Contro il Pordenone un Benevento solido ma poco incisivo: Inzaghi studia nuove soluzioni

E’ inutile negarlo: il gol di testa di Michele Camporese ha lasciato l’amaro in bocca a tanti tifosi. Senza quella distrazione, l’unica della squadra giallorossa nell’arco dei novanta minuti, probabilmente il Benevento avrebbe centrato il quarto successo consecutivo e sarebbe ora in testa alla classifica in solitudine.

Ma, come ha giustamente sottolineato il tecnico dei sanniti Pippo Inzaghi al termine dell’incontro, non bisogna commettere l’errore di pensare di vincerle tutte. Il campionato è solo alle battute iniziali e di questi tempi portare via un risultato utile dal campo del Pordenone – peraltro senza soffrire – non è cosa da poco, soprattutto se si pensa a quanto accaduto a Frosinone e Spezia, entrambe uscite sconfitte alla Dacia Arena.

Dalla trasferta friulana emerge comunque un dato molto confortante: pur senza brillare come nella precedente trasferta di Salerno, il Benevento ha dimostrato ancora una volta di essere una squadra solida. Gli accorgimenti adottati da Super Pippo dopo i quattro gol subiti in Tim Cup contro il Monza sono fin qui risultati vincenti, come confermano anche le statistiche: dopo cinque giornate di campionato la Strega è la squadra che ha subito meno gol (appena 2) e quella che ha concesso meno conclusioni nella propria porta (17). Inoltre, al pari di Empoli e Perugia, è ancora imbattuta e, come l’Empoli, fa registrare un +2 in media inglese (la capolista Ascoli è a +1 mentre il Perugia è in perfetta media inglese).

Insomma, numeri che testimoniano grande solidità difensiva e lasciano quindi ben sperare per il prosièguo del campionato, anche perchè suffragati dall’atteggiamento da big che i giallorossi hanno tenuto nelle ultime tre gare disputate contro Salernitana, Cosenza e Pordenone: mai in affanno e sempre convinti di poter cogliere il risultato pieno. In pratica un’altra squadra rispetto a quella dello scorso anno, quando il limite maggiore era apparso proprio quello caratteriale.

La trasferta friulana di contro ha anche evidenziato un limite che in verità era già emerso contro il Cosenza, e cioè la difficoltà a scardinare le difese chiuse in assenza dei guizzi di Sau e Insigne. Un aspetto su cui Inzaghi e il suo staff stanno lavorando parecchio, anche perchè in rosa, come lo scorso anno, manca un ariete da inserire a partita in corso per dare più peso all’attacco.

Finora gli schemi sulle palle inattive hanno consentito di realizzare ben quattro reti e si sono rivelati quindi un ottimo antidoto a quello che una volta si chiamava catenaccio, ma non bastano. Occorrerà studiare anche qualche altro accorgimento perchè gli allenatori, grazie alle tante opportunità offerte dalla tecnologia, oggigiorno vivisezionano le precedenti partite degli avversari. Il calcio si è in pratica trasformato in una sorta di partita a scacchi e Super Pippo, che com’è noto non trascura assolutamente i dettagli, sta già studiando la mossa del cavallo da mettere in atto a partire dalla prossima partita contro l’Entella.

Il Benevento non ha più paura di volare

La vittoria di sabato contro il Cosenza, ottenuta in piena zona Cesarini, ha proiettato il Benevento in testa alla classifica assieme all’Entella, che domenica prossima sarà di scena al Ciro Vigorito.

La squadra di Pippo Inzaghi ha faticato non poco per strappare i tre punti ai calabresi e certamente non ha brillato come nella vittoriosa trasferta di Salerno, tutt’altro. Un pò il caldo quasi estivo (25 gradi all’inizio) e un pò lo schieramento ultradifensivo adottato dal Cosenza per portare via almeno un punto dal Vigorito, hanno impedito al Benevento di sviluppare trame di gioco in grado di impensierire gli uomini di mister Braglia per buona parte della gara.

Nonostante ciò la Strega non ha perso mai la calma, ha sprecato un paio di ghiotte occasioni per andare in vantaggio e ha trovato la vittoria nei minuti di recupero approfittando dell’unica distrazione difensiva dei rossoblu e sfruttando soprattutto la maggiore freschezza atletica dei suoi giocatori nelle battute finali. Un dato, quest’ultimo, che testimonia la crescita della squadra anche sul piano della forma fisica, oltre che sul piano mentale e dell’assimilazione degli schemi.

