le nostre potenzialità: Cremonese, Frosinone, Chievo, Empoli, Perugia, Crotone, Cittadella. E poi ci sarà la solita sorpresa. Io comunque ho quello che cercavo: società forte, squadra forte. Io devo trovare il vestito giusto per la rosa che ho. Ma in generale voglio tanti giocatori nell’area avversaria, voglio che i centrocampisti s’inseriscano. Le etichette mi fanno ridere. Io dico sempre che l’allenatore migliore è quello che fa meno danni. Le delusioni e gli esoneri capitano a tutti“.

E, infine, a proposito del del “giocar bene” chiarisce: “Per me significa essere aggressivi, andare in avanti più che indietro, leggere i momenti della gara, avere padronanza di palleggio. Poi ci sono gli avversari… Mi viene da ridere quando mi dicono che mi abbasso quando sono in vantaggio. Mica vorrei farlo, ma se gli altri spingono forte ti costringono ad abbassarti“.

Pippo Inzaghi non lascia nulla al caso: ieri all’esordio anche le telecamere per registrare i movimenti difensivi

A Pippo Inzaghi è bastato poco più di un mese per riportare l’entusiamo dei giorni migliori tra i tifosi del Benevento. Dal sopralluogo allo stadio Ciro Vigorito raccontato attraverso il suo profilo Instagram al bagno di folla registratosi  in occasione del primo allenamento a porte aperte presso l’antistadio Carmelo Imbriani. Tutti segnali che confermano l’inizio di una nuova era. Senza dimenticare,poi, la grande disponibilità mostrata dal nuovo tecnico nel concedersi ai tifosi per un selfie o un autografo. Disponibiltà sin qui molto apprazzata dai supporter giallorossi.

Ieri, nell’esordio stagionale al Vigorito contro il Castrovillari, si è fatto notare anche per le continue indicazioni che dava ai suoi giocatori. Una parola per tutti, nessuno escluso, dal primo all’ultimo minuto. Insomma, sempre attento al minimo dettaglio. E, novità assoluta rispetto al passato, in tribuna c’era anche un suo collaboratore che, attraverso due piccole telecamere che inquadravano il campo di gioco, riversava le immagini della gara in un pc portatile in modo da consentire una successiva analisi dei movimenti e verificare così il grado di assorbimento dei meccanismi difensivi da parte dei calciatori.

Non a caso l’ex campione del mondo ha voluto con sè un nutrito staff di collaboratori, a partire da Maurizio D’Angelo, il 50enne napoletano che che ha accumulato tante stagioni in A col Chievo. Ci sono, poi, il preparatore dei portiere Gaetano Petrelli, tarantino di 55 anni, componente della commissione tecnica dei portieri a Coverciano, il collaboratore tecnico Simone Baggio, 37 anni di Bassano del Grappa, il preparatotre atletico Luca Alimonte, trentino di 41 anni, Daniele Cenci, 30 anni, preparatore atletico, e infine l’ultimo arrivato Simone Bonomi, milanese 39 anni, un passato da calciatore con Milan, Siena, Napoli, Verona e Crotone, poi collaboratore tecnico di Sarri, prima ad Empoli e poi a Napoli.

Nessun aspetto è dunque lasciato al caso perchè Pippo Inzaghi, confermando la sua manicale cura dei dettagli, è uno di quei tecnici sempre attenti a utilizzare ogni nuovo mezzo che la tecnologia mette a disposizione di chi lavora nel mondo del calcio. Con lui, insomma, il Benevento ha compiuto un deciso passa in avanti verso la modernità.

Progresso che va di pari passo con quanto la società sta facendo sul piano del più generale processo di modernizzazione in atto: dalla scrupolosa cura dei social alla trasmissione in diretta delle amichevoli estive, dagli spot per promuovere la campagna abbonamenti alla presentazione in grande stile del nuovo allenatore. Senza dimenticare, infine, il restyling dello stadio, che oggi si presenta bardato di giallorosso in ogni settore. Insomma, il Benevento è pronto a quel salto di qualità a cui il presidente Oreste Vigorito sta meticolosamente lavorando dallo scorso anno. La Serie A stavolta va conquistata per rimanerci il più a lungo possibile.

dav

 

Dalla cena di Formentera alla sfida del Vigorito: l’estate particolare di Inzaghi e Brocchi

L’esordio ufficiale alla guida del Benevento, in programma domenica prossima al Ciro Vigorito, avrà un sapore particolare per Pippo Inzaghi. Di fronte, infatti, si ritroverà il Monza di Berlusconi e Galliani, e cioè il duo che nell’estate del 2001 spese la cifra record di 70 miliardi di vecchie lire per portarlo al Milan dalla Juventus e dare così inizio alla sua epopea rossonera. Nella stessa stagione il Diavolo acquistò dall’Inter anche il centrocampista Cristian Brocchi. I due giocarono assieme sino al 2008, salvo la paretesi di Brocchi alla Fiorentina nell’annata 2005-2006.

Un lungo periodo assieme come compagni di squadra, dunque, e un’amicizia che è andata avanti anche lontano dai rettangoli di gioco fino a giorni nostri poichè i due hanno continuato a vedersi ogni estate a Formentera, dove Pippo Inzaghi ha acquistato un appartamento all’interno del lussuoso Formentera Palace mentre Cristian Brocchi ha acquistato il ristorante Maritim.

Anche quest’estate i due si sono, dunque, ritrovati alle Baleari per una cena tra ex calciatori. Assieme a loro c’erano anche Simone Inzaghi, Gianluca Zambrotta, Ignazio Abate e Beppe Materazzi. Cristian Brocchi ha pubblicato la foto della tavolata su Instagram con l’hashtag #nonsiparladicalcioinferie accompagnato dall’emoticon della risata.

A distanza di un mese e mezzo, dunque, i due si ritroveranno nuovamente ma questa volta da avversari. Il tecnico del Monza è stato chiaro: “Vogliamo superare il turno e andare a giocarcela a Firenza. Ma prima c’è da battere il Benevento del mio amico Inzaghi“. E chissà Super Pippo cosa gli risponderà nelle prossime ore.

Resta comunque un dato innegabile: l’esordio ufficiale di Pippo Inzaghi sulla panchina della Strega sarà ancora più emozionante perchè, oltre all’amico Brocchi, di fronte si ritroverà un pezzo della sua storia calcistica, la coppia BerlusconiGalliani, che tra l’altro lo lanciò come allenatore affidandogli la guida del Milan, dopo una breve esperienza nel settore giovanile. Un motivo in più per dimostrare che lui, Super Pippo, se la cava egregiamente anche da tecnico.