A Benevento va in scena la consueta disputa sull’utilità o meno del turnover

Tra gli argomenti affrontati nel corso dell’ultima puntata di Ottogol, la trasmissione condotta da Antonio Martone sulle frequenze di Ottochannel, molto spazio è stato dedicato soprattutto alla questione del turnover “spinto” praticato dal tecnico del Benevento, Cristian Bucchi.

Un argomento, quello della rotazione massiccia dei giocatori in rosa, che da sempre divide i commentatori e più in generale gli appassionati di calcio. Un po’ come la questione del bel gioco di cui si è discusso molto lo scorso anno, anche in conseguenza della contrapposizione “filosofica” tra Allegri e Sarri.

Le due correnti di pensiero

Da una parte ci sono quelli che sono convinti che convenga far scendere in campo tanti giocatori in modo da far rifiatare i più importanti, dall’altra quelli che credono che ogni partita vada affrontata con i migliori e che giocare insieme contribuisca a consolidare i meccanismi della squadra.

Si inserisce in questo solco, quindi, la critica rivolta a Bucchi dagli assertori di quest’ultima teoria, secondo cui l’eccessivo turnover praticato dal tecnico giallorosso, a partire dalla trasferta di Cittadella, sia la principale causa della perdita d’identità della squadra e delle due sconfitte di fila rimediate contro Foggia (in casa) e Pescara.

La larghezza della rosa

Nelle stesse ore, però, i media nazionali celebrano anche le imprese di Carlo Ancelotti, che di giocatori, al pari di Allegri, ne ha cambiato molti di più di Bucchi in conseguenza dell’alto livello qualitativo della rosa a disposizione.

La stessa motivazione che probabilmente è alla base delle scelte operate dall’ex tecnico del Perugia che, come la stragrande maggioranza degli osservatori del campionato di Serie B, ritiene che rosa messagli a disposizione dal presidente Vigorito e dal direttore sportivo Foggia sia tra le migliori della categoria e, di conseguenza, vada utilizzata nella sua interezza.

La disputa ideologica

Si tratta sostanzialmente di una disputa “ideologica”, come quella avvenuta lo scorso anno tra quanti propendevano per il pragmatismo di Allegri e quelli che, invece, preferivano la bellezza estetica di Sarri.

Tornando a Bucchi, è comprensibile che in questo momento si valuti quanto abbia potuto pesare il turnover “spinto” sul pessimo rendimento della squadra nelle ultime partite ma, nello stesso tempo, occorre anche tener presente che è troppo presto per esprimere giudizi definitivi.

Il futuro

La stagione è ancora nella fase iniziale e, dopo la sosta, il Benevento avrà a disposizione due match casalinghi per cancellare il doppio passo falso contro Foggia e Pescara e per dimostrare di aver capito che nel campionato di Serie B, a differenza della massima serie, ogni partita è una sorta di guerra all’ultimo sangue, a prescindere dal turnover o meno.