La fuga del Pescara impone un cambio di passo al Benevento

La vittoria del Pescara sul terreno dello Spezia rappresenta un importante segnale al campionato, soprattutto per come è maturata. La squadra di Pillon nel secondo tempo ha subito la pressione di uno Spezia molto pericoloso e si è salvato in un paio di occasioni anche grazie alle prodezze del portiere Fiorillo. Un pò come accadde al Benevento sul campo del Cittadella, dove nel finale fu decisivo Puggioni. Ma ad impressionare maggiormente è stata la tenuta mentale degli abruzzesi che, dopo la rocambolesca rimonta subita nei minuti di recupero a Padova, hanno dimostrato di aver compreso la lezione e hanno tirato fuori quella grinta che serve per poter ambire alla promozione in Serie A.

Il distacco in classifica

La stessa grinta che in pratica, a questo punto della stagione, è chiamata a tirar fuori anche il Benevento. Le due sconfitte consecutive patite ad opera di Foggia (in casa) e Pescara non consentono  ulteriori distrazioni. La fuga del Pescara (+ 5 sul Verona, + 6 su Lecce e Spezia, + 7 su Palermo e Cremonese e + 8 su Cittadella e Benevento) impone agli uomini di Bucchi un deciso cambio di passo, a partire dalla partita di lunedì sera al Vigorito contro il Livorno.

Quattro partite in due settimane

Serve, insomma, una vittoria ma soprattutto serve una prestazione convincente per iniziare nel migliore dei modi un ciclo in cui si capirà se il Benevento è in grado di interpretare il ruolo di protagonista di questo campionato di Serie B. Nel turno successivo toccherà all’ancora imbattuta Cremonese far visita ai sanniti. Poi ci sarà la trasferta sul difficile terreno dello Spezia e il successivo incontro casalingo con l’Ascoli. Quattro partite, dunque, nell’arco di appena due settimane. Il campionato è in pratica entrato in una fase cruciale e non sono più consentite distrazioni, soprattutto perchè le sei partite in meno rispetto al passato rendono più difficili eventuali recuperi nella parte finale della stagione.

Il messaggio di Bucchi ai giocatori

Il primo a saperlo è proprio Bucchi, che ha approfittato della sosta di questi giorni per trasmettere ai suoi giocatori un messaggio fondamentale: è giunto il momento di tirare fuori gli attributi. Quegli attributi senza dei quali in Serie B non si va da nessuna parte, perchè nel campionato cadetto ogni partita, anche contro le ultime in classifica, è una battaglia all’ultimo sangue.

 

Benevento-Livorno sarà anche la sfida tra Bucchi e Lucarelli, compagni di squadra nel Napoli

La gara in programma lunedì sera allo stadio Ciro Vigorito tra Benevento e Livorno nel posticipo della Serie B sarà anche la sfida tra i tecnici Cristian Bucchi e Cristiano Lucarelli, che nella stagione 2010/2011 furono compagni di squadra nel Napoli guidato da Walter Mazzarri.

L’infortunio in Europa League contro l’Utrecht

Acquistato per il ruolo di vice Cavani, Lucarelli si ruppe il crociato anteriore del ginocchio sinistro a metà settembre nella partita di Europa League contro l’Utrecht. A disposizione del tecnico toscano come alternativa a Cavani e Lavezzi rimase solo l’acerbo Dumitru. Di qui la scelta operata dalla società, d’intesa con l’allenatore, di reintegrare in rosa Cristian Bucchi, che nella sessione estiva era stato messo sul mercato senza trovare acquirenti. Il bomber romano, però, non fu mai utilizzato da Mazzarri e a gennaio si trasferì a Pescara, dove poi chiuse la carriera di calciatore e intraprese quella di allenatore delle giovanili.

Lunedì non sarà la prima volta che i due tecnici si ritroveranno contro. Nella stagione 2015/2016 si affrontarono in Lega Pro. Bucchi allenava la Maceratese e Lucarelli sedeva sulla panchina del Tuttocuoio. All’andata si impose l’attuale tecnico del Livorno per 2-1, mentre al ritorno a vincere furono gli uomini di Bucchi, sempre con il punteggio di 2-1.

