Costruzione dal basso o rilancio lungo? Con l’arrivo di Gaich aumentano le soluzioni tattiche a disposizione di Inzaghi

Tra gli accorgimenti adottati dal Benevento contro la Sampdoria per migliorare l’impenetrabilità difensiva è emerso anche quello relativo al minor ricorso della costruzione da parte del portiere. Se n’è parlato anche nel post partita su Ottochannel con l’estremo difensore giallorosso Lorenzo Montipò, autore di un paio di interventi decisivi  e sicuramente tra i migliori in campo assieme a Gianluca Caprari e Riccardo Improta.

All’argomento oggi il Corriere dello Sport dedica un’intera pagina a firma di Alberto Polverosi. Emblematico il titolo del quotidiano romano: “La distruzione da dietro“. Polverosi ricorda che “il calcio del nuovo del nuovo decennio e il calcio del vecchio decennio (e anche del vecchio secolo) sono divisi dalla partenza geografica dell’azione. Se inizi a palleggiare dal portiere, dentro o al limite della tua area di rigore, allora appartieni al calcio d’oggi e soprattutto di domani, sei amante del bel gioco e hai un pensiero evoluto. Se invece il tuo portiere prende la palla e rilancia oltre la linea di metà campo allora sei vecchio e superato“.

Una sintesi perfetta di quei confronti filosofici (ricordate la diatriba tra giochisti e risultatisti?) che da sempre caratterizzano le discussioni calcistiche e che, in fondo in fondo, rappresentano uno di quegli ingredienti che fanno del calcio lo sport più amato dalla gente. Poi, come ricorda sempre il quotidiano romano, capitano giornate dove fioccano i gol presi partendo appunto dal basso e i critici di questo sistema di gioco appaiono meno paleolitici che in precedenza.

Ovviamente, come sempre, la verità sta nel mezzo: “Ci sono delle situazioni, dei momenti e degli atteggiamenti della squadra avversaria, in cui puoi iniziare a costruire dal fondo  – scrive sempre Polverosie altre in cui è preferibile il rilancio lungo“. Un aspetto che del resto conosce molto bene un tecnico come Pippo Inzaghi, che del pragmatismo ha fatto un marchio di fabbrica sia come calciatore che come allenatore.

Il problema, però, è che se non hai un lungagnone lì davanti sei costretto a rilanciare sulle fasce, dove l’intercetto degli avversari diventa meno pericoloso. Una soluzione quest’ultima che però è anche più difficile perchè c’è bisogno di maggiore precisione per evitare di regalare la rimessa agli avversari. Senza dimenticare che, al di là delle qualità balistiche del portiere, con il terreno scivoloso l’impresa diventa ancora più ardua, come ha legittimamente sottolineato lo stesso Montipò nel dopo partita.

Ecco perchè Inzaghi ha chiesto e ottenuto dalla società l’acquisto di un attaccante di notevole stazza fisica (in patria Adolfo Gaich è soprannominato el tanque). L’argentino è un elemento con caratteristiche completamente diverse dagli altri attaccanti presenti in rosa e, una volta in condizione, consentirà di poter ampliare (anche a gara in corso) il pacchetto di soluzioni a disposizione di SuperPippo, dei difensori e dello stesso Montipò (che, come si vede nella tabella, è tra i portieri che gioca maggiori palloni con i piedi) quando ci sarà bisogno di rinviare la sfera in avanti.

 

Tabella pubblicata dal Corriere dello Sport

 

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