Roberto Insigne alla Gazzetta: “Se vado in A voglio esibirmi come cantante neomelodico”

Lunga intervista di ‘Lorenzinho’ Insigne oggi alla Gazzetta dello Sport. Un calciatore che, come ricorda la rosea in apertura, ha realizzato finora 8 reti e 12 assist, compresi quelli che hanno steso il Cittadella all’andata: “Sono contento di aver messo il piedino in 20 gol tra reti e assist, ma punto a fare ancora meglio. Mi trovo bene e ho al mio fianco mia moglie Elisabetta e mia figlia Patrizia“.

E a proposito dell’esultanza con il pollice in bocca ha spiegato: “Lo faccio per la bimba. Sono un papà giovane e la vizio. Passiamo le sere a vedere i suoi cartoni preferiti. Da Masha e Orso a 44 gatti fino a Peppa Pig, ormai sono uno specialista“.

Non è mancato, poi, un passaggio sul presidente Oreste Vigorito: “Il pres è una persona meravigliosa. Mi ha voluto a tutti i costi. Che macello ha combinato per portarmi a BeneventoDe Laurentiis chiedeva tanto (obbligo di riscatto a 1,5 milioni in caso di A, ndr). A un certo punto Vigorito gli ha detto battendo i pugni sul tavolo: “Aurelio, guarda che sto comprando Roberto mica Lorenzo!”. E giù tutti a ridere“.

Parole di riconoscenza anche verso il direttore sportivo Pasquale Foggia e il suo agente Sandro Martone: “Il direttore mi riempie di consigli. A 35 anni lotta per la A: farà una grande carriera. Ci assomigliamo, ma lui aveva un dribbling pazzesco. Mi martella e tiene sul pezzo. Sandro, invece, più che un procuratore è un fratello maggiore: certi giorni sento più lui di mia moglie“.

L’obiettivo di ‘Robertinho‘ è ovviamente quello di riagguantare la Serie A con il Benevento: “Sarebbe fantastico sfidare Lorenzo al San Paolo nel derby campano. Cosa mi dice? Di stare tranquillo, che sono forte e di giocare spensierato“.

E, infine, un passaggio sulla sua passione per le canzoni neomelodiche: “«La mia preferita è Chiove di
Gigi D’Alessio. Prima di ogni gara non mancano mai L’infermiera di notte di Gianni Celeste e quelle di Luciano Caldore. Se andiamo in A, sono pronto a cantarne una davanti a tutto lo stadio“.

Il Corriere dello Sport alla scoperta di Dejan Vokic, “un misto tra Ilicic e Milinkovic-Savic”

Un misto tra Ilicic (il suo idolo) e Milinkovic-Savic. Così Felice Piccolo, lo scopritore di Dejan Vukic,  definisce oggi il suo pupillo sul Corriere dello Sport. E aggiunge, per chiarire meglio il suo pensiero: “Ha la classe dello sloveno e la fisicità del laziale. Può fare tutti i ruoli del centrocampo, è duttile e con il lavoro di mister Bucchi può soltanto migliorare. Giocare in Italia lo farrà crescere“. Un paragone niente male, insomma, per quello che – sempre secondo il Corriere dello Sport – viene già considerato dagli esperti di mercato un potenziale fenomeno.

L’intuizione di Pasquale Foggia

Dejan Vukic è approdato al Benevento a febbraio a parametro zero, dopo essersi svincolato dai polacchi dello Zaglebie Sosnowiec. Un’intuizione del direttore sportivo Pasquale Foggia, come spiega l’agente Michele Bongiorno: “E’ stato proposte anche ad altre squadre. Siamo stati contattati sia in Serie A che all’estero, ma Foggia ha bruciato tutti sul tempo. E’ stato un grande calciatore e di talenti se ne intende. L’ha visto dal vivo e mi ha detto “portiamolo subito da Bucchi“. La trattativa è stata semplice.

Il gioiellino giallorosso è un classe 1996 e già vanta alcune presenze nell’Under 21 della Slovenia. Ha tanta voglia di sfondare nel calcio che conta. Per comunicare meglio con i compagni ha imparato l’italiano in poco più di un mese. Un dettaglio, quest’ultimo, che testimonia la volontà di sfruttare al meglio l’opportunità in Italia. Un Paese che del resto è già stato il trampolino di lancio del suo idolo Ilicic, con cui condivide pure il fatto di essere transitato anche lui nel Maribor (la Juve della Slovenia).  I play off sono alle porte e il carrarmato sloveno, come scrive sempre il Corriere dello Sport,è pronto a scatenare tutto il suo talento per essere l’arma in più dei giallorossi di Vigorito“.

