Viola ”meravigliao’ è tornato: un gol di tacco sotto gli occhi del ct Mancini e chissà che il suo sogno non possa avverarsi…

L’addetto ai social del Benevento Calcio aveva visto giusto nel presentare la formazione con cui la Strega sarebbe scesa in campo al Dall’Ara contro il Bologna scegliendo l’immagine di Nicolas Viola come come giocatore simbolo della partita. Lui, il regista calabrese trasformato in mezzala dal mago Pippo Inzaghi (cosa che peraltro non riuscì invece a Bucchi, che pure aveva visto giusto), lo è diventato con con un gol di tacco, di quelli che spesso fanno i funambolici giocolieri sudamericani ma che sono merce rara tra i talenti di casa nostra.

Una prodezza che ha consentito al Benevento di riacciuffare una gara iniziata disastrosamente e che ha suggellato una prova tutta anema e core su un campo diventato via via sempre più ostico da affrontare per i calciatori dotati di tecnica sopraffina. Eppure il capitano del Benevento si è calato perfettamente nei panni della mezzala di combattimento rincorrendo come un forsennato l’avversario di turno. Alla fine è risultato il calciatore che ha corso di più superando persino i compagni di reparto Schiattarella ed Hetemaj, ovvero gli altri componenti del centrocampo dei miracoli dello scorso anno, oltre che il giovane e pimpante Depaoli o il guerriero e mai domo Lapadula.

Niente male per un calciatore che, fino a qualche settimana fa, veniva dato per disperso. Insomma il Nicolas meravigliao che dispensava lanci millimetrici, che faceva gol da centrocampo e batteva punizioni di stampo braziliero è tornato. E son tornati anche i suoi post criptici su Instagram. “Esistono storie che non esistono…” l’ultimo vergato negli spogliatoi dello stadio Dall’Ara prima di presentarsi ai microfoni di Ottochannel. Una scrittura criptica probabilmente mutuata dai filosofi preferiti e dalle letture, perchè Viola ama la psicanalisi e studia Psicologia all’università svegliandosi la mattina presto. “La psicanalisi permette di migliorarmi e io penso sempre a migliorarmi” confessò il mese scorso alla Gazzetta dello Sport.

Ieri sugli spalti del Dall’Ara c’era anche il commissario tecnico della Nazionale Roberto Mancini e chissà che il talentuoso centrocampista non possa coronare a suon di prestazioni super un altro sogno gelosamente custodito nel cassetto: quello della convocazione in maglia azzurra. Un sogno che confessò candidamente a Pippo Inzaghi nel corso del loro primo incontro per rassicurarlo circa le sue ambizioni.

Il futuro influenza il presente tanto quanto il passato” disse una volta il filosofo tedesco Friedrich Wilhelm Nietzsche. E il mancino di Oppido Mamertina ne è ben consapevole. Ecco perchè la sua mente non solo è rivolta al prossimo match casalingo con la Roma ma anche al traguardo che spera di tagliare in autunno indossando la corona d’alloro della laurea in psicologia. Ma prima c’è l’Europeo e Viola non demorde perchè i sogni talvolta possono anche avverarsi. Basta crederci.

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