Montipò a Pisa evita la sconfitta ma restano i dubbi sulla completezza della rosa

Ci sono episodi che possono cambiare il corso di una stagione e il rigore parato ieri da Lorenzo Montipò nei minuti finali della gara di Pisa sicuramente rende la situazione meno difficile per il tecnico Pippo Inzaghi. E’ facile immaginare, infatti, cosa avrebbe potuto rappresentare per l’ambiente giallorosso l’eventuale seconda sconfitta consecutiva in una gara ufficiale. Al di là del risultato, comunque positivo perchè a Pisa molte squadre faticheranno contro la fisicità e corsa dei nerazzurri di D’Angelo, restano alcuni aspetti su cui riflettere.

Il Benevento ha sicuramente faticato meno rispetto al passato nell’affrontare il 3-5-2 adottato nel secondo tempo dai toscani. La squadra è apparsa complessivamente migliorata anche dal punto di vista temperamentale rispetto alla scorsa stagione. Ha sofferto solo nei minuti finali quando ha denotato una condizione fisica non ancora ottimale (vedi i crampi di Schiattarella). Sau, ad esempio, nonostante uno stato di forma ancora lontano dalla sufficienza, ha lasciato comunque intuire l’importanza che potrà avere nel corso della stagione come spalla di Coda nei fraseggi al limite dell’area, così come Schiattarella ha confermato di essere quel leader che è mancato lo scorso anno nei momenti decisivi.

La formula del doppio play, però, al momento non offre le opportune garanzie in fase di copertura e ieri Inzaghi con molto pragmatismo ha rinunciato al quarto attaccante per dare maggiore densità al centrocampo impiegando Tello come finta ala. Sicuramente è da valutare, quindi, in questi ultimi giorni di mercato la possibilità di acquistare un altro centrocampista di corsa e sostanza.

Allo stesso modo bisogna valutare anche l’eventuale acquisto di un terzino affidabile. Gyamfy anche ieri è apparsa incerto e poco propositivo in fase di costruzione. Maggio per età e ricorrenti problematiche fisiche necessita di un adeguato sostituto, così come occorre individuare un’alternativa a Letizia a sinistra in attesa che il promettente Rillo maturi. Ideale sarebbe, quindi, l’acquisto un laterale difensivo in grado di disimpegnarsi su entrambe le fasce.

L’ultimo dubbio riguarda poi il pacchetto di centrali difensivi. Caldirola resta una garanzia assoluta per la categoria, Volta un’ottima alternativa, ma manca un centrale difensivo veloce in grado di contrastare le ripartenze a campo aperto. Una necessità rafforzata dalla fragilità fisica di Antei e Tuia (ieri nemmeno convocato), sempre alle prese con problemi muscolari.

Insomma, a poco più di una settimana dalla chiusura del mercato, e soprattutto alla luce di quanto visto finora, occorre fare una seria riflessione sulla necessità di rafforzare una rosa che al momento appare ancora incompleta in alcuni ruoli.

 

I tormenti di Super Pippo alla vigilia dell’esordio di Pisa

Al di degli schemi e degli uomini utilizzati, per Pippo Inzaghi il principale obiettivo da perseguire resta quello dell’equilibrio. Quell’equilibrio che, ricordiamolo, lo scorso anno sfuggiva sempre di mano al predecessore Cristian Bucchi proprio nel momento in cui sembrava che l’avesse agguantato.

Il 4-4-2 prediletto in questo momento da Super Pippo, il 4-3-1-2 di scorta, il 4-3-3 e 3-5-2 adottati lo scorso anno da Bucchi sono infatti schemi che si prestano a varie interpretazioni a secondo dei giocatori utilizzati o della posizione in cui quest’ultimi vengono schierati in campo. Alla fine a determinare la riuscita o meno del disegno tattico è però l’equilibrio, quello che generalmente porta alla vittoria.

La partita di Coppa Italia con il Monza (e anche la successiva amichevole di Vasto) ha dimostrato che, nonostante l’evidente crescita della squadra sul piano caratteriale (grazie al certosino lavoro mentale del tecnico e alla personalità dei nuovi arrivati), il Benevento sembra non aver cancellato i problemi di equilibrio emersi drammaticamente la scorsa stagione.

Inzaghi, al pari del suo predecessore Bucchi, predilige il pressing alto. Quando gli avversari riconquistano il pallone i suoi giocatori, anzichè gli avversari, devono guardare il pallone nel tentativo di riconquistarlo subito, impedendo lo sviluppo del gioco, l’uscita palla al piede dalla difesa. Quest’impostazione richiede ovviamente un baricentro molto alto e diventa rischioso quando gli avversari riescono a superare il primo pressing poichè costringe a difendere a campo aperto. Il rischio ovviamente aumenta quando i meccanismi difensivi non sono perfettamente oleati e soprattutto quando gli esterni di centrocampo sono delle ali piuttosto che dei giocatori capaci di coprire tutta la fascia e in grado di accentrarsi quando il gioco si sviluppa sulla fascia opposta. In fondo il problema dell’equilibrio è in gran parte racchiuso in questo aspetto, oltre che nella velocità dei centrocampisti e difensori centrali.

Di qui i timori di molti tifosi alla vigilia della gara di venerdì sera a Pisa che, com’è noto, darà il via ufficialmente al campionato di Serie B. La domanda ricorrente è questa: i calciatori attualmente in rosa sono in grado di attuare questa tattica? Oppure ci si chiede: non è forse il caso di inserire giocatori meno offensivi nel ruolo di esterni di centrocampo in modo da garantire un maggiore supporto difensivo ai due playmaker?

Il futuro del Benevento di Pippo Inzaghi ruota dunque tutto attorno a questo aspetto, quello dell’equilibrio, anche perchè una falsa partenza farebbe inevitabilmente riaffiorare gli spettri della passata stagione e rischierebbe di cancellare quanto di buono fatto sinora. Super Pippo ne è consapevole e per questo motivo sta valutando attentamente tutti gli aspetti assieme ai componenti del suo staff. Pisa rappresenta il primo bivio della stagione e non è quindi più tempo di esperimenti.