Pasquale Foggia e la felicità di stupire anche da direttore sportivo

Quando, poco più di un anno fa, il presidente del Benevento Oreste Vigorito affidò a Pasquale Foggia il ruolo di direttore sportivo la notizia non fu accolta con molto entusiasmo in città. Eppure, quella del patron giallorosso non fu una scelta casuale perchè ne aveva fiutato le potenzialità nei pochi mesi in cui aveva operato in società. Poteva apparire una scommessa e, invece, in fondo non lo era perchè il talentuoso ex giocatore di Lazio e Cagliari, una volta appese le scarpette al chiodo, aveva deciso di capitalizzare la vasta rete di amicizie costruita nel corso degli anni. Un patrimonio molto utile ai procuratori ma soprattutto agli aspiranti direttori sportivi.

L’esordio, in estate, fu contrassegnato da una campagna acquisti di rifondazione, con un occhio al bilancio e un altro rivolto alle opportunità offerte dal mercato. Il bagno di sangue della sessione invernale non consentiva infatti spese pazze, ma occorreva “scommettere” su qualche giovane o su qualche calciatore esperto in cerca di rilancio. La scommessa Antonio Nocerino si è rivelata un flop e anche il rendimento dell’ex capitano del Napoli Christian Maggio non è stato pari alle attese a causa dei numerosi infortuni patiti.

La svolta di gennaio

Insomma, tra i tifosi a fine gennaio iniziavano a serpeggiare i primi malumori, alimentati anche dal mancato ritorno del tanto atteso Fabio Ceravolo. E, invece, proprio il mercato di gennaio ha rappresentato una sorta di punto di svolta. E’ proprio in quel periodo, infatti, che Pasquale Foggia ha messo a segno la maggior parte dei colpi che alla lunga si sono rivelati vincenti.

Ha deciso innazitutto di far rientrare l’oggetto misterioso Samuel Armenteros. Un calciatore che, arrivato con ottime referenze dal campionato olandese, era rimasto coinvolto nel naufragio generale dei primi mesi di Serie A e a gennaio era stato dirottato in prestito nella Major League. Smaltito qualche chilo di troppo e recuperata una forma fisica accettabile, l’attaccante di origini cubane ha iniziato a offrire piccole perle: dal rigore procurato ad Ascoli alle reti con Spezia e Cosenza per arrivare all’apoteosi del Rigamonti, dove ha realizzato di tacco una rete di rara bellezza facendo scattare in piedi ad applaudirlo persino i tifosi di casa.

Sempre nel mercato cosidetto di “riparazione” sono poi arrivati Lorenzo Crisetig che, dopo un inizio promettente, ha inanellato qualche prestazione sottotono finendo per essere imperiosamente spodestato dal rientrante Nicolas Viola, e la giovane promessa slovena Dejan Vokic. Una sorta di diamante grezzo che, però, ha già lasciato intravedere enormi potenzialità nelle poche occasioni in cui è stato impiegato. Ma soprattutto, tra mille dubbi, è arrivato l’ex capitano dell’Under 21 Luca Caldirola, fermo da molti mesi a causa di un brutto infortunio patito in Germania.

E proprio l’ex Werder Brema si è rivelato uno degli acquisti invernali più azzeccati dell’intera Serie B, il vero e proprio fiore all’occhiello di Pasquale Foggia. Nello sguardo immortalato nella foto scattata dopo il prolungamento del contratto di Caldirola fino al 2022 c’è tutta la soddsifazione del diesse giallorosso. La soddisfazione di chi in un anno ha dimostrato di sapersela cavare bene anche nella nuova veste di direttore sportivo. E soprattutto lo sguardo ammaliante dello scugnizzo che da calciatore riuscì a persino a conquistare l’ambita maglia della Nazionale a colpi di gol e di dribbling funambolici, e che ora spera di raggiungere il top anche nella nuova veste dirigenziale. Come a dire: felice di stupirvi anche da direttore sportivo.

Pasquale Foggia: “Ad Ascoli è scattato qualcosa, ora dobbiamo giocarcela senza assilli”

La terza posizione deve essere il nostro obiettivo minimo, ma dobbiamo giocarcela senza assilli“. Parola di Pasquale Foggia che ha rilasciato un’intervista esclusiva a Luigi Trusio sul quotidiano Il Mattino.

