L’ultimatum di Cristian Bucchi: “Chi delude non giocherà più”

Vincere per cancellare il pesante fardello del recente passato. E’ questo l’imperativo categorico per entrambi i tecnici in vista della sfida Ascoli-Benevento in programma domani alle ore 15 allo stadio Del Duca.

Cristian Bucchi deve cancellare le tre sconfitte consecutive rimediate contro Livorno, Cremonese e Spezia, mentre Vincenzo Vivarini deve soprattutto cancellare il terribile smacco subito una settimana fa contro il Lecce, la pagina più nera della storia del Picchio. Per entrambi un’ulteriore sconfitta potrebbe anche preludere a un doloroso esonero, soprattutto se dovesse arrivare in malo modo. Di qui la voglia matta di vincere di entrambi gli allenatori.

Bucchi, in particolare, sa che da qui al termine della stagione regolare non sono più consentiti passi falsi, perchè ciò equivarebbe a dire definitivamente addio alle residue speranze di promozione diretta. E sa bene anche che l’Ascoli non è certamente quello uscito umiliato dallo stadio di Via del Mare.

Le caratteristiche dell’Ascoli

A differenza che a Livorno e Cremona, il Benevento non si troverà di fronte una formazione dalla difesa imperforabile, tutt’altro. L’Ascoli, infatti, in questa stagione ha subito ben 41 gol, segnandone a sua volta 28. Solo il fanalino di coda Carpi ha una differenza reti peggiore. In casa i marchigiani hanno finora ottenuto 5 vittorie, 6 pareggi e 3 sconfitte, ma l’ultima vittoria tra le mura amiche risale addirittura allo scorso 30 dicembre, quando gli uomini di Vivarini superarono in rimonta per 3-2 il Crotone.

Nonostante ciò, l’Ascoli resta pur sempre una brutta gatta da pelare. Lo si è visto anche all’andata. Si tratta, infatti, di una squadra molto fisica e spigolosa, che ama spesso ricorrere all’aggressività e al fallo, come attestano le statistiche.

Bucchi ne è consapevole ed è stato molto chiaro in conferenza stampa. Punterà soprattutto sull’orgoglio dei suoi giocatori: “Dobbiamo assolutamente riscattarci. Voglio vedere la giusta rivalsa e quella voglia di tornare a essere quella squadra che siamo stati per tanto tempo. Sappiamo che loro partiranno forte, ma noi dobbiamo rispondere al meglio approcciando con agonismo“.

Il ritorno di Del Pinto

Più che ai cambi di moduli, il tecnico del Benevento punta quindi sulla sostanza e sul carattere. Non a caso ha già anticipato che a centrocampo ci sarà il ritorno di Lorenzo Del Pinto dal primo minuto: “E’ un leader dello spogliatoio e domani voglio vedere l’anima di questa squadra. Chi mi deluderà non giocherà più perché vuol dire che non può darci una mano concreta in un momento fondamentale della stagione“. Parole che in buona sostanza equivalgono a un vero e proprio ultimatum: da domani inizia un nuovo campionato e d’ora innanzi non ci sarà più spazio per il fioretto ma solo per la spada e il coltello tra i denti.

 

‘Maledetto’ centrocampo, Bucchi medita nuove soluzioni per uscire dalla crisi

La settimana che inizia domani è la più difficile dell’esperienza in terra sannita di Cristian Bucchi. Le tre sconfitte consecutive rimediate contro Livorno, Cremonese e Spezia pesano come macigni e il tecnico romano è ben consapevole del fatto che, nonostante la rinnovata fiducia da parte della società, un’ulteriore sconfitta con l’Ascoli potrebbe precludere ad un inevitabile esonero. A complicare ulteriormente situazione c’è poi il clamoroso cappotto rimediato ieri a Lecce dai marchigiani. Una figuraccia da cancellare al più presto per i calciatori bianconeri, e quindi  un motivo in più per scendere in campo con il coltello tra i denti. Insomma, la trasferta di sabato prossimo al Del Duca si preannuncia molto delicata.

Per questo motivo Bucchi in queste ore continua la sua riflessione sulle eventuali modifiche tattiche da apportare. Il passaggio dal 4-3-3 al 3-5-2 ha indubbiamente migliorato la solidità difensiva dei sanniti, almeno fino alla gara con lo Spezia. Gara, quest’ultima, in cui i giallorossi hanno subito tre gol anche in conseguenza dei problemi fisici che hanno condizionato Antei e Caldirola e della contemporanea indisponibilità degli infortunati Tuia e Costa. Con il nuovo assetto tattico, però, il Benevento è diventato anche meno pericoloso in avanti. Basta dare uno sguardo alle statistiche per averne conferma.

