Fabio Caserta è il nuovo allenatore del Benevento

Il Benevento Calcio comunica che oggi pomeriggio il presidente Oreste Vigorito ha ufficializzato l’accordo con il nuovo allenatore Fabio Caserta, che ha sottoscritto un contratto che lo legherà alla società giallorossa per due stagioni con una opzione per la terza. Il neo tecnico sarà presentato alla stampa venerdì 18 giugno alle ore 12 presso la sala stampa dello stadio “Ciro Vigorito”.

Intanto è stato fissato per giovedì 8 luglio il raduno pre ritiro della squadra che precederà la partenza fissata per giovedì 15 luglio per il ritiro di Cascia, che si concluderà il 31 luglio. Presente all’incontro il direttore sportivo Pasquale Foggia che ha accompagnato Fabio Caserta nel sopralluogo a tutte le strutture del Benevento Calcio. Nella stessa giornata il presidente Oreste Vigorito ha definito anche l’accordo per due anni con opzione per il terzo con il nuovo medico sociale Enrico D’Andrea.

 

 

Conviene rinunciare alle ‘favole’ accantonando le ‘piccole’ nella spartizione dei diritti televisivi?

L’impresa realizzata dai ragazzi di Pippo Inzaghi all’Allianz Stadium rappresenta il punto più alto della storia calcistica del Benevento Calcio, ma anche un importante spartiacque nella storia calcistica nazionale perchè, di fatto, ha posto fine alle residue speranze della Juventus di rientrare nella lotta scudetto. In pratica è finita, dopo 9 scudetti di fila, l’egemonia bianconera sul campionato italiano. Ed è finita simbolicamente per mano del Benevento, la matricola terribile che ha saputo far riassaporare agli italiani il gusto e il piacere dell’impresa calcistica.

La vittoria del Beneventus, termine coniato dal Corriere dello Sport per celebrare l’impresa, è stata la vittoria di Davide contro Golia, dei perdenti contro i vincenti, degli ultimi contro i primi. Una vittoria che ha inevitabilmente campeggiato nei titoli dei principali media sportivi, perchè il calcio ha maledettamente bisogno della sua innata dose di imprevedibilità. Si nutre anche attraverso la favola del Leicester in Premier e, prim’ancora, del Verona o Cagliari in Italia, oltre che delle imprese delle squadre più blasonate.

La “presa dello Stadium” dovrebbe quindi far riflettere i presidenti che si battono per il calcio dei ricchi a discapito del calcio dei poveri. Il modello economicamente vincente è da molti anni quello della Premier, dove i proventi vengono distributi abbastanza equamente per ridurre la forbice tra squadre di vertice e quelle di bassa classifica, e conseguentemente favorire lo spettacolo. In Italia si è invece perseguita la strada opposta e le vicende di questi giorni sull’assegnazione dei diritti televisivi non inducono all’ottimismo per il futuro.

Eppure, la straordinaria stagione dello Spezia e del Benevento ha immesso nuova linfa e freschezza nel panorama calcistico italiano. Soprattutto ha profondamente cambiato uno storytelling divenuto negli anni ossessivamente ripetitivo. Perchè ignorarlo? Conviene davvero – per dirla con le parole del presidente del Benevento Oreste Vigorito – accantonare le piccole squadre come se fossero delle intruse, rinunciare alle favole calcistiche?

 

Il patron Vigorito al Mattino: “Pasquale Foggia rimane a Benevento, con Inzaghi parleremo di rinnovo a salvezza acquisita”

Un anno fa, esattamente il 28 febbraio, fu annunciato il rinnovo di Pippo Inzaghi con la promozione in Serie A già in cassaforte. Quest’anno la salvezza è ancora lontana e anche i discorsi relativi al rinnovo del contratto del tecnico piacentino restano in stand by.

A confermarlo nell’intervista rilsaciata oggi a Luigi Trusio sul Mattino è lo stesso presidente del Benevento Oreste Vigorito: “Aspettiamo di vedere cosa succede. Inzaghi e il suo gruppo hanno svolto un ottimo lavoro in questo biennio. Per loro parlano i risultati. Sono consapevole che in un mondo come questo ci sono scie di profumo che conducono lontano. Nella nostra idea di calcio, le persone devono stare insieme in maniera convinta. E’ normale che con l’allenatore prima o poi si parlerà di progetti futuri. Se questi coincideranno, non ci saranno ostacoli a prolungare l’intesa tra due persone che si stimano e, lasciatemelo dire, si sono anche abituate a convivere. Se dovessimo avere divergenze sull’impostazione, allora è evidente che non ci sarà alcun rinnovo. Il confronto, però, avverrà quando avremo più certezze sulle propsettive di sviluppo del progetto Benevento Calcio“.

