I moduli tattici di Pippo Inzaghi: dal 4-3-3 del Milan al 3-5-2 del Bologna

In attesa della conferenza stampa di presentazione di sabato prossimo, prosegue il viaggio alla scoperta del nuovo tecnico del Benevento Filippo Inzaghi.

Analizzata la sua maniacalità nella cura dei dettagli, l’attenzione è ora rivolta all’aspetto tattico. Super Pippo ha finora adottato principalmente due schemi di gioco: il 4-3-3 al Milan e al primo anno alla guida del Venezia in Lega Pro e  il 3-5-2 al secondo anno al Venezia in Serie B e lo scorso anno in Serie A al Bologna.

Nel secondo anno a Veneziasi legge nel sito Assoanalisti.it –  in fase di possesso il modulo utilizzato era una sorta di 3-1-4-2, con gli esterni e le due mezzeali che si portavano più alti rispetto al mediano. La costruzione del gioco avveniva quasi sempre dal basso attraverso il palleggio dei 3 difensori e con il regista Stulac che si abbassava formando un’ulteriore linea di passaggio. L’attacco alla linea difensiva avversaria avveniva attraverso uno sviluppo per fasce laterali con gli esterni che si portavano larghi e molto avanti e il grande supporto delle mezzeali che si proponevano attraverso inserimenti e sovrapposizioni. In fase di possesso, quindi, il Venezia non mostrava un grande gioco tra le linee, ma lo sviluppava di solito per vie laterali arrivandoci tramite la costruzione dal basso o andando alla ricerca dell’attacco diretto sfruttando la fisicità dei suoi attaccanti. In fase di non possesso, invece, il Venezia utilizzava un 5-3-2, tipico modulo di ripiegamento per chi utilizza il 3-5-2 di base. I due esterni si abbassavano sulla linea dei 3 difensori formando così una linea difensiva a 5. A centrocampo la posizione del mediano rimaneva invariata, mentre le 2 mezzeali variavano la loro posizione in base alla modalità di costruzione della squadra avversaria.

Al Bologna – sempre secondo quanto riporta il sito Assoanalisti.it – in fase di possesso i principi di gioco della squadra felsinea erano molto chiari, perchè si cercava di verticalizzare il prima possibile per gli attaccanti che erano sempre pronti ad attaccare la profondità. Questo avveniva principalmente con i centrali o il portiere che cercavano con lanci lunghi la punta forte nel gioco aereo, sfruttando gli inserimenti delle mezzali e degli esterni che andavano alla ricerca della seconda palla. In alternativa, la squadra cercava di sviluppare il gioco per catene laterali coinvolgendo molto gli esterni e le mezzali di parte incaricate di servire in profondità gli attaccanti. In fase di non possesso, invece, il Bologna difendeva con un baricentro abbastanza basso e il 3-5-2 si trasformava in un 5-3-1-1. Difendendo con i difensori centrali uomo su uomo, i giocatori prendevano in consegna un avversario e lo seguivano fino a fine azione formando delle coppie. Uno dei due attaccanti era incaricato di marcare a uomo il giocatore individuato come regista della squadra avversaria. La squadra tentava sempre di creare due linee strette e compatte con difesa e centrocampo. Bisogna, infine, anche sottolineare che durante il ritiro Inzaghi, oltre che sul 3-5-2, aveva lavorato molto anche sul 4-3-3. Schema, quest’ultimo, poi abbandonato probabilmente a causa della scarsa qualità tecnica della rosa felsinea.

Non è da escludere, quindi, che nelle tre settimane di ritiro a Pinzolo e Moena Pippo Inzaghi possa provare entrambi gli schemi di gioco per comprendere quale dei due si adatti meglio alle carartteristiche dei giocatori che gli verranno messi a dispozione dal presidente Vigorito e dal diesse Foggia.

Il Palermo potrebbe evitare la retrocessione, rischio play out per Venezia e Salernitana

La pubblicazione delle motivazioni della sentenza della Cassazione sul caso Alyssa potrebbe determinare nuovi clamorosi sviluppi in Serie B. Domani, infatti, la Corte Federale sarà chiamata ad esprimersi sul ricorso presentato dal Palermo avverso la sentenza del Tribunale Federale Nazionale della Figc che, com’è noto, ha determinato la retrocessione dei siciliani in Serie C.

I legali della società rosanero proveranno in pratica ad ottenere un’attenuazione della pena basandosi sul fatto che i giudici della Suprema Corte, stando a quanto scritto nelle motivaziuoni pubblicate ieri, ritengono che “non vi siano elementi obiettivi per ritenere che l’operazione Mepal-Alyssa sia fttizia, essendo stata articolata sul pagamento effettivo di una prima tranche di 4 mln di
euro del debito e sull’assunzione di una personale garanzia fideiussoria di Maurizio Zamparini, che lo esponeva realmente alle pretese dei creditori dell’Us Città di Palermo“.

