Benevento d’assalto contro il Palermo, il Vigorito l’arma in più della Strega

Operazione sorpasso. Con gli stessi guerrieri di Perugia, il Benevento si fionda all’assalto del Palermo per agganciarlo (e di conseguenza scavalcarlo) in classifica in virtù del vantaggio negli scontri diretti. Quella di stasera (fischio d’inizio alle 21) al «Vigorito», per il significato che ha, potrebbe essere la madre di tutte le partite. Un pareggio o una sconfitta cambierebbero ben poco rispetto a una vittoria che varrebbe doppio e che, nonostante l’agevole successo del Lecce ieri col Carpi, continuerebbe a tener vivo il sogno di acciuffare il secondo posto“.  A scriverlo è oggi Il Mattno nell’articolo di presentazione del match clou di questa sera contro il Palermo.

Il tecnico del Benevento Bucchi ieri è apparso molto fiducioso: “Voglio una squadra feroce, aggressiva. Che sabbia giocare un calcio propositivo e soprattutto attaccare con intelligenza. Bisogna mettere in preventivo qualche rischio e anche qualche errore. Mi piacerebbe che in campo ci fosse un gruppo che sappia combinare la voglia di divertirsi con quella di superare l’avversario“.

Il ballottaggio Maggio-Letizia

L’unico ballottaggio riguarderà la maglia di laterale destro. A contendersela il capitano Christian Maggio e il rientrante Gaetano Letizia, che ha smaltito i postumi dell’infortunio che lo ha tenuto fermo ai box. Cristian Bucchi ieri è stato chiaro: “Letizia ha i 90’ nella gambe, stanno tutti bene. Ci sarà solo l’imbarazzo della scelta“.

Al Vigorito ci sarà la folla delle grandi occasioni: sono, infatti, previsti oltre 11.000 spettatori. La curva Sud ha tappezzato i vari rioni della città con messaggi di incoraggiamento. Il sostegno del pubblico potrebbe rappresentare la classica arma in più e i tifosi giallorossi lo hanno ben compreso. Un pò come  accadde due anni fa nella decisiva sfida con il Frosinone, che poi aprì le porte alla cavalcata verso la Serie A…

 

 

Palermo, attento ai colpi di… Coda! L’Ispanico punta al record personale

Un gol così probabilmente non lo segnerà mai in Serie B, ma il solo fatto di averci pensato fa di Massimo Coda uno dei bomber più cerebrali della categoria“. Inizia così l’ampio articolo a firma di Franco Santo che il Corriere dello Sport ha dedicato oggi al centravanti giallorosso in vista del big match con il Palermo in programma domenica sera al Ciro Vigorito.

L’articolo prende spunto dalla partitella con l’Under 16 disputata ieri pomeriggio all’antistadio Carmelo Imbriani. “Battere il calcio d’inizio  e guardare già la posizione del portiere – prosegue l’articolo – la dice lunga sulle attitudini realizzative dell’Ispanico: questione di una frazione di secondo, accorgersi che il portierino dell’Under 16 è troppo fuori dai pali e beffarlo con una parabola diabolica da 50 metri. Se la ride il bomber di Cava, fare gol regala sempre la stessa soddisfazione, anche se è solo nella partitella del giovedì. E, se il piede risponde appieno ai comandi che arrivano dal cervello, vuol dire che si è in un momento invidiabile dal punto di vista psicofisico“.

Insomma Massimo Coda, dopo il quindicesimo centro stagionale messo a segno sabato scorso contro il Perugia, è tornato a essere uno dei dei calciatori più pericolosi della Strega. Sgravato del peso psicologico di tirare i rigori, dopo averne fallito tre, e dalla  necessità di fare reparto da solo, grazie alla presenza del ritrovato Armenteros al suo fianco, l’Ispanico può ora provare a superare anche il record personale dei 18 gol  realizzati con il Nova Gorica nella massima divisione slovena.

Un obiettivo che, del resto, aveva candidamente confessato ai giornalisti sin dall’inizio della stagione, come ricorda anche Franco Santo: “Mi piacerebbe fare più gol delle mie precedenti stagioni. Con la squadra che ci ritroviamo credo di poterlo centrare“.

Ancora tre gol per eguagliare il record personale

Traguardo che, del resto, avrebbe già centrato se non fosse stato per quei tre maledetti rigori sbagliati nel corso della stagione. Errori che hanno riacceso lampi di contestazione da parte dei tifosi, delusi soprattutto da quel maldestro cucchiaio tirato frettolosamente contro il Verona quasi un girone fa. Un errore che ancora pesa come un macigno e che il bomber di Cava dei Tirreni vuole definitivamente cancellare a suon di gol in questo trepidante finale di campionato.