I precedenti in Lega Pro

La sfida in programma allo stadio Ciro Vigorito nel Monday Night della Serie B è particolarmente delicata per entrambi i tecnici: il Benevento è reduce dalla doppia sconfitta contro Foggia e Pescara ed ha assoluta necessità di vincere per non allontanarsi ulteriormente dal vertice della classifica. Il Livorno è fanalino di coda con soli due punti raccolti nelle sei gare finora disputate. Nonostante le critiche dei tifosi, il presidente dei labronici Aldo Spinelli in settimana ha confermato la fiducia a Lucarelli ma lo ha anche invitato a rivedere alcune scelte.

I problemi di infermeria

Entrambi i tecnici sono, inoltre, alle prese con problemi di infermeria. Bucchi spera di poter contare sul rientro di Costa in difesa e Bandinelli a centrocampo. Da valutare le condizioni del centrale difensivo Antei, tornato a Pescara dopo un lungo stop ma ancora lontano da una condizione fisica ottimale. Niente da fare, invece, per Tuia e Bukata, ancora alle prese con i problemi fisici accusati durante la preparazione, e per Del Pinto, infortunatosi nei giorni scorsi in allenamento. Lucarelli, dal canto suo, recupererà l’esperto Dainelli in difesa e spera di poter utilizzare anche Luci, Fazzi e Di Gennaro.

 

(tratto dall’edizione cartacea del Corriere del Mezzogiorno)

 

A Benevento va in scena la consueta disputa sull’utilità o meno del turnover

Tra gli argomenti affrontati nel corso dell’ultima puntata di Ottogol, la trasmissione condotta da Antonio Martone sulle frequenze di Ottochannel, molto spazio è stato dedicato soprattutto alla questione del turnover “spinto” praticato dal tecnico del Benevento, Cristian Bucchi.

Un argomento, quello della rotazione massiccia dei giocatori in rosa, che da sempre divide i commentatori e più in generale gli appassionati di calcio. Un po’ come la questione del bel gioco di cui si è discusso molto lo scorso anno, anche in conseguenza della contrapposizione “filosofica” tra Allegri e Sarri.

Le due correnti di pensiero

Da una parte ci sono quelli che sono convinti che convenga far scendere in campo tanti giocatori in modo da far rifiatare i più importanti, dall’altra quelli che credono che ogni partita vada affrontata con i migliori e che giocare insieme contribuisca a consolidare i meccanismi della squadra.

Si inserisce in questo solco, quindi, la critica rivolta a Bucchi dagli assertori di quest’ultima teoria, secondo cui l’eccessivo turnover praticato dal tecnico giallorosso, a partire dalla trasferta di Cittadella, sia la principale causa della perdita d’identità della squadra e delle due sconfitte di fila rimediate contro Foggia (in casa) e Pescara.

La larghezza della rosa

Nelle stesse ore, però, i media nazionali celebrano anche le imprese di Carlo Ancelotti, che di giocatori, al pari di Allegri, ne ha cambiato molti di più di Bucchi in conseguenza dell’alto livello qualitativo della rosa a disposizione.

La stessa motivazione che probabilmente è alla base delle scelte operate dall’ex tecnico del Perugia che, come la stragrande maggioranza degli osservatori del campionato di Serie B, ritiene che rosa messagli a disposizione dal presidente Vigorito e dal direttore sportivo Foggia sia tra le migliori della categoria e, di conseguenza, vada utilizzata nella sua interezza.

La disputa ideologica

Si tratta sostanzialmente di una disputa “ideologica”, come quella avvenuta lo scorso anno tra quanti propendevano per il pragmatismo di Allegri e quelli che, invece, preferivano la bellezza estetica di Sarri.

Tornando a Bucchi, è comprensibile che in questo momento si valuti quanto abbia potuto pesare il turnover “spinto” sul pessimo rendimento della squadra nelle ultime partite ma, nello stesso tempo, occorre anche tener presente che è troppo presto per esprimere giudizi definitivi.

Il futuro

La stagione è ancora nella fase iniziale e, dopo la sosta, il Benevento avrà a disposizione due match casalinghi per cancellare il doppio passo falso contro Foggia e Pescara e per dimostrare di aver capito che nel campionato di Serie B, a differenza della massima serie, ogni partita è una sorta di guerra all’ultimo sangue, a prescindere dal turnover o meno.