Il direttore sportivo del Benevento, memore di quanto accaduto ogniqualvolta la squadra si è trovata ad un passo dal vertice, è ben consapevole delle insidie che attendono ora la Strega e preferisce mantenere i piedi ben saldi a terra: “Più che guardare classifica e calendario, dobbiamo essere bravi a restare sul pezzo, concentrandoci sulla singola partita senza fare calcoli di sorta.  Perché già a Livorno l’abbiamo pagata a caro prezzo e dobbiamo evitare di ricaderci. Come sempre, dipende tutto da noi“.

Sette punti in tre gara sono serviti però a riaccendere l’entusiamo dei tifosi e tutto è partito dal secondo tempo di Ascoli, quando il Benevento era in svantaggio e rischiava di perdere la quarta partita consecutiva: “E’ come se fosse scattato qualcosa. Quella partita riacciuffata per i capelli potrebbe essere stata la molla che tutti aspettavamo. Bucchi ha saputo cogliere il momento giusto per
tornare alla difesa a quattro ed alleggerire la pressione del dover vincere a tutti i costi e direi che questa scelta sta dando i suoi frutti“.

L’asse con Bucchi più solido che mai

Una conferma, insomma, che l’asse Foggia-Bucchi è più solido che mai, nonostante il periodo buio conseguente le tre sconfitte consecutive rimediate contro Livorno, Cremonese e Spezia.

Il fatto di aver recuperato calciatori importanti  – ha proseguito il diesse giallorosso – consente all’allenatore di avere un ventaglio di scelte molto ampio. In organico abbiamo tanti giocatori di qualità, è una squadra costruita per attaccare e condivido il tempismo di Bucchi nel toglierle ogni freno adesso che siamo sul rettilineo d’arrivo. Il 3-5-2 è servito a farci ritrovare equilibrio e compattezza e ci ha aiutato ad uscire da un momento difficile. Non dimentichiamoci che ci ha fatto infilare dieci risultati utili di fila e portato ad incassare appena 3 gol in 10 gare. Sappiamo che è un modulo su cui potremo sempre contare, ma adesso è opportuno che questa squadra si allinei al progetto tattico in base al quale è stata allestita in estate“.

Mente già rivolta al Palermo

La vittoria di Perugia, però, fa già parte del passato e Pasquale Foggia preferisce pensare alla gara di domenica sera contro il Palermo: “Ci ritroveremo di fronte un avversario solido, con la seconda miglior difesa del torneo e giocatori molto pericolosi sul piano offensivo. Credo sarà una partita aperta e vibrante come quella di Perugia, vincerla ci farebbe acquisire ancora più fiducia in vista del rush finale. Siamo all’altezza di poter battere chiunque se andiamo in campo con il giusto atteggiamento“.

E cioè l’atteggiamento sbarazzino che il tecnico giallorosso ha invocato alla vigilia della trasferta umbra e che i calciatori sembrano aver recepito a pieno. Nel frattempo, occhi puntati al big match in programma questa sera allo stadio Renzo Barbera tra Palermo e Verona che, in ogni caso, farà scivolare il Benevento al quarto posto ad un solo posto dal terzo posto e soprattutto ad appena 4 punti dal Lecce, secondo in classifica ma con una partita in più rispetto ai sanniti, dovendo ancora osservare il turno di riposo.

Gustoso siparietto in sala stampa, nel Benevento c’è grande armonia

C’è un’immagine del clima che regna nel Benevento, dopo la vittoria di misura contro il Cittadella: il siparietto andato in scena nel dopopartita durante la conferenza stampa del tecnico Cristian Bucchi. All’improvviso sull’uscio della sala stampa è apparso il presidente Oreste Vigorito, accompagnato dal direttore sportivo Pasquale Foggia. Si era alle battute finali e un giornalista ha chiesto a Bucchi cosa si aspettasse dalle prossime tre partite con Foggia, Pescara e Livorno. Vigorito, rimasto sull’uscio della sala stampa, ha improvvisamente iniziato a gesticolare mostrando entrambe le mani aperte per indicare i 9 punti. E giù un gran sorriso che ha contagiato anche il tecnico che, a sua volta, è riuscito a stento a trattenere un sorriso di grande complicità mentre si sforzava di rispondere al giornalista che aveva posto la domanda. Nel frattempo, Pasquale Foggia assisteva compiaciuto e sorridente alla scena e invitava bonariamente il presidente a desistere, quasi a dire: “Aspetta almeno che finisca la conferenza stampa”.

