Corriere dello Sport: “Sarebbe un errore fatale pensare che andare in A sia un fatto scontato”

E’ da valutare mezzo vuoto o mezzo pieno il bicchiere di Pippo Inzaghi? A chiederselo oggi sul Corriere dello Sport è Tullio Calzone che aggiunge:

“Il pareggio in casa del Pisa, in realtà, ha evidenziato una filosofia e una visione calcistica già nota nel caso del giovane tecnico passato per Milan, Venezia e Bologna con alterne fortune. La Strega all’Arena ha tenuto sul piano difensivo contro una spigolosa avversaria che ha fatto della fisicità la sua arma migliore. Ma è stata necessaria una prodezza di Montipò al 94’ per evitare una sconfitta, francamente, immeritata dopo le occasioni nitide sciupate da Coda. Il dubbio però rimane: se sei più forte, tanto più forte da nutrire ambizioni da A, perché correre il rischio di perdere per giunta nei minuti finali? Inzaghi fa bene a prendersi il buono della gara inaugurale e a indicare le criticità di un Benevento allestito per vincere e che può solo crescere e migliorare anche per soddisfare le attese di una piazza reduce dalla delusione dell’ultimo torneo. Ma sarebbe un errore fatale pensare che andare in A sia un fatto scontato”.

Corriere dello Sport: “Il Benevento ai piedi di Coda”

Il Benevento ai piedi di Coda: è questo il titolo dell’articolo dedicato oggi alla squadra giallorossa dal Corriere dello Sport. “La partita col Cittadella – ha spiegato il centravanti di Cava dei Tirreni al quotidiano sportivo romano – era solo un’amichevole, quelle che contano devono ancora arrivare. Fare gol è comunque sempre una bella sensazione, anche se siamo solo in fase di preparazione“.

Il bomber giallorosso ha dunque voglia di ripetersi, magari di migliorare quel record di gol che ha fissato proprio nella passata stagione. Secondo il Corriere, infatti, il gioco di Inzaghi lo alletta, è fatto per lui: due attaccanti centrali e due esterni d’attacco. La fase offensiva è una sorta di ossessiva occupazione degli spazi, si accerchiano gli avversari, prima o poi si trova la strada per fare gol, ma la squadra deve muoversi con compattezza sia quando attacca che quando difende. E per ora le indicazioni sono più che positive.

L’unico rammarico finora è per l’occasione sprecata proprio contro il Cittadella: “Poteva essere una tripletta, il pallone che mi aveva recapitato Letizia era perfetto. Ma ho finito col colpirla male ed è andata fuori. Peccato. Ma in fondo va bene anche così”.

Il Corriere dello Sport alla scoperta di Dejan Vokic, “un misto tra Ilicic e Milinkovic-Savic”

Un misto tra Ilicic (il suo idolo) e Milinkovic-Savic. Così Felice Piccolo, lo scopritore di Dejan Vukic,  definisce oggi il suo pupillo sul Corriere dello Sport. E aggiunge, per chiarire meglio il suo pensiero: “Ha la classe dello sloveno e la fisicità del laziale. Può fare tutti i ruoli del centrocampo, è duttile e con il lavoro di mister Bucchi può soltanto migliorare. Giocare in Italia lo farrà crescere“. Un paragone niente male, insomma, per quello che – sempre secondo il Corriere dello Sport – viene già considerato dagli esperti di mercato un potenziale fenomeno.

L’intuizione di Pasquale Foggia

Dejan Vukic è approdato al Benevento a febbraio a parametro zero, dopo essersi svincolato dai polacchi dello Zaglebie Sosnowiec. Un’intuizione del direttore sportivo Pasquale Foggia, come spiega l’agente Michele Bongiorno: “E’ stato proposte anche ad altre squadre. Siamo stati contattati sia in Serie A che all’estero, ma Foggia ha bruciato tutti sul tempo. E’ stato un grande calciatore e di talenti se ne intende. L’ha visto dal vivo e mi ha detto “portiamolo subito da Bucchi“. La trattativa è stata semplice.

Il gioiellino giallorosso è un classe 1996 e già vanta alcune presenze nell’Under 21 della Slovenia. Ha tanta voglia di sfondare nel calcio che conta. Per comunicare meglio con i compagni ha imparato l’italiano in poco più di un mese. Un dettaglio, quest’ultimo, che testimonia la volontà di sfruttare al meglio l’opportunità in Italia. Un Paese che del resto è già stato il trampolino di lancio del suo idolo Ilicic, con cui condivide pure il fatto di essere transitato anche lui nel Maribor (la Juve della Slovenia).  I play off sono alle porte e il carrarmato sloveno, come scrive sempre il Corriere dello Sport,è pronto a scatenare tutto il suo talento per essere l’arma in più dei giallorossi di Vigorito“.

