Il Benevento può perdere Lorenzo Montipò nei play off

Il caso Palermo rischia di complicare maledettamente i piani della Lega di Serie B che, com’è noto, questo pomeriggio dovrà fissare le date definitive dei play off per l’accesso alla Serie A.

La scelta è, infatti, molto complicata perchè da un lato occorrerà evitare la sovrapposizione con le gare di Serie A poichè, a causa della mancanza di un numero sufficiente di arbitri, la Can di Serie B dovrà inevitabilmente chiedere aiuto alla Can di Serie A per gestire la tecnologia del Var; dall’altro bisognerà tener conto anche degli impegni delle Nazionali e degli Europei Under 21 che potrebbero costringere la Lega di Serie B a fissare la finale play off entro e non oltre il 2 giugno per non penalizzare le squadre che hanno in rosa giocatori nel giro delle Nazionali.

Il Benevento, ad esempio, potrebbe essere costretto a rinunciare al portiere Lorenzo Montipò se quest’ultimo dovesse vincere la concorrenza con Simone Scuffet ed essere convocato dal ct dell’Under 21 Di Biagio per gli Europei in programma quest’anno in Italia e a San Marino.

Il precedente del Bari

Un problema non di poco conto, quindi, soprattutto se il caso Palermo dovesse costringere la Lega a far slittare le date dei play off, così come accadde lo scorso anno per l’analoga situazione in cui venne a trovarsi il Bari.

L’eventuale slittamento della finale, tra l’altro, finirebbe per penalizzare anche i piani della squadra vincitrice dei play off, costretta a programmare in ritardo la nuova stagione. Un aspetto, quest’ultimo, sottolineato anche dal presidente del Frosinone Maurizio Stipe, nella lunga intervista rilasciata nei giorni scorsi al quotidiano Il Mattino.

 

Il Palermo verso la penalizzazione, si riapre la corsa alla promozione diretta?

Tutto in una notte. La sfida in programma questa sera allo stadio di Via del Mare tra il Lecce e la capolista Brescia potrebbe emettere il primo verdetto della stagione nella corsa alla promozione diretta in Serie A. La squadra di Corini ha tre punti di vantaggio sul Lecce e una gara in più da giocare, se  andasse a +6 potrebbe al massimo essere raggiunta dai giallorossi, che però sarebbero in svantaggio negli scontri diretti. Ma anche la squadra di Liverani è artefice del proprio destino. Per effetto del pareggio del Palermo, il Lecce sarebbe promosso se vincesse i restanti tre incontri con Brescia, Padova e Spezia. Il Benevento è, dunque, alla finestra.

Un’eventuale vittoria del Brescia potrebbe, infatti, riaprire anche il discorso della promozione diretta, soprattutto alla luce di quanto sta accadendo a Palermo dove, al di là della crisi tecnica che nemmeno l’avvento di Delio Rossi è riuscita a risolvere, incombe ora il rischio penalizzazione e commissariamento.

L’aspetto giudiziario

Venerdì prossimo, infatti, si terrà un’udienza presso la quinta sezione civile del Tribunale palermitano in merito alla procedura avviata dalla Procura Federale della Figc, che richiede dei provvedimenti nei confronti degli amministratori del club rosanero e dunque la loro revoca, con l’ipotesi del commissariamento per irregolarità gestionali. Come riportato ieri dal Giornale di Sicilia, “l’avvocato Stanghellini, legale della società, ha richiesto il rinvio dell’udienza di 15 giorni, ma sarà il Tribunale a decidere se concedere o meno questa proroga. Poco più di un mese fa, il procuratore federale Pecoraro ha incontrato i pm palermitani avanzando il sospetto di gravi irregolarità gestionali, proprio come fatto un anno prima col Cesena, per il quale è fu avviata una procedura ex art. 2409 del codice civile per richiedere la nomina di un commissario. Lo stesso Pecoraro nei mesi scorsi ha interrogato Giammarva e ha richiesto (senza successo) di poter ascoltare Zamparini, agli arresti domiciliari per l’inchiesta che lo vede accusato di riciclaggio, autoriciclaggio e falso in bilancio”.

