Kamil Glik è il leader della classifica dei salvataggi in Serie A

Kamil Glik è l’uomo dei recuperi miracolosi. Come riferisce oggi il Mattino, il polacco con 119 interventi è infatti il leader della speciale classfica dei salvataggi effettuati in Serie A (cosiddetti “clearances“, ovvero le situazione di gioco potenzialmente pericolose) stilata dal sito FBref.com.

Il difensore del Benevento precede Takehiro Tomiyasu (114) e Danilo (106), entrambi calciatori del Bologna, Godin del Cagliari (90), Acerbi della Lazio (89), Ibanez della Roma (86) e Kjaer e Romagnoli del Milan (82).

Pippo Inzaghi ha scelto il Benevento per riagguantare la Serie A

Pippo Inzaghi, si sa, vuole assolutamente riagguantare la Serie A. E per farlo, salvo ripensamenti dell’ultima ora, ha deciso di cedere alle lusinghe del Benevento, come confermano in queste ore anche gli esperti di mercato Gianluca Di Marzio e Alfredo Pedullà. A convincerlo è stato probabilmente il forte pressing del presidente Oreste Vigorito e del direttore sportivo Pasquale Foggia. Inzaghi, soprattutto dopo l’amara esperienza di Bologna, era alla ricerca di un progetto che lo convincesse a pieno. E quello prospettatogli dal patron giallorosso gli è parso più convincente rispetto a quello altrettanto ambizioso del retrocesso Frosinone. Ora bisognerà attendere solo la risoluzione del contratto che lo lega ancora alla squadra felsinea per l’annuncio. Entro sabato, quindi, dovrebbe arrivare anche l’ufficializzazione.

La scelta della Strega, a dispetto del depistaggio iniziale del presidente Vigorito, è in pratica ricaduta su un personaggio di grosso spessore. Basta guardare alla bacheca dei trofei vinti per capire lo spessore del personaggio. Un tipo che, da calciatore, ha infatti vinto tutto quello che c’era da vincere – Mondiale compreso – e sempre da protagonista. Poi, appesi gli scarpini al chiodo, ha deciso di mettersi in gioco come allenatore.

L’inizio è stato con la Primavera del Milan con ottimi risultati, poi – stagione 2014/2015 – Inzaghi è approdato sulla panchina della prima squadra rossonera. Un decimo posto e un esonero che poteva compromettergli sul nascere la carriera, ma lui – il Pippo nazionale – non è il tipo da demordere e a Venezia ha compiuto un piccolo miracolo portando la squadra dalla C alla B, fino a sfiorare la promozione in Serie A.

Massima serie che ha, comunque, riacciuffato la scorsa estate cedendo alle lusinghe del Bologna. In Emilia, però, è stata un’esperienza tutt’altro che esaltante a causa di un avvio choc: appena 14 punti in 21 partite. E a gennaio è arrivato l’esonero , con contestuale ricorso al portafoglio da parte del presidente Saputo, il quale ha capito che occorreva anche rafforzare una rosa che, al di là delle colpe del tecnico, era apparsa a tutti assolutamente inadueguata.

E per non compiere il medesimo errore dello scorso anno, stavolta Inzaghi ha preferito valutare meticolosamente i progetti prospettatogli dal Benevento e dal patron del Frosinone Stirpe prima di decidere. Perchè lui, il Pippo nazionale, massimo due anni, vuole tornare in Serie A. Proprio la durata del contratto che si appresta a firmare con la Strega. Due anni che, del resto, coincidono anche con l’ultima parte del progetto triennale avviato la scorsa estate dal patron Vigorito per tornare in Paradiso.

Vigorito ai tifosi: “Per tornare in Serie A occorre avere pazienza, non deve essere un’ossessione”

Più che un incontro dedicato ai giornalisti, quello di ieri al President Hotel è parso piuttosto un discorso che il presidente del Benevento Oreste Vigorito ha voluto rivolgere direttamente ai tifosi.

Chi si aspettava l’annuncio del nuovo tecnico è rimasto pertanto deluso. Il patron giallorosso si è, infatti, limitato semplicemente a tracciare un identikit della figura che sarà chiamata a guidare la squadra il prossimo anno: un tecnico ambizioso ma non presuntuoso, umile ma non remissivo; non un santone o ex campione del mondo bensì uno che non si vede in tv e soprattutto non sia votato all’ortodossia tattica. Un passaggio, quest’ultimo, che ha segnato una netta linea di demarcazione rispetto al passato più recente. Probabilmente il prescelto dovrà liberarsi in queste ore da precedenti vincoli contrattuali. Di qui l’insolita attesa, anche perchè il presidente Vigorito vuole affidarsi, e il discorso vale anche per i calciatori, a gente fortemente motivata. Di fronte a eventuali tentennamenti avrebbe, quindi, già voltato pagina.

Ma la parte più interessante della conferenza stampa tenuta da Vigorito ha riguardato, come si diceva, il messaggio rivolto ai tifosi. Innanzitutto, il presidente ha annunciato che il prezzo degli abbonamenti non subirà variazioni. Prezzi popolari, dunque, per premiare la fedeltà dello zoccolo duro dei distinti e delle curve, vera anima di quel tifo giallorosso che è stato il fiore all’occhiello della stagione vissuta in Serie A e che deve tornare ad essere l’arma in più del Benevento.

