Vigorito esce allo scoperto e respinge l’ipotesi di annullamento del campionato

Il presidente del Benevento Oreste Vigorito, intervistato dal Corriere dello Sport, esce allo scoperto e respinge l’ipotesi di annullamento del campionato:

Ho avuto dei colloqui con Adriano Galliani e altri presidenti di Serie A e di Serie B, mi hanno informato dei rumors che stanno circolando su un’ipotesi estrema, e cioè che le autorità, non solo sportive, potrebbero annullare i campionati. Naturalmente, come tutti i cittadini italiani, i presidenti e calciatori si allineano alle decisioni del governo rispetto a un bene prioritario come la salute pubblica. Ma una volta ripristinate le condizioni ottimali bisogna giocare perché un eventuale annullamento del campionato comporterebbe per il calcio non dico la scomparsa ma quantomeno ritrovarsi in un baratro dal quale difficilmente tutti noi ci potremo rialzare. Oltre a una richiesta di danni da parte di sponsor e tv, bisogna pensare anche alla credibilità del sistema Italia, che ne risentirebbe non solo dal punto di vista sportivo. Anche i presidenti di calcio sono imprenditori, non si può imaginare di distruggere aziende che non producono beni materiali ma spettacolo, aziende che soffrono come tutte le altre da un punto di vista economico e finanziario”.

La magica ‘armonia’ del Benevento seduce anche il Festival filosofico del Sannio

Quando è stata annunciata la partecipazione del presidente del Benevento, Oreste Vigorito, e del tecnico Pippo Inzaghi alla sesta edizione del Festival filosofico del Sannio organizzato dall’associazione Stregati da Sophia in molti si sono chiesti che attinenza avesse il calcio con la filosofia.

Eppure sarebbe bastato ricordare la celeberrima frase “Chi sa solo di calcio, non sa niente di calcio” pronunciata da Josè Mourinho (non a caso definito il filosofo di Setubal) per comprendere che l’accostamento non è poi così blasfemo e che anche il calcio finisce per intersecarsi con la filosofia.

Inoltre non va dimenticato che Camus fu un gran portiere e che Heidegger da ragazzo fu una discreta ala sinistra, mentre Sartre addirittura affermò in più occasioni che il calcio non è altro che una metafora della vita.

E che la scelta di invitare Vigorito e Inzaghi al festival operata dall’animatrice del festival Carmela D’Aronzo fosse più che azzeccata se n’è avuta la conferma l’altra sera quando la platea del teatro San Marco, composta quasi esclusivamente da studenti, ha ascoltato con grande interesse e partecipazione gli interventi del patron giallorosso (che – va ricordato – è laureato in Filosofia oltre che in Giurisprudenza) e dell’ex campione del mondo.

Il tema della serata era l’armonia e il presidente della Strega non si è lasciato sfuggire l’occasione per sottolineare che proprio questo elemento costituisce uno dei principali segreti alla base della magica annata che sta disputando la squadra giallorossa: “Nel Benevento l’armonia è costituita da tutti le componenti della società, dalla tifoseria, dall’allenatore allo staff tecnico, ai giocatori e alla dirigenza. Quando si gioca, meglio quando si vince, si applaudono solo quelli che stanno in campo. Ma l’applauso va esteso anche a tutti coloro che lavorano nell’ombra: da chi prepara le maglie dei calciatori prima delle gare a quelli che puliscono gli spogliatoi alla fine. È il successo di tutti“.

Un concetto ribadito anche da Pippo Inzaghi che, al pari del filosofo di Setubal, ha dimostrato in questi mesi quanto sia importante trasmettere una filosofia vincente ai propri calciatori lavorando quotidianamente sulla loro testa, oltre che sul fisico, perchè senza il supporto del pensiero l’azione risulterebbe meno efficace.

C’è, infine, anche un altro dato che va senz’altro sottolineato a proposito della partecipazione di Vigorito e Inzaghi al Festival filosofico del Sannio, e cioè il rapporto sempre più stretto tra il Benevento Calcio e l’ambiente circostante. E’ infatti la seconda volta nel giro di pochi mesi che il patron e l’allenatore partecipano a eventi pubblici (a ottobre presenziarono all’evento benefico promosso dal Rotary Club Valle Telesina presso il Grand Hotel di Telese Terme).

La Strega insomma esce dai confini del Ciro Vigorito per proiettarsi nell’ambiente circostante e contaminarlo. Un bel segnale per l’intero Sannio perchè il Benevento in questo momento è il simbolo di un Sud vincente che non ha nulla da invidiare a realtà ben più importanti e consolidate del paese.

