Il segno di Pippo nella corsa verso la A, Gazzetta e CorSport esaltano l’impresa del Benevento

“Sono passati 98 giorni e il mondo s’è capovolto. Dal 3-0 che lanciò il Cittadella nella finale playoff (dopo aver perso 2-1 in casa) sembra sia passata una vita. Stesso stadio, risultato opposto. Stavolta è il Benevento a trionfare, trovando i primi gol stagionali e lanciando un chiaro messaggio: questa sì che è una squadra che può rincorrere la A! Il lavoro di Pippo Inzaghi comincia a dare frutti, l’impianto di gioco è questo: nemmeno l’assenza dell’ultimo momento di uno come Schiattarella (almeno due mesi di stop) e poi l’infortunio di Del Pinto gli hanno fatto cambiare idea. Ha scelto il 4-4-2 e 4-4-2 sarà, con due mediani e due esterni che spingono a più non posso. E siccome il Cittadella è decisamente ridimensionato rispetto a tre mesi fa, la vittoria è stata schiacciante”.

A scriverlo è oggi l’inviato della Gazzetta dello Sport Nicola Binda, mentre l’altro esperto della serie cadetta Tullio Calzone sul Corriere dello Sport commenta:

“Tutti ai piedi, ancora e come una volta, di SuperPippo e della sua formidabile Strega, dilagante e (quasi) impeccabile proprio come sognano i suoi tifosi che si apprestano a festeggiare novant’anni di storia e di indimenticabili sfide. Stavolta il Cittadella si fa male, ma Inzaghi fa bene a volare basso e a tenere tutti sul pezzo, perché questa Serie B farà fatica a trovare un vero e unico padrone. Intanto, però, regolati i conti con i veneti, fatali lo scorso giugno a Bucchi nella volata per la A incredibilmente andata a male, il Benevento fa un sostanziale passo in avanti. Non tanto per l’ampia vittoria maturata al “Ciro Vigorito”, quanto per un diverso atteggiamento rispetto alla gara d’esordio a Pisa, troppo rinunciataria all’Arena Garibaldi per una formazione immaginata per lottare tra le grandi. La compagine giallorossa, ieri, è sembrata più consapevole della propria forza e dei propri mezzi. Certo c’è da crescere e migliorare, come puntualmente sottolineato dall’allenatore dei sanniti e come dimostra quel gol regalato a Venturato che avrebbe, teoricamente, potuto anche riaprire la contesa. Ma alla seconda giornata di campionato sarebbe strano che ogni tassello fosse già andato al proprio posto. Bisogna continuare a lavorare nel solco di un’etica che al gruppo non manca, una qualità indispensabile per arrivare alla fine a giocarsi la A”.

 

Le vicende di Palermo e Spezia rischiano di stravolgere la classifica di Serie B

Dopo la burrascosa partenza a 19 squadre e le code giudiziarie in sede di giustizia amministrativa, la Serie B rischia di subire un ulteriore colpo alla sua credibilità (e alla sua sostanziale regolarità) in conseguenza delle vicende che riguardano lo Spezia e il Palermo.

Il caso Okereke

Come ha sottolineato ieri su Facebook Nicola Binda, giornalista di punta della Gazzetta dello Sport e tra i maggiori conoscitori  della serie cadetta, il caso Okereke rischia di creare un vero e proprio terremoto: “Il Livorno ha fatto ricorso dopo la partita persa 3-0 al Picco. Deciderà il giudice sportivo (in primo grado). L’accusa sostiene che Okereke, arrivato in Italia in una squadra dilettantistica e poi tesserato dallo Spezia, era già stato tesserato in patria. Questa obiezione renderebbe nullo il tesseramento e darebbe ragione al Livorno, che avrebbe il 3-0 a tavolino mentre lo Spezia rischia un punto di penalizzazione per ogni partita giocata da Okereke. Ovviamente lo Spezia si difende invocando la regolarità dell’operazione, sostenendo che l’attaccante quando giocava in Africa non aveva nessun tesseramento ufficiale (come da lui dichiarato al momento di arrivare in Italia). Sullo sfondo c’è un’inchiesta che da settimane ha nel mirino lo Spezia e l’arrivo in Italia di alcuni giocatori extracomunitari: sono state rispettate o no le procedure in materia? Il caso è spinoso, cercheremo di raccontarlo facendo una doverosa anticipazione: qui non si spera nella condanna o nella assoluzione, ma solo nella chiarezza e nei tempi brevi per non rovinare un campionato che è nato male e non merita di finire peggio. Chiaro?“.

I guai del Palermo

Come se non bastasse, c’è anche la questione del Palermo che continua a preoccupare, e non poco, i Palazzi del potere calcistico, perchè il rischio fallimento aleggia come un fantasma non solo sull’attuale campionato di Serie B ma potenzialmente anche sul prossimo campionato di Serie A nel caso che il Palermo dovesse conquistare la promozione ma poi fallire in estate. Un’ipotesi, quest’ultima, che – come già sottolineato – comporterebbe solo due retrocessioni dalla massima Serie, e non tre, in quanto l’attuale regolamento non prevede la possibilità di ripescaggio.