Sia l’imprenditore friulano che il commercialista palermitano, inoltre, nei prossimi giorni dovrebbero essere oggetto di deferimento da parte della Procura Federale per le indagini condotte sui bilanci del Palermo Calcio relativi agli anni 2016, 2017 e 2018, con il club siciliano che sarebbe coinvolto per responsabilità diretta. Sempre secondo quanto riferito ieri dal Giornale di Sicilia e dalla Gazzetta dello Sport, tale deferimento al Tribunale Federale, in caso di accoglimento, potrebbe portare ad una seria penalizzazione nella classifica del torneo cadetto. La decisione potrebbe essere assunta il 10 maggio, ovvero il giorno prima del termine del campionato, e quindi la penalizzazione andrebbe applicata all’attuale campionato.

La cessione del club

Il club rosanero si trova dunque tra due fuochi sul fronte giudiziario e per questo motivo intende concludere in tempi brevissimi l’iter per la cessione definitiva delle quote dalla De Angeli (divenuta proprietaria dopo l’uscita di scena di Sport Capital Group) ad Arkus Network. Ma anche su quest’operazione, come sulle precedenti, incombono però molte ombre.

L’azionista di maggioranza risulterebbe essere infatti Stefano Pistilli, il quale detiene ben l’89,59% delle quote di Arkus tramite la Gepro Investments Partners Limited, una compagnia londinese della quale è entrato a far parte lo scorso 18 ottobre. Pistilli, sempre secondo quanto riportato dal Giornale di Sicilia, è però un personaggio molto discusso a causa dei forti legami e concreti con l’estrema destra italiana ed europea. Di qui, quindi, i timori della Federcalcio che vuole vederci chiaro perchè in ballo c’è la stessa credibilità del sistema calcio italiano su cui potrebbero inevitabilmente accendersi i riflettori dei media europei.

Uniti per conquistare la Serie A, Benevento pronto al rush finale

Come diceva Confucio, un’immagine vale più di mille parole. E quella del saluto tra il presidente Oreste Vigorito e Nicolas Viola immortalata l’altro ieri nell’Antistadio Carmelo Imbriani dall’ottimo Mario Taddeo, al pari delle altre pubblicate dal sito Ottopagine.it, ben immortalano il momento positivo che sta vivendo il Benevento.

Messo alle spalle il “marzo da horror che tagliato fuori la Strega dalla corsa alla promozione diretta, nel secondo tempo di Ascoli è scattato qualcosa. Di fronte al baratro della quarta sconfitta di fila, gli uomini di Cristian Bucchi hanno deciso di scacciare via i fantasmi e di riprendere in mano il proprio destino.

Nicolas Viola

Il camaleontico cambio di modulo (4-3-1-2 o 4-4-2) e l’apporto di due pedine fino a quel momento impalpabili, come Del Pinto e Armenteros, hanno consenito alla squadra di rilanciare due uomini fondamentali come Nicolas Viola e Massimo Coda. Il regista calabrese, ritrovata una conidizone fisica ottimale e rinfrancato dalla presenza al suo fianco di Anema e core Del Pinto, ha finalmente ripreso in mano le redini del gioco e sfoderato prestazioni superlative condite anche dalla trasformazione di 4 penalty in 3 partite.

Massimo Coda

L’Hispanico, che invece di rigori in precedenza ne aveva sbagliato ben 3, è improvvisamente rifiorito grazie alla presenza del nuovo di compagno di reparto Samuel Armenteros. Non più costretto a dimenarsi in solitudine contro i centrali difensivi avversari (a Livorno ne erano ben tre!), Massimo Coda ha riacquistato lucidità ed è tornato a segnare gol pesanti, soprattutto in trasferta, realizzando a Verona la prima tripletta della sua carriera.

