Il Benevento gioca con la fame addosso, vuole gustarsi ogni vittoria fino alla fine

La forza della Strega può essere racchiusa nelle parole pronunciate nel post gara da Attilio Tesser, il tecnico a cui tra l’altro Pippo Inzaghi segnò l’ultimo gol prima di ritirarsi: “Il Benevento gioca con la fame addosso, vuole sempre vincere “. Caratteristica che, com’è noto, rappresentava il marchio di fabbrica di Super Pippo anche quando indossava gli scarpini da gioco. Era sempre l’ultimo a mollare e la fame di gol si trasformava in ferocia agonistica.

Come ha scritto oggi Tullio Calzone sul Corriere dello Sport,

contro questa Strega non ce n’è per nessuno. Bisogna farsene una ragione. Ha il fuoco dentro e travolge con la sua passione irrefrenabile ogni avversario che incrocia in questa stagione, un ponte perfetto verso il futuro“.

Un futuro da scrivere ricordando anche il passato, quello della lunga rincorsa alla promozione in Serie B. E il simbolo di quegli anni è stato proprio lui, Carmelo Imbriani, il capitano giallorosso scomparso sette anni fa. Ieri, come ha ricordato ancora Calzone,

“il suo sorriso dolce, indelebile nella mente di quanti hanno avuto la fortuna di imbattersi nella sua straordinaria umanità, aleggiava sugli spalti del “Ciro Vigorito”. Eretto non a caso a eroe per sempre del Benevento che è stato e che verrà”.

Un Benevento che stavolta sul palcoscenico della Serie A non ci arriverà da cenerentola, attraverso la lotteria del play off, ma da protagonista assoluto di una stagione che resterà per sempre scolpita negli almanacchi della Serie B. Nel frattempo la torcida giallorossa si gode ogni momento di questa entusiasmante annata perchè, come ha ricordato oggi Nicola Binda sulla Gazzetta dello Sport,

“se è vero che l’attesa del piacere può essere meglio del piacere stesso, il Benevento se la vuole gustare fino in fondo”.

Il Benevento riprende a volare, ma è nuovamente penalizzato da un arbitraggio scadente

Il Benevento, nonostante le tante assenze per squalifica o infortuni (e un secondo tempo disputato in inferiorità numerica), ha dunque espugnato anche il San Vito Marulla e ripreso la marcia trionfale verso la Serie A. Come scrive oggi Nicola Binda sulla Gazzetta dello Sport,

“l’aereo del Benevento vola sempre più in alto. E dal finestrino la capolista prova a guardare cosa c’è di sotto, ma vede soltanto le nuvole”.

Al termine dell’incontro il tecnico giallorosso Pippo Inzaghi,  visibilmente contrariato per l’arbitraggio di Marco Serra (espulsione di Volta, ammonizione di Schiattarella in diffida ed altre discutibili decisioni), ha preferito glissare e non rispondere alle domande dei giornalisti. Resta comunque il dato che nel girone di ritorno il Benevento è stato spesso penalizzato da arbitraggi quanto meno discutibili, a dispetto dell’italica sudditanza dei fischietti nei confronti delle big (e la Strega indiscutibilmente lo è in questo campionato di Serie B).

Il problema comunque non riguarda solo il Benevento (basti pensare al gol fantasma di Ricci in CosenzaEmpoli o al gigantesco errore dell’arbitro Giuia in Napoli-Lecce), ma investe la qualità degli arbitri italiani, decisamente scadente, e la conduzione di stampo dittatoriale del presidente dell’AIA Marcello Nicchi che, ancora una volta, ha cambiato le regole pur di essere rieletto al vertice dell’associazione arbitrale (quarto mandato!!!). Un pò come succede nelle varie dittature sparse per il globo.

Significative in questo senso sono state le recenti dichiarazioni rilasciate  dall’ex arbitro Robert Anthony Boggi:

A Nicchi nessuno dice mai niente con tutti i guai che fa. Non dimentichiamo mai che è stato il sorteggiatore delle palline con Bergamo e Pairetto. La colpa non è sua, è stato un grandissimo, ha fatto passare un sistema dittatoriale, senza che nessuno gli dicesse niente: è un fenomeno, tutti quelli che si mettono contro di lui devono andarsene. Io persi le elezioni, la gente aveva paura anche di mettere firme e appoggiarmi. C’è il rischio di una nuova Calciopoli“.

