Tutti pazzi per il Benevento: Corriere dello Sport e Tuttosport celebrano il primato della Strega

I numeri non sbagliano mai e quelli della Strega fanno stropicciare gli occhi, non solo ai tifosi beneventani, increduli. La capolista sannita viaggia a ritmi inimmaginabili e solo poche volte fatti registrare da quando sono stati introdotti i play off, stagione 2004-2005. Staccate di 6 punti le attuali terze in classifica (Crotone, Chievo, Pordenone e Salernitana), Inzaghi ha anche messo tra sé e il Perugia di Oddo, al 2º posto, peraltro, già incontrato e battuto, ben 5 lunghezze di distacco, un margine di sicurezza assoluto non solo in vista dello spigoloso derby in arrivo con la Juve Stabia al “Menti”. Anche per lo scontro diretto con il Crotone in programma subito dopo la sosta, opportunità per ridimensionare un’altra attrezzata antagonista per la promozione diretta, tra l’altro rivale di sempre“.

A scriverlo oggi sul Corriere dello Sport è Tullio Calzone, che aggiunge:

Non ha il miglior attacco, ma la difesa della Strega è di gran lunga la migliore del torneo cadetto ed anche in A nessuno può vantare solo 7 reti subite. Ed in serie C troviamo solo il Monza, il Renate e il Vicenza che, però, 7 gol li hanno incassati in 13 partite. La difesa dei sanniti è l’unica della categoria non ancora arrivata in doppia cifra, le inseguitrici sono quasi tutte allineate a quota 12. Per Montipò e compagni contro l’Empoli è arrivata già la 7ª clean sheet. Un primato in classifica basato, dunque, sulla solidità difensiva che si evidenzia anche nel minimo numero sia di tiri in porta (37) che di tiri totali (72) subiti. Sono tutte positive, chiaramente, le altre statistiche dei giallorossi. Fanno eccezione soltanto i fuorigioco e i corner subiti che, invece, vedono il Benevento nelle ultime posizioni con Coda e compagni tra gli attaccanti cadetti più volte caduti in offside e con Caldirola e soci che spesso e volentieri si rifugiano in corner“.

Fari puntati sul Benevento anche da parte di Tuttosport. Scrive Gianni De Blasio:

Dove osano solo i forti: dopo soli 11 turni 5 punti più della seconda e 6 dalla quaterna delle terze. Non è un dominio assoluto, ma la leadership del Benevento comincia a preoccupare le antagoniste. Il campionato si avvicina al giro di boa e la truppa di Inzaghi ha già messo in chiaro le proprie intenzioni: i giallorossi si librano lì in alto, dove mai erano arrivati nei tre campionati di Serie B, ivi incluso l’attuale, in posizione di comando assoluto, costringendo le altre del lotto delle pretendenti a leggere la targa. La prima avventura, quella del 2016-17, registrò una partenza sprint, ma la formazione di Marco Baroni si ritrovò davanti un sorprendente Cittadella in versione lepre. Lo scorso anno, l’avvio fu claudicante, pari interno contro il Lecce, poi il turno di riposo. Insomma, la vetta è stata sempre un miraggio. Ma, ora, gli orchestrali di Super Pippo suonano ben altra musica. E, pur dopo la prova assolutamente stonata di Pescara, hanno ritrovato lo spartito e gli accordi giusti contro due dirette pretendenti alla promozione, Cremonese prima ed Empoli poi, rendendo sorprendentemente agevoli le due vittorie“.

Il quotidiano sportivo torinese si sofferma, infine, sulla solidità difensiva e sui goleador:

Il primato del Benevento fa perno soprattutto sulla difesa, appena 7 i gol al passivo, la migliore fra quelle che lo braccano ha incassate 5 reti in più. E dire che senza la “vacanza” di Pescara, sarebbero soltanto 3. In compenso i giallorossi sono un’autentica cooperativa in fatto di marcature all’attivo: le 15 segnate in tabellino sono frutto di un’autorete, oltre a 10 giocatori giallorossi. Una sarabanda assoluta di goleador, che vede primeggiare Kragl con 3 reti, seguito da Coda e Armenteros con una doppietta, quindi con un gol Sau, Insigne, Maggio, Tuia, Viola, Tello e Improta. Mancano all’appello gli attaccanti, il cui bilancio non è, almeno al momento, da top player“.