Federico Ricci

Ma ci sono anche due altri giocatori che hanno dato un contributo importante dopo la svolta di Ascoli: Federico Ricci e Christian Maggio. Il primo a gennaio era stato sul punto di partire, ma poi aveva deciso di rimanere grazie alle rassicurazioni ricevute dal tecnico circa un maggiore utilizzo. E lo spazio il gemello di Matteo dello Spezia se l’è conquistato sul campo a suon di guizzi ed eccellenti prestazioni. Si è persino adattato al ruolo di esterno di centrocampo, spazzando via per il momento anche la concorrenza del pur scalpitante Roberto Insigne Un giocatore quest’ultimo che, va ricordato, nel corso della stagione ha confezionato 10 assist (che hanno fruttato ben 22 punti) e segnato 6 reti.

Christian Maggio

Christian Maggio, dopo aver risolto i problemi muscolari che lo hanno tormentato per gran parte della stagione, ha reagito alla sua maniera  mettendosi definitivamente alle spalle anche la mini contestazione subita contro il Carpi. A Verona ha probabilmente disputato la migliore prestaziona in assoluto con la maglia giallorossa e soprattutto ha onorato la fascia di capitano dimostrandosi un vero leader in campo.

Il patto per la A

Tutti ingredienti che, aggiunti alla ritrovata compatezza, hanno ridato speranza alla tifoseria, accorsa in massa l’altro ieri all’antistadio per assistere all’allenamento a porte aperte. Un segnale importante, al pari della presenza del patron giallorosso che, da buon padre di famiglia, ha voluto testimoniare la sua vicinanza alla squadra nel momento decisivo della stagione.

E l’immagine della stretta di mano tra Vigorito e Viola raffigura metaforicamente una sorta di patto tra il presidente, l’allenatore e i calciatori per il raggiungimento dell’agognato traguardo della promozione in Serie A. Da qui ai play off mancano, però, ancora quattro turni di campionato, un periodo durante il quale la squadra dovrà rafforzare l’aspetto mentale in vista del rush finale. Un mese in cui occorrerà lanciare un segnale forte anche alle future avversarie, iniziando da stasera contro il Cosenza. Il Benevento c’è e vuole assolutamente conquistare la promozione.

La rinascita di Massimo Coda è targata Samuel Armenteros

A gennaio dello scorso anno Massimo Coda aveva deciso di lasciare il Sannio. Con l’addio di Baroni era infatti tristemente scivolato ai margini della squadra. Il suo agente, Beppe Galli, intervistato da TMW, aveva preparato il terreno scagliandosi contro il nuovo tecnico: “De Zerbi gli dice di essere un giocatore da alta classifica, di essere uno da top club e poi… Poi non lo fa giocare. Lo ignora. Non lo capisco. De Zerbi potrebbe non dirgli certe cose, se poi deve tenerlo come quarto attaccante. In B molti club lo stimano.  Massimo se ne andrà“.

Poi De Zerbi, prima della chiusura del mercato, cambiò idea e gli concesse due occasioni che l’Hispanico sfruttò al meglio realizzando tre gol in due partite contro Chievo e Sampdoria. “E ora non parto più, ovvio – spiegò l’attacante di Cava dei Tirreni al quotidiano la Repubblica all’indomani delle due superbe prestazioni-. Il calcio è strano. Ero sicuro di andarmene, quando De Zerbi mi ha dato un’altra possibilità. Sono uno che lavora tanto per la squadra. Prendo botte, presso l’avversario, torno a difendere. Chi mi vede giocare lo sa. Magari sotto porta arrivo stanco, poco lucido. Ma sapeste come brucia, per un attaccante, essere giudicato solo dal numero di gol. Che poi io neanche volevo fare il centravanti: ero un centrocampista, ma proprio perché segnavo tanto gli allenatori mi hanno spostato in avanti. Trequartista, seconda punta, poi punta centrale”.

Il cucchiaio dell’andata

Anche quest’anno, nonostante i tanti gol messi a segno, è finito nel mirino di una parte della tifoseria e il tecnico Cristian Bucchi ha tentato di pungolarlo in mille modi, definendolo scherzosamente persino “testa di cazzo”. Una definizione tornata prepotentemente alla ribalta un girone fa quando, era il 9 dicembre, Coda sciupò maldestramente con un cucchiaio il rigore del possibile pareggio contro il Verona al Ciro Vigorito.