Di qui l’invito del presidente a mettere da parte, anche sui social, critiche o polemiche apparse talvolta persino surreali (come la tesi che la proprietà che non vuole tornare nella massima serie) e a stringersi, invece, maggiormente attorno alla squadra e al suo futuro allenatore, dimenticando l’ubriacatura della Serie A. Anche perchè quella del Benevento resta pur sempre una dimensione provinciale (“Se si pensa di essere diventati qualcosa di più, allora non basta Vigorito. Servirebbero le istituzioni, gli imprenditori locali e anche quei tifosi che oggi non vengono allo stadio“).

Secondo il patron della Strega, quindi, il ritorno nella massima divisione deve essere un obiettivo da perseguire attarverso una paziente programmazione, non un’ossessione. Programmazione che, va ricordato, ha consentito finora al Benevento di crescere a livelli inimmaginabili solo qualche anno fa.

Insomma, un messaggio che per molti versi ha richiamato alla mente il motto reso famoso da Rafa Benitez: “Sin prisa ma sin pausa“. Per tornare in Serie A, dunque, occorre avere tanta pazienza e soprattutto c’è bisogno del sostegno convinto dei tifosi perchè senza l’unione di tutte le componenti non si va da nessuna parte.

Vigorito è la vernice del domani da cospargere sulla delusione del presente

L’esperienza, com’è noto, non è altro che la somma delle nostre delusioni. E di amarezze calcistiche il patron Oreste Vigorito ne ha vissuto tante da quando è alla guida del Benevento: dai vari play off persi, nonostante i favori del pronostico, all’amara vicenda del fraudolento scippo del campionato da parte del Gallipoli.

E sono proprio queste esperienze che hanno forgiato la figura paterna che sabato notte dispensava abbracci consolatori e pacche amorevoli ai calciatori, al tecnico Cristian Bucchi e al direttore sportivo Pasquale Foggia.

Ora tocca a lui rimettere a posto i cocci di una stagione vissuta tra gioie e dolori, tra impennate e improvvisi tonfi, ma comunque vissuta da protagonisti sino al penultimo sussulto dei play off.

In estate il presidente Vigorito non aveva fatto proclami ma si era limitato a parlare di progetto triennale, anche per sottrarre la squadra alle pressioni della piazza. In fondo al cuore, però, sperava di poter presto riapprodare nella massima serie, anche per cancellare il bruciante ricordo del precedente disastroso impatto. Speranza, purtroppo, clamorosamente naufragata sotto i colpi di un soprendente Cittadella.

Ma il patron del Benevento, subito dopo il fischio finale, ha sicuramente guardato al bicchiere mezzo pieno piuttosto che a quello mezzo vuoto. E di conseguenza avrà pensato: “Vuol dire che avremo l’opportunità di approdare in Serie A con un organico più attrezzato per evitare di accomodarci subito sull’ascensore che riporta subito in B le squadre neopromosse“.

E così, mentre gli altri si disperavano per la clamorosa sconfitta, la mente di Vigorito era già saldamente proiettata verso il futuro. E’ la sua storia imprenditoriale, del resto, che dimostra l’assolta propensione del personaggio a guardare sempre avanti. Non è un caso, infatti, che il patron giallorosso sia stato tra i primi in Italia a intuire le enormi potenzialità del business dell’eolico.

Lo sa bene anche la stragrande maggioranza della torcida sannita che, per metabolizzare la cocente delusione, s’è aggrappata all’unica certezza esistente, ovvero il presidente Vigorito, ben sapendo che – come affermò una volta Evan Esar – la speranza rappresenta la vernice del domani da cospargere sulla delusione del presente e che tante tifoserie invidiano al Benevento il suo presidente.

Con lui al timone, del resto, si potrà anche mancare l’obiettivo della promozione in Serie A, perchè nel mondo del calcio nulla è scontato e le vittorie sono legate a molteplici fattori, ma su un aspetto non si possono nutrire eccesivi dubbi: il Benevento è destinato a recitare un ruolo da protagonista anche nella prossima stagione. Aspetto di non poco contro per una società che, ricordiamolo, ha impiegato quasi 90 anni per emergere dall’inferno della Serie C e approdare per la prima volta nel calcio che conta.

Il caso Palermo rischia di penalizzare soprattutto la squadra che vincerà i play off

A quarantotto ore dall’udienza di venerdì in cui il Palermo verrà giudicato per il trienno di presunti illeciti amministrativi filtrano ulteriori indiscrezioni su quelle che saranno le richieste che avanzerà la Procura Federale e sulla posizione che verrà assunta dai legali della società rosanero Francesco Pantaleone, Francesca Trinchera e Gaetano Terracchio.

Quest’ultimi baseranno la loro difesa sul fatto che l’unica sentenza definitiva emessa su queste vicenda è quella del Tribunale fallimentare di Palermo che, nel marzo 2018, respinse l’istanza di fallimento portata avanti dalla Procura.

