La rosa del Benevento è tra le più esperte e “italiane” della Serie B

Con l’arrivo in extremis dell’esterno d’attacco Cristian Bonaiuto si è chiuso un mercato estivo che, secondo la Gazzetta dello Sport, è da 8 in pagella e pone il Benevento, assieme a Verona, Brescia, Cremonese, Crotone, Palermo, Salernitana e Lecce, tra le squadre regine.

Nel Sannio sono arrivati complessivamente 16 nuovi giocatori: i portieri Lorenzo Montipò e Pier Graziano Gori, i difensori Massimo Volta, Alessandro Tuia, Gianluca Di Chiara (fine prestito) e Christian Maggio, i centrocampisti Andres Tello, Filippo Bandinelli, Antonio Nocerino, Martin Bukata e gli attaccanti Cy Goddard, Riccardo Improta, Federico Ricci, Roberto Insigne, Cristian Bonaiuto e Raul Asencio.

E, soprattutto, sono stati riconfermati Nicola Viola e Gaetano Letizia, che pure erano stati richiesti con insistenza fino all’ultimo istante del mercato da alcune squadre di Serie A.

Secondo Trasnsfermarkt la rosa del Benevento attualmente è la sesta in assoluto come valore (22,08 mln €), dopo quelle di Palermo (30,73 mln €), Crotone (28,55 mln €), Brescia (26,85 mln €), Verona (23,30 mln €) e Perugia (22,78 mln €).

Inoltre, è tra le più esperte della Serie B con un’età media di 26,1 anni. Solo Venezia (27,4), Foggia (27,3), Cremonese (26,8), Padova (26,3), Lecce (26,3) e Livorno (26,2) vantano una rosa con un’età media superiore.

Il Benevento è poi tra le squadre che fa registrare la minore presenza di stranieri (6), assieme a Cosenza (5), Venezia (4), Padova (1) e Cittadella (0).

Altro dato interessante, riferito però ai tifosi, è infine quello degli abbonati (7.891) che pone attualmente la Strega in testa alla relativa classifica delle squadre di Serie B.

Una vittoria che porta serenità nell’ambiente giallorosso

La netta vittoria del Benevento contro l’Imolese nell’esordio ufficiale al Ciro Vigorito rappresenta sicuramente un buon viatico per il tecnico Cristian Bucchi perché porta serenità in un ambiente che nelle ultime settimane, ricordiamolo, ha dovuto fare i conti con l’inaspettato e clamoroso addio di Fabio Lucioni.

Una vicenda che sicuramente avrà inciso anche sugli equilibri dell’abbottonatissimo spogliatoio giallorosso, tra l’altro alle prese anche con la delicata scelta dell’assegnazione della fascia di capitano (affidata a sorpresa a Cristian Maggio) e con il possibile addio di Nicolas Viola che, nel post gara, ha confermato di non aver ancora raggiunto l’accordo con la società per il rinnovo del contratto.

Di qui l’importanza di una vittoria netta che, al di là dell’evidente divario tecnico esistente tra le due squadre, non era per nulla scontata in quanto ad agosto i valori tecnici, si sa, non sempre sono determinanti, come ha evidenziato lo stesso tecnico della Strega in conferenza stampa (“Sono molto contento per il risultato perché queste gare riservano sempre tante insidie”).

Sul piano squisitamente tecnico, invece, la gara ha offerto diversi spunti di riflessione perché appare evidente che l’idea di 4-3-3 di Bucchi è tutt’altra cosa rispetto a quella di De Zerbi, puntando maggiormente sull’ampiezza di campo e sulla dinamicità delle cosiddette “catene laterali”. Impostazione che, come ha sottolineato lo stesso tecnico romano, richiede molta intensità agonistica, grande equilibrio tattico e soprattutto particolare concentrazione mentale che ieri, soprattutto nel secondo tempo, a tratti è mancata anche a causa della stanchezza accumulata durante il ritiro di Cascia.

Complessivamente il bilancio è comunque positivo, anche perché bisogna tener conto dell’indisponibilità dei vari Letizia, Antei e Iemmello, oltre che dei tempi di ambientamento di Ricci, Bandinelli e Asencio e dei tempi di pieno recupero fisico di Nocerino, rimasto lungamente inattivo dopo la parentesi americana.

Il dato da tenere presente, però, è che la squadra è ancora incompleta, mancando di un centrale difensivo che sappia impostare (si tratta del limite più evidente emerso ieri sera) e di un’alternativa a Improta.

Altro aspetto, infine, da non trascurare è che l’età media della squadra scesa in campo ieri sera al Ciro Vigorito è di 29,5 anni. Una media che fa del Benevento una squadra molto forte sul piano dell’esperienza (aspetto di non poco conto in un campionato difficile come la Serie B), ma che nello stesso tempo richiede anche la necessità di avere dei ricambi adeguati per consentire ai meno giovani di poter rifiatare nel corso di una stagione che potrebbe terminare addirittura a giugno in caso di play off.

In ogni caso se il buongiorno si vede dal mattino si può essere moderatamente ottimisti per quanto visto ieri sera nell’esordio stagionale.