Secondo quanto riportato stamani da Il Giornale di Sicilia, infatti, Dario Mirri sarebbe al lavoro per portare avanti la due diligence con il suo gruppo, ossia quello capitanato da Enrico Preziosi, il quale però non potrà figurare tra i finanziatori di quest’operazione di salvataggio del club di Viale del Fante: “Un ostacolo non indifferente, con così poco tempo a disposizione per il passaggio di quote definitivo. Perché se i contratti mettono in chiaro le date per esercitare la prelazione, le intenzioni dell’attuale proprietà sembrerebbero essere più stringenti: arrivare al fine settimana con un quadro certo su cosa accadrà il 15 marzo è una speranza, più che un obiettivo, sia per la De Angeli che per Foschi, entrambi impegnati anche su altri fronti. Occorre definire le prime linee guida di un affare che tra sette giorni va messo nero su bianco, qualora le intenzioni fossero quelle di rilevare il pacchetto azionario del club rosanero. Allo stato attuale delle cose, però, è evidente come la conclamata presenza di Preziosi nel gruppo abbia fatto accendere i riflettori sul futuro societario. Le riserve sul suo sostegno (più o meno diretto) andranno sciolte in tempi brevissimi, perché Foschi non intende trovarsi costretto a rincorrere alternative all’ultimo minuto, pur avendo già in mano un possibile piano B nel caso di mancato accordo con Damir“.

Inoltre, come racconta stamani anche il sito Mediagol.it,il presidente del club rosanero, Rino Foschi, si trovava ieri a Milano, ma non aveva in agenda alcun incontro con l’imprenditore palermitano Dario Mirri, pur essendo informato su tutti gli sviluppi delle ultime vicende a livello societario. I suoi impegni più urgenti e pressanti erano infatti concentrati in Lega B, luogo in cui starebbe proseguendo con il proprio lavoro di tipo diplomatico per sbloccare i fondi al momento “congelati” dalle istanze di pagamento presentate nelle scorse settimane. Le pendenze verso i procuratori infatti, sempre secondo quanto riferito all’interno dell’ edizione odierna de Il Giornale di Sicilia, resterebbero il nodo cruciale di tutta la massa debitoria della società siciliana, ma già in questi giorni i legali del Palermo Calcio si sarebbero messi all’opera per far sì che alcune di queste richieste venissero ritirate, in prospettiva di un ingresso immediato da parte di un nuovo acquirente all’interno del club“.

Insomma, sul campionato di Serie B incombe nuovamente la spada di Damocle della possibile penalizzazione in classifica del Palermo in conseguenza del mancato pagamento degli stipendi entro la metà del mese di marzo e il rischio fallimento non è ancora scongiurato, a dispetto dell’ottimismo manifestato in queste ore da Rino Foschi.

 

 

 

Palermo Calcio, Mirri lancia l’allarme: “I debiti ammontano a circa 47 milioni»

Il Palermo Calcio è a forte rischio default. A ribadirlo è oggi Nicola Binda sulla Gazzetta dello Sport: “Mentre la Lega B continua a sollecitare un intervento della Figc senza ottenere risposta, si registra una dichiarazione molto forte di Dario Mirri, l’imprenditore che, con il sostegno delle banche, ha acquisito
i diritti pubblicitari con denari serviti a far rispettare la scadenza di febbraio per stipendi e contributi, evitando la penalizzazione“.

La scadenza del 18 marzo

La Gazzetta riporta poi la dichiarazione di Mirri: “Con grande fatica abbiamo ricevuto quasi tutta la documentazione contabile e posso dire che i debiti del Palermo ammontano a circa 47 milioni di euro“. Inoltre, è ancora tutta da chiarire la vicenda della presunta cessione del marchio. Invece, riguardo la scadenza del 18 per il prossimo bimestre di stipendi e contributi, Mirri ha precisato: “Il presidente Foschi ha la certezza che saranno pagati. Probabilmente ha una soluzione che però, dalle carte che ho in mano io, non risulta“.  La Gazzetta, infine, ricorda le recenti ingiunzioni di pagamento da creditori hanno, di fatto, stoppato l’erogazione della mutualità.

Il post di Nicola Binda

Da segnalare, inoltre, che lo stesso Nicola Binda si era già espresso ieri sulla sua pagina Facebook con una considerazione molto amara: “Sulla Gazzetta di martedì 26 ho raccontato lo scenario attorno al Palermo. Purtroppo la situazione è su un binario morto, i nodi vengono al pettine e credo che non ci sia alternativa al fallimento. Però per salvare il titolo sportivo il tribunale si dovrebbe esprimere entro due mesi, altrimenti potrebbe succedere quello capitato in estate al Bari. E attenzione: se il Palermo va in A e poi non viene iscritto, in B retrocederanno solo due squadre, con un risparmio da parte della Lega A di quasi 25 milioni di euro di paracadute. Non è una cosa da poco… Spero soltanto che con le nuove norme della Figc non si verifichino più casi del genere. E auguro al Palermo di trovare una proprietà solida che lo riporti ai livelli che merita“.