Pronta è arrivata la risposta del conducator Nicchi che ha deciso di querelare Boggi e tirare avanti dritto nell’espletamento del quarto mandato consecutivo. Un mandato che, come i precedenti, sarà all’insegna del rinnovamento. Del resto Nicchi è notoriamente un ottimo talent scout, oltre che un insuperabile veggente: il 21 marzo 2017, quindi con un anno e mezzo di anticipo, già sapeva che Antonio Giuia avrebbe arbitrato in Serie A

I risultati di questa ascesa annunciata si sono visti ieri allo stadio San Paolo, c’è poco altro da aggiungere. Nel frattempo nella categoria Elite Uefa (quella dei fischietti che potranno arbitrare gli Europei) è rimasto il solo Orsato, in Category 1 ci sono solo Massa e Guida (totale presenze quest’anno in Champions Legue: una…), mentre gli altri 7 arbitri italiani sono relegati in Category 2, ovvero quella di partenza per le nazioni calcisticamente importanti.

Insomma un vero e proprio disastro….

Ecco perchè il Benevento ha rallentato la marcia nel girone di ritorno

Dopo la sosta e il mercato invernale è iniziato un altro campionato di Serie B. Lo ha ricordato ieri sulla Gazzetta dello Sport anche Nicola Binda, uno dei maggiori esperti del campionato cadetto:

Non è più il torneo dei tecnici giovani e ambiziosi, pronti a far vedere un un bel calcio propositivo… Contano i risultati, e non è sbagliato. Vanno bene le idee, ma poi si deve portare anche la ciccia… Serve la sostanza, il tempo per il bel calcio e le novità è finito“.

Quella sostanza su cui il tecnico del Benevento Pippo Inzaghi ha puntato con estremo pragamtismo sin dall’esordio a Pisa. Dopo l’eliminazione in Tim Cup ad opera del Monza e la successiva amichevole di Vasto, Super Pippo ha virato decisamente su un assetto più equilibrato, un baricentro più basso rispetto a quello visto nelle amichevoli estive e soprattutto ha rinunciato al progetto iniziale di una squadra con ben quattro attaccanti in campo.

Accorgimenti che il tecnico giallorosso ha sostanzialmente mantenuto anche quando è passato dal 4-4-2 al 4-3-2-1 e che hanno portato il Benevento ad avere una marcia in più rispetto alla dirette concorrenti proprio in virtù della maggiore solidità difensiva. Insomma, Inzaghi lo ha capito con un girone d’anticipo rispetto a tanti altri colleghi.

Ma, oltre a questo aspetto, c’è anche un altro dato che aiuta a comprendere il cambio di marcia della Strega in queste prime tre partite del girone di ritorno. Pisa, Cittadella e Salernitana sono le squadre più aggressive e fallose della Serie B, come testimoniano i dati del Matchcentre di Tuttosport: la Salernitana è infatti la squadra che finora ha commesso più falli in assoluto (422), seguita a ruota dal Cittadella (393), mentre il Pisa (con 60 ammonizioni subite) si colloca al quarto posto nella classifica dei cartellini gialli, alle spalle di Cittadella (69), Trapani (65) e Salernitana (63), e guida la classifica dei cartellini rossi (8).

Squadre, quelle affrontate sinora dalla Strega nel girone di ritorno, che aggrediscono alte, attuano un pressing asfissiante sui poratori di palla e ricorrono spesso al fallo tattico per impedire le ripartenze degli avversari, come dimostrano anche le statistiche. Squadre difficili da affrontare, dunque, almeno fino a quando hanno sufficienti energie nelle gambe. Non a caso il Benevento le cose migliori le ha fatte vedere nei finali di partita, allorquando si è allentata la pressione degli avversari.

Ecco perchè il tecnico Inzaghi con la consueta saggezza ricorda spesso che bisogna dimenticare il girone d’andata e calarsi invece nella nuova dimensione.

La Gazzetta promuove il mercato del Benevento: è la squadra che si è rafforzata maggiormente

Per la Gazzetta dello Sport è il Benevento la squadra regina del mercato invernale conclusosi ieri sera allo Sheraton hotel di Milano. Per la rosea, infatti, la società giallorossa ha meritato 8 in pagella grazie agli acquisti di Gabriele Moncini (arrivato dalla Spal) e Federico Barba (arrivato dal Real Valladolid ma di proprietà del Chievo Verona). Alle spalle del Benevento si sono piazzate l’Empoli e il Crotone (voto 7,5) e a seguire Cremonese, Virtus Entella, Frosinone, Pisa, Pordenone e Spezia (voto 7).

Nettamente bocciate, invece, il Livorno e Chievo (voto 5), oltre che Cittadella, Pescara e Trapani (voto 5,5). Ecco di seguito la tabella completa elaborata dalla Gazzetta dello Sport.

L’attacco del ‘carneade’ Mitchell Dijks a Pippo Inzaghi è un clamoroso autogol

Mitchell Dijks, come scrisse due anni fa Alfredo Pedullà, non è certamente tra i più talentuosi prodotti espressi dal pur floridissimo vivaio dell’Ajax. Inoltre, finora non è stato nemmeno protagonista di memorabili imprese indossando la maglia del Bologna, anche a causa degli innumerevoli infortuni che lo hanno fin qui tormentato.