Il commiato di Enrico Brignola dalla Strega

“Dopo una vita in giallorosso, è arrivato il momento dei saluti: i saluti ad una città e ad una società che mi hanno fatto crescere come calciatore e come uomo, che mi hanno dato l’opportunità di coronare il mio sogno di giocare in Serie A con una maglia che per me è come una seconda pelle, che mi hanno aiutato ogni giorno nel mio percorso di crescita. In questa giornata così importante ci tengo innanzitutto a ringraziare Benevento ed il Benevento Calcio, dal Presidente Vigorito a ogni singola persona che ho incontrato e che lavora in una società, o meglio, una famiglia meravigliosa che porterò per sempre nel mio cuore”.

Enrico Brignola, il diciannovenne talento di Telese Terme lanciato lo scorso anno in Serie A da mister Roberto De Zerbi, ha voluto affidare a Instagram  il suo commiato dalla Strega, poco dopo l’ufficializzazione del trasferimento al Sassuolo.

Un’operazione che ha consentito di far affluire nelle casse del Benevento circa 3 milioni e mezzo di euro, più 500.000 euro di eventuale bonus e il 50% sulla futura rivendita, oltre al prestito dei calciatori Federico Ricci e Filippo Bandinelli.

“Ora – ha proseguito Brignola – è il momento di voltare pagina e di iniziare questa nuova avventura. Ho atteso veramente a lungo questo momento: grazie al Sassuolo per la grande fiducia dimostrata, so bene che dovrò dimostrare con i fatti e non con le parole, posso solo dire che darò tutto me stesso per ripagare questa fiducia e per dare il maggior numero di soddisfazioni possibili ai nuovi tifosi neroverdi! Forza Sasôl!!!”.

L’addio di Lucioni tra legittima delusione e imbecillità

Quando arrivò a Benevento, nell’estate del 2014, per sostituire Andrea Mengoni, uno degli idoli più acclamati dalla tifoseria giallorossa, nessuno poteva immaginare che Fabio Lucioni avrebbe conquistato un posto nella storia del club sannita come capitano della storica doppia promozione dalla Serie C alla Serie A. Allo stesso modo nessun tifoso del Benevento lo scorso 20 luglio avrebbe potuto immaginare che, di li a poco, arrivasse la notizia del suo trasferimento al Lecce. Nulla, infatti, lasciava presagire che il forte difensore originario di Terni, ma beneventano d’adozione, potesse andar via.

Insomma, un vero e proprio fulmine a ciel sereno che ha letteralmente spaccato la tifoseria giallorossa: da una parte quelli che, seppure fortemente delusi, hanno espresso comunque gratitudine nei confronti del calciatore umbro; dall’altra, invece, i consueti spargitori d’odio in servizio permanente che hanno letteralmente inondato di insulti i vari canali social di Lucioni.

Eppure, dal messaggio d’addio postato su Facebook dall’ex capitano traspariva chiaramente il profondo rammarico per un divorzio divenuto inevitabile per ragioni che il calciatore, con grande senso di responsabilità, ha preferito non esternare per non alimentare ulteriori polemiche: “Come nella vita così anche nel calcio le storie, anche le più intense, hanno un inizio e poi giungono alla fine. Ma quei colori che ho dentro nessuno me li porterà via. Addio Strega, anzi arrivederci. Perché magari ci incontreremo ancora, da avversari, ma lo sarai solo per 90 minuti. Poi tornerò ad accarezzarti così come si accarezza uno dei ricordi più belli che ti è rimasto dentro. Grazie Strega, grazie Presidente. E grazie a voi, gente di Benevento”.

A seguito dei pesanti insulti ricevuti su Facebook, persino da parte di qualche conoscente, Lucioni si è visto costretto ad intervenire nuovamente per spiegare, suo malgrado, i motivi dell’addio e respingere le pesanti accuse ricevute: E’ successo tutto in 48 ore, in quanto mi hanno detto che il mio ciclo a Benevento era finito ed ero diventato un peso. Quindi, preso atto di ciò, ho rinunciato a dei soldi (perché a Lecce guadagno anche meno al cospetto di Benevento) e sono venuto dove non sono un peso ed hanno un progetto serio ed importante improntato anche su di me. Con questo almeno ho chiarito il concetto”.

Ieri il calciatore, approfittando del giorno di riposo concesso da mister Liverani al termine del ritiro precampionato di Terminillo, è tornato in città. A chi lo ha incontrato, lungo il corso Garibaldi, ha confessato la sua amarezza per la fine di un idillio che sembrava destinato a essere eterno. Nonostante la delusione, l’attaccamento dello Zio per la città in cui ha conosciuto l’amore, è nato suo figlio e si è definitivamente consacrato come calciatore rimane immutato.

E pazienza se qualche “leone da tastiera” ha travalicato i confini della civile e legittima contestazione. In fondo, come disse Umberto Eco in una lectio magistralis tenuta all’università di Torino, nel giugno del 2015,  “i social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli”.