Inzaghi l’aveva detto alla viglia che temeva un possibile calo di concetrazione dei suoi ragazzi, dopo l’imperiosa prestazione dell’Arechi, e aveva anche previsto le difficoltà che la sua squadra avrebbe incontrato a causa del prevedibile assetto ultradifensivo del Cosenza, schierato per l’occasione con un inedito e abbottonatissimo 3-5-2. Per questo motivo il tecnico giallorosso ha coraggiosamente optato per uno schieramento più offensivo inserendo il quarto attaccante Improta al posto di Tello sulla fascia sinistra.

Una mossa che se da un lato non ha prodotto gli effetti sperati da un punto di vista della manovra, dall’altro non ha però esposto la squadra a eccessivi pericoli in fase difensiva. Insomma, i meccanismi si vanno man mano affinando e soprattutto la condizione atletica dei calciatori, unita alla preziosa presenza di Hetemmaj in mezzo al campo, consente ora la possibilità di adottare un assetto più offensivo.

E così se a Salerno era stata evidente l’autorevolezza con cui la Strega era scesa in campo assumendo un atteggiamento da big, contro il Cosenza il Benevento ha dimostrato anche di saper aspettare il momento giusto per colpire, senza lasciarsi trascinare dalla frenesia di spingersi alla disperata ricerca del gol.

Si tratta di un evidente passo in avanti rispetto alla scorsa stagione quando il Ciro Vigorito fu violato per ben cinque volte nella regular season soprattutto a causa dell’eccessiva emotività della squadra. La stessa eccessiva emotività che, tra l’altro, impedì alla Strega di spiccare il volo nei momenti topici della stagione, allorquando la vetta era a portata di mano.

Insomma, il Benevento quest’anno non ha più paura di volare e questo rappresenta il principale merito di Super Pippo che, al di là degli aspetti tattici, ha lavorato in questi mesi soprattutto sull’aspetto mentale per scacciare i fantasmi della scorsa stagione.

La strada da percorrere per raggiungere l’agognata meta è ovviamente ancora lunga, ci saranno gli inevitabili passi falsi che da sempre contraddistinguono il cammino delle squadre di vertice in Serie B. La stessa trasferta di domani sera sul campo del Pordenone si presenta tutt’altro che agevole contro una formazione che finora ha vinto entrambi gli incontri casalinghi contro Frosinone e Spezia e, pur sconfitto di misura, non ha assolutamente demeritato nemmeno a Livorno.

Ma c’è un dato che lascia ben sperare: questo Benevento è tutt’altra cosa rispetto a quello dello scorso anno perchè, dopo appena due mesi, ha già metabolizzato la mentalità vincente del suo allenatore, quella forza mentale che ha reso Pippo Inzaghi uno degli attaccanti più forti e prolifici di sempre.

Marco Sau alla Gazzetta: “Sono venuto a Benevento per tornare in Serie A”

Lunga intervista dell’attacante del Benevento Marco Sau oggi alla Gazzetta delo Sport.  L’ex bomber del Cagliari, autore della seconda rete della Strega contro la Salernitana ha ricordato il lungo digiuno di gol (l’ultima realizzazione risaliva all’8 dicembre
2018 in un  Cagliari-Roma finito 2-2) e ha parlato del suo rapporto con il tecnico Pippo Inzaghi:

E’ bello essere allenato da Inzaghi, lui è stato un top. Strano vederlo in panchina, ma è molto motivante. L’avevo incrociato da allenatore, al Milan. Lo stimavo, adesso posso dire che è una brava persona, preparato e trasmette una gran carica“.

Si è poi soffermato sulla scelta di accettare l’offerta del Benevento in estate:

Ho valutato un po’ di cose, sono stati convincenti. Conoscevo il d.s. Foggia dai tempi di Cagliari, mi è piaciuta la società, ha obiettivi importanti. Mi cercava anche qualche società di Serie A ma ho ritenuto fosse migliore il progetto del Benevento“.

E a proposito della Serie B, categoria in cui ha militato in passato con Albinoleffe, Juve Stabia e Cagliari, ha spiegato:

Sempre tosta, molto fisica. Ed è difficile sbloccare le partite. Il livello s’è alzato, ci sono più squadre forti e l’organico di valore conta relativamente”.

L’obiettivo dell’attaccante sardo è ovviamente quello di tornare subito in Serie A, stavolta con la maglia del Benevento:

Siamo a buon punto, i presupposti ci sono, dobbiamo trovare continuità“.

