Evitata la penalizzazione, il Palermo è ora alla disperata ricerca di nuovi soci

“Abbiamo pagato gli stipendi. I bonifici sono partiti. È tutto fatto. Abbiamo avvertito la Covisoc in giornata, poi faranno le loro verifiche“. Queste le parole pronunciate nel pomeriggio, in conferenza stampa, dal presidente del Palermo, Rino Foschi, che ha anche fatto il punto sulla situazione del club rosanero, raccontando le fasi della trattativa con la Damir, la società che ha comprato alcuni spazi pubblicitari per i prossimi quattro anni e che, versando 2,8 milioni nelle casse del Palermo, ha permesso il pagamento degli stipendi, scongiurando così il rischio della penalizzazione in classifica.

Palermo Calcio salvo a questo punto? No, per ora è stata solo scongiurata la possibile penalizzazione in classifica. Occorre, infatti, trovare al più presto dei possibili acquirenti che rilevino le quote societarie (ovvero i debiti) prima che scatti il prossimo termine entro cui pagare tutti gli emolumenti nonché le ritenute Irpef, i contributi Enpals e Fondo Fine Carriera dovuti. Insomma, quella dei rosanero continua a essere una corsa ad handicap anche perchè non sarà facile trovare nuovi soci, nonostante le voci riportate oggi dal Giornale di Sicilia secondo cui “a rilevare nei prossimi giorni l’intero pacchetto azionario ci sarebbe Enrico Preziosi“.

La vicenda del marchio

Non bisogna dimenticare infatti che, come ha ricordato qualche tempo fa da il Sole 24 Ore, “il giocatore decisivo che ha consentito di tenere in equilibrio il bilancio del Palermo Calcio negli ultimi anni è stato il marchio. Il proprietario del club Maurizio Zamparini ha utilizzato il marchio in tre occasioni per fare operazioni di cessione e far emergere plusvalenze, la prima volta il 6 novembre 2006, la seconda il 26 giugno 2014, l’ultima il 30 giugno 2016. In questo modo sono state iscritte nei bilanci in vari anni circa 70 milioni di euro di plusvalenze. Ma il marchio non è mai uscito dalla disponibilità di Zamparini“.

Le inchieste giudiziarie

Secondo la Procura di Palermo, che in passato aveva chiesto il fallimento della società di calcio, la vendita del marchio è fittizia, il valore è stato gonfiato e i bilanci sono falsati. La Procura di Caltanissetta, a sua volta, ha da tempo avviato un’indagine per corruzione, abuso d’ufficio e rivelazione di notizie riservate. Secondo la Procura nissena la decisione con la quale il Tribunale del capoluogo di regione rigettò l’istanza di fallimento sarebbe stata infatti pilotata. Per questo motivo la stessa Procura lo scorso mese di novembre “ha disposto come misura cautelare l’interdizione dall’attività per un anno del giudice Giuseppe Sidoti, della sezione fallimentare di Palermo, e del commercialista Giovanni Giammarva, ex presidente del Palermo scelto da Zamparini“. Inoltre, sempre secondo quanto riportato da il Sole 24 Ore, esiste anche una seconda inchiesta penale, per riciclaggio e falso in bilancio.

Le difficoltà

Di qui le difficoltà prima di Zamparini, tuttora agli arresti domiciliari a seguito del provvedimento della Cassazione dello scorso 25 gennaio, e ora del pur volenteroso Foschi a trovare qualcuno disposto a rilevare il club accollandosi una situazione tanto ingarbugliata e rischiosa. Ecco perchè la vicenda non si è certamente conclusa con il pagamento degli stipendi e rischia comunque di condizionare ancora il campionato di Serie B e lo stesso futuro del Palermo Calcio.