Il Brescia vira su Hetemaj, Inzaghi spinge per riavere il centrocampista finlandese

Il Brescia prova ad affondare il colpo per Perparim Hetemaj. A rivelarlo è oggi la Gazzetta dello Sport. Il centrocampista finlandese, 34 anni, com’è noto si è svincolato lo scorso 30 giugno. Il direttore sportivo del Benevento, Pasquale Foggia, gli ha proposto un rinnovo a cifre più basse rispetto a quelle percepite in precedenza dall’ex calciatore del Chievo. La distanza tra richiesta e offerta ha determinato una situazione di stallo e il Brescia sta provando ora a inserirsi per strappare il “guerrirero finnico” alla Strega.

A richiederlo espressamente è stato proprio il nuovo tecnico della formazione bresciana Pippo Inzaghi, che l’ha avuto alle sue dipendenze per due stagioni e che nelle battute iniziali dello scorso campionato lo aveva utilizzato poco. Salvo poi cambiare idea a partire dalla trasferta di Firenze. Da allora Hetemaj non è più uscito dall’undici iniziale ed è stato uno dei migliori giallorossi in assoluto, come testimoniano anche le statistiche relative ai calciatori che in Serie A hanno subito più falli in nel corso della stagione.

Conviene rinunciare alle ‘favole’ accantonando le ‘piccole’ nella spartizione dei diritti televisivi?

L’impresa realizzata dai ragazzi di Pippo Inzaghi all’Allianz Stadium rappresenta il punto più alto della storia calcistica del Benevento Calcio, ma anche un importante spartiacque nella storia calcistica nazionale perchè, di fatto, ha posto fine alle residue speranze della Juventus di rientrare nella lotta scudetto. In pratica è finita, dopo 9 scudetti di fila, l’egemonia bianconera sul campionato italiano. Ed è finita simbolicamente per mano del Benevento, la matricola terribile che ha saputo far riassaporare agli italiani il gusto e il piacere dell’impresa calcistica.

La vittoria del Beneventus, termine coniato dal Corriere dello Sport per celebrare l’impresa, è stata la vittoria di Davide contro Golia, dei perdenti contro i vincenti, degli ultimi contro i primi. Una vittoria che ha inevitabilmente campeggiato nei titoli dei principali media sportivi, perchè il calcio ha maledettamente bisogno della sua innata dose di imprevedibilità. Si nutre anche attraverso la favola del Leicester in Premier e, prim’ancora, del Verona o Cagliari in Italia, oltre che delle imprese delle squadre più blasonate.

La “presa dello Stadium” dovrebbe quindi far riflettere i presidenti che si battono per il calcio dei ricchi a discapito del calcio dei poveri. Il modello economicamente vincente è da molti anni quello della Premier, dove i proventi vengono distributi abbastanza equamente per ridurre la forbice tra squadre di vertice e quelle di bassa classifica, e conseguentemente favorire lo spettacolo. In Italia si è invece perseguita la strada opposta e le vicende di questi giorni sull’assegnazione dei diritti televisivi non inducono all’ottimismo per il futuro.

Eppure, la straordinaria stagione dello Spezia e del Benevento ha immesso nuova linfa e freschezza nel panorama calcistico italiano. Soprattutto ha profondamente cambiato uno storytelling divenuto negli anni ossessivamente ripetitivo. Perchè ignorarlo? Conviene davvero – per dirla con le parole del presidente del Benevento Oreste Vigorito – accantonare le piccole squadre come se fossero delle intruse, rinunciare alle favole calcistiche?