Il Benevento e l’Hellas Verona accomunati dallo stesso destino

Se Atene piange, Sparta non ride. Le due superfavorite del campionato di Serie B di calcio, Benevento ed Hellas Verona, hanno improvvisamente rallentato la marcia rimediando entrambe due sconfitte consecutive. Un doppio passo falso che alla luce del nuovo format a 19 squadre, e del conseguente minor numero di partite da disputare, rischia di pesare parecchio sull’economia del campionato perché, come sottolinea anche Nicola Binda sulla Gazzetta dello Sport, quest’anno chi sbaglia ha meno tempo di recuperare rispetto al passato.

A finire sul banco degli imputati in queste ore sono stati soprattutto i due tecnici, Fabio Grosso e Cristian Bucchi, le cui scelte hanno destato più di una perplessità tra i supporter scaligeri e sanniti.

Le critiche a Pazzini e Nocerino

A Grosso viene soprattutto rimproverato il mancato utilizzo di Samuel Di Carmine, il cui rientro era stato preannunciato dallo stesso tecnico alla vigilia della gara con il Lecce, e il fatto di aver puntato invece su uno spento Giampaolo Pazzini, apparso ancora lontano da una condizione atletica accettabile.

In pratica la stessa critica mossa che viene mossa a Bucchi dai tifosi sanniti relativamente alla scelta di puntare ancora su Antonio Nocerino che, in questo avvio di stagione, ancor più dell’altro vecio Christian Maggio ha palesato grossi limiti dal punto di vista atletico.

L’analisi di Grosso e Bucchi

Problemi comuni, quindi, ma analisi diverse da parte dei due allenatori. Se per Grosso l’obiettivo è quello di migliorare la lettura delle gare da parte dei suoi giocatori, per Bucchi il problema maggiore è rappresentato invece dall’atteggiamento mentale della squadra e dalla mancanza di quella cattiveria agonistica che nel campionato cadetto, com’è noto, fa la differenza.

La pausa del campionato consentirà ora ai due tecnici di lavorare per migliorare questi aspetti. Un lavoro particolarmente delicato, anche perché d’ora innanzi per il Benevento e per l’Hellas Verona sarà assolutamente vietato sbagliare.

Benevento a Pescara, Bucchi esorcizza la paura per gli ex

Archiviata la prima sconfitta stagionale ad opera del Foggia, il Benevento riprende oggi allo stadio Adriatico la rincorsa alla vetta della classifica. A turbare i sonni dei sanniti sono soprattutto i due ex Ledian Memushaj e Andrew Gravillon, oltre che il valore complessivo del Pescara, che nell’ultimo turno ha clamorosamente sprecato l’occasione per scavalcare la capolista Verona facendosi rimontare nei minuti finali dal Padova.

Le precedenti gare con gli ex

Il motivo è presto detto: le uniche gare in cui il Benevento non è riuscito a vincere quest’anno sono state quelle in cui nella squadra avversaria erano presenti calciatori che hanno vestito la casacca giallorossa. Tre di loro, Marco Mancosu e Filippo Falco del Lecce e Michele Camporese del Foggia hanno addirittura segnato. Insomma, una sorta di maledizione dell’ex.

Oggi, il centrocampista della nazionale albanese Memushaj e il giovane difensore cresciuto nel vivaio dell’Inter Gravillon di motivi per prendersi una clamorosa rivincita ne hanno più di uno: il primo, infatti, lo scorso anno ha vissuto quasi l’intera stagione da separato in casa; il secondo collezionò appena due presenze, prima di essere spedito a Pescara durante la sessione invernale del mercato.

I calci piazzati

Di qui la maggiore attenzione che Bucchi ha chiesto ai suoi calciatori, soprattutto sui calci piazzati, poiché il difensore di Guadalupa in questa stagione ha già messo a segno la rete del successo contro il Foggia e, nell’ultimo turno, si è procurato un rigore proprio sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Un’altra raccomandazione che sicuramente il tecnico romano farà ai suoi giocatori è quella di evitare di commettere falli al limite della propria area di rigore perché tra le fila del Pescara c’è uno specialista delle punizioni, l’uruguagio Gastón Brugman, autore di una splendida rete anche all’Euganeo.