La promozione diretta è lì, ad un passo, ma per continuare a sperare occorre assolutamente vincere contro il Palermo. Massimo ne è consapevole e per questo sogna di mettere a segno il classico colpo di… Coda! Magari non bello come quello realizzato ieri nella partitella in famiglia, anche perchè Brignoli lo conosce e sa bene che non può consentirsi alcuna distrazione, ma sicuramente importante per spingere la Strega ancora più vicino alla vetta della classifica.

‘Von Karajan’ Viola è pronto a dirigere l’assalto al Palermo

All’inizio della sua carriera pensava di fare il trequartista. Poi, seguendo le orme di Pirlo (a cui ha sempre detto di ispirarsi) ha via via arretrato il suo raggio d’azione assumendo il ruolo di direttore d’orchestra. Oggi Nicolas Viola, finalmente riportato nella sua posizione naturale da Bucchi, è tornato a essere il Von Karajan della Strega

Lì in mezzo detta i tempi di gioco, si sbraccia, affonda i colpi e si è persino preso il lusso di battere i rigori emulando le gesta del grande Andrea Pirlo (ne ha segnato quattro in appena tre partite). L’altra sera, ospite della trasmissione Ottogol, è stato amabilmente pungolato dall’ottimo Antonio Martone e nell’occasione ha dimostrato di essere un vero leader anche fuori dal campo. Proprio lui che solitamente preferisce tenersi lontano dai riflettori e dare il meglio di sè solo sul rettangolo di gioco. “Quello di regista – ha candidamente confessato a OttoChannelè il ruolo che più mi si addice. Non a caso i campioni a cui mi ispiro sono tutti grandi registi, da Pirlo a Redondo e Guti“.

Domenica sera al Vigorito sarà di scena il Palermo ed è inevitabile che il pensiero vada a quella maledetta sera dello scorso 30 novembre, quando il mancino calabrese fu costretto ad abbandonare l’incontro che si stava disputando allo stadio Barbera a causa di un pestone alla caviglia. Sembrava un colpo come tanti altri ricevuti in carriera e, invece, fu l’inizio di un calvario durato tre mesi.

Ho avuto questo problema ma fortunatamente ora è solo un ricordo del passato e sono più carico che mai – ha spiegato con serenità a Martone -. Dopo il lungo stop mi mancavano i novanta minuti ma ora sto decisamente meglio. Queste tre partite di fila mi hanno aiutato moltissimo“.

Fosse stato per lui sarebbe tornato anche prima, ma il tecnico ha preferito attendere prima di riaffidargli le chiavi del centrocampo giallorosso: “Sì, sarei voluto rientrare prima, contro lo Spezia ero pronto a gettarmi nella mischia, volevo aiutare i compagni e ho avuto una reazione nervosa, ma col mister non ci sono stati mai problemi. Tra l’altro, credo che abbia fatto piacere anche a lui che ci tenessi tanto a rientrare“.

La svolta di Ascoli

E giù un sorriso ammiccante, come forse non era mai accaduto prima durante la sua permanenza nel Sannio. Ad Ascoli, dunque, finalmente la svolta e il gol del pareggio al 91° su penalty: “Avevamo deciso che l’eventuale rigore l’avrei battutto io e non mi sono tirato indietro”.

A pochi giorni di distanza, poi, anche il rigore segnato contro il Carpi e la doppietta, sempre dagli undici metri, contro il Perugia. Gol pesantissimi che hanno proiettato nuovamente la Strega a ridosso della zona promozione diretta: “Questo non è il momento dei rimpianti, pensiamo al futuro. Siamo un gruppo fortissimo, che può ancora dare tanto in questo duro campionato di Serie B. Ci sarà da divertirsi ancora, ne sono sicuro“.

Il Palermo è quindi avvisato, anche perchè nel capoluogo siciliano Viola non visse una stagione felice quando, nell’annata 2012-2013, indossò la casacca rosanero. Quell’anno, dopo 9 stagioni di fila in Serie A e nonostante la presenza in squadra di giocatori del calibro di Miccoli, Ilicic, il giovane Dybala e Barreto, il Palermo retrocesse in Serie B e Viola disputò appena sei spezzoni di partita. Un motivo in più, quindi, per dimostrare ai tifosi siciliani che fu un errore privarsi di lui al termine della stagione.

