Un Oreste Vigorito in versione mattatore cancella brillantemente gli errori di comunicazione del Benevento

Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. E così il presidente del Benevento, Oreste Vigorito, vista la piega che stava prendendo la situazione, ieri sera ha deciso di irrompere telefonicamente nella trasmissione Ottogol richiamando alla memoria la celebra frase proniciata da John Beluschi nel film Animal House. Com’era accaduto la scorsa settimana sugli schermi di Sky nel prepartita di Spezia – Benevento, il patron giallorosso lo ha fatto da vero mattatore trasformando un evento dalle possibili conseguenze negativo in un evento positivo.

Come molti ricorderanno, infatti, alla vigilia della delicata trasferta in terra ligure si era registrato il clamoroso ‘scontro’ tra Pasquale Schiattarella e Roberto Insigne. La notizia si era subito diffusa, dapprima attraverso un crescente tam tam sui social e successivamente, grazie a un breve articolo apparso sulla Gazzetta online, anche attraverso i vari organi di informazione locale. Nonostante ciò, la società aveva deciso di non intervenire ed aveva persino scelto di non rendere pubblica la consueta lista dei convocati per non mettere nero su bianco la notizia della mancata convocazione per la trasferta di La Spezia dei due protagonisti dello scontro.

Scelta poi rivelatasi non felicissima tanto da indurre lo stesso presidente giallorosso a presentarsi davanti ai microfoni di Sky per spiegare con garbo i motivi che avevano indotto la società a escludere i due calciatori dalla lista dei convocati per il delicato match del Picco. Un intervento da vero maestro della comunicazione tanto da indurre commentatori del calibro di Paolo Condò e Matteo Marani a indicarlo come simbolo di un calcio etico nel quale i valori vengono prima ancora del risultato sportivo, costi quel costi.

Sabato scorso, invece, il presidente del Benevento per la prima volta aveva lasciato lo stadio anzitempo, profondamente amareggiato per quanto visto nei novanta minuti di gioco contro la Fiorentina, e aveva deciso di sottrarre il tecnico Pippo Inzaghi al fuoco incrociato di domande post partita e mandare saggiamente davanti alle telecamere il direttore sportivo Pasquale Foggia per spiegare la linea di condotta della società e i motivi del ritiro deciso di comune accordo con il tecnico e lo stesso diesse.

Ieri sera, di fronte alla piega che aveva preso la trasmissione condotta da Valter De Maggio a causa della mancata comunicazione ufficiale della fine del ritiro, ha deciso di scendere nuovamente in campo irrompendo telefonicamente nella trasmissione. E, ancora una volta, ha riportato la vicenda sui binari giusti confermandosi un vero e proprio mattatore della comunicazione e soprattutto smontando pezzo pezzo una narrazione degli eventi che stava prendendo una brutta piega non solo in tv, ma anche e soprattutto sui social e in altri contesti mediatici.

I due episodi, oltre ad accrescere i meriti di un presidente che – va ricordato – in queste ore è anche fortemente impegnato nelle delicate diatribe riguardanti l’assegnazione dei diritti televisivi (con un ruolo tutt’altro che trascurabile), dimostrano anche che qualcosa non ha funzionato nella spesso silente comunicazione ufficiale del Benevento. Di qui, quindi, la necessità di ripensare certe strategie comunicative che in qualche modo non si sono dimostrate vincenti e hanno costretto il numero uno della società di via Santa Colomba a scendere in campo in prima persona per non prestare il fianco a chi ha interesse a soffiare sul fuoco.

Il Benevento può tirare un sospiro di sollievo: negativi i test anti Covid sui calciatori

Il Benevento può tirare un sospiro di solliveo: i test molecolari e sieroligici effettuati ieri sui calciatori e sul personale dei vari staff hanno dato esito negativo. A scriverlo sono oggi i principali quotidiani.

Sul Mattino, Luigi Trusio spiega: “Verranno ripetuti ogni giorno ma la situazione sembra sotto controllo, anche perchè il componente dell’equipe sanitaria positivo che ha viaggiato con la squadra a La Spezia, era risultato negativo al tampone oro-faringeo sia venerdì 5 (prima della partenza per la Liguria) che lunedì 8 (dopo il rientro dalla trasferta). E’ dunque probabile (anche se non si può mai contare sull’assoluta certezza) che non avesse ancora in circolo il virus o lo avesse nella fase iniziale, ma con una carica batterica talmente bassa da non risultare contagioso“.

Una storia su Instagram chiude definitivamente il caso Schiattarella – Insigne

Una storia su Instagram che vale molto più di tante parole: l’immagine di Pasquale Schiattarella abbracciato a Roberto Insigne (sorridono entrambi) e l’eloquente messaggio vergato dal centrocampista di Mugnano a corredo della foto in cui è taggato l’attaccante di Frattamaggiore: “Dopo la pioggia c’è sempre il sole“.

Si chiude così, sullo stesso terreno di gioco dell’antistadio Carmelo Imbriani dove sabato era avvenuto lo screzio, il caso scoppiato in casa Benevento e che aveva portato alla mancata convocazione dei due calciatori per la trasferta di La Spezia.