Inzaghi si traveste da pompiere: “La strada è ancora lunga, Juve Stabia da non sottovalutare”

Il Pippo Inzaghi apparso ieri sera al cospetto dei giornalisti, dopo la netta vittoria conseguita contro l’Empoli del predecessore Cristian Bucchi, non sembrava affatto il tecnico di una formazione che aveva appena staccato di 6 punti la terza in classifica quanto piuttosto un pompiere intento a spegnere sul nascere possibili eccessi di entusiasmo.

La strada è ancora lunga e occorre tenere alta l’attenzione perchè la partita di Pescara dimostra che se molliamo un pò diventiamo una squadra normale” ha spiegato un Super Pippo piuttosto misurato e già proiettato al derby contro la Juve Stabia in programma sabato prossimo al Menti : “Non possiamo permetterci di prendere sottogamba nessuno. Contro la capolista chiunque vorrà triplicare le forze, poi dovremo abituarci al sintetico: non sarà facile. Lavoriamo sodo questi giorni, poi staccheremo un po’ la spina“.

Insomma, piedi ben saldi a terra ma anche consapevolezza delle potenzialità del suo Benevento che, dopo l’inatteso scivolone di Pescara, ha annichilito nel giro di pochi giorni prima la Cremonese e poi l’Empoli: “Siamo stati sempre in totale controllo. La squadra non mi meraviglia più: è questa la mentalità giusta. Se proprio vogliamo trovare il pelo nell’uovo c’è da dire che abbiamo sprecato un paio di occasioni per portarci sul 3-0 ed evitare che un’eventuale palla sporca potesse eventualmente riaprire una partita ormai chiusa“.

Eppure, all’inizio della stagione erano in molti a pensare il 4-2-4 mascherato da 4-4-2 potesse essere troppo sbilanciato in avanti e l’eliminazione in Tim Cup contro il Monza aveva fatto affiorare le prime perplessità, anche perchè seguita dall’altrettanto preoccupante esibizione amichevole di Vasto. Poi, però, sin dall’esordio stagionale di Pisa, si è capito che il tecnico giallorosso aveva decisamente virato verso un approccio più pragmatico e votato al risultato.

Del resto che Inzaghi debba essere annoverato tra gli allenatori risultatisti piuttosto che tra quelli giochisti, tanto per restare nell’ambito del dibattito avviato lo scorso inverno da Daniele Adani, lo si è capito anche da quanto dichiarato recentemente al Guerin Sportivo: “Quale allenatore non vorrebbe perseguire una mentalità offensiva? Occore, però, tener presente che esistono varie strade percorribili. In Serie B puoi perdere contro chiunque se non sei organizzato e soprattutto non bisogna mai commettere l’errore di illudersi. Bisogna essere ambiziosi senza essere presuntuosi“.

Insomma, piedi ben saldi a terra e occhio agli avversari perchè il campionato è lungo e le insidie sono sempre dietro l’angolo. Parola di Super Pippo.

Montipò al Corriere dello Sport: “La differenza con l’anno scorso la fa il modulo”

Quinta vittoria stagionale, quinto clean sheet. La strega costruisce il primato sulla sua compattezza, colpisce l’avversario al cuore nel momento di maggiore spinta, poi chiude ogni varco e porta a casa un’altra vittoria pesantissima. Quello col Perugia era il primo vero big match della stagione, uno scontro diretto come ce ne saranno tanti da qui alla fine dell’anno. La strega ha superato l’esame a pieni voti, provvedendo da sola ad alzare l’asticella delle difficoltà“.

A scriverlo è oggi Franco Santo sul Corriere dello Sport evidenziando la grande solidità difensiva del Benevento. Una solidità che, come ha spiegato il portiere Lorenzo Montipò, è nata dopo l’eliminazione in Tim Cup contro il Monza:

Quella sera ci siamo guardati in faccia e ci siamo compattati come lunghezza tra difesa e attacco. Questo ci consente di subire poco e di ripartire forti con i nostri esterni e con le punte. Non dobbiamo perdere questo atteggiamento se vogliamo continuare a far bene“.

Dieci undicesimi della squadra che ha battuto il Perugia erano gli stessi interpreti dello scorso campionato, eppure il Benevento è sembrata un’altra squadra. La spiegazione di questa metamorfosi è tutta nelle parole dell’estremo difensore novarese:

La differenza con l’anno scorso secondo me la fa il modulo: abbiamo gli attaccanti che sono i primi a darci una mano, c’è una compattezza di squadra tale che non permette agli avversari di creare occasioni nitide con dei filtranti tra le linee. Questo aiuta le ripartenze: gli interpreti sono gli stessi, ma cambia il lavoro delle punte ed è sicuramente maggiore la solidità che ci stanno dando i centrocampisti“.

