La Premiata ditta Nicolas & Lollo è tornata, gli ‘immortali’ nuovamente protagonisti

A tirar fuori il Benevento dal baratro in cui stava precipitando ieri ad Ascoli è stata soprattutto la personalità di due veterani: Nicolas Viola e Lollo Del Pinto. Alla vigilia il tecnico giallorosso Cristian Bucchi aveva fatto appelllo alla personalità dei giocatori e ieri, soprattutto negli ultimi venti minuti è stata proprio la Premiata ditta Nicolas & Lollo a prendere per mano la squadra e a rispondere all’appello dell’allenatore.

Rivendendo la gara ci sono quattro immagini che racchiudono l’importanza di questi due giocatori: la prima è quando, sul punteggio di 1-2, Lollo Del Pinto si è tuffato a terra per riprendere il pallone, dopo il fischio dell’arbitro, e calciare il prima possibile il calcio di punzione a favore del Benevento; la seconda è stata l’esultanza dello stesso Del Pinto subito dopo la trasformazione del penalty del pareggio da parte di Viola e la sua sfrenata corsa verso lo spicchio di stadio dove erano assiepati i circa 400 supporters della Strega; la terza istantanea è quella relativa alla grinta con cui Viola chiedeva a Bucchi la nuova disposizione tattica da adottare dopo la seconda espulsione; la quarta, infine, è la determinazione con cui, a pochi istanti dalla fine, lo stesso centrocampista di Oppido Mamertina ha soccorso Bandinelli crollato a terra per i crampi.

 

Ecco, è racchiusa tutta in queste quattro immagini la forza mentale e la personalità della Premiata ditta Nicolas & Lollo che del resto era già nota alla torcida giallorossa. Viola e Del Pinto sono, infatti, tra i pochi reduci in giallorosso della meravigliosa cavalcata di due anni fa, due ‘immortali insomma. E di che tempra fosse dotata quella squadra lo si è avuto conferma anche vedendo la grinta di Amato Ciciretti, che pure non attraversava un periodo felice, o la determinazione con cui il panchinaro Padella ha affrontato Caldirola a bordo campo in un momento concitato della partita.

Insomma, d’ora innanzi sarà difficile per Bucchi tenere fuori due pedine così importanti dal punto di vista caratteriale, soprattutto nella fase più delicata della stagione. Anche perchè, come disse John Belushi nella celebre scena del film Blues Brothers:Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”.

L’ultimatum di Cristian Bucchi: “Chi delude non giocherà più”

Vincere per cancellare il pesante fardello del recente passato. E’ questo l’imperativo categorico per entrambi i tecnici in vista della sfida Ascoli-Benevento in programma domani alle ore 15 allo stadio Del Duca.

Cristian Bucchi deve cancellare le tre sconfitte consecutive rimediate contro Livorno, Cremonese e Spezia, mentre Vincenzo Vivarini deve soprattutto cancellare il terribile smacco subito una settimana fa contro il Lecce, la pagina più nera della storia del Picchio. Per entrambi un’ulteriore sconfitta potrebbe anche preludere a un doloroso esonero, soprattutto se dovesse arrivare in malo modo. Di qui la voglia matta di vincere di entrambi gli allenatori.

Bucchi, in particolare, sa che da qui al termine della stagione regolare non sono più consentiti passi falsi, perchè ciò equivarebbe a dire definitivamente addio alle residue speranze di promozione diretta. E sa bene anche che l’Ascoli non è certamente quello uscito umiliato dallo stadio di Via del Mare.

Le caratteristiche dell’Ascoli

A differenza che a Livorno e Cremona, il Benevento non si troverà di fronte una formazione dalla difesa imperforabile, tutt’altro. L’Ascoli, infatti, in questa stagione ha subito ben 41 gol, segnandone a sua volta 28. Solo il fanalino di coda Carpi ha una differenza reti peggiore. In casa i marchigiani hanno finora ottenuto 5 vittorie, 6 pareggi e 3 sconfitte, ma l’ultima vittoria tra le mura amiche risale addirittura allo scorso 30 dicembre, quando gli uomini di Vivarini superarono in rimonta per 3-2 il Crotone.