Dopo la sconfitta del Toro a Crotone, la Gazzetta dello Sport a sostegno del presidente-editore Urbano Cairo

Basta dare uno sguardo all’edizione odierna della “rosea” per comprendere quanti ostacoli, anche dal punto di vista mediatico, ci saranno per le piccole come il Benevento o lo Spezia lungo la strada della sospirata conquista della salvezza. Il presidente del Torino, Urbano Cairo, mette infatti in campo tutta la potenza di fuoco della sua corazzata mediatica per lanciare un segnale forte dopo la sconfitta rimediata ieri dai granata nella trasferta di Crotone.

Si parte dalla prima pagina della Gazzetta dello Sport e dal riquadro sotto la testata (una sorta di antipasto) in cui si legge: “Disastro Guida, furia Toro. Cairo: tre episodi contro senza Var“. Si prosegue, poi, a pagina 20 con un articolo dal titolo “La rabbia del Toro” che spiega : “Vorebbe ricevere più giustizia il presidente del Torino Urbano Cairo che, per l’undicesima partita del campionato (con 6 rigori a sfavore), si ritrova a commentare una gara nella quale il Toro è stato gravemente penalizzato dalle decisioni arbitraliLa prestazione di Guida nel secondo tempo potrebbe essere stata condizionata da un episodio che si è verificato, nel sottopassaggio, nel momento in cui le squadre rientrano negli spogliatoi nell’intervallo. Si tratta di un episodio sfuggito alle telecamere, ma accaduto davanti agli occhi dei tanti presenti e che non è certo passato inosservato. Quando il direttore del Crotone, Beppe Ursino, ha duramente contestato l’arbitro Guida perchè pochi minuti prima, in occasione del pari momentaneo di Mandragora, secondo il Crotone l’azione sarebbe stata viziata da un fallo“.

Una premessa necessaria e indispensabile alla conclusione dell’articolo vergato da Mario Pagliara: “Alla fine, in ogni caso, il Toro è uscito nuovamente danneggiato. Come già accaduto a San Siro contro Milan e Inter, o all’Olimpico in casa della Roma, solo per citare i casi più clamorosi. La lista degli episodi contestati è davvero lunga“.

E naturalmente, giusto per rafforzare la linea editoriale scelta dalla rosea, ecco anche il box contenente il dossier con gli 11 episodi minuziosamente descritti, il riquadro della moviola che ‘sbugiarda’ Guida e l’eloquente titolo che accompagna la cronaca dell’incontro (“Quanti errori dell’arbitro, i granata penalizzati e il Crotone di Cosmi va“). Insomma, una linea editoriale che amplifica la presa di posizione del presidente granata e  in ogni caso, al di là delle interpretazioni, induce a una riflessione poichè ripropone il tema del conflito d’interessi esitente nel maggiore quotidiano sportivo italiano.

Numeri impietosi per il Benevento nel 2021 ma guai a fasciarsi la testa prima del tempo perchè al momento nulla è compromesso

I numeri sono impietosi, è inutile girarci attorno: il Benevento nelle 10 gare complessivamente disputate nel 2021 ha ottenuto solo 7 punti (al pari del Cagliari e meglio solo di Parma e Crotone che di punti ne hanno conquistati 3), ha vinto una sola partita (a Cagliari il 6 gennaio) rimediando 5 sconfitte e 4 pareggi e, infine, ha il terzo peggior attacco (solo 8 gol all’attivo) e la seconda peggior difesa della massima serie (22 gol al passivo). Senza dimenticare, inoltre, che la Strega non segna da 3 gare e nelle ultime 2 ha effettuato un solo tiro in porta nell’arco dei 90 minuti dando l’impressione di assoluta impotenza e sterilità offensiva sia con il Napoli al Diego Armando Maradona che con il Verona al Ciro Vigorito, oltre che una sensazione di scarsa freschezza atletica.

Una situazione, dunque, per certi versi simile a quella in cui la compagine allenata da Pippo Inzaghi si ritrovò alla vigilia della trasferta di Firenze, che poi inaugurò un filotto straordinario proiettando la Strega addirittura nella parte sinistra della classifica e determinando irrealistici sogni di gloria in una parte della tifoseria. Allora servì qualche accorgimento tattico e l’innesto di forze fresche (Hetemaj, Barba e Improta su tutti) per raddrizzare la barra, stavolta probabilmente servirà qualche ulteriore accorgimento tattico, oltre al lavoro sulla testa dei giocatori (metodica quest’ultima in cui SuperPippo ha dimostrato di eccellere) per riportare il Benevento sui giusti binari ed evitare un pericoloso deragliamento.

Il primo passo è stato saggiamente compiuto dalla società affidando ai due leader della squadra, Schiattarella e Glik, il compito di affrontare il fuoco di sbarramento dei giornalisti dopo la sconfitta interna con il Verona. E proprio da Schiattarella e Glik sono venute fuori importanti “perle di saggezza” che dovrebbero far riflettere anche quella parte della tifoseria ormai votata al pessimismo più cupo.

