E’ tutta colpa di Bucchi?

Alla terza sconfitta casalinga della stagione il pubblico del Vigorito ha sonoramente fischiato la squadra.  Una contestazione indirizzata soprattutto nei confronti del tecnico Cristian Bucchi, a cui dalla tribuna inferiore hanno persino lanciato una bottiglietta d’acqua planata fortunatamente sulla copertura del sottopassaggio. Ma è davvero l’allenatore la causa di tutti i mali di questo Benevento?

La sequela d’infortuni

Andiamo con ordine. Innanzitutto, a sua parziale discolpa va ricordato che negli ultimi tempi l’allenatore è stato fortemente condizionato nelle scelte di formazione da una insolita e imprevedibile sequela d’infortuni.

Colpa della preparazione atletica? Non proprio se si pensa che molti infortuni non sono legati a problemi muscolari bensì a traumi subiti in partita o allenamento. Il problema semmai è un altro: siamo sicuri che la rosa messa a disposizione del tecnico romano sia numericamente e qualitativamente adeguata per affrontare le emergenze?

Tuia, Bukata e Antei

A quasi metà del percorso i fatti dimostrano che sono stati commessi degli errori durante la campagna acquisti, il primo dei quali è stato quello di lasciare libera una casella nella rosa. Anzi, tre caselle, perché di Tuia e Bukata si sono perse le tracce sin dal ritiro precampionato. A ciò va aggiunta, poi, l’indisponibilità di Antei a causa dell’iniziale errore di valutazione sui tempi di recupero da parte dei medici di Villa Stuart. E per fortuna non è stato mandato via  Billong nelle ultime ore di mercato, altrimenti la situazione sarebbe stata ben peggiore.

Maggio e Nocerino

Un altro aspetto che merita un approfondimento è quello che riguarda il tesseramento degli svincolati Maggio e Nocerino. Due ultratrentenni che, si sapeva, avevano bisogno di tempo per acquisire una forma fisica accettabile e dare un importante contributo in termini di esperienza. Entrambi, però, hanno iniziato ad avere problemi fisici proprio nel momento in cui avrebbero avuto maggiore bisogno di accumulare minuti nelle gambe. E per Maggio la cosa non è di poco conto se la problematica all’adduttore emersa nelle ultime ore dovesse essere riconducibile ad un inizio di pubalgia. Si poteva prevedere tutto ciò ad inizio di stagione? Sicuramente no.

Campo d’allenamento e staff medico

E sempre a proposito degli infortuni va anche detto che non è possibile tirare in ballo nemmeno alcuni aspetti su cui si è molto dibattuto in passato, perché il Benevento quest’anno ha trasferito la sede degli allenamenti da Paduli all’Antistadio (dove è stato collocato un fondo in erba naturale al posto del sintetico) e ha tesserato per la prima volta un medico sociale a tempo pieno sopperendo in questo modo ad una precedente grave lacuna organizzativa.

Costa, Coda e Di Chiara

Passando alla rosa va poi detto che, al di là delle indubbie responsabilità di Bucchi nel volere giocatori per lo più adatti al ripudiato 4-3-3, va anche ricordato che il tecnico romano ha parzialmente subito anche gli effetti della sciagurata campagna acquisti di due anni fa. Costa ha confermato di essere un “pacco”, mentre Coda ha evidenziato, ancora una volta, i limiti mentali che ne hanno condizionato la carriera. Lo stesso Bucchi non ha esitato a sottolinearlo, anche in modo “colorito”, nel disperato tentativo di pungolarlo. Impresa miseramente fallita, come attesta l’inspiegabile e irresponsabile scelta di optare per lo “scavino” in un momento così delicato della partita e della stagione.

Lo stesso discorso vale per Antei, arrivato nel Sannio due estati fa a suon di milioni dal Sassuolo assieme a Iemmello e, come quest’ultimo, già alle prese con ricorrenti problemi fisici. Se per l’attaccante c’è stata la possibilità di “piazzarlo” altrove nella speranza di poter recuperare parte della somma spesa in sede di mercato, per il difensore sarà difficile recuperare qualcosa viste le sue perduranti “difficoltà psicologiche”, oltre che fisiche. Lo stesso discorso vale per Di Chiara, il cui rendimento non è stato fin qui pari alle aspettative, nonostante lo sforzo economico effettuato dalla società per soffiarlo a suotempo proprio al Sassuolo.