La tesi dei legali del Palermo

Per quanto spregiudicata possa essere stata, quindi, secondo i legali del Palermo l’operazione non è da considerarsi falsa poichè le altre due tranche del debito sono state pagate e la stessa scadenza finale è fissata al 30 giugno di quest’anno. Su queste basi, dunque, il pool di difesa del club rosanero chiederà di rivisitare la decisione di primo grado, ribaltandola o al massimo comminando una pena più mite, ovvero una penalizzazione in classifica che consenta al Palermo di evitare almeno la retrocessione in Serie C.

In tal caso, il parere “pro veritate” richiesto dalla Figc
al Collegio di Garanzia del Coni verrebbe superato dagli eventi e, conseguentemente il Venezia e la Salernitana sarebbero chiamate a disputare i play out. Insomma, l’ennesimo colpo di scena di una stagione che, nata sotto una cattiva stella, rischia di finire peggio a causa dei continui e clamorosi ribaltamenti.

Anche la Gazzetta accende i riflettori su ‘Settepolmoni’ Bandinelli

Fari puntati su PippoSettepolmoniBandinelli che l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport inserisce tra i “dieci personaggi della Serie B in cerca… d’affermazione, caratterizzati da un unico parametro: non aver più di 26 anni. Perché non è mai troppo tardi per smettere di sognare“. I calciatori in questione sono: Valerio Verre, Simone Calvano, Amato Ciciretti, Andrew Gravillon, Simone Palombi, David Okereke, Alberto Paleari, Gennaro Tutino e i centrocampisti Emanuele Ndoj e Filippo Bandinelli.

Grande tecnica e ottima capacità di inserimento – scrive la rosea – che rende entrambi mortiferi in zona-gol. Emanuele Ndoj (Brescia) e Filippo Bandinelli (Benevento) sembrano specchiarsi per quanto si somigliano, ma potrebbero anche fare coppia: più fisico l’albanese, più fantasioso il fiorentino. Da anni si parla bene di loro, in questo campionato hanno fatto il definitivo salto di qualità diventando leader“. ‘SettepolmoniBandinelli, come si ricorderà, è giunto quest’estate in prestito dal Sassuolo assieme al più atteso Federico Ricci ma già alla seconda partita di campionato, appena il tecnico Cristian Bucchi gli ha dato la prima maglia da titolare, si è conquistato un ruolo da protagonista segnando una doppietta sul difficile campo del Venezia.

I riflettori dopo Venezia

Persino Viola News, sito che segue la vicende calcistiche della sua ex squadra, dopo quell’impresa gli dedicò un lungo articolo: “Le prospettive erano molto buone, ma alla Fiorentina, dopo aver fatto tutta la trafila nelle giovanili, non ha trovato spazio. Così Filippo Bandinelli, fiorentino di nascita, ha iniziato a peregrinare in giro per l’Italia. Dopo aver giocato tre anni nella Primavera viola, il centrocampista classe ’95 si trasferisce al Latina, dove resta due stagioni, prima della retrocessione in Serie C e del fallimento del club. Filippo si accasa allora a Sassuolo, a parametro zero, ma anche qui non trova spazio e viene girato in prestito al Perugia in Serie B, con cui realizza una rete in 24 presenze lo scorso anno. Stasera però, alla prima da titolare con il Benevento, ecco l’exploit improvviso. Filippo segna una doppietta fondamentale (la prima tra i professionisti) che ha permesso ai campani di superare il Venezia 3-2 in trasferta. Due gol da stropicciarsi gli occhi, entrambi con il mancino“.

Per non parlare, poi, dell’accoglienza ricevuta al ritorno a Benevento, come raccontò Gianluca Mannato su Il Mattino: “Filippo nel far rientro a casa, al suo arrivo da Venezia, ha trovato i tanti amici del quartiere a festeggiarlo e osannarlo per la splendida prestazione sciorinata in laguna, ha consumato un caffè al bar Mojto dove quasi quotidianamente si sofferma con la splendida compagna Oriana, di professione educatrice, ma, con un fisico e una bellezza da modella che su instagram vanta più di quarantacinquemila followers, ed il loro inseparabile amico a quattro zampe Pablo che li segue sempre. Stordito un po’ dal viaggio, un po’ dall’emozione e dall’adrenalina per la vittoria del Benevento e per la doppietta segnata, Filippo si è concesso ai tifosi che lo hanno accolto acclamandolo per una foto o per un autografo“.

La Serie A lo attende

Ma Bandinelli non è il tipo da montarsi la testa, come dimostra anche l’intervista rilasciata a Ottochannel dopo la gara di Venezia, e così, partita dopo partita, ha continuato a macinare chilometri e a lottare senza tregua in mezzo al campo, fino a conquistarsi l’odierna copertina della Gazzetta dello Sport. La Serie A è lì ad attenderlo ma prima bisogna portare a termine una missione con la maglia giallorossa per ricambiare l’affetto dei tifosi e “Settepolmoni” certamente non farà mancare il suo importante contributo di qui al termine della stagione.