 

Numeri impietosi per il Benevento nel 2021 ma guai a fasciarsi la testa prima del tempo perchè al momento nulla è compromesso

I numeri sono impietosi, è inutile girarci attorno: il Benevento nelle 10 gare complessivamente disputate nel 2021 ha ottenuto solo 7 punti (al pari del Cagliari e meglio solo di Parma e Crotone che di punti ne hanno conquistati 3), ha vinto una sola partita (a Cagliari il 6 gennaio) rimediando 5 sconfitte e 4 pareggi e, infine, ha il terzo peggior attacco (solo 8 gol all’attivo) e la seconda peggior difesa della massima serie (22 gol al passivo). Senza dimenticare, inoltre, che la Strega non segna da 3 gare e nelle ultime 2 ha effettuato un solo tiro in porta nell’arco dei 90 minuti dando l’impressione di assoluta impotenza e sterilità offensiva sia con il Napoli al Diego Armando Maradona che con il Verona al Ciro Vigorito, oltre che una sensazione di scarsa freschezza atletica.

Una situazione, dunque, per certi versi simile a quella in cui la compagine allenata da Pippo Inzaghi si ritrovò alla vigilia della trasferta di Firenze, che poi inaugurò un filotto straordinario proiettando la Strega addirittura nella parte sinistra della classifica e determinando irrealistici sogni di gloria in una parte della tifoseria. Allora servì qualche accorgimento tattico e l’innesto di forze fresche (Hetemaj, Barba e Improta su tutti) per raddrizzare la barra, stavolta probabilmente servirà qualche ulteriore accorgimento tattico, oltre al lavoro sulla testa dei giocatori (metodica quest’ultima in cui SuperPippo ha dimostrato di eccellere) per riportare il Benevento sui giusti binari ed evitare un pericoloso deragliamento.

Il primo passo è stato saggiamente compiuto dalla società affidando ai due leader della squadra, Schiattarella e Glik, il compito di affrontare il fuoco di sbarramento dei giornalisti dopo la sconfitta interna con il Verona. E proprio da Schiattarella e Glik sono venute fuori importanti “perle di saggezza” che dovrebbero far riflettere anche quella parte della tifoseria ormai votata al pessimismo più cupo.

Innanzitutto il centrocampista di Mugnano ha giustamente ricordato che anche le altre squadre studiano meticolosamente gli avversari. Affermazione che tradotta in soldoni significa dobbiamo cambiare qualcosa anche nel nostro modo di stare in campo. Contro il Verona, ad esempio, a un certo punto Inzaghi ha provato anche un inedito 3-4-2-1 rinunciando al dogmatico centrocampo a 3 che pure ha dato ottimi risultati sia lo scorso anno in Serie B che quest’anno in Serie A. La difesa a 3 e Il centrocampo a 4 con gli esterni di gamba a tutta fascia è un marchio di fabbrica dell’Atalanta di Gasperini e del Verona di Juric ed è stato adottato, ad esempio, anche da Fonseca alla Roma.

Potrebbe essere una soluzione, come pure l’eventuale utilizzo del doppio centravanti, in modo da occupare l’ampiezza con esterni di gamba come Depaoli e Improta (in assenza di Letizia) e dare maggiore peso e fisicità nella parte centrale dell’attacco, dove il solo Lapadula per caratteristiche fisiche spesso non riesce a far salire la squadra quando il pressing avversario costringe i difensori al rinvio in avanti.

Si tratta di un’ipotesi ovviamente e ce ne potrebbero essere altre per variare uno spartito che ormai gli avversari hanno imparato a menadito. Conoscendo la meticolosità di Inzaghi e del suo eccellente staff, sicuramente qualcosa si starà facendo ma occorre avere pazienza perchè il tour de force di questi giorni non consente di lavorare sul campo in vista dell’importante match di La Spezia di domani pomeriggio.

Di qui la necessità di concentrarsi in queste ore sulla testa dei giocatori e il primo segnale in questo senso lo hanno dato proprio Schiattarella e Glik (mettendoci la faccia)  che hanno ricordato ai tifosi (e ovviamente agli stessi compagni) che il Benevento non può essersi improvvisamente trasformato in una squadra di brocchi.