 Viola e il passaggio a 4

Di qui la domanda che Bucchi sta ossessivamente ponendo a sè stesso e ai suoi collaboratori da circa una settimana: cosa fare per migliorare la manovra d’attacco senza scoprirsi troppo in difesa? La risposta è tutta lì, a centrocampo, nel reparto nevralgico rimasto sostanzialmente a 3 anche dopo la rivoluzione tattica operata a partire dalla trasferta di Carpi. Lì sono ruotati un pò tutti in questi mesi, cambiando posizione e ruolo, ma senza produrre miglioramenti significativi. Ecco dunque affacciarsi l’ipotesi di un cambio d’assetto, magari passando a uno schieramento a 4. Non bisogna, infatti, dimenticare che il giocatore potenzialmente più importante del Benevento, Nicolas Viola, ha sempre dato il meglio quando è stato schierato con un compagno al suo fianco, da Chibsah con Baroni al brasiliano Sandro con De Zerbi. Perchè allora non provarlo in mezzo al campo con accanto Crisetig, o meglio ancora con quel Del Pinto fin qui troppo sacrificato ma sicuramente importante, soprattutto per l’apporto che potrebbe dare anche in termini di leadership?

Il passaggio a 4 implicherebbe, però, un conseguente cambio in difesa, che dovrebbe passare a 4 nel già sperimentato 4-4-2, o un cambio in attacco, dove si potrebbe tornare a 3 in un inedito 3-4-3 di auteriana memoria. Senza trascurare, infine, anche l’ipotesi di un iper offensivo 4-2-3-1, come ai tempi di Baroni. Insomma, Bucchi riflette e prova, e alla fine anche l’emergenza in difesa (dove mancherà anche lo squalificato Volta) potrebbe spingerlo a provare nuove soluzioni. L’inferno è dietro l’angolo, ma anche il paradiso non è poi così distante per non provare a riagguantarlo attraverso una nuova rivoluzione tattica.

Luca Caldirola, da oggetto misterioso a leader del Benevento

Accolto con qualche perplessità per via della lunga assenza dai campi di gioco, a Luca Caldirola è bastato poco più di un mese per entrare nel cuore della tifoseria giallorossa e diventare il vero leader di una squadra che, dopo l’addio di Lucioni in estate, la rescissione di Nocerino a dicembre e la successiva esclusione di Puggioni sembrava non avere più una guida all’interno dello spogliatoio.

Il mancino di Desio, sin dall’esordio a Salerno, ha infatti fugato ogni dubbio sulle sue condizioni fisiche e soprattutto sulle sue qualità tecniche. Un vero gladiatore, l’ultimo a mollare anche nelle situazioni più difficili. E sabato scorso, oltre a essere stato uno dei pochi a salvarsi dalla generale debacle della squadra giallorossa, ci ha messo anche la faccia parlando da vero leader al termine dell’incontro.

Le dichiarazioni del dopopartita

Adesso – ha dichiarato ai microfoni di Ottochannel c’è la pausa e sarà utile per recuperare le energie fisiche e mentali. Mancano ancora nove partite, quindi abbiamo ancora tutto il tempo per rimetterci in carreggiata. Nello spogliatoio c’è scoramento ma anche tanta voglia di ripartire, mettiamo da parte questo periodo negativo per poi farci trovare pronti al rientro dalla sosta“.

E, pur essendo arrivato da poco e non avendo mai giocato agli ordini di Cristian Bucchi in precedenza, non ha esitato a spezzare una lancia a favore del tecnico, duramente contestato dalla tifoseria al termine della partita: “Il mister c’entra poco o niente. Siamo noi che andiamo in campo. Se avessimo un quarto della grinta che lui mette in campo durante la settimana staremmo più in alto in classifica. Insomma, dobbiamo assumerci le nostre responsabilità lasciando fuori il mister“.

La strada da seguire

Parole chiare che indicano la strada che il Benevento deve seguire per ripartire, dopo le tre sconfitte consecutive rimediate contro Livorno, Cremonese e Spezia. Il momento è sicuramente difficile ma non tutto è perduto a patto che ognuno – come ha spiegato Caldirola – si assuma le proprie responsabilità, perchè Bucchi sicuramente avrà le sue colpe ma anche i calciatori non sempre hanno tirato fuori la grinta necessaria per affrontare al meglio le insidie che questo anomalo campionato di Serie B riserva ad ogni partita.

