C’è un dato che emerge in maniera inequivocabile in queste ore: neanche lo stop al calcio giocato determinato dall’emergenza Covid-19 è riuscito a fermare l’inarrestabile ascesa del Benevento che, grazie all’azione del presidente Oreste Vigorito, ha svolto un ruolo da protagonista anche durante la pandemia.
Già forte dei risultati ottenuti dalla sua squadra, il patron giallorosso si distinto in questi mesi di quarantena anche per la capacità di mediazione messa in campo all’interno della Lega di Serie B, e delle istituzioni calcistiche italiane più in generale.
Non è un caso, quindi, che ieri il direttore del Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni abbia deciso di riservargli due pagine d’intervista e il titolo d’apertura facendolo assurgere a simbolo della ribellione nei confronti dell’assurda deliberazione della Lega di Serie A.
Vigorito ha legittimamente rivendicato i diritti del Benevento con pacatezza, rigore e ricchezza d’argomenti marcando una netta differenza rispetto allo stile (si fa per dire…) dei tanti faccendieri che popolano attualmente il mondo del calcio. E non poteva essere diversamente perché Vigorito, al di là delle indiscusse capacità imprenditoriali, relazionali e culturali, ha dimostrato concretamente che anche al Sud e in una piccola realtà di provincia si può fare calcio a ottimi livelli organizzativi e soprattutto rispettando pienamente le regole, anche dal punto di vista del fair play finanziario. In un mondo popolato da famelici presidenti interessati soprattutto al proprio tornaconto personale il patron giallorosso rappresenta un’anomalia, un patrimonio da preservare.
Il calcio italiano non può infatti consentirsi l’eventuale disimpegno di un presidente così positivo in termini d’immagine, soprattutto in un momento in cui sta offrendo l’ennesimo spettacolo fatto di furberie, giochetti sottobanco e ricatti.
La riforma del sistema calcistico auspicata dal presidente della Figc Gabriele Gravina non può dunque prescindere dal rispetto del merito sportivo e dal contributo di presidenti come il patron giallorosso. Il Benevento la Serie A se l’è conquistata sul campo e una decisione che non tenesse conto di quest’aspetto rappresenterebbe una grave ingiustizia, un colpo mortale all’immagine del sistema e soprattutto un monito per quegli imprenditori che, animati da buone intenzioni, stanno meditando di entrare mondo del calcio.