Un sogno chiamato Alin Tosca: il Benevento prova a riportarlo in Italia

La notizia l’ha data ieri sera Gianluca Di Marzio nel corso della trasmissione Calciomercato l’originale: il Benevento sta provando a riportare in Italia il difensore rumeno Alin Tosca attualmente in forza al Gaziantep FK, squadra che occupa la quarta posizione in classifica nella Super Lig turca.

Un obiettivo tutt’altro che facile, ma il direttore sportivo del Benevento Pasquale Foggia non demorde, anche perchè il difensore della nazionale rumena conserva un ottimo ricordo della sua precedente esperienza nel Sannio (arrivò a gennaio in prestito dal Betis Siviglia nell’anno della Serie A) e risponde perfettamente all’identikit tracciato oggi dallo stesso diesse giallorosso sul Corriere dello Sport: “L’idea è quella di prendere un giocatore che completi la difesa magari sulla parte sinistra, ma mi piace ragionare in prospettiva, facendo un mercato giusto per il Benevento“.

Tosca sarebbe dunque il primo rinforzo in vista del prossimo anno poichè rappresenta una garanzia assoluta: conosce già la Serie A e ha grande esperienza internazionale (come detto, ha militato nella Liga, lo scorso anno ha vinto il campionato greco nelle fila del Paok Salonicco e vanta 18 presenze nella Nazionale rumena). Nello stesso tempo, però, al pari di Gabriele Moncini rappresenta anche un rinforzo di lusso per questa seconda parte della stagione perchè, oltre a sostituire l’infortunato Antei, all’occorrenza può ricoprire anche il ruolo di laterale sinistro. Dunque, può essere anche una possibile alternativa per far rifiatare Gaetano Letizia.

Come si diceva, però, la strada è tutta in salita poichè il calciatore dovrebbe lasciare una squadra che è attualmente ai vertici del campionato turco per approdare momentaneamente nella seconda divisione italiana. Tosca è uno dei punti forza del Gaziantep FK e si è inserito perfettamente nel nuovo ambiente: “Sono molto felice di quest’esperienza. Finora ho disputato per intero tutte le partite del campionato e il tifo è molto caldo, come del resto lo era anche in Grecia lo scorso anno – ha dichiarato al sito Bolgegundem -. La squadra è forte e ho capito di aver fatto la scelta giusta venendo a giocare qui in Turchia“.

L’esperienza nel Sannio, come si diceva, gli è però rimasta nel cuore e si sa che tra i rumeni e gli italiani esiste una grande affinità basata sulla comune radice linguistica latina: non a caso, ad esempio, quella rumena è la più numerosa comunità straniera presente in Italia.

Ed è proprio su questo legame e sullo splendido rapporto esistente tra il calciatore e il presidente Oreste Vigorito che il diesse Pasquale Foggia sta provando a far leva per mettere a segno quello che indubbiamente sarebbe un vero e proprio colpaccio per la squadra giallorossa alla stregua di quello messo a segno lo scorso gennaio con Luca Caldirola.

Ricordate la diffidenza di tanti tifosi quando Vigorito parlò di progetto triennale?

Quando due estati fa il presidente Oreste Vigorito parlò di progetto triennale furono in molti a storcere il naso. Il Benevento era appena retrocesso e nella mente di molti era ancora troppo vivo il ricordo della doppia storica promozione per accontentarsi di un progetto a lungo termine.

La voglia di rivincita era tanta, come del resto solitamente accade nelle piazze appena retrocesse, e in tanti avevano sottovalutato le parole di De Zerbi a proposito delle inevitabili difficoltà ambientali che incontrano le squadre dopo una retocessione.

Il patron giallorosso, invece, aveva fatto tesoro delle parole del  tecnico uscente ed aveva anche capito che occorreva creare le condizioni per tornare in Serie A, ma soprattutto per rimanerci il più a lungo possibile.

Del resto la prima pietra della nuova costruzione l’aveva già sistemata a fine gennaio promuovendo lo ‘sbarbatello’ Pasquale Foggia nel ruolo di direttore sportivo. Una scelta rivelatasi azzeccatissima perchè proprio l’ex funambolo di Soccavo in estate mise in atto un vera e propria rivoluzione ingaggiando ben 16 nuovi giocatori. E nel successivo mercato di gennaio andò a pescare in Germania il ‘desaparecidos’ Luca Caldirola, divenuto oggi una delle colonne portanti della squadra.

Costruita la base, nell’ultima sessione di mercato estiva l’ex attaccante di Lazio e Cagliari ha infine puntellato ulteriormente la rosa con l’ingaggio di giocatori del calibro di Kragl, Sau, Schiattarella ed Hetemaj, molto ambiti anche da squadre di Serie A e arrivati nel Sannio senza alcun esborso economico da parte della società. In pratica un vero e proprio capolavoro di mercato.