La grande intesa

Ecco, è questa l’immagine del clima che regna all’interno della Strega, e soprattutto della grande intesa che c’è tra l’allenatore, il direttore e il presidente Vigorito. Patron che, va ricordato, mai ha perso la fiducia che aveva riposto in estate in Bucchi, neanche nel periodo più difficile: quello del silenzio stampa e dei continui summit a tre.

Ed è proprio quest’intesa la vera forza del Benevento che, da stasera, si ritrova a tre punti dal Palermo, che lo precede al secondo posto, e a quattro dalla capolista Brescia. Entrambe, però, hanno disputato una partita in più della Strega e soprattutto i siciliani dovranno osservare il turno di riposo la prossima settimana.

La zona promozione diretta ad un passo

Insomma, il Benevento è a un passo dalla zona della promozione diretta e, grazie ad una striscia di 8 risultati utili consecutivi (5 vittorie e 3 pareggi) si candida a giocare un ruolo da protagonista nella corsa finale. Il tutto grazie alla svolta di Carpi e ad un assetto tattico che magari regala poco allo spettacolo ma in compenso si sta rivelando molto redditizio.

Lo stesso atteggiamento tattitco che bisognerà mettere in campo anche sabato prossimo a Foggia, dove ci sarà da affrontare un avversario temibile e spigoloso. Una squadra, quella pugliese, da affrontare con le molle, così come il Benevento ha affrontato oggi con sapienza l’ostico Cittadella. Palla in avanti e via, senza senza scoprirsi troppo perchè, come si è visto anche ieri sera a Palermo (e Bucchi lo ha rimarcato in conferenza stampa), le partite in questa fase della stagione si decidono spesso sugli episodi e non grazie al bel gioco.

 

Nuovi acquisti sugli scudi, il diesse Foggia gongola

La vittoria di Salerno è stata anche la rivincita del direttore sportivo del Benevento Pasquale Foggia, finito nel mirino di una parte della tifoseria a causa – questa l’accusa – di una campagna acquisti invernale considerata opaca. Foggia ha difeso le scelte di mercato spiegando che gli innesti di Lorenzo Crisetig a centrocampo e Luca Caldirola in difesa avrebbero contribuito a rafforzare ulteriormente una rosa ritenuta già di ottimo livello. I fatti, al momento, stanno dando ragione al direttore sportivo giallorosso, e alla società più in generale, poichè i due nuovi arrivati hanno avuto entrambi un buon impatto all’esordio.

Lorenzo Crisetig

Il regista friuliano arrivato dal Frosinone ha preso in mano le redini del centrocampo giallorosso sin dal suo esordio al Ciro Vigorito contro il Venezia. All’Arechi ha, poi, dimostrato di essere molto utile anche in fase di contenimento, grazie alla facilità di lettura del gioco avversario. Davvero un ottimo acquisto, stando almeno alle prime due partite. Un innesto di cui, appena avrà recuperato uno stato di forma ottimale, non potrà che giovarsi anche Nicolas Viola, finalmente sgravato da compiti di prima impostazione e libero di esprimere la sua classe e potenza di tiro nel nuovo ruolo di mezzala.

Luca Caldirola

Ieri sera all’Arechi si è finalmente visto all’opera anche l’altro neoacquisto Luca Caldirola, che ha subito dimostrato di che pasta è fatto. Buona tecnica, tanto carattere ed esperienza, ma soprattutto quella solidità in fase difensiva che probabilmente mancava sul lato sinistro del pacchetto arretrato della Strega. Caldirola ha solo bisogno del tempo necessario per ritrovare una buona condizione fisica per formare, assieme al sempre più convincente Luca Antei e all’ottimo Alessandro Volta, una delle più forti difese della Serie B.

Samuel Armenteros

Resta solo da vedere cosa sarà in grado dare, invece, il terzo arrivo del mercato invernale, Samuel Armenteros, rientrato dal prestito annuale al Portland Timbers. Nei pochi minuti giocati ieri sera a Salerno si è visto un giocatore spaesato, quasi impalpabile. Probabilmente non c’erano neanche le condizioni ideali per esprimersi al meglio, visto il momento della partita. Sul suo conto, quindi, il giudizio appare al momento sospeso. La speranza di tutti,a partire dal tecnico Cristian Bucchi, è che possa tornare il giocatore che segnava gol a raffica nell’Eredivisie.