Nonostante ciò, l’Ascoli resta pur sempre una brutta gatta da pelare. Lo si è visto anche all’andata. Si tratta, infatti, di una squadra molto fisica e spigolosa, che ama spesso ricorrere all’aggressività e al fallo, come attestano le statistiche.

Bucchi ne è consapevole ed è stato molto chiaro in conferenza stampa. Punterà soprattutto sull’orgoglio dei suoi giocatori: “Dobbiamo assolutamente riscattarci. Voglio vedere la giusta rivalsa e quella voglia di tornare a essere quella squadra che siamo stati per tanto tempo. Sappiamo che loro partiranno forte, ma noi dobbiamo rispondere al meglio approcciando con agonismo“.

Il ritorno di Del Pinto

Più che ai cambi di moduli, il tecnico del Benevento punta quindi sulla sostanza e sul carattere. Non a caso ha già anticipato che a centrocampo ci sarà il ritorno di Lorenzo Del Pinto dal primo minuto: “E’ un leader dello spogliatoio e domani voglio vedere l’anima di questa squadra. Chi mi deluderà non giocherà più perché vuol dire che non può darci una mano concreta in un momento fondamentale della stagione“. Parole che in buona sostanza equivalgono a un vero e proprio ultimatum: da domani inizia un nuovo campionato e d’ora innanzi non ci sarà più spazio per il fioretto ma solo per la spada e il coltello tra i denti.

 

Re Carlo ‘battezza’ il centro medico di Alfonso De Nicola

Trasferta in provincia di Benevento ieri per l’allenatore del Napoli Carlo Ancelotti che, accompagnato dal vice presidente Edo De Laurentiis e dal responsabile della comunicazione Nicola Lombardo, si è recato ad Amorosi per presenziare all’inaugurazione del Centro Medico “One”, fondato e diretto dal responsabile dello staff sanitario degli azzurri Alfonso De Nicola.

Una struttura di ricerca ed eccellenza nel settore della riabilitazione sportiva, ortopedica e neurologica che, come ha spiegato lo stesso dottor De Nicola, si avvarrà di uno staff all’avanguardia e, conseguentemente, mi consentirà di continuare a dedicarmi senza grossi affanni alla cura dei giocatori del Napoli. Anche lì c’è uno staff di grande livello dal punto di vista sanitario, ma soprattutto c’è uno staff di grandissimo livello dal punto di vista tecnico. Con l’arrivo di mister Ancelotti abbiamo, infatti, dato un’ulteriore spinta al processo di crescita avviato qualche anno fa dal presidente Aurelio De Laurentiis. Una crescita che ha consentito di proiettarci stabilmente in una dimensione di livello internazionale”.

Il responsabile della comunicazione Nicola Lombardo, dopo aver ricordato le esperienze maturate dal dottor De Nicola con il Bari e con la Nazionale rumena, oltre che con la società partenopea, ha anche svelato un piccolo segreto: “Pochi sanno che Alfonso, ai tempi di Arrigo Sacchi, fu chiamato persino dal Milan per curare la pubalgia che affliggeva alcuni importanti giocatori di quella grande squadra”.

(tratto dal Corriere del Mezzogiorno)

Cresce l’appeal del Benevento in provincia, inaugurato il secondo club ufficiale

Girando per i vari centri del Sannio è facile imbattersi in club di tifosi della Juventus, del Milan, dell’Inter e del Napoli. Nel capoluogo c’è persino un club di supporters del Toro. Dopo la magica cavalcata dalla Serie C alla Serie A del Benevento, però, fortunatamente qualcosa è cambiato: sono infatti sorti anche due club ufficiali dedicati alla squadra giallorossa: il primo a San Giorgio del Sannio, il secondo inaugurato ieri a Fragneto Monforte alla presenza del presidente Oreste Vigorito, del direttore sportivo Pasquale Foggia, del tecnico Cristian Bucchi e di una folta rappresentanza di calciatori

Un segnale evidente, quindi, che la passione per la Strega ha oltrepassato i confini cittadini coinvolgendo anche la provincia che, nel Sannio, per vari motivi si è sempre sentita un pò distante dal capoluogo.