Eppure, in queste ore è riuscito in qualche modo a ritagliarsi il suo piccolo momento di notorietà sui social grazie a un’intervista concessa al canale YouTube dell’ex interista Andy van der Meyde. A fare il giro del web sono state soprattutte le parole espresse sull’ex tecnico rossoblu Pippo Inzaghi, prontamente rilanciate oggi dal Corriere di Bologna:

È stato davvero un disastro. I risultati non arrivavano ma un giorno ci disse che avrebbe potuto smettere quando avesse voluto perché aveva comunque 60 milioni in banca e non gli importava. Questo era l’atteggiamento anche durante gli allenamenti: non lavoravamo mai sui passaggi o sui tiri ma soltanto undici contro undici. Il giorno della partita inoltre non sapeva neanche quale formazione mandare in campo a differenza di quanto accade oggi con Mihajlovic che già al lunedì ti fa capire se giocherai alla domenica“.

Considerazioni che, alla luce di quanto fin qui visto a Benevento, appaiono incredibili agli occhi dei tifosi sanniti che, anzi, hanno apprezzato tantissimo la professionalità di Super Pippo e soprattutto la sua meticolosa cura dei particolari. Una meticolosità per certi versi persino maniacale, grazie anche al supporto di uno staff di primissimo livello.

Viene, inoltre, da sorridere pensando ai 60 milioni in banca e alla volontà di smettere in mancanza di risultati che Super Pippo avrebbe manifestato ai suoi calciatori quando allenava la compagine felsinea. Vi pare che l’ex campione del mondo avrebbe accettato di allenare il Venezia in C o di tornare quest’anno in B  alla guida del Benevento, anzichè aspettare qualche panchina libera nella massima serie, se non avesse avuto una voglia matta di affermarsi anche come allenatore?

Insomma, il carneade Dijks sicuramente avrà vissuto in queste ore un momento di relativa notorietà, ma resta da capire quanto potrà giovarsene in futuro visto il modo non proprio elegantissimo in cui si è espresso nei confronti del suo ex allenatore o dello staff medico del Bologna.

Staremo a vedere. Nel frattempo gli basterà dare un’occhiata alla classifica di Serie B per comprendere quanto stridano le sue parole con i risultati sin qui conseguiti dal Benevento targato  Pippo Inzaghi. O forse qui nel Sannio ci troviamo al cospetto di un sosia?

Benevento-Salernitana, un derby dal sapore particolare per il diesse Pasquale Foggia

Tra i tanti ex della sfida tra Benevento e Salernitana in programma domenica sera al Ciro Vigorito ce n’è indubbiamente uno particolare. Un protagonista che non scenderà in campo ma che proprio a Salerno ha chiuso la sua carriera di calciatore e che oggi è uno dei principali artefici del Benevento dei miracoli. Si tratta del diesse Pasquale Foggia che, a 31 anni nemmeno compiuti, decise di appendere le scarpette al chiodo quand’era ancora sotto contratto con la Salernitana. A raccontarlo oggi in un’intervista concessa a Franco Santo del Corriere dello Sport è lo stesso ex funambolo di Lazio e Cagliari:

Capii che era arrivato il momento di smettere. Avevo accettato la proposta della Salernitana in C, ma quell’anno (2013-14) non feci benissimo, sentivo di non aver ripagato la fiducia dei dirigenti. Così decisi di strappare un contratto in essere che prevedeva altri due anni in granata.  Avevo già in testa di fare il direttore sportivo. Me le ricordo quelle ultime partite, una delle quali giocata proprio contro il Benevento. Vincemmo una partita rocambolesca all’Arechi, con Felice Evacuo che al 90′ finì in porta per l’espulsione di Baiocco. Io feci l’assist a Gustavo per il gol della vittoria al 95′. Quella di smettere fu una decisione serena. E due anni dopo ho cominciato qui una fantastica avventura“.

Lui, un napoletano purosangue che non ha mai indossato la maglia azzurra (Lotito, durante un mercato invernale, bloccò all’ultimo momento la sua cessione al club del presidente De Laurentiis), ha dunque chiuso la carriera da calciatore e iniziato quella di direttore sportivo proprio in Campania. Terra a cui è profondamente legato al punto da augurarsi che, assieme al suo Benevento, in Serie A possa salire anche la Salernitana:

Sarebbe il massimo. Un vanto per tutta la regione, che si ritroverebbe addirittura tre squadre in A. Sarebbe il riscatto di un territorio in cui il calcio è vissuto con tutta la passione possibile“.

Domenica prossima, però, niente sconti perchè il Benevento dei miracoli deve continuare la sua corsa e agguantare quanti più record è possibile. Il profumo della massima serie diventa sempre più intenso con il trascorrere delle settimane. La vittoria è dunque d’obbligo e per novanta minuti non ci sarà spazio per i sentimenti e per il senso di appartenenza territoriale. Conteranno solo i tre punti.