Quella volta che ‘ndrangheta e Gea “condizionarono” la semifinale tra Crotone e Benevento

Le sfide tra Benevento e Crotone non sono mai state banali. Alle partite con i pitagorici sono, tra l’altro, legati anche alcuni dei più brutti ricordi della storia del calcio sannita: basti pensare allo spareggio playoff per la promozione in serie C1 che andò in scena il 14 giugno 1998 allo stadio Via del Mare di Lecce, oppure al gol di Calil allo stadio Santa Colomba nella finale dei playoff del 21 giugno 2009.

La ferita più dolorosa

Ma la ferita più dolorosa è probabilmente quella  legata alla semifinale play off Crotone-Benevento, disputata il 6 giugno 2004. Una gara contrassegnata soprattutto dalla scandalosa direzione di Oberdan Pantana di Macerata che, dapprima, negò un evidente rigore a favore della Strega e, subito dopo, regalò invece un penalty inesistente ai calabresi, all’epoca allenati da Gian Piero Gasperini. Il Benevento del presidente Pino Spatola finì la gara addirittura in nove uomini.

Il ruolo della Gea

Quanto accaduto nel corso di quel match assunse connotati ancora più inquietanti qualche anno dopo, all’indomani dello scoppio di Calciopoli, quando vennero a galla i rapporti esistenti tra il Crotone e la Gea e tra la Gea e la Viterbese. Serena Spatola, figlia dell’ex presidente del Benevento, svelò agli inviati di Striscia la Notizia anche un altro inquietante particolare: prima della gara a tutte le squadre impegnate negli spareggi era arrivata una lettera anonima, indirizzata anche a Carraro, nella quale era scritto a chiare lettere che, per volontà della Gea, la finale sarebbe dovuta essere necessariamente tra Crotone e Viterbese.

Le rivelazioni del pentito

E, come se non bastasse, nel 2013, a rendere i contorni di quella gara ancora più inquietanti ci pensò il quotidiano la Repubblica, che pubblicò uno stralcio dell’inchiesta barese contenente le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Luigi Bonaventura, reggente di una delle cosche più potenti della costa ionica e capo della security della squadra del cugino, quel Raffaele Vrenna presidente del Crotone negli anni della grande scalata dalla Promozione alla Serie B: “A Crotone i miei uomini nella società che gestiva la sicurezza dello stadio aggredivano i calciatori avversari, avvicinavano i dirigenti, compravano giocatori. Le partite contro il Benevento (play off 2003-2004) e contro il Locri (stagione 1997) ce le siamo aggiustate”.

In pratica la conferma di quanto denunciato, senza essere presi considreazione, al termine della gara dal presidente SpatolaSiamo stati minacciati, alcuni calciatori sono stati picchiati») e dal suo consulente di mercato Gino CorradoAlmeno quattro giocatori sono stati colpiti negli spogliatoi alla fine del primo tempo»).

Insomma, una partita che, a distanza di anni, ancora grida vendetta e rende la sfida con i rossoblu ancora più sentita per la tifoseria sannita .

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