I veri sportivi, quelli che hanno eroicamente sostenuto il Benevento fino all’ultimo istante nella poco esaltante stagione d’esordio nella massima serie,  prima o poi smaltiranno la delusione per un addio vissuto con la stessa drammaticità di chi, all’improvviso, scopre di  essere stato tradito. E lui, Fabio Lucioni, probabilmente tornerà ad essere lo storico e indimenticabile capitano della fantastica epopea giallorossa dell’era Vigorito.

Cristian Galano, l’esterno ideale per il tridente d’attacco del Benevento

I tifosi del Benevento sicuramente ricorderanno la sfavillante prestazione di Cristian Galano in occasione dell’incontro Benevento-Bari del 24 febbraio 2017. Grazie alla sua doppietta, infatti, il Bari riuscì a espugnare lo stadio Ciro Vigorito ponendo fine all’imbattibilità interna dei giallorossi, che durava da oltre due anni.

Quella sera fu evidente la metamorfosi tattica subita dal “Robben Pugliese” grazie all’intuizione del tecnico Stefano Colantuono, subentrato a novembre al posto dell’esonerato Roberto Stellone. Il tecnico laziale, che ne aveva fermamente chiesto l’acquisto nel corso del mercato di riparazione, intuì subito che occorreva avvicinare Galano maggiormente alla porta avversaria per sfruttarne al meglio l’abilità nell’inserimento sotto porta, oltre che la straordinaria capacità di dribblare gli avversari.

Un’intuizione, quella di mister Colantuono, che ha consentito al furetto biancorosso di consacrarsi definitivamente e di mettere a segno 15 reti nello scorso campionato di Serie B (che non sono pochi per un esterno capace di adattarsi anche al ruolo di seconda punta) e numerevoli assist vincenti.

Galano in cuor suo ha sperato sino all’ultimo istante che potesse accadere il miracolo e che il Bari restasse in Serie B, ma dopo l’ufficializzazione del fallimento ha lasciato il ritiro trentino e si appresta ora a cedere alle lusinghe del direttore sportivo, Pasquale Foggia, e del presidente Oreste Vigorito. Il capoluogo sannita in fondo dista solo 200 chilometri dalla sua città d’azione e quasi la metà da Foggia, la città  in cui è nato e dove ritorna appena gli impegni calcistici glielo consentono. Un motivo in più, quindi, per scegliere di trasferirsi a Benevento.

Prima di trasferirsi ha voluto, però, salutare i suoi tifosi con un toccante messaggio su Instagram. Lui, che è stato sempre di poche parole, stavolta si è lasciato andare: “Oggi è un giorno brutto, un giorno triste per la città e la squadra in cui sono cresciuto e maturato. Bari, inizio della mia carriera, fatta di gioie e dolori… il dolore più grande è proprio qui, adesso. Dentro di me porterò per sempre tutti i momenti più belli e intensi vissuti qui, con voi. Spero di aver lasciato il segno nei vostri cuori così come voi lo avete lasciato nel mio”.

Un messaggio molto apprezzato anche dai tifosi del Benevento, pronti ad accoglierlo a braccia aperte. Con i suoi ubriacanti dribbling e la spiccata capacità realizzativa Cristian Galano rappresenterebbe l’esterno ideale nel tridente d’attacco immaginato da mister Bucchi. Insomma, un vero e proprio colpo di mercato.

 

IL VIDEO DI BENEVENTO – BARI:

La scommessa di Cy Goddard

E se la sorpresa della prossima stagione fosse proprio Cy Goddard, il ventunenne anglo-nipponico svincolatosi dagli Spurs? La sua prima apparizione sul manto erboso dello stadio Ciro Vigorito durante l’allenamento a porte aperte, prima della partenza per il ritiro di Cascia, non è sfuggita ai numerosi supporters giallorossi presenti in curva Sud.

Il talento certamente non gli manca se, come si racconta negli ambienti calcistici londinesi, il Tottenham ha tentato sino all’ultimo di convincerlo a firmare un contratto dopo le 38 presenze disputate quest’anno nelle fila della squadra Primavera (condite, tra l’altro, da 1 gol e 2 assist). Ma lui, l’inglesino che a 16 anni decise di rappresentare il Paese d’origine della madre, il Giappone, rifiutando le convocazioni delle nazionali giovanili inglesi, aveva ormai deciso di emigrare in Italia, convinto anche dalla lusinghe del direttore sportivo del Benevento, Pasquale Foggia.

Chissà che a influire sulla scelta di Goddard, finito per lungo tempo anche nel mirino del Borussia Dortmund, non sia stata proprio la storia del talentuoso Hidetoshi Nakata, il calciatore del Sol Levante 4 volte candidato al Pallone d’oro, che fu scoperto dal presidente del Perugia, Luciano Gaucci, vinse uno scudetto con la Roma di Capello e chiuse il suo percorso nelle file di Parma, Fiorentina e Bologna. Non a caso Nakata fu soprannominato il Beckham del Sol Levanteper la sua straordinaria somiglianza stilistica con la leggenda del calcio inglese transitata sul suolo italico nelle fila del Milan.

Tutti segni del destino che probabilmente, alla fine, hanno convinto Cy Goddard a scegliere l’Italia e il Benevento, squadra in cui spera di esplodere e ripetere la favola di Enrico Brignola.