Raggiunta l’intesa con il Pescara per Masciangelo, spunta la new entry Del Prato per la difesa

Il Benevento ha finalmente raggiunto l’intesa con il Pescara per l’acquisto del terzino Edoardo Masciangelo. Il prodotto del vivaio della Roma sarà oggi nel capoluogo sannita per sottoporsi alle visite mediche di rito, firmare il contratto che lo legherà ai giallorossi e poi dirigersi a Cascia. Nel pomeriggio raggiungeranno il ritiro in terra umbra anche Kamil Glik, Artur Ionita e il neoacquisto Salvatore Elia, che ieri ha sostenuto le visite mediche in città.

Il difensore polacco, promesso sposo all’Udinese, spera di lasciare presto il ritiro (la trattativa con i friuliani è in stand by), mentre il moldavo Artur Ionita inizialmente parteciperà alla sola parte atletica (ancora non ha del tutto recuperato dall’infortunio patito nel finale della scorsa stagione). Il tecnico Fabio Caserta spera di trattenerlo confidando sulla possibilità che il centrocampista  accetti un prolungamento di contratto a cifre decisamente inferiori rispetto a quelle attuali.

Intanto, in attesa di poter affondare il colpo Canotto (si attenda la decisione del Collegio di Garanzia del Coni in merito al ricorso del Chievo Verona), il Benevento ha decisamente virato su un altro prodotto del vivaio dell’Atalanta. Si tratta del difensore Enrico Del Prato, titolare della Nazionale Under 21. Anche in questo caso, come per Elia, si tratterebbe di un prestito con diritto di riscatto e diritto di controriscatto a favore della società orobica.

Ionita decisivo, Glik direttore, Gervinho non corre più

Ionita

Ionita: onesto lavoro sporco nel primo tempo, modesto inizio ripresa. Poi, al minuto 66, trova il tempo dell’inserimento su un calcio d’angolo e insacca una palla che se non decisiva per la salvezza, lo è per il match. Impossibile non perdonargli tutto e non assegnargli la palma del migliore in campo.

Glik: sblocca il match su assist del compagno di reparto Barba e illude i sanniti. Concentrato e diligente. Deve aver ripassato il manuale di regia difensiva durante la sosta forzata per squalifica e quelle per nazionali. Ed è tutta un’altra musica, almeno fino a quando il Parma non passa a tre in attacco e la fatica si fa sentire.

Hetemaj: solita partita di abnegazione e sagacia. Ha anche il merito di piazzare con precisione millimetrica la palla sulla testa di Barba cui non rimane che metterla per il gol di Glik. Affidabile e inossidabile.

Kurtic: il suo innesto cambia l’inerzia della partita. Tira, ritira e segna. È il più volenteroso dei suoi. Non cede mai.

Man: il più pericoloso degli avanti parmigiani. Agguanta sul finire un pareggio sostanzialmente inutile per il suoi.

Montipò: alterna buone parate a voli pindarici e respinte che sono assist per gli avversari. Inaffidabile.

Gervinho: un tempo ingranava la quarta e sfrecciava. Ora non ha il tempo di mettere la freccia che lo fermano. Mai pericoloso. Dovrebbe essere uno spauracchio. Non se lo fila nessuno.

Brugman: non copre e non imposta. Quando non sbaglia il passaggio, sbaglia la scelta. Devastante. Per i suoi. Non rientra nella ripresa.

Laurini: falloso, nevrotico, inconcludente. Non supera mai il diretto avversario e non copre. Resta negli spogliatoi con il compagno di cui al punto precedente.

Partita: una delle più brutte viste quest’anno in serie A. Alta la posta in gioco, ma…

L’importanza tattica di Artur Ionita e il grande sogno di Aldolfo Gaich: esordire nello stadio intitolato al Pibe de Oro

Il Corriere dello Sport si sofferma oggi sul sogno di Adolfo Gaich di esordire con la maglia giallorossa nello stadio che ospitò le gesta di Diego Armando Maradona: “Come accade sempre più spesso nel Benevento, i nuovi arrivati non avvertono alcun disagio: il gruppo è granitico, il tecnico sembra uno di loro, la città è accogliente“.

Gaich – scrive Franco Santo – ha raccolto tutte le emozioni provate al suo arrivo in giallorosso al canale televisivo argentino TyC Sports: “Qui è tutto da dieci: la città, i compagni, la società, il mister Inzaghi. Mi ha detto che potrebbe sbagliarsi su qualsiasi ruolo, ma mai su un centravanti“.

Il giovane talento argentino sente che il momento dell’esordio si avvicina: “Non vedo l’ora. Sono venuto via da Mosca per questo. Lì non ho avuto molto spazio, in Italia vorrei avere la possibilità di giocare di più e farmi notare“.

E quale occasione migliore per farlo se non nello stadio dedicato al Pibe de Oro e nel quale Carmelo Imbriani (di cui ha voluto il numero di maglia) mosse i primi passi da calciatore di Serie A?