Pasquale Foggia: “Ad Ascoli è scattato qualcosa, ora dobbiamo giocarcela senza assilli”

La terza posizione deve essere il nostro obiettivo minimo, ma dobbiamo giocarcela senza assilli“. Parola di Pasquale Foggia che ha rilasciato un’intervista esclusiva a Luigi Trusio sul quotidiano Il Mattino.

Il direttore sportivo del Benevento, memore di quanto accaduto ogniqualvolta la squadra si è trovata ad un passo dal vertice, è ben consapevole delle insidie che attendono ora la Strega e preferisce mantenere i piedi ben saldi a terra: “Più che guardare classifica e calendario, dobbiamo essere bravi a restare sul pezzo, concentrandoci sulla singola partita senza fare calcoli di sorta.  Perché già a Livorno l’abbiamo pagata a caro prezzo e dobbiamo evitare di ricaderci. Come sempre, dipende tutto da noi“.

Sette punti in tre gara sono serviti però a riaccendere l’entusiamo dei tifosi e tutto è partito dal secondo tempo di Ascoli, quando il Benevento era in svantaggio e rischiava di perdere la quarta partita consecutiva: “E’ come se fosse scattato qualcosa. Quella partita riacciuffata per i capelli potrebbe essere stata la molla che tutti aspettavamo. Bucchi ha saputo cogliere il momento giusto per
tornare alla difesa a quattro ed alleggerire la pressione del dover vincere a tutti i costi e direi che questa scelta sta dando i suoi frutti“.

L’asse con Bucchi più solido che mai

Una conferma, insomma, che l’asse Foggia-Bucchi è più solido che mai, nonostante il periodo buio conseguente le tre sconfitte consecutive rimediate contro Livorno, Cremonese e Spezia.

Il fatto di aver recuperato calciatori importanti  – ha proseguito il diesse giallorosso – consente all’allenatore di avere un ventaglio di scelte molto ampio. In organico abbiamo tanti giocatori di qualità, è una squadra costruita per attaccare e condivido il tempismo di Bucchi nel toglierle ogni freno adesso che siamo sul rettilineo d’arrivo. Il 3-5-2 è servito a farci ritrovare equilibrio e compattezza e ci ha aiutato ad uscire da un momento difficile. Non dimentichiamoci che ci ha fatto infilare dieci risultati utili di fila e portato ad incassare appena 3 gol in 10 gare. Sappiamo che è un modulo su cui potremo sempre contare, ma adesso è opportuno che questa squadra si allinei al progetto tattico in base al quale è stata allestita in estate“.

Mente già rivolta al Palermo

La vittoria di Perugia, però, fa già parte del passato e Pasquale Foggia preferisce pensare alla gara di domenica sera contro il Palermo: “Ci ritroveremo di fronte un avversario solido, con la seconda miglior difesa del torneo e giocatori molto pericolosi sul piano offensivo. Credo sarà una partita aperta e vibrante come quella di Perugia, vincerla ci farebbe acquisire ancora più fiducia in vista del rush finale. Siamo all’altezza di poter battere chiunque se andiamo in campo con il giusto atteggiamento“.

E cioè l’atteggiamento sbarazzino che il tecnico giallorosso ha invocato alla vigilia della trasferta umbra e che i calciatori sembrano aver recepito a pieno. Nel frattempo, occhi puntati al big match in programma questa sera allo stadio Renzo Barbera tra Palermo e Verona che, in ogni caso, farà scivolare il Benevento al quarto posto ad un solo posto dal terzo posto e soprattutto ad appena 4 punti dal Lecce, secondo in classifica ma con una partita in più rispetto ai sanniti, dovendo ancora osservare il turno di riposo.

Il ritorno di Nicolas Viola rilancia le ambizioni del Benevento

Quattro rigori che hanno tirato fuori il Benevento dallo spettro della quinta sconfitta consecutiva ad Ascoli e lo hanno trasciato momentaneamente al 3° posto in coabitazione con il Palermo. E’ lui, Nicolas Viola, l’eroe del momento. Nelle ultime giornate ha preso per mano la squadra, grazie anche all’aiuto del redivivo Lollo Del Pinto, e ha cancellato il triste ricordo degli errori commessi dagli undici metri da Massimo Coda.

Ieri a Perugia, dopo aver portato in vantaggio la Strega con un millimetrico penalty depositatosi nell’angolino alla sinistra di Gabriel, ha deciso con estrema sicurezza che il nuovo rigore concesso dall’arbitro al 73° minuto doveva tirarlo nuovamente lì, proprio alla sinistra dell’ex portiere di Milan e Napoli.