Insomma, la mano di Pippo Inzaghi si vede non solo sotto l’aspetto mentale ma anche dal punto di vista tattico. L’ex campione del mondo è stato infatti capace di cucire il vestito giusto (per usare una sua frase) addosso ai giocatori che ha a disposizione. Un sarto d’eccezione, dunque, pronto ad arricchire ulteriormente il guardaroba giallorosso, come si è capito durante la sosta.

Per la promozione diretta in Serie A non basta subire pochi gol ma conta la differenza reti

Appena 3 gol subiti in otto partite fanno del Benevento la miglior difesa in assoluto tra Serie A e Serie B. Un dato che sicuramente è alla base dell’attuale posizione in classifica della squadra giallorossa  che, com’è noto, precede di 3 punti Crotone ed Empoli, ovvero le altre due squadre meno perforate del campionato cadetto (rispettivamente 5 e 7 subite).

Anche il tecnico sannita Pippo Inzaghi ha più volte ricordato che i campionati si vincono soprattutto grazie all’impenetrabilità difensiva schierandosi per certi versi dalla parte di Massimiliano Allegri nel dibattito che dalla scorsa primavera divide nuovamente giochisti e risultatisti (resta celebre in tal senso la storica contrapposizione degli anni Sessanta e Settanta tra Gianni Brera e Gino Palumbo).

Basta però volgere lo sguardo al recente passato della Serie B per rendersi conto che non basta subire pochi gol per agguantare la sospirata promozione diretta nella massima serie poichè alla fine quella che conta è la differenza reti.

Lo scorso anno, ad esempio, la promozione diretta fu conquistata da Brescia e Lecce. I lombardi nelle 38 gare complessivamente disputate subirono 42 reti, mentre la squadra allenata da Liverani ne subì 45, cioè lo stesso numero di gol incassati dal Benevento di Cristian Bucchi. Le squadre che nel corso della regular season subirono meno reti furono la Cremonese (33) e il Cittadella (38), classificatesi rispettivamente al 9° e 7° posto. Di contro i gol segnati dal Brescia furono 69 e quelli segnati dal Lecce 66  (migliori attacchi della Serie B). Un dato, quest’ultimo, che consentì a Brescia (+27) e Lecce (+21) di avere la migliore differenza reti al termine della regular season.

L’anno precedente (2017/2018), invece, le migliori difese furono quelle del Parma (37 reti subite), del Palermo (39) e del Venezia di Pippo Inzaghi (42), mentre i migliori attacchi furono quelli dell’Empoli (88) e del Perugia (67). Anche in questo caso la promozione diretta fu ad appannaggio delle squadre con la miglior differenza reti: Empoli (+39) e Parma (+ 20 come il Palermo che nella regular season arrivò 4° ad appena un punto da Parma e Frosinone).

Andando ancora a ritroso nel tempo, e cioè al campionato 2016/2017 (annata in cui il Benevento vinse i play off), i migliori attacchi furono quelli della Spal (66 reti) e del Verona (64), mentre le difese che subirono meno gol al termine della regular season furono quelle dello Spezia (34 reti subite) e del Pisa (36). Anche in questo caso la promozione diretta in Serie A fu conquistata dalle squadra con la miglior differenza reti: Spal (+27) e Verona (+24).

Insomma, dati alla mano negli ultmi anni è stata la differenza reti la vera discriminante per conquistare la promozione diretta in Serie A.

Inzaghi teme possibili cali di tensione più che la forza offensiva del Perugia

Dopo le ‘celebrazioni’ di questi giorni da parte dei media per il primato solitario del Benevento, complice anche la sosta e la conseguente mancanza di argomenti freschi, domani finalmente torna il calcio giocato.

Al Vigorito sarà di scena il Perugia degli ex Iemmello, Di Chiara e Buonaiuto. Cliente tutt’altro che facile, anche alla luce di un dato statistico non trascurabile: la squadra allenata da Massimo Oddo finora è riuscita a recuperare lo svantaggio iniziale per ben tre volte (due vittorie e un pareggio). Insomma, una squadra che ha dimostrato di avere una grande forza caratteriale.