Ma Massimo Coda non è il tipo da arrendersi. Ha continuato a battersi come un leone, ha ignorato i fischi del pubblico e soprattutto ha continuato a segnare: una rete ad Ascoli, un’altra a Perugia e ieri a Verona una tripletta, la prima in carriera, messa a segno proprio contro la squadra che gli aveva splancato le porte dell’inferno, l’Hellas Verona.

Il bottino stagionale

Il suo bottino stagionale è ora di 18 reti, il massimo in carriera L’obiettivo che si era posto a inizio stagione, ovvero quello di superare quota 20, è ormai ad un passo dall’essere raggiunto, e poi ora c’è Samuel Armenteros al suo fianco e non è più solo a lottare contro le difese avversarie. Grazie alla fisicità e profondità dell’attaccante svedese, Coda è dunque tornato a volare al… Massimo! E non è finita, perchè fino al termine della regolar season mancano ancora quattro gare e poi ci saranno anche i play off.

Insomma, l’Ispanico è pronto a lasciare il segno nel cuore dei tifosi giallorossi ed è anche consapevole che per farlo dovrà contribuire a suon di gol al raggiungimento dell’agognato traguardo della promozione in Serie A. Ma ora c’è il caraibico Samuel al suo fianco e nessun traguardo è precluso, anche perchè calcisticamente i due parlano la stessa lingua.

Il futuro passa dal Bentegodi, la Strega a caccia di certezze

Vincere e soprattutto convincere, anche a costo di prendersi qualche rischio: è questo l’imperativo con cui questo pomeriggio alle ore 15 il Benevento si appresta ad affrontare l’insidiosa gara del Bentegodi contro l’Hellas Verona.

Il tecnico Bucchi è stato molto chiaro alla vigilia: “Abbiamo raggiunto un ottimo livello psicofisico e anche di qualità. La gara contro i rosanero ci ha dato la consapevolezza che siamo sulla strada giusta. In questo momento ci stiamo giocando la Serie A e potremmo raggiungerla anche attraverso i playoff. Ma prima pensiamo a chiudere bene questa cinquina di partite cominciando a battere il Verona, perché è nelle nostre corde“.

La formazione che scenderà in campo sarà più o meno la stessa che ha affrontato il Palermo nello scorso turno di campionato. Una novità potrebbe esserci in difesa dove, secondo Bucchi, non è nemmeno da escludere la presenza di Letizia al posto di Maggio: “Letizia può tranquillamente giocare nella linea a quattro con Improta dall’altra parte. Il problema non è quanti giocatori offensivi metti ma in che modo questi sono in grado di attaccare“.

A centrocampo c’è, poi, l’ipotesi Tello al posto di Bandinelli o Del Pinto ma occhio anche a Buonaiuto che, ha ricordato sempre l’allenatore, “ha già fatto la mezzala col Carpi nel  modulo a quattro, quindi può giocare anche in un assetto più spregiudicato».

Meno probabile appare, invece, al momento appare l’impiego dal primo minuto dello scalpitante Roberto Insigne che pure, nel corso della settimana, è apparso in splendida forma. Armenteros, al di là delle prestazioni, si sta rivelando molto utile al fianco di Coda, soprattutto nell’alleggerire la pressione dei difensori centrali avversari sul compagno. Difficile, quindi, che il tecnico se ne privi.

Più probabile, invece, che Insigne possa agire come trequartista. In questo caso il sacrificato sarebbe Ricci che, però, dalla sua può vantare una serie di prestazioni vincenti. Di sicuro c’è solo che Robertinho difficilmente resterà seduto in panchina per tutta la gara.

Al di là degli uomini che scenderanno in campo, l’unica certezza è che sarà un Benevento decisamente votato all’attacco. Il tempo dei tatticismi è alle spalle, ora è tempo di vincere e convincere perchè, come ha ribadito l’allenatore, “più che la posizione finale in classifica, conta arrivare nelle migliori condizioni ai playoff, sial dal punto di vista fisico che soprattutto mentale“. E una vittoria al Benetgodi, sul campo di una diretta concorrente, sicuramente rafforzerebbe l’autostima della squadra in vista del rush finale di stagione.