Gli esterni d’attacco

Se qualche colpa si può attribuire a Bucchi (e al direttore sportivo Pasquale Foggia) relativamente alla campagna acquisti effettuata la scorsa estate, bisogna focalizzare l’attenzione sull’acquisto della doppia coppia di esterni d’attacco, ImprotaBuonaiuto e RicciInsigne e sul mancato acquisto del sostituto di Iemmello per il ruolo di terza punta.

Gli esterni d’attacco sono stati infatti la maggiore delusione di quest’inizio di stagione. Il loro rendimento è stato altalenante e molto al di sotto delle attese al punto da indurre lo stesso Bucchi, complice anche la sequela d’infortuni e i tanti gol subiti, ad optare per un cambio tattico (dal 4-3-3 si è passati a un più prudente 3-5-2).

La mancata sostituzione di Iemmello

Scelta che, però, ha fatto emergere la grave lacunadella mancanza di una terza punta da affiancare a Coda e al sin qui deludente Asencio. A parziale discolpa del duo BucchiFoggia c’è anche da dire che, a parte Galano (praticamente acquistato e poi sfuggito a causa dell’inserimento in extremis del Parma) e Ragusa (ormai stabilmente destinato alla panchina nel Verona) il mercato non offriva alternative migliori rispetto ai giocatori acquistati.

Bandinelli, Montipò e Volta

Fortunatamente, però, ci sono state anche alcune noteliete in quest’avvio di stagione, a partire da Bandinelli, fortemente voluto da Bucchi e il cui contributo è stato determinante in molte occasione, e Montipò, che sembra destinato a seguire le orme di Cragno, così come si è rivelato un acquisto molto prezioso anche quello di Volta, anche lui fortemente voluto dall’ex tecnico di Perugia e Sassuolo. Un difensore che probabilmente assieme a Lucioni avrebbe costituito la migliore coppia di centrali della categoria ma che per caratteristiche non si è certamente rivelato il sostituto ideale dell’ex capitano, la cui cessione ha fin qui pesato negativamente anche in termini di leadership.

Gli esoneri in Serie B

Insomma, sono tanti gli aspetti che hanno fin qui determinato il deludente avvio di stagione del Benevento ed appare quindi del tutto riduttivo attribuire le colpe solo a Bucchi, anche perché c’è un altro aspetto che non bisogna assolutamente sottovalutare: con l’imminente esonero di Grassadonia da parte del Foggia saranno ben nove su complessive diciannove le panchine fin qui saltate in Serie B dall’inizio della stagione. Una dato tutt’altro che trascurabile e casuale.

Una vittoria per spingere l’Hellas Verona all’inferno

L’incontro tra Benevento ed Hellas Verona, in programma questa sera alle 21 allo stadio Ciro Vigorito, sarà una sorta di prova d’appello per il tecnico scaligero Fabio Grosso recentemente finito nel mirino dei tifosi al pari del presidente Maurizio Setti. L’ultima vittoria degli scaligeri risale, infatti, al 27 ottobre quando superarono in rimonta per 2-1 il Perugia al Bentegodi. In trasferta l’ultimo colpaccio risale addirittura al lontano 22 settembre (1-2 a Crotone).

L’ultima occasione per Grosso

Risultati che hanno fatto progressivamente scivolare l’Hellas Verona al 9° posto in classifica, fuori dalla zona play off. Per Grosso, che dovrà fare ancora a meno dell’infortunato Colombatti, la sfida del Vigorito rappresenta dunque l’ultima occasione per salvare una stagione che rischia di essere compromessa prima ancora del giro di boa.

L’allenatore del Benevento Cristian Bucchi ne è consapevole. Battere l’Hellas Verona significherebbe spingere verso l’inferno una pericolosa concorrente e soprattutto consolidare la striscia positiva inaugurata con la vittoria sul Perugia. Un’occasione troppo ghiotta per non essere sfruttata.