Dimetralmente opposta, invece, la situazione del direttore sportivo Pasquale Foggia, anche lui in scadenza il prossimo 30 giugno: “Foggia di fatto è stato già rinnovato. Il suo rapporto con il Benevento Calcio non passa necessariamente attraverso lo formalizzazione di un contratto. Non ho necessità di mettermi d’accordo con lui sul progetto, perchè è lui l’autore del progetto, l’incaricato del suo sviluppo a precsindere dalla categoria“. Insomma, il matrimonio tra l’ex calciatore di Lazio e Cagliari e il patron giallorosso appare solidissimo ed è destinato a durare ancora a lungo nel tempo.

 

‘Tagliando’ atletico in queste ore per il Benevento: l’obiettivo è quello di riportare i motori al massimo in vista della volata finale

Il progetto triennale varato dal presidente Oreste Vigorito all’indomani della retrocessione in Serie B prevedeva che il Benevento tornasse in massima serie per restarci a lungo e senza l’assillo costante dello spettro retrocessione. Da navigato imprenditore capace di scalare vette inimmaginabili per un uomo del Sud, il patron giallorosso capì che per farlo non bisognava trascurare alcun particolare. Dapprima la scommessa (ampiamente vinta) di puntare su un direttore sportivo di primo pelo (Pasquale Foggia), poi quella di assumere un medico sociale a tempo pieno (l’ex Lazio Stefano Salvatori) e affidare la squadra a un tecnico meticoloso e maniacale nella cura dei particolari come Pippo Inzaghi (consentendogli di utilizzare uno staff economicamente dispendioso ma di grandissima qualità) e via via, pezzettino su pezzettino, ha anche provveduto a potenziare l’organico societario (dalla scelta del responsabile dela comunicazione Antonio Sasso all’ingaggio del fisioterapista ex Napoli Massimo Buono).

Un processo di crescita che dunque non ha lasciato nulla al caso e che, come riferisce oggi Massimiliano Mogavero sul Sannio, ha portato ad un’ulteriore novità: l’introduzione di metodologie all’avanguardia per la valutazione dello stato di forma fisica dei calciatori, e cioè mediante “test cardio-polmonari massimali da sforzo per valutare le capacità organiche e test di forza valutare per gli squilibri muscolari con il sistema power leg. Il tutto con la supervisione dello pneumologo Adriano Di Paco e del dottor Paolo Cigni che da anni hanno messo a punto un sistema innovativo per lo studio delle caratteristiche fisiche di un atleta“. Professionisti che, tanto per intendersi, collaborano anche lo Juventus e che sono stati fortemente voluti a Benevento dal diesse Foggia e dal tecnico Inzaghi.

E così in queste ore Viola e compagni si stanno sottoponendo a una sorta di ‘tagliando’ in modo da ottenere – scrive ancora il quotidiano sannita – “un quadro generale e individuale della situazione atletica della formazione giallorossa e predisporre gli opportuni interventi per riportare tutti al massimo livello di efficienza“. A spiegare meglio l’importanza di questa innovativa metodologia è lo stesso dottor Cigno, sempre al Sannio“In questo modo riusciamo a dare una valutazione integrata dell’apparato cardio-respiratorio e metabolico dell’atleta, individuandone le caratteristcihe del motore e la sua resa, in modo da prevenire infortuni e migliorare la prestazione atletica“.

Un ulteriore passo in avanti verso il futuro, insomma, perchè il Benevento vuole riportare i motori al massimo in vista della volata finale del campionato.

Dalla rabbia di Schiattarella all’intervento di Vigorito: il Benevento è ora chiamato alla svolta

Tra i tanti fotogrammi della gara di Verona, ce n’è uno in particolare che merita particolare attenzione, e cioè quello relativo allo schiumante rimprovero che, a un certo punto della gara, Pasquale Schiattarella ha rivolto ai compagni di squadra: “Basta giocare di tacco e punta”. E non è un caso che il deciso invito a una maggiore concretezza sia venuto proprio dal playmaker di Mugnano. Il “professore” è infatti il vero leader del Benevento, quel leader che ad esempio era fortemente mancato due anni fa alla squadra allenata da Cristian Bucchi e che invece lo scorso anno ha rappresentato uno dei punti di forza nella straordinaria e storica cavalcata verso la massima serie.