Insigne e Letizia scalpitano per rientrare, Bucchi indeciso se schierarli dall’inizio

Squadra che vince non si cambia. Una regola, quest’ultima, che in genere si applica anche quando la squadra pur non vincendo convince, proprio com’è accaduto al Benevento domenica scorsa contro il Palermo. Eppure, nonostante ciò, c’è un dubbio che continua ad assillare Cristian Bucchi in vista della trasferta del Bentegodi di lunedì in Albis: rinunciare ancora agli “scugnizzi” Gaetano Letizia e Roberto Insigne confermando in blocco la formazione schierata inizialmente contro i siciliani, o provare a sfruttare la gran voglia di rientrare dei due calciatori napoletani?

Dubbio, tra l’altro, rafforzato anche dal momento di forma che sta attraversando il fratello minore di Lorenzinho, che sembra aver messo definitivamente alle spalle il periodo di leggero appannamento accusato durante il mese di marzo: domenica scorsa, quand’è entrato a partita in corso, ha infatti confezionato il decimo assist stagionale. Un dato molto importante sopratutto se si pensa che quasi sempre i suoi passaggi per i compagni andati a segno hanno portato in dote punti pesanti. Solo contro il Palermo e lo Spezia all’andata gli assist del prodotto del settore giovanile del Napoli non hanno infatti portato i frutti sperati. Negli altri otto casi gli assist hanno invece contribuito a fruttare ben 22 punti (7 vittorie e un pari a Lecce) sui 50 totali conquistati dal Benevento. Tra l’altro, nella speciale classifica degli assist man solo Ledia Memushaj del Pescara, Aleksandar Trajkovski del Palermo e David Okereke dello Spezia hano sin qui fatto meglio del talento di Frattamaggiore.

E che dire, poi, dello “scugnizzo” di Scampia Gaetano Letizia che, infortunatosi alla caviglia durante la trasferta di Ascoli, si è poi ritrovato in panchina contro il Palermo, nonostante avesse completamente recuperato dal malanno patito contro il Picchio? La fascia destra è, infatti, tornata ad essere ad appannaggio di un ritrovato Christian Maggio (che si è anche ripreso la fascia di capitano precedentemente affidata proprio a Letizia), mentre sull’altra corsia si è prepotentemente insediato lo “scugnizzo” di Pozzuoli Gaetano Improta che, grazie alla geniale intuizione di Cristiano Bucchi, si è improvvisamente trasformato in un eccellente difensore.

Lo stato di forma di Insigne e Letizia

Di qui i dubbi del tecnico giallorosso, rafforzati anche dalla vivacità mostrata ieri durante l’allenamento a porte aperte dai due giocatori napoletani: Letizia è tornato ad essere il moto perpetuo di sempre sulla fascia sinistra, mentre Robertinho ha strappato applausi a scena aperta infilando un gran gol nel sette della porta difesa da Ghigo Gori.

L’impiego di Frecciarossa comporterebbe, però, la necessità di spostare in avanti Improta. E a questo punto la domanda sorge spontanea: al posto di chi e in quale posizione, visto che il nuovo modulo continua a non prevedere l’utilizzo di esterni di centrocampo o d’attacco? Lo stesso discorso vale per Insigne, visto lo straordinario momento di forma del ritrovato Federico Ricci, o l’importanza tattica assunta da Samuel Armenteros, che com’è noto ha sgravato Coda dal sostenere da solo il peso dell’attacco.

Insomma, una brutta gatta da pelare per il tecnico giallorosso che sicuramente aveva meno problemi quando la rosa extralarge del Benevento era ridotta al minimo a causa dei numerosi infortuni. Ora, invece, l’abbondanza paradossalmente rende le cose più difficili e Bucchi non può non tener conto dello stato di grazia e dell’importanza dei due “scugnizzi” napoletani. Giocatori che, oltretutto, in Serie B notoriamente sono in grado di fare la differenza. Ecco perchè l’allenatore scioglierà gli ultimi dubbi solo quando occorrerà presentare la distinta della gara, anche perchè la sfida contro l’Hellas Verona sarà di fondamentale importanza per il futuro della Strega e non sono amessi errori.