Ed è stata proprio l’amicizia tra Foggia e Pippo Inzaghi, nata nei ritiri della Nazionale, che ha anche consentito al presidente Vigorito di ingaggiare Super Pippo come allenatore. Un’altra felicissima intuizione del “re del vento”, insomma, come attesta l’inarrestabile cammino del Benevento in questa prima parte del torneo cadetto.

Inzaghi in questi pochi mesi alla guida della Strega ha infatti convinto anche i più scettici rivelandosi un grande motivatore oltre che un attento conoscitore dei meccanismi tattici. Ha innanzitutto iniettato grande positività in un ambiente incupito dall’amaro epilogo dei play off dello scorso anno. Ha poi dedicato grandissima attenzione alla fase difensiva che, lo scorso anno, era stata il tallone d’Achille della formazione allenata da Cristian Bucchi ed ha infine forgiato un gruppo molto unito. Aspetti, quest’ultimi, che in caso di promozione nella massima serie rappresenteranno un’ottima base da cui partire per affrontare adeguatamente il torneo.

Basterà, quindi, operare i giusti innesti, e il buon Pasquale Foggia è già silenziosamente al lavoro in questo senso, per poter aspirare a una salvezza tranquilla e inziare a pensare al successivo step di crescita. Sì, perchè il progetto triennale del presidente Vigorito, a differenza dei piani quinquennali della vecchia Unione Sovietica, hanno una base solida e sono supporati dalle sue geniali intuizioni (vedi appunto la scelta di Foggia e Inzaghi).

E, poi, a dispetto del profilo basso scelto negli ultimi anni, l’obiettivo il patron giallorosso l’ha in qualche modo esplicitato in questi ultimi mesi: “Torneremo in Serie A e, stavolta, per restarci a lungo“. Insomma, la strada è tracciata e pazienza se qualcuno, come un vecchio grammofono in disuso, continua a pensare il contrario. A Benevento, è noto a tutti, si fa fatica a cancellare certe convinzioni, comprese quelle generate dall’amaro ma ormai lontanissimo epilogo della primavera del 1976.  Ma chi la dura la vince e il presidente Vigorito, statene certi, riuscirà a cancellare definitivamente anche queste anacronistiche reminiscenze.

Vigorito letteralmente ‘stregato’ da Super Pippo: “Ha portato valori antichi e grande determinazione”

E’ un Oreste Vigorito letteralmente ‘stregato’ dal tecnico Pippo Inzaghi quello che emerge dalla lunga intervista rilasciata oggi al quotidiano Il Mattino:

Mi aveva convinto fin da subito la sua voglia di allenare con la stessa ferocia che aveva in campo quando beffava gli avversari sul filo del fuorigioco. Dopo 3 mesi che lavoriamo insieme posso dire che è veramente così: le sue parole non sono state le solite che ti senti dire per accaparrarti il posto. Lui vuole vincere: in tutto. Anche quando gioca con Foggia a calcio-tennis o con me a tressette in ritiro. E grazie alla sua voglia ha riportato nel Benevento quella determinazione che mancava“.

E non solo….

Ha portato valori antichi uniti a una grande tecnologia. Ha portato il rispetto per gli orari, per il cibo, per l’allenamento, per la passeggiata dopo cena in ritiro durante la quale si parla un po’ e si stempera la pressione. Sembrano banalità, ma sono cose che non sentivo da tanto tempo e che non rappresentano solo un aspetto nostalgico di un calcio di una volta. Inzaghi è un grande professionista come gli uomini del suo staff. Hanno preso dal passato le cose che rendevano il calcio umano. Nel nostro ritiro è finito l’isolamento per giocare a Play Station: ora i ragazzi stanno insieme. Ora abbiamo un gruppo vero che sa quello che vuole. Non potremo essere sempre imbattuti, ma penso che non perderemo mai senza dignità“.

Il patron del Benevento si è poi soffermato sui tifosi:

In questo momento c’è una bella coesione con la piazza e se tutto questo non diventa soffocante, la spinta del pubblico può diventare un elemento in più. Mi sta facendo molto piacere anche la partecipazione della provincia che per tanti anni è stata separata dalla città. Stanno nascendo molti club nei paesi intorno a Benevento e noi cerchiamo di favorirli con tante iniziative“.

E, infine, a proposito del campionato, ha ribadito che occorre avere un approccio molto realistico, nonostante l’attuale classifica possa indurre all’ottimismo:

Non mi sbilancio. Questo è un campionato molto livellato verso l’alto. Lo vincerà chi farà più punti o meno passi falsi con le squadre di media bassa classifica. Negli scontri diretti ci sarà grande equilibrio“.