Un sogno condiviso anche dalla torcida giallorossa che spera di tornare nella massima serie proprio grazie ai gol di Pattolino.

Corriere dello Sport: “Benevento equilibrato e solido come si addice a una vera grande”

Equilibrata e solida come si addice a una vera grande, propositiva e spietata come deve essere sino in fondo una vincente predestinata: la Strega rompe gli indugi e getta la maschera“.

A scriverlo è oggi sul Corriere dello Sport l’inviato Tullio Calzone che aggiunge:

“Il derby vinto d’imperio all’Arechi davanti a 18 mila tifosi costretti ad applaudirla, è servito. La squadra di Pippo Inzaghi ha confermato di essere consapevole della propria forza, ma anche di aver sbriciolato quei dubbi che avevano accompagnato qualche critica dopo il debutto esterno a Pisa e affievolito gli elogi per la travolgente vittoria sul Cittadella”.

Secondo il Corriere dello Sport, dunque, la Strega è destinata
quanto prima a diventare la vera formazione da battere del campionato.

“La Strega, d’altronde, è stata immaginata per competere ai massimi livelli dallo stesso presidente Oreste Vigorito, il facoltoso imprenditore dell’eolico che non ha badato a spese per rinforzare la squadra non solo nell’organico. Anche nell’organizzazione interna: staff tecnico e staff medico-sanitario all’avanguardia con professionisti di assoluta affidabilità e un lusso per la categoria e tecniche mutuate dall’estero. Al direttore sportivo Pasquale Foggia è stato poi dato mandato di ritoccare l’organico in tutti i reparti con elementi di categoria superiore. Hetemaj è stata l’intuizione dell’ultimo giorno di mercato che, per quanto fatto già vedere al debutto nel derby, si rivelerà un elemento prezioso non solo perché abituato a lottare con ardore e umiltà per vincere. Chiedere ai centrocampisti salernitani per averne una prova certificata. Sornione e micidiale anche Marco Sau, l’altro colpo estivo dei sanniti, rivelatosi cecchino infallibile all’Arechi“.

L’ultimo passaggio è infine dedicato a Nicolas Viola, autore della prima rete del Benevento e indiscusso leader del centrocampo giallorosso.

Sacrificato e torturato da qualche fastidio fisico nella scorsa stagione con Bucchi in panchina e Nocerino a centrocampo, l’eroe assoluto della magica notte salernitana è stato Nicolas Viola. L’ex talento della Reggina di Lillo Foti ha trascinato i compagni, non solo con un gol cercato con insistenza e caparbietà e di ottima fattura. Anche ridimensionando gli avversari, costruendo giocate propositive senza interruzione di continuità e soluzioni da campione a cui, francamente, sta strettissima la Serie B. E’ stato soprattutto lui il volto di un Benevento che ha pensato principalmente a vincere e a imporsi con una mentalità da grande, consapevole della missione da compiere. Tornare a competere per la A. Una destinazione non scontata e tutt’altro che semplice da raggiungere. Ma la Strega e i suoi tifosi non pensano ad altro e dopo il derby si è capito chiaramente che ora si può“.

Dalla sconfitta con il Monza alla vittoria di Salerno: in un mese il Benevento ha cambiato pelle

E’ bastato poco più di un mese a Pippo Inzaghi per cancellare i dubbi che erano sorti dopo l’eliminazione in Tim Cup da parte del Monza. Anzi, proprio la sconfitta maturata al Ciro Vigorito contro gli uomini allenati da Cristian Brocchi ha probabilmente rappresentato il punto di svolta della stagione perchè SuperPippo ha optato per un assetto meno spregiudicato, rinunciando al quarto attaccante e inserendo un centrocampista in più. E così, sin dalla trasferta di Pisa, il 4-2-4 iniziale si è sostanzialmente trasformato a tratti in una sorta di 4-3-3 ed è stato definitvamente accantonato un assetto che esponeva la squadra a pericolose ripartenze.

Ma non è stato questo l’unico accorgimento adottato da Inzaghi perchè, a differenza delle prime uscite stagionali, la squadra ha anche rinunciato al sistematico pressing sulle uscite della difesa avversaria e conseguentemente ha abbassato il baricentro riducendo le distanze tra i difensori e Montipò. Il Benevento ha dunque assunto un atteggiamento più equlibrato puntando maggiormente sulla giocata dei singoli anzichè sugli errori degli avversari.