Dal caso Palermo alla cancellazione dei play out, la Serie B è sempre più un film horror

Se non stessimo parlando dei sentimenti di milioni di tifosi, e, più in generale, se non ci fosse in ballo, ancora una volta, la credibilità del calcio italiano, scapperebbe da ridere. Perché questo pasticciaccio del Palermo che il Tribunale federale spedisce in C per illecito amministrativo, della Lega B che decide di non rinviare i playoff e, soprattutto, non disputare i playout, condannando il Foggia già retrocesso sabato sul campo e salvando Venezia e Salernitana risparmiandogli lo spauracchio degli spareggi, è – con tutto il rispetto – una storia tragicomica“.

A scriverlo sulla Gazzetta dello Sport è Alessandro Catapano che aggiunge: “Il Palermo e i suoi tifosi sono condannati all’inferno per le malefatte contabili di Zamparini, ma l’ex patron si salva dalla preclusione perché il suo deferimento viene dichiarato «inammissibile»: ne ha combinate più di Carlo in Francia – certificano i giudici di primo grado – ma la Procura federale ha «palesemente violato i termini a sua difesa», accorciando eccessivamente i tempi che devono intercorrere fra la notifica della comunicazione di conclusione delle indagini e il deferimento. Una leggerezza che sa di beffa per i palermitani. Come la circostanza che a salvarsi, grazie alla sentenza di ieri, sia il Venezia che fu proprio di Maurizio Zamparini. E, ovviamente, la Salernitana del solito Lotito, il convitato di pietra di ogni casus belli della B“.

Ma non finisce qui perchè, spiega ancora la Gazzetta, “di beffa in beffa, il Foggia che da ieri schiuma rabbia venerdì potrebbe prendersi una clamorosa rivincita sul sistema se il Collegio di garanzia del Coni gli restituisse anche uno solo dei 6 punti di penalizzazione con cui ha concluso il campionato per il noto scandalo dei pagamenti in nero dei suoi giocatori. Con un punto in più, i pugliesi si salverebbero, la Salernitana retrocederebbe. E non bisognerebbe nemmeno aspettare l’esito del processo d’appello, che arriverà la prossima settimana“. Insomma un caos crescente, una farsa senza fine.

Non molto dissimile anche la dura presa di posizione di Roberto Perrone sul Corriere dello Sport, che ricorda: “La serie B, cominciata a 19 squadre, termina a 18 con il Palermo retrocesso in serie C. I playout non ci saranno, fine, senza aspettare la decisione sul ricorso del Foggia. Per ogni regola c’è un’interpretazione e se una regola non piace la si cambia come un optional, come gli interni leopardati di un auto, a capriccio (o interesse)“.

E a proposito dei siciliani aggiunge: “Non è la prima società a subire questa sorte e l’abitudine rischia di farci dimenticare che, dietro alle sentenze, ci sono città, passioni, esseri umani. Il pensiero va al pubblico acceso di Palermo e a tutti coloro che seguono con trasporto uno sport soggiogato da una palla, rotonda, volubile e capricciosa. Ecco, questa è l’unico capriccio, l’unica instabilità che si meritano gli appassionati“.

Di qui, secondo il Corriere dello Sport, l’impellente necessità di norme che impediscano situazioni come quelle che abbiamo visto quest’anno: “Una serie B a 19 squadre, il Palermo retrocesso all’ultima giornata del campionato 2018-2019, una squadra di serie C, l’Entella, che ha iniziato la sua stagione il 6 di novembre e in meno di sei mesi ha disputato 39 partite, 9 in 27 giorni a marzo, un altro club di serie C, la Pro Piacenza, cancellato dopo aver perso 0-20 giocando in nove. Infine il Foggia che lotta da un anno e non ha ancora visto la parola fine“. A questo punto occorre che “qualcuno, cioè la Federcalcio, si prenda la responsabilità di varare una riforma strutturale che impedisca tutto quello che è accaduto, che non permetta le classifiche con gli asterischi per le penalizzazioni, le interpretazioni, le astuzie, i cavilli“.

Palermo, attento ai colpi di… Coda! L’Ispanico punta al record personale

Un gol così probabilmente non lo segnerà mai in Serie B, ma il solo fatto di averci pensato fa di Massimo Coda uno dei bomber più cerebrali della categoria“. Inizia così l’ampio articolo a firma di Franco Santo che il Corriere dello Sport ha dedicato oggi al centravanti giallorosso in vista del big match con il Palermo in programma domenica sera al Ciro Vigorito.

