Pippo Inzaghi a SportWeek: “I primi giorni a Benevento sono stati emozionanti”

I primi giorni a Benevento sono stati emozionanti. Un’accoglienza eccezionale, vado al supermercato e si blocca tutto. Io mi nutro dell’amore della gente, è una sensazione appagante. Al Sud non ho mai vissuto, ma so che il calore dei tifosi e il senso di ospitalità sono incredibili“. A parlare è il nuovo allenatore del Benevento Pippo Inzaghi a cui il settimanale SportWeek ha addirittura dedicato la copertina e il servizio principale del numero oggi in edicola.

A me piace lavorare dove c’è entusiasmo – spiega Super Pippo all’inserto della Gazzetta dello Sport -. Non guardo la categoria, ma ho bisogno di avvertire la fiducia. A Benevento la sfida è affascinante perché l’ambiente non è stato guastato da quanto accaduto alla fine della scorsa stagione, con l’eliminazione dai playoff. Hanno tutti una grande voglia di fare ed è la situazione ambientale in cui io e il mio staff rendiamo al meglio. L’obiettivo è quello di salire in A per provare a stabilizzarsi. Questo è il mio progetto, ma è un processo graduale. Il presidente mi ha chiesto solo di vedere una squadra che lo renda orgoglioso. Poi, ovviamente, vincere piace a tutti. Ma per riuscirci ci vogliono tante componenti. Saremo ambiziosi, con umiltà“.

Neanche il ruolo di favorito lo preoccupa: “Sarebbe inutile nascondersi. Ma non basta essere favoriti. Ci sono altre squadre con le nostre potenzialità: Cremonese, Frosinone, Chievo, Empoli, Perugia, Crotone, Cittadella. E poi ci sarà la solita sorpresa. Io comunque ho quello che cercavo: società forte, squadra forte. Io devo trovare il vestito giusto per la rosa che ho. Ma in generale voglio tanti giocatori nell’area avversaria, voglio che i centrocampisti s’inseriscano. Le etichette mi fanno ridere. Io dico sempre che l’allenatore migliore è quello che fa meno danni. Le delusioni e gli esoneri capitano a tutti“.

E, infine, a proposito del del “giocar bene” chiarisce: “Per me significa essere aggressivi, andare in avanti più che indietro, leggere i momenti della gara, avere padronanza di palleggio. Poi ci sono gli avversari… Mi viene da ridere quando mi dicono che mi abbasso quando sono in vantaggio. Mica vorrei farlo, ma se gli altri spingono forte ti costringono ad abbassarti“.