Contro lo Spezia la vittoria è d’obbligo, occorre cancellare le sconfitte di Livorno e Cremona

Questo pomeriggio contro lo Spezia sarà assolutamente vietato sbagliare. Un’ulteriore sconfitta, dopo quelle patite con Livorno e Cremonese, rischierebbe di tagliare fuori il Benevento dalla lotta per la promozione diretta in Serie A. Di qui la scelta del tecnico Cristian Bucchi di affidarsi nuovamente al collaudato trio di centrocampo composto da Crisetig, Bandinelli e Buonaiuto. “Voglio che le mezzali accompagnino sempre l’azione – ha spiegato ieri durante la consueta conferenza stampa settimanale – e queste caratteristiche ce l’hanno Bandinelli e Buonaiuto, per questo hanno giocato spesso. A Livorno la loro prestazione non è stata positiva, quindi è stato anche giusto farli riposare e mettere dentro Viola che stava molto bene“.

Per il resto l’unico dubbio di formazione riguarderà la difesa dove il tecnico giallorosso spera di recuperare Caldirola, da affiancare a Volta e Antei nel trio dei centrali. Confermati, quindi, sia la coppia CodaInsigne in attacco che il duo composto da Letizia e Improta sulle fasce laterali. Bucchi anche ieri ha difeso a spada tratta i suoi ragazzi: “Chiunque può sbagliare una partita, le hanno sbagliate anche le nostre avversarie. A Cremona abbiamo trovato un terreno pieno zeppo di buche, contro una squadra che ha rinunciato ad attaccare. Un match del genere poteva essere sbloccato solo su calcio piazzato o su errore individuale. Il nostro unico sbaglio è stato quello di prendere gol, altrimenti avremmo portato a casa un punto meritato“.

Il momento no dello Spezia

Resta, però il dato delle due sconfitte consecutive e la necessità di vincere oggi contro lo Spezia che certamente non è un aversario facile, a dispetto delle quattro sconfitte subite nelle ultime cinque partite. I liguri nelle ultime settimane sono stati, infatti, molto condizionati dalle vicende giudiziarie che hanno coinvolto i vertici della società e dai conseguenti riflessi che potrebbero esserci sul piano sportivo per il ricorso presentato dal Livorno. Il direttore generale Guido Angelozzi ha provato, però, a rassicurare l’ambiente: “Non posso che ribadire che le procedure per il tesseramento di Okereke sono state effettuate in modo corretto”. La patata bollente è ora passata nelle mani della Procura Federale, mentre Okereke, autore di una super prestazione all’andata, sarà regolarmente in campo. La zona paly off è ad un solo punto e lo Spezia, al pari del Benevento, non può permettersi ulteriori passi falsi.

Quella odierna, quindi, sarà una gara molto delicata, da affronatare con il coltello tra i denti. Il momento della stagione è particolarmente delicato e nessun avversario può essere sottovalutato. Basta chiedere notizie al Pescara che nell’anticipo di ieri sera è stato fermato all’Adriatico sull’1-1 da un Cosenza che pure veniva da due sconfitte consecutive. Il Benevento, tra l’altro, vincendo oggi scavalcherebbe nuovamente in classifica la squadra di Pillon. Un motivo in più, dunque, per riprendere la marcia verso la vetta della classifica.

16 cambi di allenatore in Serie B, non tutti hanno prodotto gli effetti sperati

La doppia sconfitta di Livorno e Cremona, come era prevedibile, ha dato nuovo vigore alle contestazioni di una parte della tifoseria nei confronti del tecnico del Benevento Cristian Bucchi. Del resto è normale che quando una squadra va male il primo a finire sul banco degli impuati sia proprio l’allenatore.

C’è, però, un dato che dovrebbe indurre a mettere da parte la legittima delusione del momento per esprimere un giudizio più equilibrato: non sempre il cambio del tecnico produce gli effetti sperati. A testimoniarlo è proprio il campionato di Serie B in corso di svolgimento. Dall’inizio della stagione, infatti, i cambi in panchina sono stati complessivamente 16 ed hanno riguardato 10 delle 19 squadre partecipanti al torneo.

Gli esonerati

L’elenco è lungo ed è iniziato già alla 3ª giornata d’andata con Eugenio Corini al posto di David Suazo a Brescia. Poi Castori per Chezzi a Carpi, Stellone per Tedino a Palermo, Zenga per Vecchi a Venezia, Oddo per Stroppa (con la parentesi Moschella) a Crotone, appunto Rastelli per Mandorlini a Cremona, Foscarini per Bisoli a Padova, Breda per Cristiano Lucarelli a Livorno, Padalino per Grassadonia (con la parentesi Pavone) a Foggia, Gregucci per Colantuono a Salerno, i ritorni di Stroppa a Crotone e di Bisoli a Padova e, infine, in questi giorni Serse Cosmi a Venezia al posto di Zenga e il ritorno Grassadonia alla guida del Foggia.