E per la seconda volta ha piazzato la sfera nell’angolo, chiudendo definitivamente l’incontro e regalando il 7° punto in 3 partite alla Strega. E domenica al Ciro Vigorito arriva il Palermo, proprio la squadra contro cui era iniziato il suo calvario un girone fa. Era il 30 novembre e Viola lasciò il campo dopo pochi minuti dall’inizio della ripresa, sostituito da Christian Buonaiuto, a causa di un infortunio alla caviglia.

L’infortunio e l’arrivo di Crisetig

Un lungo periodo di riabilitazione, le prime panchine, poi l’arrivo di Lorenzo Crisetig nel mercato di riparazione e le difficoltà derivanti dal cambio di ruolo (mezzala o trequartista). Poi ad Ascoli Bucchi ha finalmente deciso di riaffidargli le chiavi del centrocampo e lo ha anche designato nuovo rigorista della squadra.

E lui, il mancino di Oppido Mamertina, ha ripagato alla grande la fiducia del tecnico: giocate da fromboliere, geometrie millimetriche, tanta grinta e soprattutto quattro realizzazioni dagli undici metri che hanno trascinato nuovamente il Benevento a ridosso delle prime in classifiche. Nicolas Viola è finalmente tornato e i tifosi della Strega ora possono nuovamente sognare la promozione in Serie A.

 

A Perugia sarà un Benevento votato all’attacco, parola di Cristian Bucchi

Nell’ultima parte della stagione sarà un Benevento sbarazzino e votato maggiormente all’attacco rispetto al recente passato. Il tecnico Cristian Bucchi è stato chiaro in durante la conferenza stampa di questa mattina: “Nella parte centrale del campionato siamo diventati pratici con il passaggio al 3-5-2. Adesso nello sprint finale occorre tornare a essere come nella prima parte del campionato: voglio vedere una squadra che si difende attaccando. Voglio che scenda in campo un gruppo forte mentalmente e che abbia voglia di dominare la partita“.

A partire dal secondo tempo di Ascoli si è passati, dunque, alla terza fase della stagione: quella in cui dovranno emergere le indubbie qualità tecniche di una rosa costruita con tante pedine intercambiabili e, quindi, in grado di offrire più soluzioni, anche in partita in corsa, per segnare un gol in più dell’avversario e provare in questo modo a riagguantare quella promozione diretta che, dopo le tre sconfitte consecutive, sembrava ormai definitivamente svanita.

Insomma, la speranza è l’ultima a morire e in ogni caso, anche nella malaugurata ipotesi che la promozione diretta dovesse sfuggire, c’è comunque la necessità di arrivare il più in alto possibile per sfruttare il fattore campo e disputare una partita in meno nei play off.

I dubbi sul modulo da adottare

Domani, nell’insidiosa trasferta di Perugia, il tecnico giallorosso dovrà rinunciare a Gaetano Letizia, che non si è del tutto ripreso dall’inforutnio subito nella trasferta in terra marchigiana, ma potrà contare invece su Bandinelli. Bucchi non ha, invece, fornito indicazioni sul modulo che adotterà al Curi, anche perchè è ancora leggermente indeciso. In linea di massima dovrebbe essere il nuovo 4-3-1-2 utilizzato dapprima ad Ascoli e poi nella parte iniziale della gara casalinga contro il Carpi.

Un modulo che, grazie anche alla buona vena dello scalpitante Ricci, ha consentito di occupare gli spazi tra il centrocampo e l’attacco a due punte rendendo la manovra del Benevento finalmente più pericolosa, e non più legata solo alle palle buttate in avanti nella speranza che le punte inventassero qualcosa. Resta in piedi, però, anche l’ipotesi del 4-4-2 adottato a partita in corso contro la formazione allenata da Castori.

Una soluzione tattica, quest’ultima, che ha consentito di sfruttare al meglio le caratteristiche di Nicolas Viola, indubbiamente l’uomo di maggior classe della formazione sannita. Da sempre maggiormente a suo agio in un centrocampo a 2, il regista calabrese ha pottuto soprattutto sfruttare la grande intesa con il ritrovato Del Pinto. Un calciatore che, nonostante qualche limite tecnico, assicura sempre grande sapienza tattica, grinta e personalità. Doti sicuramente importanti per una squadra chiamata ad attaccare. Di qui probabilmente il dubbio che accompagnerà Bucchi sino a domani, e forse anche nel corso della stessa gara, allorquando il cambio di modulo potrebbe rappresentare l’arma in pù del Benevento per battere il Perugia di Alessandro Nesta.