Noi calciatori più esperti cerchiamo di togliere il peso su quei ragazzi che affrontano questa situazione per la prima volta” ha spiegato il vice capitano della nazionale polacca, mentre dal regista ex Spal e Livorno è venuto fuori un appello importante all’ambiente: “Distruggere in questo momento non serve a nulla, dobbiamo pensare in maniera positiva“.

Lo scontro diretto con lo Spezia rappresenta sicuramente uno snodo importante per la stagione del Benevento, non v’è dubbio, ma va anche ricordato che, dopo la trasferta in terra ligure, ci sarà un ciclo di partite complessivamente alla portata dei ragazzi di Inzaghi. L’importante sarà affrontare le prossime partite con la minore pressione ambientale possibile perchè, al momento, nulla è compromesso e non bisogna quindi fasciarsi la testa prima del tempo.

Il Benevento ad un bivio: serve una vittoria (che manca da due mesi) per non farsi risucchiare in piena bagarre retrocessione

La sconfitta rimediata ieri dal Benevento nella trasferta di Napoli rappresenta un deciso passo indietro rispetto ai precedenti tre pareggi consecutivi con Sampdoria, Bologna e Roma. La squadra, dopo essere passata in svantaggio, è infatti apparsa incapace di risollevarsi e ha dato una sensazione di assoluta impotenza offensiva (basta guardare le statistiche post partita per avere una conferma). Eppure di fronte aveva un Napoli apparso tutt’altro che irresistibile.

Ma a preoccupare maggiormente, dopo la sconfitta rimediata al Diego Armando Maradona, è soprattutto la situazione di classifica: il Benevento dalla parte sinistra della classifica è via via scivolato verso i bassifondi della parte destra racimolando la miseria di soli 4 punti nelle ultime 8 partite. Il vantaggio dalla terz’ultima si è ridotto a soli 7 punti e l’ultima vittoria risale alla trasferta di Cagliari dello scorso 6 gennaio (l’unico del 2021). In pratica due mesi senza successi.

Come si nota dalla tabella, la classifica parziale relativa alle ultime 8 partite vede il Benevento collocarsi al terz’ultimo posto con solo 4 punti all’attivo, Gli stessi rimediati dal Cagliari (che ieri però ha vinto) e 1 in più di Parma e Crotone. Nello stesso lasso di tempo lo Spezia di Italiano ha invece conquistato ben 11 punti. Insomma numeri poco rassicuranti che impongono un deciso cambio di passo, a partire dalle prossime 2 partite contro il Verona al Ciro Vigorito e lo Spezia al Picco.

Il Benevento di Pippo Inzaghi si ritrova, in pratica, nelle stesse condizioni della settimana che precedette la trasferta di Firenze e, come allora, la migliore medicina per uscire da questo periodo non esaltante (la media punti nelle ultime 8 partite è 0,5) sarebbe rappresentata da una vittoria contro il Verona o lo Spezia. Impresa non semplice, sia chiaro, perchè gli scaligeri sono tra i peggiori clienti che potessero capitare al Ciro Vigorito in questo momento e la traferta di La Spezia potrebbe diventare particolarmente difficile da un punto di vista psicologico nel caso in cui il Benevento dovesse maluguratamente perdere contro l’Hellas.

Insomma, le prossime due gare rappresentano uno snodo fondamentale per il prosieguo della stagione e vanno affrontate con il coltello tra i denti perchè sarebbe beffardo e soprattutto pericoloso, a questo punto della stagione, sciupare quanto di buono fatto nel girone d’andata e farsi risucchiare in piena bagarre retrocessione.

Il patron Vigorito al Mattino: “Pasquale Foggia rimane a Benevento, con Inzaghi parleremo di rinnovo a salvezza acquisita”

Un anno fa, esattamente il 28 febbraio, fu annunciato il rinnovo di Pippo Inzaghi con la promozione in Serie A già in cassaforte. Quest’anno la salvezza è ancora lontana e anche i discorsi relativi al rinnovo del contratto del tecnico piacentino restano in stand by.

