Esiguità della rosa? Per il diesse Pasquale Foggia il Benevento si è attrezzato al meglio

L’infortunio di Gabriele Moncini ha dato il via a un serrato dibattito tra i tifosi sulla presunta esiguità della rosa del Benevento. Una tesi assolutamente non condivisa dal diesse Pasquale Foggia che, ieri, in un’intervista al Corriere dello Sport, ha spiegato:

“Da centrocampo in su abbiamo due giocatori per ogni ruolo. Qualcuno ha obiettato che non abbiamo un sostituto per Schiattarella, io dico che possono giocare in quel ruolo Viola, Basit e lo stesso Dabo che in qualche circostanza lo ha già fatto. Forse in difesa c’è un’unità mancante, ma abbiamo Letizia e Maggio a destra, Glik, Caldirola e Tuia al centro e Foulon a sinistra, con Barba che può fare sia il centrale che l’esterno a sinistra. Dunque…”.

L’assenza di Moncini non creerà quindi grossi problemi perché c’è sempre Lapadula che, in teoria, sarebbe dovuto essere il titolare se non avesse saltato la preparazione estiva e non avvertisse ancora qualche postumo dell’infortunio alla caviglia patito lo scorso anno con la casacca del Lecce. Un centravanti che, ricordiamolo, lo scorso anno è andato in doppia cifra nella massima serie.

In ogni caso il ruolo di centravanti potrebbe essere ricoperto anche da Sau, che in quella posizione ha giocato spesso in carriera. A chi obietta che la squadra non avrebbe un centravanti di peso si può tranquillamente ricordare che lo stesso Caputo non ha un fisico da corazziere, eppure ha conquistato la Nazionale a suon di gol. E, poi, c’è sempre il giovane e promettente Di Serio a cui certo la forza fisica non difetta. Insomma, il Benevento potrà tranquillamente ovviare anche all’infortunio di Moncini senza risentirne più di tanto.  E a Franco Santo che gli faceva notare che poteva far comodo qualche under in più Pasquale Foggia ha così risposto:

“Bè, neanche quelli mancano: abbiamo Di Serio, Basit, Pastina, Masella, che è fortissimo, e Lucatelli, che ha solo 17 anni ma che diventerà un portiere di Serie A. Se poi parliamo di under già affermati, allora bisogna pensare a investimenti milionari che in questo momento sarebbero stati fuori luogo. Come struttura in due anni abbiamo fatto passi importanti”.

Un ragionamento improntato a un sano pragmatismo, insomma. A chi lamenta il mancato acquisto di un Llorente, ad esempio, bisognerebbe ricordare che il Benevento, a fronte dei mancati introiti derivanti dal Covid-19 (incassi, sponsorizzazioni, etc), deve comunque sostenere le maggiori spese derivanti dal protocollo adottato dalla Federcalcio d’intesa con il Ministero della Salute (tamponi, necessità di spazi maggiori nei ritiri, etc.).

E non traggano in inganno le enormi potenzialità economiche del presidente Oreste Vigorito perché i controlli sui bilanci sono diventati più stringenti proprio in conseguenza della crisi che ha investito il mondo del calcio in questi mesi. Basti pensare al controllo sulla sostenibilità economica dell’acquisto di un giocatore da parte della Federcalcio, senza il quale non si può perfezionare il trasferimento (eclatante in questo senso il caso di Smalling, che ha tenuto in ansia dirigenti e tifosi della Roma nel concitato finale del calciomercato).

Forse sarebbe anche il caso di ricordare dallo scorso gennaio, quando circolarono i nomi di Ibrahimovic e Mandzukic, il mondo è profondamente cambiato, non solo nel calcio, e che anche le cosiddette “sette sorelle” sono state costrette a fare i conti con la grave crisi economica in atto e non hanno potuto fare gli acquistati desiderati perchè bloccate dalla mancata cessione degli esuberi.

Insomma, in questa situazione il Benevento ha probabilmente fatto la migliore campagna acquisti possibile. La risposta la si potrà comunque avere solo nei prossimi mesi. E, poi, c’è sempre il mercato di riparazione di gennaio per correre eventualmente ai ripari. Stavolta di sicuro non saranno 4 i punti che il Benevento avrà rimediato alla fine del giorne d’andata.

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