L’abbattimento dello ‘steccato’

Un processo di avvicinamento che è stato incoraggiato anche dalla ferma volontà del patron Oreste Vigorito di abbatttere, almeno sul piano sportivo, quella sorta di sottile ‘steccato’ che ha sempre contraddistinto i rapporti tra la città capoluogo e i paesi di una provincia che, va ricordato, fu creata a tavolino dopo l’Unità d’Italia. ‘Steccato’ che, tra l’altro, aveva resistito persino ai tempi dell’entusiasmante e sfortunata cavalcata del Benevento di mister Santin nella lontana annata calcistica 1975/76, o durante la più recente presidenza di Pino Spatola, che pure aveva visto il Benevento sfiorare la storica promozione in Serie B.

Un piccolo miracolo, dunque, favorito anche dalle politiche sugli abbonamenti attuate dalla società nei confronti dei tifosi provenienti dalla provincia, oltre che naturalmente dagli ottimi risultati sportivi degli ultimi anni. Il Benevento, insomma, non è più la squadra del solo capoluogo ma dell’intero Sannio, orgoglioso di stringersi attorno ai colori giallorossi per celebrare nuovi traguardi sportivi.

Il caso Okereke rischia di trascinare la Serie B nell’ennesima estate di caos

Il caso Okereke rischia di trasformarsi nell’ennesimo pasticciaccio all’italiana, con code velenose che potrebbero trascinarsi fino all’estate e rendere complicato anche il varo della prossima stagione.

La conferma la si è avuta ieri sera nel corso della trasmissione Ottogol, condotta dall’ottimo Antonio Martone sulle frequenze di 696 Tv. Interpellato telefonicamente dalla redazione di Ottochannel, il legale che si è occupato del ricorso presentato dal Livorno, Mattia Grassani, è stato molto chiaro: “Ci vogliono delle prove più consistenti, come eventuali classifiche dei cannonieri vinte, la presenza di provvedimenti disciplinari nei suoi confronti come ammonizioni o espulsioni subite in Nigeria, ma è molto difficile trovarle. Il Giudice Sportivo ha dato alla Procura un ampio mandato per ricostruire i fatti. Il dossier che ne sta emergendo non dovrebbe però essere consistente, a meno che non avvengano dei fatti straordinari come possibili testimonianze. I tempi per una prima istanza dovrebbero essere ristretti, ma occorre anche capire che ci saranno eventuali ricorsi e in tal senso si andrà per le lunghe in un momento in cui il campionato volge al termine”.

Gli emissari in Nigeria alla ricerca delle possibili prove

Insomma, una conferma di quanto già anticipato nei giorni scorsi dalla Gazzetta dello Sport. Giornale, quest’ultimo, che nei giorni scorsi aveva anche scritto che alcune società di Serie B avevano inviato propri emissari a Lagos, in Nigeria, alla ricerca di prove sul precedente tesseramento in patria di Okereke. Se fosse provato, infatti, scatterebbe un punto di penalizzazione per ogni partita disputata nel corso dell’attuale campionato (sono ben 24) e lo Spezia si ritroverebbe ultimo in classifica. Di qui l’interesse da parte di tutte le società impegnate nella lotta per la salvezza a tirare fuori quei “fatti straordinari” a cui ha fatto riferimento ieri sera a Ottogol l’avvocato Grassani.

Insomma, in ballo ci sono grossi interessi economici derivanti dalla possibile permanenza in Serie B e non sono quindi da escludere clamorosi colpi di scena che potrebbero mettere in condizione la Federcalcio di dover smentire sè stessa, avendo l’Ufficio Tesseramenti certificato a suo tempo la regolarità della procedura di tesseramento sulla scorta di una rappresentazone della realtà che potrebbe ora risultare falsa o parziale.

