Strana terra quella sannita. Mentre continua a crescere il numero dei disoccupati e sempre più giovani sono costretti a emigrare, il problema maggiore sembra essere divenuto quello della sicurezza. Almeno questa è l’impressione che si ricava leggendo le cronache dei giornali in queste ore. E così, in nome della suddetta sicurezza, si disseminano nuovi autovelox sul territorio provinciale, mentre non si fa nulla per migliorare la percorribilità delle strade.
Sempre in nome della suddetta sicurezza, burocrati divenuti improvvisamente zelanti stanno trasformando la questione dell’agibilità dello stadio Ciro Vigorito (e del parcheggio zona distinti) in una sorta di gioco dell’oca: ogni volta che l’ostacolo sembra che sia stato finalmente superato ecco che viene fuori un nuovo inghippo e si torna inevitabilmente al punto di partenza.
Eppure, una volta varcati gli angusti confini del Sannio, la sicurezza assume connotati assai diversi a secondo della maggiore o minore elasticità di chi è chiamato ad applicare le norme. E così, mentre altrove si continua a giocare in stadi praticamente fuorilegge, a Benevento è probabile che si arrivi un giorno a invocare addirittura l’intervento dei caschi blu dell’Onu per garantire la sicurezza degli spettatori.
Il tutto ovviamente dimenticando che, nell’anno in cui il Sannio è la capitale europea del vino, sarebbe stato più opportuno migliorare la viabilità (e magari spegnere gli autovelox già attivi per non respingere potenziali turisti) piuttosto che installarne altri, e soprattutto ignorando che il Benevento Calcio e i suoi pacifici tifosi negli ultimi anni sono stati un efficace e straordinario strumento di marketing territoriale piuttosto che un problema di ordine pubblico.