La probabile formazione

Il Benevento inizialmente dovrebbe schierarsi a specchio (4-3-3), con Puggioni in porta e la coppia centrale composta da Volta e dal rientrante Billong (che appare in vantaggio su Antei per sostituire Costa, fermatosi ieri in allenamento). Sugli esterni ci saranno Maggio e Letizia (con Di Chiara possibile alternativa). A centrocampo, accanto al rientrante Tello, giocheranno Viola e uno tra Bandinelli, Del Pinto e Nocerino. I dubbi maggiori riguardano infine l’attacco, dove Coda, Improta, Ricci appaiono in vantaggio su Asencio, Insigne jr. e Bonaiuto.

 

(tratto dall’edizione cartacea del Corriere del Mezzogiorno)

Vincere a Pescara per abbattere un altro tabù

La trasferta di domani a Pescara rappresenta un importante banco di prova per la squadra diretta da mister Bucchi. Dal cosiddetto “trittico della verità” (Salernitana, Cittadella e Foggia in soli 9 giorni)) è emerso che il Benevento è già a buon punto nel suo percorso di crescita ma non è ancora in grado di gestire al meglio le gare quando lascia l’iniziativa agli avversari. Se con il Cittadella erano stati i prodigiosi interventi di Puggioni a salvare la Strega nel convulso finale, contro il Foggia sono state proprio le incertezze dell’estremo difensore a pesare maggiormente, soprattutto in occasione della rete del pareggio messa a segno su punizione dal tedesco Kragl.

Gli errori

Prim’ancora dell’incertezza del portiere c’è stato però l’ingenuo fallo commesso dai difensori al limite della propria area di rigore, che ha consentito al Foggia di battere una punizione da una posizione molto pericolosa. Allo stesso modo è stato un errore in disimpegno di Viola a innescare la ripartenza che ha consentito a Galano di mettere a segno la rete del ko. Di qui la necessità, sottolineata molte volte dallo stesso tecnico romano, di mantenere le giuste distanze tra i reparti e soprattutto di evitare pericolosi cali di concentrazione.

L’avversario

Domani il tecnico del Delfino Pillon dovrebbe schierarsi, almeno all’inizio, con il consueto 4-3-3 e, conseguentemente, sarà difficile che si vengano a creare quelle situazioni di inferiorità numerica nella zona nevralgica del campo che hanno messo in grossa difficoltà il Benevento contro il Foggia. Ma il Pescara ha fin qui dimostrato di saper variare con estrema disinvoltura il modulo di gioco a partita in corso, utilizzando spesso anche un compatto 4-5-1 in grado di sfruttare al meglio la dinamicità di Cristiano Del Grosso sulla fascia e le capacità realizzative del bomber Leonardo Mancuso, che finora ha messo a segno 4 reti in 6 gare e guida la classifica dei cannonieri della Serie B assieme a Donnarumma del Brescia e Palombi del Lecce. Senza dimenticare, infine, la pericolosità del capitano Gaston Brugman sui calci piazzati e dell’ex Andrew Gravillon sui calci d’angolo (ha  messo a segno il gol della vittoria contro il Foggia e si è procurato un rigore contro il Padova).

Proprio quest’ultimo, però, ha anche palesato qualche incertezza e rappresenta talvolta l’anello debole della difesa diretta da Hugo Campagnaro, che finora ha subito 6 reti in campionato e domani sarà ancora priva di Gennaro Scognamiglio, un altro ex dal dente avvelenato, alle prese con i postumi di un infortunio.

Il tabù

Da non trascurare, infine, due importanti dati statistici che confermano la difficoltà del match: il Pescara, assieme alla Cremonese, è l’unica squadra ancora imbattuta in Serie B e il Benevento non è mai riuscito a vincere nei precedenti scontri diretti con la squadra abruzzese (3 pareggi e 5 sconfitte).

Vincere a Pescara, quindi, significherebbe abbattere un altro tabù, dopo quello del lunghissimo digiuno di vittorie contro la Salernitana, e dimostrare che il passo falso contro il Foggia è stato solo un piccolo incidente di percorso.