L’articolo prende spunto dalla partitella con l’Under 16 disputata ieri pomeriggio all’antistadio Carmelo Imbriani. “Battere il calcio d’inizio  e guardare già la posizione del portiere – prosegue l’articolo – la dice lunga sulle attitudini realizzative dell’Ispanico: questione di una frazione di secondo, accorgersi che il portierino dell’Under 16 è troppo fuori dai pali e beffarlo con una parabola diabolica da 50 metri. Se la ride il bomber di Cava, fare gol regala sempre la stessa soddisfazione, anche se è solo nella partitella del giovedì. E, se il piede risponde appieno ai comandi che arrivano dal cervello, vuol dire che si è in un momento invidiabile dal punto di vista psicofisico“.

Insomma Massimo Coda, dopo il quindicesimo centro stagionale messo a segno sabato scorso contro il Perugia, è tornato a essere uno dei dei calciatori più pericolosi della Strega. Sgravato del peso psicologico di tirare i rigori, dopo averne fallito tre, e dalla  necessità di fare reparto da solo, grazie alla presenza del ritrovato Armenteros al suo fianco, l’Ispanico può ora provare a superare anche il record personale dei 18 gol  realizzati con il Nova Gorica nella massima divisione slovena.

Un obiettivo che, del resto, aveva candidamente confessato ai giornalisti sin dall’inizio della stagione, come ricorda anche Franco Santo: “Mi piacerebbe fare più gol delle mie precedenti stagioni. Con la squadra che ci ritroviamo credo di poterlo centrare“.

Ancora tre gol per eguagliare il record personale

Traguardo che, del resto, avrebbe già centrato se non fosse stato per quei tre maledetti rigori sbagliati nel corso della stagione. Errori che hanno riacceso lampi di contestazione da parte dei tifosi, delusi soprattutto da quel maldestro cucchiaio tirato frettolosamente contro il Verona quasi un girone fa. Un errore che ancora pesa come un macigno e che il bomber di Cava dei Tirreni vuole definitivamente cancellare a suon di gol in questo trepidante finale di campionato.

La promozione diretta è lì, ad un passo, ma per continuare a sperare occorre assolutamente vincere contro il Palermo. Massimo ne è consapevole e per questo sogna di mettere a segno il classico colpo di… Coda! Magari non bello come quello realizzato ieri nella partitella in famiglia, anche perchè Brignoli lo conosce e sa bene che non può consentirsi alcuna distrazione, ma sicuramente importante per spingere la Strega ancora più vicino alla vetta della classifica.

Caos Palermo, pochi giorni per evitare la penalizzazione

Scade oggi l’opzione d’acquisto del 100% delle quote che Dario Mirri ha ottenuto dal Palermo lo scorso 18 febbraio, quando anticipò i soldi per il pagamento di due mesi di stipendi in cambio di un accordo quadriennale per la gestione della pubblicità. L’accordo prevedeva entro il 13 marzo, la possibilità di esercitare la prelazione per sé o un soggetto da nominare, un gruppo imprenditoriale pronto a rilevare la società. I colpi di scena in questa vicenda sono all’ordine del giorno ma l’impressione è che l’opzione non verrà fatta valere“.

La possibile soluzione

A sostenerlo è oggi il Corriere dello Sport che aggiunge: “Per gli stipendi (da saldare entro lunedì 18 marzo – ndr), e dunque per evitare una penalizzazione che rischierebbe di essere letale per la squadra, esiste l’ipotesi prevista dal contratto di un mese fa: il Palermo può chiedere ai Mirri un prolungamento dell’accordo pubblicitario per altri 4 anni ottenendo in anticipo il pagamento (circa 2,3 mln di euro) che allontanerebbe l’incubo fino a fine stagione (gli ultimi stipendi andranno saldati a giugno). I Mirri però non sono obbligati ad accettare e potrebbero anzi tirarsi indietro ritenendo di avere già fatto un sacrificio. Una soluzione va trovata e aumenta l’ansia dei tifosi“.

La preoccupazione di Lega e Federcalcio

Ansia che coinvolge anche le istituzioni calcistiche. “Già dagli organismi federali sono partite le lettere che ricordano al Palermo gli obblighi relativi ai cambi societari. La situazione “transitoria” creatasi dopo l’addio degli inglesi con il duo Foschi-De Angeli al comando non può protrarsi a lungo e certamente non può arrivare fino a fine stagione. Le scadenze – conclude il quotidiano sportivo romano – in questo caso non sono perentorie ma se non si registrassero novità, la Lega avviserebbe dell’anomalia la Federcalcio che dovrebbe poi decidere che tipo di provvedimenti adottare“. Insomma, una bruttissima gatta da pelare anche per le istituzioni calcistiche.