Lo sa bene il tecnico giallorosso Pippo Inzaghi che, durante la sosta, ha lavorato molto anche sull’aspetto tattico, oltre che su quello mentale, perchè il Benevento è alla vigilia di un ciclo importante dovendo affrontare nel giro di quindici giorni Perugia, Cremonese ed Empoli al Vigorito e Pescara in trasferta. Un ciclo in cui la Strega dovrà dunque confermare quanto di buono fin qui emerso nelle prime giornate di campionato.

L’ex campione del mondo, a parte il difensore Volta, ha recuperato i calciatori che avevano accusato problemi fisici (Hetemaj e Kragl) o che erano reduci da infortuni (Schiattarella e Sau).  Quest’ultimi difficilmente saranno in campo dal primo minuto, anche perchè non è consigliabile affrettare il loro recupero, nè vale la pena schierare dall’inizio troppi calciatori bisognosi di sostitituzione perchè non ancora in grado di reggere i novanta minuti.

Inzaghi dovrà, inoltre, fare a meno dello squalificato Maggio e rimodulare quindi l’assetto difensivo tenendo ben presente che Oddo potrebbe rinunciare al consueto schieramento ad albero di natale e optare invece per un attacco a due punte (IemmelloFalcinelli).

Insomma, è probabile che Inzaghi decida la formazione solo in extremis, dovendo considerare anche i movimenti dell’ex Di Chiara, la cui duttilità ha sin qui consentito al Grifo di adottare una variante tattica a partita in corso (dal 4-3-2-1 al 3-4-2-1) che ha spesso disorientato gli avversari.

Al di là del valore del Perugia e degli aspetti tattici, a preoccupare maggiormente Super Pippo in queste ore è però l’aspetto mentale. Bisogna infatti assolutamente scongiurare il pericolo che gli elogi e le celebrazioni di questi giorni possano determinare un calo di tensione nei calciatori.

La forza del Benevento sin qui è stata soprattutto di carattere mentale, oltre che basata sull’impenetribilità difensiva. Guai, quindi, ad abbassare la guardia perchè in Serie B ogni partita è una battaglia all’ultimo sangue e va dunque affrontata con la consapevolezza che non basta la sola superiorità tecnica per vincere le partite e il campionato.

Nicolas Viola: “Avevo il poster di Pippo Inzaghi, adesso con lui mi riprendo la A”

Nicolas Viola, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, non ha dubbi: con Pippo Inzaghi il Benevento tornerà in Serie A.

“Con lui ho un rapporto molto sincero. Se penso che da bambino avevo il suo poster in camera…”

La squadra è attualmente al primo posto, una posizione meritata secondo il regista del Benevento:

“Sì, e con margini di miglioramento. Possiamo fare di più. L’anno scorso ci è mancata la compattezza. Ora siamo sulla buona strada. Questo Benevento è una via di mezzo tra quello promosso in A nel 2017 e quello beffato in semifinale la stagione scorsa. In estate la società ha fatto bene a non ripartire da zero, la programmazione è positiva. E poi abbiamo valori, siamo molto uniti»”.

Viola poi si è soffermato sui nuovi compagni di reparto Schiattarella ed Hetemaj….

“Sono giocatori diversi, ma con entrambi mi trovo bene. Senza dimenticare Del Pinto. Mi chiedi cosa succederà quando Schiattarella sarà pronto? Bella domanda, ma il campionato è lungo e c’è spazio per tutti, con tanti giocatori bravi c’è competizione positiva”.

E a proposito degli allenatori che ha avuto in passato ha poi spiegato…

“Gasperini è un grandissimo. Però il più forte è De Zerbi: nonostante la retrocessione, con lui abbiamo fatto un calcio divertente. Marco Baroni mia ha fatto crescere molto, gli auguro il meglio: lui fa giocare bene le squadre e ha un ottimo organico, ma la Cremonese arriverà dietro di noi”.

Viola si è quindi soffermato sulla sua specialità, i calci di punizione…

“A Reggio mi insegnavano a tirarle Cozza e Nakamura: una manna dal cielo. Comunque le punizioni vanno studiate, dipende dal piede”.

Un cenno, infine, al primo gol in A. Era un Benevento-Crotone e finì 3-2. Un appuntamento, quello del gol nella massima serie, da rinnovare al più presto…

“In A ci devo tornare. Sono rimasto per questo”.