A confermarlo nell’intervista rilsaciata oggi a Luigi Trusio sul Mattino è lo stesso presidente del Benevento Oreste Vigorito: “Aspettiamo di vedere cosa succede. Inzaghi e il suo gruppo hanno svolto un ottimo lavoro in questo biennio. Per loro parlano i risultati. Sono consapevole che in un mondo come questo ci sono scie di profumo che conducono lontano. Nella nostra idea di calcio, le persone devono stare insieme in maniera convinta. E’ normale che con l’allenatore prima o poi si parlerà di progetti futuri. Se questi coincideranno, non ci saranno ostacoli a prolungare l’intesa tra due persone che si stimano e, lasciatemelo dire, si sono anche abituate a convivere. Se dovessimo avere divergenze sull’impostazione, allora è evidente che non ci sarà alcun rinnovo. Il confronto, però, avverrà quando avremo più certezze sulle propsettive di sviluppo del progetto Benevento Calcio“.

Dimetralmente opposta, invece, la situazione del direttore sportivo Pasquale Foggia, anche lui in scadenza il prossimo 30 giugno: “Foggia di fatto è stato già rinnovato. Il suo rapporto con il Benevento Calcio non passa necessariamente attraverso lo formalizzazione di un contratto. Non ho necessità di mettermi d’accordo con lui sul progetto, perchè è lui l’autore del progetto, l’incaricato del suo sviluppo a precsindere dalla categoria“. Insomma, il matrimonio tra l’ex calciatore di Lazio e Cagliari e il patron giallorosso appare solidissimo ed è destinato a durare ancora a lungo nel tempo.

 

L’importanza tattica di Artur Ionita e il grande sogno di Aldolfo Gaich: esordire nello stadio intitolato al Pibe de Oro

Il Corriere dello Sport si sofferma oggi sul sogno di Adolfo Gaich di esordire con la maglia giallorossa nello stadio che ospitò le gesta di Diego Armando Maradona: “Come accade sempre più spesso nel Benevento, i nuovi arrivati non avvertono alcun disagio: il gruppo è granitico, il tecnico sembra uno di loro, la città è accogliente“.

Gaich – scrive Franco Santo – ha raccolto tutte le emozioni provate al suo arrivo in giallorosso al canale televisivo argentino TyC Sports: “Qui è tutto da dieci: la città, i compagni, la società, il mister Inzaghi. Mi ha detto che potrebbe sbagliarsi su qualsiasi ruolo, ma mai su un centravanti“.

Il giovane talento argentino sente che il momento dell’esordio si avvicina: “Non vedo l’ora. Sono venuto via da Mosca per questo. Lì non ho avuto molto spazio, in Italia vorrei avere la possibilità di giocare di più e farmi notare“.

E quale occasione migliore per farlo se non nello stadio dedicato al Pibe de Oro e nel quale Carmelo Imbriani (di cui ha voluto il numero di maglia) mosse i primi passi da calciatore di Serie A?

Il Mattino, invece, si sofferma sull’importanza tattica di Artur Ionita, l’uomo chiave di Pippo Inzaghi in grado di abbinare struttura fisica e intelligenza tattica: “Ionita tra le linee – scrive Luigi Trusioha molteplici mansioni: primo pressing, densità sulla trequarti, interdizione, incursioni e, in ultimo, pulizia dei palloni sporchi. Un ruolo fondamentale, che non è solo di raccordo tra i reparti, e per il quale occorrono abnegazione, luciditò e flessibilità. Un lavoraccio che casomai non balza all’occhio, ma è maldettamente importante nell’economica del gioco di Inzaghi“.

Ragione per cui – conclude il Mattino – il tecnico giallorosso sembra orientato a riconfermarlo da falso rifinitore anche nel derby di domenica prossima contro il Napoli.