La Procura Federale, invece, in subordine alla retrocessione all’ultimo posto del campionato in corso chiederà la penalizzazione di 5 punti per ogni campionato oggetto di illecito amministrativo. In questo caso, verrebbero applicati 15 punti di penalizzazione, da scontare nel campionato in corso. Il verdetto dei giudici si conoscerà probabimente lunedì mattina ma va precisato che non sarà esecutivo. Per l’applicabilità della sentenza sarà infatti necessario aspettare l’appello, secondo grado di giudizio.

Di qui i continui contatti di queste ore tra i vertici della Federcalcio e quelli della Lega di Serie B per individuare le nuove date di play off e play out che, com’è noto, al momento dovrebbero terminare entro il 2 giugno,  ovvero l’ultimo giorno in cui potrebbero essere utilizzati i giocatori impegnati con le proprie Nazionali.

Il precedente del caso Bari

Un aspetto, quello delle date, che sarà importante soprattutto per la società che vincerà i play off. Non va dimenticato, infatti, che nelle scorse settimane il presidente del Frosinone Stirpe aveva evidenizato il danno subito dalla sua società a causa dello slittamento delle date dei play off dello scorso anno per il caso Bari. Ritardi nella programmazione della nuova stagione, e quindi difficoltà nella campagna acquisti estiva a cui il Frosinone ha potuto rimediare solo nella finestra di mercato invernale, quando ormai la situazione era divenuta praticamente irrimediabile.

Ma c’è un altro dato che non va assolutamente trascurato e che in qualche modo conferma la tesi sostenuta da Stirpe: dall’introduzione dei play off di Serie B (stagione 2004/2005) solo 3 squadre su 14 salite in Serie A attraverso gli spareggi sono riuscite poi a salvarsi: Torino, Sampdoria e Bologna. Società che, comunque, vantavano un passato glorioso e hanno potuto quindi supplire con il loro appeal al ritardo accumulato sull’inizio delle operazioni di programmazione e di mercato. Di qui il timore delle società, tra cui il Benevento, in corsa per i play off che dunque premono per una rapida soluzione del caso Palermo.

Coda insegue l’ex compagno Donnarumma: “Voglio portare anch’io il Benevento in A”

Alfredo Donnarumma e Massimo Coda sabato prossimo si ritroveranno da avversari alla stadio Rigamonti di Brescia. Tre stagioni fa formavano la coppia d’attacco della Salernitana. Quest’anno, a 90 minuti dal termine della regular season, hanno segnato complessivamente 46 reti e sono rispettivamente il capocannoniere (25) e vice capocannoniere (21) della Serie B, mentre la Salernitana lotta disperatamente per evitare la beffa della retrocessione in Lega Pro.

La parentesi con il cavalluccio marino, però, fa parte del passato e il pensiero di entrambi è ora rivolto unicamente alla prossima Serie A, un campionato che Donnarumma spera di poter finalmente disputare, dopo aver trascinato il Brescia alla promozione, e che a Coda, come ricorda oggi il Corriere dello Sport, in passato non ha portato fortuna: “La prima volta a Parma finì con un infortunio e il fallimento della società, l’anno scorso a Benevento partimmo malissimo e giocai complessivamente poco. E’ anche per questo motivo che mi piacerebbe riprovarci

Per riuscirci c’è bisogno però dei suoi gol. Finora ne ha messo a segno 21, il suo record personale. Addirittura uno in più di quelli messi a segno da Fabio Ceravolo nella stagione 2016/2017, quella della promozione in Serie A del Benevento.

L’importanza della fiducia accordatagli da Bucchi

Un record che sabato prossimo potrebbe essere addirittura migliorato qualora Bucchi decidesse di rischiarlo (l’attaccante è in diffida e un eventuale cartellino giallo lo renderebbe indisponibile per la prima gara dei play off). Una vera e propria rinascita, insomma, nonostante alcune battute a vuoto e i tre rigori sbagliati, di cui uno maldestramente contro il Verona.

Una rinascita a cui ha contribuito tantissimo soprattutto la fiducia accordatagli dal tecnico Cristian Bucchi, come ha spiegato di recente lo stesso Coda in tv: “Direi che la sua fiducia è stata fondamentale in questo percorso di rinascita, ho potuto guardare sempre avanti ed è stata la mia forza“.

L’Hispanico (come lo hanno soprannominato i tifosi del Benevento rifacendosi al famoso personaggio del film “Il Gladiatore“), a dispetto dei 21 gol sinora realizzati, è però tutt’altro che appagato:  “Sarei davvero felice se con i miei gol riuscissi a portare il Benevento nella massima serie“. Ulteriori gol che, oltretutto, servirebbero anche a spazzare via definitivamente l’ombra di Fabio Ceravolo che di gol nei play off ne segnò uno.

Di sicuro, comunque, al termine della partita Coda saluterà l’ex compagno di squadra con una promessa beneaugurante per entrambi: “Speriamo di rivederci l’anno prossimo in Serie A“.