Palermo e Foggia eviteranno la penalizzazione, ma restano gli interrogativi sul futuro

Il Palermo pagherà gli stipendi in scadenza lunedì (circa 3,9 milioni di euro) e la squadra potrà concludere il campionato senza altri condizionamenti o timori di penalizzazioni, perché gli ultimi due bimestri andranno versati a giugno a giochi fatti. Stesso discorso per il Foggia. Lunedì il club pagherà stipendi e contributi (circa 1,4 milioni di euro), spostando a fine campionato solo i premi per i calciatori. In questo modo anche i satanelli eviteranno un’ulteriore penalizzazione in classifica.

Gli interrogativi sul futuro

Scemate di colpo, quindi, le preoccupazioni dei tifosi del Palermo e del Foggia restano però tutti gli interrogativi sul futuro, come evidenzia oggi la Gazzetta dello Sport: “Se pagare gli stipendi diventa un’impresa titanica anche per chi staziona stabilmente ai piani alti della Serie B, se — come ha sussurrato ieri il presidente federale Gravina — anche in Serie A più di qualcuno presenta «bilanci con elementi di forte criticità», se ci ritroviamo puntualmente a indagare sull’origine di certi soggetti e sulla liceità, se non altro morale, di certe operazioni finanziarie che di fatto tengono in piedi la baracca, a cominciare dalle plusvalenze, vuol dire che il problema è molto più ampio, e più serio, di una doccia senza acqua calda. Il problema è in un sistema calcio che negli ultimi anni ha concepito regole di ingresso troppo morbide, paletti facilmente aggirabili, criteri di selezione che si sono rivelati del tutto inefficaci. Società sparite e valanghe di penalizzazioni producono, anche quest’anno, campionati falsati. Stipendi non pagati avvicinano tentazioni illecite. Buste sottobanco con cui tenere a bada le lamentele mortificano la dignità“.

La posizione di Gravina

Insomma, in gioco c’è la stessa credibilità dell’intero sistema calcio italiano. Lo sa bene il presidente federale Gabriele Gravina che ha iniziato la sua azione di governo proprio da qui, dalla necessità di imporre regole più severe e, soprattutto, più efficaci.

È un impegno gravoso, come rivela l’esigenza di questi giorni di
ritoccare le norme varate a dicembre, che forse non incidevano in profondità – sottolinea ancora la Gazzetta dello Sport -. Gravina è a capo della Figc soltanto da cinque mesi, ma ha guidato per tre anni la Lega Pro e ha condiviso molte delle scelte strategiche della gestione Tavecchio­-Uva. Saprà sicuramente quali errori non ripetere“. Non a caso ieri, intervenendo sulla questione del Palermo, ha detto: “Non siamo preoccupati ma in allerta. Seguiamo il caso, abbiamo saputo che il gruppo Mirri non ha esercitato l’opzione, vedremo cosa accadrà. Siamo in contatto con la Covisoc che ha recentemente fatto delle verifiche. Se non ci dovessero essere risvolti risolutivi, probabilmente adotteremo qualche provvedimento“.

Un monito a fare in fretta, insomma, perchè in gioco vi è – come detto in precedenza – la stessa credibilità dell’intero sistema calcio italiano.

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