Il Mattino, invece, si sofferma sull’importanza tattica di Artur Ionita, l’uomo chiave di Pippo Inzaghi in grado di abbinare struttura fisica e intelligenza tattica: “Ionita tra le linee – scrive Luigi Trusioha molteplici mansioni: primo pressing, densità sulla trequarti, interdizione, incursioni e, in ultimo, pulizia dei palloni sporchi. Un ruolo fondamentale, che non è solo di raccordo tra i reparti, e per il quale occorrono abnegazione, luciditò e flessibilità. Un lavoraccio che casomai non balza all’occhio, ma è maldettamente importante nell’economica del gioco di Inzaghi“.

Ragione per cui – conclude il Mattino – il tecnico giallorosso sembra orientato a riconfermarlo da falso rifinitore anche nel derby di domenica prossima contro il Napoli.

Il Benevento riapre l’infermeria: due settimane di stop per Riccardo Improta e nuovi problemi per Iago Falque

Proprio nel momento in cui sembrava che l’infermeria dovesse svuotarsi (con il solo Letizia fermo ai box ma ormai in via di guarigione), ecco che si registrano due nuovi stop. Come rifersice questa mattina Luigi Trusio sul Mattino, “a inizio settimana si è fermato Improta (assente sia ieri che mercoledì), che Inzaghi perde per le prossime due settimane, mentre ha accusato un fastidio anche Iago Falque, assente nella seduta di ieri“.

Di conseguenza Inzaghi aspetterà domenica mattina per sciogliere gli ultimi dubbi di formazione, soprattutto per quanto riguarda il ruolo di mezza punta destra. Se Iago Falque non dovesse recuperare, se la giocano Insigne e Ionita. Quest’ultimo, infatti, assicurerebbe un maggiore equilibrio tattico rispetto all’attaccante napoletano e, nello stesso tempo, consnetirebbe di lasciare invariato il centrocampo rispetto a Bologna con il trio delle meraviglie (composto da Viola, Schiattarella ed Hetemaj) nuovamente in campo dal primo minuto.

Hetemaj, Barba e Improta hanno trasformato il Benevento: da peggiore a migliore difesa della Serie A

20 gol subiti dopo 7 giornate (e peggior difesa della Serie A), un solo gol subito nelle ultime 3 partite (con 2 clean sheet esterni consecutivi e la miglior difesa degli ultimi tre turni di campionato). E’ racchiusa in questi numeri la svolta del Benevento dopo il clamoroso ko interno subito ad opera dello Spezia, il quarto consecutivo in campionato.

Una svolta iniziata a Firenze e coincisa con il passaggio a un assetto tattico più prudente e l’ingresso in pianta stabile tra i titolari di tre giocatori rivelatisi determinanti: Perparim Hetemaj, Federico Barba e Riccardo Improta.

Il centrocampista finnico-kossovaro, a dispetto dell’età (compirà 34 anni il 12 dicembre), è tuttora un motorino inesauribile, una vera e propria diga davanti alla difesa. All’inizio Inzaghi lo aveva utilizzato poco per dare spazio ai nuovi arrivati Artur Ionita e Bryan Dabo, un concentrato di muscoli, corsa e soprattutto stazza fisica. Una sorta di casting per comprendere meglio le caratteristiche e l’adattabilità dei due nuovi acquisti, vista la mancanza di amichevoli estive in questa tribolata stagione pandemica.

Per il difensore ex Chievo, Sporting Gijón, Empoli, Real Valladolid e Stoccarda la prima parte della stagione è stata pesantemente condizionata dai problemi muscolari. La sosta per le Nazionali è stata una sorta di toccasana e il suo ritorno tra gli arruolabili è stato determinante per registrare i meccanismi difensivi, anche in virtù della sua poliedricità (potendo il calciatore romano ricoprire indifferentemente sia il ruolo di esterno che quello di centrale).

Ma la vera sorpresa delle ultime giornate è rappresentata dall’esplosione di Riccardo Improta, il tuttocampista per eccellenza che molti (a torto) ritenevano non all’altezza della Serie A. E invece proprio il calciatore di Pozzuoli, grazie alla felice intuizione di SuperPippo, è diventato un elemento cardine del centrocampo del Benevento per la sua capacità di imprimere improvvise accelerazioni nella fase offensiva e di effettuare veloci recuperi e raddoppi di marcatura nelle transizioni difensive. In pratica un jolly instancabile.

Tre giocatori della vecchia guardia, insomma, che hanno consentito alla squadra giallorossa di ritrovare quella pragmaticità, compattezza e impenetrabilità difensiva che, lo scorso anno, avevano contraddistinto la storica cavalcata della Strega in Serie B.

Ingressi importanti che, assieme alla migliore condizione fisica dei nuovi acquisti Glik, Ionita e Lapadula e al ritorno a un assetto tattico più prudente, consentono ora al Benevento di guardare al futuro con crescente ottimismo.