I superstiti

I tecnici rimasti al loro posto sono, quindi, Pillon del Pescara, Grosso dell’Hellas Verona, Liverani del Lecce, Nesta del Perugia, Marino dello Spezia, Venturato del Cittadella, Braglia del Cosenza, Vivarini dell’Ascoli e appunto Cristian Bucchi del Benevento.

I cambi più azzeccati, effettuati peraltro nella fase di avvio della stagione, si sono rivelati quelli di Corini a Brescia e quello di Stellone a Palermo che, comunque, è stato un ritorno poichè l’ex attaccante di Napoli, Genoa e Torino aveva guidato i rosanero lo scorso anno ed era stato sollevato dall’incarico il 9 luglio perchè ritenuto il principale responsabile della mancata promozione in Serie A.

I flop

Sicuramente controproducenti, invece, sono stati i cambi effettuati dal Venezia, costretto ad ingaggiare il terzo allenatore della stagione (Cosmi) e da Crotone, Padova e Foggia, costrette a loro volta a richiamare in panchina Stroppa, Bisoli e Grassadonia.

Insomma, non sempre è un bene cambiare allenatore nel corso della stagione e il rischio di peggiorare la situazione è sempre dietro l’angolo. Lo sa bene anche il presidente del Benevento Oreste Vigorito che due anni fa, va ricordato, tenne duro durante il periodo di momentanea crisi di risultati di Baroni e alla fine fu premiato con la vittoria dei play off. Un precedente da tener presente prima di buttare via anche il bambino assieme all’acqua sporca.

Sprofondo giallorosso, Bucchi nel mirino dei tifosi

Tutto in una settimana, passando dall’entusiasmo per i dieci risultati utili consecutivi, e la prospettiva di conquistare il vertice della classifica, all’amarezza per le due deludenti sconfitte rimediate al Picchi di Livorno e allo Zini di Cremona. Nel mezzo una sola nota positiva, i tifosi, che anche ieri sono occorsi in massa in Lombardia (ne erano circa 500) per sostenere i propri beniamini e che ora, profondamente delusi, chiedono a gran voce la testa dell’allenatore.

I limiti offensivi e caratteriali

Cristian Bucchi ieri, nel dopopartita, ha probabilmente commesso l’errore più grave della sua avventura sannita: assolvere una squadra che, invece, ancora una volta ha ribadito i propri limiti caratteriali e soprattutto ha mostrato di subire oltremisura la pressione proprio nel momento in cui è chiamata a fare il salto di qualità. Peccato, perchè c’erano tutte le condizioni per issarsi al vertice della classifica mentre, invece, ora le speranze di conquistare l’agognata promozione diretta in Serie A appaiono ridotte al lumicino.

Il Benevento anche ieri a Cremona è apparso lento e macchinoso nella manovra, incapace di creare la superiorità numerica in mezzo al campo e di mettere i propri attaccanti nella condizione di poter calciare a rete. Sicuramente i giallorossi avevano di fronte una squadra che, come il Livorno, era difficile da scardinare. Del resto, le statistiche non sono mai casuali e si sapeva sin dalla scorsa settimana che Livorno e Cremonese in casa avevano sin qui subito pochissimi gol. Ma resta il dato di fondo che la Strega, in assenza dei guizzi di Insigne o dei colpi a sorpresa dell’altalenante Coda, resta una squadra maledettamente prevedibile, molto solida in difesa (grazie agli accorgimenti introdotti dal tecnico) ma priva di schemi offensivi in grado di impensierire le difese avversarie.

Ecco perchè appaiono quasi surreali le dichiarazioni a caldo di Bucchi, dopo la seconda sconfitta consecutiva (“Ho rivisto la mia squadra, l’interpretazione del match è stata perfetta e credo che potevamo vincere senza rischiare nulla“). Un grave errore di strategia comunicativa, dunque, che ha inevitabilmente dato la stura alle pesantissime critiche di parte della tifoseria.

Il futuro dell’allenatore

Toccherà ora al patron Oreste Vigorito gestire una situazione ambientale molto difficile. La strada più semplice, e apparentemente anche scontata, sarebbe quella dell’esonero del tecnico romano. Una scelta che però, a questo punto della stagione, potrebbe rivelarsi addirittura controproducente perchè sarebbe inevitabilmente transitoria e non legata d un progetto a lungo termine, vista l’esiguità e la qualità degli allenatori attualmente liberi.

Di qui la possibilità molto concreta che il presidente Vigorito conceda un’ulteriore chance a Bucchi, anche perchè l’obiettivo minimo stagionale, i play off, resta ampiamente a portata di mano. Difficilmente, però, ci sarà una conferma di Bucchi il prossimo anno. Il suo destino, salvo miracoli finali, appare ormai segnato.