Il confronto in ritiro

Un particolare che certamente non sarà sfuggito all’occhio particolarmente attento e vigile del patron giallorosso Oreste Vigorito, che non a caso si è confrontato a lungo nella notte con il direttore sportivo Pasquale Foggia e con il tecnico Pippo Inzaghi. Un colloquio serrato e schietto, probabilmente come mai era capitato prima durante la fin qui idilliaca gestione tecnica di SuperPippo. Ne è poi scaturita la decisione del ritiro (revocato in serata) e dell’ulteriore confronto allargato alla squadra. Un intervento tempestivo, dunque, perché Vigorito è ben cosciente del fatto che la forza di una squadra è rappresentata soprattutto dalla granitica compattezza dello spogliatoio.

L’amalgama tra vecchi e nuovi

Al di là della preoccupante fragilità difensiva e della limitata concretezza sotto porta in rapporto alle numerose occasioni da gol create, c’è infatti una dato che su cui ci si è finora soffermato poco e che merita invece un approfondimento: quello dell’amalgama tra vecchi e nuovi giocatori. Il Benevento ha cambiato tanto negli undici iniziali. In particolare in difesa sono arrivati Glik e Foulon, a centrocampo Ionita e Dabo, in attacco Caprari e Lapadula. Tutti, si badi bene, schierati dal primo minuto al Bentegodi.  Rispetto alla formazione titolare dello scorso anno sono finora finiti fuori dai radar giocatori del calibro di Maggio, Viola, Hetemaj e Sau (i primi due per problemi fisici), che lo scorso anno erano stati tra i principali protagonisti della straordinaria annata giallorossa.

La necessità di un cambio di rotta

E’ ovvio, quindi, che occorre del tempo per oliare i meccanismi, soprattutto quelli difensivi, e bene ha fatto il tecnico Inzaghi a ripartire dalle certezze riproponendo l’assetto tattico dello scorso anno. Una scelta finalizzata dunque a favorire l’inserimento graduale dei nuovi arrivati. Alla sesta giornata è arrivato però il momento di tirare le prime somme perché, lo testimonia anche la strigliata ai compagni di Schiattarella, qualcosa non ha funzionato. Di qui l’importanza del tempestivo intervento del presidente Vigorito e la necessità di un cambio di rotta, prima che si creino pericolose fratture in conseguenza dei risultati negativi, anche perchè, dopo il match casalingo con lo Spezia, il Benevento sarà chiamato ad affrontare Fiorentina e Juventus.

Il Benevento vince il derby con il Napoli sul piano della comunicazione

La vicenda della positività al Covid-19 del presidente Aurelio De Laurentiis e il contestuale indiretto coinvolgimento del presidente del Benevento Oreste Vigorito (che, ignaro di quanto sarebbe poi emerso, era rientrato in aereo assieme al massimo dirigente del Napoli) offrono lo spunto per evidenziare la diversa gestione comunicativa dell’evento da parte delle due società campane.

Se da un lato, infatti, il Napoli nella prima mattinata si è limitato a emettere un comunicato di poche righe per confermare lo scoop del Napolista (che aveva individuato in De Laurentiis il presidente di Serie A che, secondo il sito di Repubblica, era risultato positivo al Covid-19), dall’altro il Benevento ha invece provveduto tempestivamente a chiarire la vicenda con una comunicazione esaustiva e ricca di particolari in modo da evitare possibili ricostruzioni fantasiose o malintesi.

Il risultato del diverso approccio comunicativo è apparso subito evidente poiché il Napoli, di fronte alla ridda di ricostruzioni rilanciate dai vari siti d’informazione, è stato costretto a intervenire nuovamente, attraverso l’Ansa (che ha utilizzato la formula “secondo quanto si apprende da fonti del Napoli”), per smentire alcune di queste ipotesi.

Ipotesi che, secondo quanto riportato nel frattempo da alcuni organi di informazione, avrebbero addirittura indotto la Procura Federale ad aprire un’indagine per accertare la correttezza di comportamento del patron azzurro.

Una differenza di strategia comunicativa che ha dunque prodotto risultati diversi, se non proprio opposti, e che ha sostanzialmente evidenziato la crescita del Benevento anche dal punto di vista dell’organizzazione societaria. Non a caso, infatti, quest’estate il patron giallorosso Oreste Vigorito aveva provveduto a rafforzare la già eccellente struttura comunicativa della società affidandone la responsabilità a un giornalista di lungo corso come Antonio Sasso, molto avvezzo a districarsi tra gli oscuri meandri del mondo dell’informazione.

Insomma, un’ulteriore dimostrazione del fatto che, questa volta, il Benevento all’appuntamento con la Serie A ci arriva preparato e con l’intenzione di restarci a lungo.