Di sicuro la vicenda, come detto all’inizio, si trascinerà a lungo, sino all’estate, perchè sicuramente il Livorno e il Benevento ricorranno in appello, e poi al Coni, contro l’eventuale omologazione del risultato da parte del giudice sportivo, con conseguente e inevitabile caos nella stesura della classifica finale del campionato di Serie B.

‘Maledetto’ centrocampo, Bucchi medita nuove soluzioni per uscire dalla crisi

La settimana che inizia domani è la più difficile dell’esperienza in terra sannita di Cristian Bucchi. Le tre sconfitte consecutive rimediate contro Livorno, Cremonese e Spezia pesano come macigni e il tecnico romano è ben consapevole del fatto che, nonostante la rinnovata fiducia da parte della società, un’ulteriore sconfitta con l’Ascoli potrebbe precludere ad un inevitabile esonero. A complicare ulteriormente situazione c’è poi il clamoroso cappotto rimediato ieri a Lecce dai marchigiani. Una figuraccia da cancellare al più presto per i calciatori bianconeri, e quindi  un motivo in più per scendere in campo con il coltello tra i denti. Insomma, la trasferta di sabato prossimo al Del Duca si preannuncia molto delicata.

Per questo motivo Bucchi in queste ore continua la sua riflessione sulle eventuali modifiche tattiche da apportare. Il passaggio dal 4-3-3 al 3-5-2 ha indubbiamente migliorato la solidità difensiva dei sanniti, almeno fino alla gara con lo Spezia. Gara, quest’ultima, in cui i giallorossi hanno subito tre gol anche in conseguenza dei problemi fisici che hanno condizionato Antei e Caldirola e della contemporanea indisponibilità degli infortunati Tuia e Costa. Con il nuovo assetto tattico, però, il Benevento è diventato anche meno pericoloso in avanti. Basta dare uno sguardo alle statistiche per averne conferma.

 Viola e il passaggio a 4

Di qui la domanda che Bucchi sta ossessivamente ponendo a sè stesso e ai suoi collaboratori da circa una settimana: cosa fare per migliorare la manovra d’attacco senza scoprirsi troppo in difesa? La risposta è tutta lì, a centrocampo, nel reparto nevralgico rimasto sostanzialmente a 3 anche dopo la rivoluzione tattica operata a partire dalla trasferta di Carpi. Lì sono ruotati un pò tutti in questi mesi, cambiando posizione e ruolo, ma senza produrre miglioramenti significativi. Ecco dunque affacciarsi l’ipotesi di un cambio d’assetto, magari passando a uno schieramento a 4. Non bisogna, infatti, dimenticare che il giocatore potenzialmente più importante del Benevento, Nicolas Viola, ha sempre dato il meglio quando è stato schierato con un compagno al suo fianco, da Chibsah con Baroni al brasiliano Sandro con De Zerbi. Perchè allora non provarlo in mezzo al campo con accanto Crisetig, o meglio ancora con quel Del Pinto fin qui troppo sacrificato ma sicuramente importante, soprattutto per l’apporto che potrebbe dare anche in termini di leadership?

Il passaggio a 4 implicherebbe, però, un conseguente cambio in difesa, che dovrebbe passare a 4 nel già sperimentato 4-4-2, o un cambio in attacco, dove si potrebbe tornare a 3 in un inedito 3-4-3 di auteriana memoria. Senza trascurare, infine, anche l’ipotesi di un iper offensivo 4-2-3-1, come ai tempi di Baroni. Insomma, Bucchi riflette e prova, e alla fine anche l’emergenza in difesa (dove mancherà anche lo squalificato Volta) potrebbe spingerlo a provare nuove soluzioni. L’inferno è dietro l’angolo, ma anche il paradiso non è poi così distante per non provare a riagguantarlo attraverso una nuova rivoluzione tattica.