Innanzitutto il centrocampista di Mugnano ha giustamente ricordato che anche le altre squadre studiano meticolosamente gli avversari. Affermazione che tradotta in soldoni significa dobbiamo cambiare qualcosa anche nel nostro modo di stare in campo. Contro il Verona, ad esempio, a un certo punto Inzaghi ha provato anche un inedito 3-4-2-1 rinunciando al dogmatico centrocampo a 3 che pure ha dato ottimi risultati sia lo scorso anno in Serie B che quest’anno in Serie A. La difesa a 3 e Il centrocampo a 4 con gli esterni di gamba a tutta fascia è un marchio di fabbrica dell’Atalanta di Gasperini e del Verona di Juric ed è stato adottato, ad esempio, anche da Fonseca alla Roma.

Potrebbe essere una soluzione, come pure l’eventuale utilizzo del doppio centravanti, in modo da occupare l’ampiezza con esterni di gamba come Depaoli e Improta (in assenza di Letizia) e dare maggiore peso e fisicità nella parte centrale dell’attacco, dove il solo Lapadula per caratteristiche fisiche spesso non riesce a far salire la squadra quando il pressing avversario costringe i difensori al rinvio in avanti.

Si tratta di un’ipotesi ovviamente e ce ne potrebbero essere altre per variare uno spartito che ormai gli avversari hanno imparato a menadito. Conoscendo la meticolosità di Inzaghi e del suo eccellente staff, sicuramente qualcosa si starà facendo ma occorre avere pazienza perchè il tour de force di questi giorni non consente di lavorare sul campo in vista dell’importante match di La Spezia di domani pomeriggio.

Di qui la necessità di concentrarsi in queste ore sulla testa dei giocatori e il primo segnale in questo senso lo hanno dato proprio Schiattarella e Glik (mettendoci la faccia)  che hanno ricordato ai tifosi (e ovviamente agli stessi compagni) che il Benevento non può essersi improvvisamente trasformato in una squadra di brocchi.

Noi calciatori più esperti cerchiamo di togliere il peso su quei ragazzi che affrontano questa situazione per la prima volta” ha spiegato il vice capitano della nazionale polacca, mentre dal regista ex Spal e Livorno è venuto fuori un appello importante all’ambiente: “Distruggere in questo momento non serve a nulla, dobbiamo pensare in maniera positiva“.

Lo scontro diretto con lo Spezia rappresenta sicuramente uno snodo importante per la stagione del Benevento, non v’è dubbio, ma va anche ricordato che, dopo la trasferta in terra ligure, ci sarà un ciclo di partite complessivamente alla portata dei ragazzi di Inzaghi. L’importante sarà affrontare le prossime partite con la minore pressione ambientale possibile perchè, al momento, nulla è compromesso e non bisogna quindi fasciarsi la testa prima del tempo.

Il caso Lazio-Torino rischia di complicare ulteriormente la lotta per la salvezza

A poche ore dalla programmata sfida dell’Olimpico tra Lazio e Torino ancora non si sa quale sarà la decisione che verrà adottata dalla Lega di Serie A. Le uniche certezze sono rappresentate dal fatto che la partita non si disputerà a seguito della decisione adottata dall’Asl di Torino di bloccare in quarantena domiciliare la squadra granata fino alla mezzanotte odierna e che il sistema calcio continua a ostinarsi nel non riconoscere il principio della gerarchia delle fonti ribadito anche dal verdetto del Collegio di garanzia del Coni relativamente al caso Juventus-Napoli.

C’era un vulnus da eliminare nel sistema del protocollo adottato a inizio stagione, ma nè le istituzioni calcistiche e nè quelle di governative hanno voluto affrontarlo adottando un provvedimento che desse valore normativo a un accordo tra gentiluomi, appunto il protocollo, che invece al momento continua ad avere la valenza di un patto d’onore pericolosamente aggirabile in virtù della prevalenza giuridica delle decisioni adottate dalle autorità sanitarie locali, soprattutto in una fase pandemica.

E così, se la Lega di Serie A dovesse ostinatamente rinchiudersi a difesa di un fortino palesemente vulnerabile, gli effetti investirebbero (e altererebbero in qualche modo) anche la lotta per la salvezza, e quindi il cammino del Benevento, poichè non si potrebbe avere la reale dimensione della classifica (il Torino è, infatti, quart’ultimo in classifica e deve già recuperare la gara interna con il Sassuolo) fino alla conclusione dei tre gradi di giudizio della giustizia sportiva, alla fissazione della data del recupero e alla disputa dell’incontro. In pratica è verosimile prevedere che per conoscere il risultato di Lazio-Torino si dovrà attendere sino ad aprile o, forse, addirittura maggio.

Nel frattempo, le altre squadre in lotta per la salvezza (Benevento compreso, quindi) dovrebbero affrontare un ulteriore ostacolo psicologico in una stagione già pesantemente condizionata dagli effetti del Covid. In pratica, un ulteriore atto di tafazzismo da parte del sistema calcistico italiano che, come dimostrano anche le vicende legate all’assegnazione dei diritti televisivi, sembra non voler cogliere l’opportunità per operare una serie riforma e invertire la rotta del declino pericolosamente imboccata negli ultimi anni.