La vittoria di Salerno è dunque frutto del meticoloso lavoro svolto dal tecnico in questi mesi non solo sul piano tattico ma anche dal punto di vista mentale. La squadra è ora consapevole dei propri mezzi, sta in campo con autorevolezza e le incertezze mostrate lo scorso anno nei momenti decisivi sono solo un lontano ricordo. Insomma, il Benevento di Pippo Inzaghi è sulla buona strada per recitare un ruolo da protagonista ma bisogna restare con i piedi ben piantati a terra perchè il campionato di Serie B è lungo e soprattutto ricco d’insidie.

L’euforia di queste ora ci sta, è anzi legittima ma guai a pensare che d’ora in avanti sarà una passeggiata. Sabato allo stadio Ciro Vigorito sarà di scena il Cosenza, squadra tutt’altro che irresistibile ma assolutamente da non sottovalutare. Anche lo scorso anno a settembre, dopo la vittoriosa trasferta di Cittadella, c’era lo stesso clima in città ma poi arrivò la doccia gelata della sconfitta interna con il Foggia. Errare è dunque umano, ma perserverare è diabolico.

C’è un filo giallorosso che lega tanti sanniti che vivono al Nord

C’è un filo giallorosso che lega tanti sanniti che vivono al Nord. Un filo che negli ultimi anni è diventato un vero e proprio simbolo di rivalsa da esibire orgogliosamente nei luoghi di lavoro come nel tempo libero. Quel filo è naturalmente rappresentato dalla passione per il Benevento Calcio.

Gli Stregoni del Nord – spiega il presidente Daniele Pirosono nati ufficialmente nel 2009. C’era anche il presidente Oreste Vigorito all’inaugurazione del club. In realtà l’idea era iniziata a balenare l’anno precedente, quando il Benevento affrontò il Bassano del Grappa in occasione della finale d’andata della Coppa Italia di Serie C.  Da tempo ero in collegamento con altri beneventani residenti al Nord e così venne fuori l’idea di ritrovarci tutti allo stadio per sostenere la nostra squadra del cuore.  E fu proprio in quell’occasione che prese corpo l’idea di dar vita al gruppo, che poi è via via cresciuto nel corso degli anni e oggi annovera affiliati che risiedono in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna”.

Il compianto Raffaele Pengue

Un gruppo che, oltre a condividere la passione per la squadra del cuore, è impegnato anche in tante iniziative benefiche perché la passione per il calcio, si sa, è anche uno straordinario strumento di socialità. Uno dei pionieri del gruppo, Raffaele Pengue, è deceduto quest’estate. Aveva appena 54 anni e lavorava presso il tribunale di Milano. Una persona mite, generosa e dai modi estremamente gentili che ha lasciato un segno profondo tra quanti lo hanno conosciuto. “Abbiamo deciso di ricordarlo in tutti gli stadi esponendo uno stendardo con la sua immagine accanto al nostro striscione” racconta ancora Daniele Piro.

Ma il filo giallorosso che lega tanti sanniti che vivono al Nord alla propria squadra del cuore è alimentato anche da un altro strumento di aggregazione e confronto dialettico, la web radio Lo Stregone Benevento Calcio. “La radio è nata due anni. L’idea mi è venuta visitando Radio Reset, a Morcone, in occasione di uno dei miei annuali viaggi a Benevento – spiega il fondatore, Vincenzo Chiusolo -. Mi son detto: perché non fare un’iniziativa analoga che coinvolga i tifosi del Benevento che vivono al Nord? E così, grazie all’aiuto degli amici di Radio Reset, ho realizzato un piccolo studio nel mio garage, qui a Novara.  All’inizio ero solo, poi mi hanno affiancato gli amici Vittorio Terella, che è stato fondatore e presidente degli Stregoni del Nord, e Alfredo Soreca. Ci ritroviamo ogni settimana per commentare dalla prospettiva del tifoso le gare del nostro amato Benevento. Spesso ospitiamo telefonicamente anche i giornalisti che seguono la squadra girandogli le domande dei tanti tifosi iscritti alla nostra pagina Facebook. Insomma, è un modo per stare assieme e coltivare la nostra smisurata passione per la Strega”.

Una passione che alimenta quel filo giallorosso che lega dunque i tanti sanniti che vivono al Nord e che finisce per lenire anche il dolore della lontananza perché, come scrisse Euripide, non c’è dolore più grande della perdita della terra natia.