Mentre a Milano si litiga, mettendo in forse la candidatura dell’Italia per le Olimpiadi invernali 2026, in Campania è ormai in atto una vera e propria corsa contro il tempo per salvare le Universiadi del 2019. Mancano, infatti, poco più di nove mesi al taglio del nastro dei Giochi – le gare sono programmate dal 3 al 14 luglio del 2019 – e gli impianti interessati all’evento sono nella migliore delle ipotesi dei cantieri aperti, come nel caso dello stadio San Paolo, che pure dovrà ospitare le manifestazioni di apertura e chiusura della kermesse sportiva.
Eppure la candidatura di Napoli è partita nel 2016. Due anni gettati via per ripicche personali tra governatore e sindaco di Napoli con il risultato che ci si è dovuti affidare l’organizzazione a un commissario con ampi poteri che si è ritrovato subito tra le mani la patata bollente dell’accoglienza delle delegazioni e degli atleti, oltre 10.000 persone, perché nessuno aveva pensato dove sistemarli.
Complessivamente ci sono finanziamenti per 270 milioni, di cui 170 messi dalla Regione e la restante parte dallo Stato (che, però, non fa parte dell’organizzazione), necessari per la ristrutturazione di 57 impianti sportivi, tra cui il campo di rugby di Pacevecchia (il cui adeguamento costerà 283.754,70 euro iva esclusa) e lo stadio Ciro Vigorito (il cui adeguamento costerà 864.987,08 euro iva esclusa).
Ad agosto la Centrale acquisti della Regione Campania ha completato l’attività d’espletamento della gara d’appalto per lo stadio Vigorito e annunciato che l’affidamento definitivo dei lavori (che prevedono la realizzazione della strada urbana di servizio, l’adeguamento alla cabina elettrica, la riqualificazione della tribuna stampa, la riqualificazione della climatizzazione degli spogliatoi e l’installazione di nuovi seggiolini) sarebbe avvenuto entro pochi giorni in modo da consentire l’avvio dei cantieri entro il mese di settembre.
L’attività di verifica della società aggiudicataria dell’appalto è però ancora in corso, nonostante l’impresa sia stata scelta tra quelle presenti nella cosiddetta “white list” della Prefettura di Napoli e, quindi, non si comprende il motivo di questo strano ritardo nella firma del contratto, in mancanza del quale, com’è noto, il comune di Benevento non può nemmeno concordare il crono programma dei lavori con il Benevento Calcio e l’impresa aggiudicataria, ovvero la Costruzionitalia Srl di Gricignano d’Aversa.
Nel frattempo si avvicina inesorabilmente la fatidica data del 28 settembre, giorno in cui a Losanna il progetto delle Universiadi sarà sottoposto all’esame della Fisu (Federazione internazionale sport universitario) per il via libera definitivo. Il rischio di una clamorosa bocciatura è dietro l’angolo, nonostante che le Universiadi 2019 siano l’unica manifestazione sportiva che l’Italia ospiterà nel prossimo decennio.
Insomma, l’ennesima occasione perduta per dare un deciso segnale d’inversione rispetto alle fin qui fallimentari politiche di gestione dell’impiantisca sportiva italiana.