L’emergenza infortuni

Il Benevento è, però, ancora alle prese con l’emergenza infortuni. Nella gara di Coppa Italia con il Cittadella di martedì scorso il tecnico romano è stato costretto a schierare ben tre prodotti del vivaio (Cuccurullo, Sparandeo e Volpicelli). La formazione dipenderà, quindi, dalle condizioni fisiche dei giocatori (soprattutto Letizia) e dal loro grado di autonomia. L’unica certezza è al momento rappresentata dall’assetto tattico da utilizzare poiché, grazie al passaggio dal 4-3-3 al 3-5-2, il Benevento ha acquistato maggiore solidità difensiva e Coda, grazie alla presenza di un compagno di reparto al suo fianco, è diventato più pericoloso in avanti.

Il pubblico

Otto mesi fa gli scaligeri videro svanire le ultime speranze di salvezza proprio a Benevento, stasera potrebbero ritrovarsi addirittura sull’orlo del baratro in caso di sconfitta. Lo sanno bene anche i tifosi della Strega che stasera avranno un motivo per spingere alla vittoria i propri beniamini.

I tormenti di Fabio Grosso

Escludendo il 3-0 a tavolino con il Cosenza, l’Hellas Verona ha vinto finora solo una partita lontano dal Bentegodi e, tra l’altro, si tratta di un successo ormai datato: sono passati infatti due mesi e mezzo da quando i gialloblù si imposero per 2-1 a Crotone. A seguire, è arrivato solamente un pareggio, a Venezia. Prima e dopo, le sconfitte di Salerno, Ascoli e Brescia. Un ruolino di marcia per nulla incoraggiante, dunque, per il tecnico Fabio Grosso che sa bene che in caso di sconfitta rischierebbe concretamente l’esonero.

Gli ultimi precedenti

E a rendere ancora più difficile la situazione c’è anche il ricordo delle ultime due sconfitte rimediate dagli scaligeri in terra sannita. Otto mesi fa proprio al Ciro Vigorito l’Hellas di Fabio Pecchia vide svanire le ultime speranza di salvezza, mentre due anni fa rimediò  un clamoroso 2-0 contro un Benevento appena promosso in Serie B.

Precedenti che dunque preoccupano non poco l’allenatore dell’Hellas, finito nel mirino dei tifosi, al pari del presidente Maurizio Setti, a causa di alcune scelte rivelatesi quanto meno discutibili (vedi il mancato utilizzo del bomber Pazzini, lo scambio di ruoli tra Marrone e Dawidowicz, etc.).

La trasferta di Benevento rappresenta dunque una tappa fondamentale per il futuro del tecnico scaligero e per lo stesso Verona che, in caso di sconfitta, precipiterebbe a ridosso della zona play out.

Di qui la necessità per l’Hellas di conquistare l’intera posta in palio e dare finalmente una svolta ad una stagione che rischia di diventare fallimentare prima ancora del termine del girone d’andata.

Di contro per il Benevento di Cristian Bucchi la sfida in programma domenica sera al Ciro Vigorito potrebbe essere l’occasione per spiccare definitivamente il volo e lasciarsi alle spalle una concorrente che alla vigilia del campionato veniva considerata, al pari dei giallorossi, tra le formazioni più accreditate alla vittoria finale.

La svolta tattica di Cristian Bucchi

Il calcio, come amava sottolineare Osvaldo Soriano, ha le sue ragioni misteriose che la ragione non conosce. Spesso, infatti, sono i singoli episodi a cambiare le sorti di una partita e sabato scorso di episodi favorevoli il Benevento ne ha avuto ben tre nel giro di pochi minuti: l’errore di Federico Melchiorri che, all’84°, ha sciupato una ghiotta occasione per portare in vantaggio il Perugia; la prodezza balistica di Filippo Bandinelli che al 90° ha sbloccato il risultato e, infine, il miracoloso salvataggio di Lorenzo Montipò sul tiro El Yamiq al 93°.

Grazie a questi tre episodi si è passati da una possibile drammatica sconfitta a una vittoria dal sapore liberatorio, il cui senso è racchiuso tutto nell’insolita esultanza del tecnico Cristian Bucchi dopo il gol di Bandinelli.

Sicuramente la partita con il Perugia non ha cancellato tutti i limiti emersi in questa prima fase della stagione ma è sicuramente un deciso passo in avanti e rappresenta un ottimo viatico in vista dell’insidiosa trasferta di venerdì a Palermo, anche perchè Bucchi, a causa delle numerose assenze, ha dovuto fare di necessità virtù e adottare uno schema (il 3-5-2) che sin qui aveva utilizzato solo nella trasferta di Carpi.

Squadra più compatta

Una scelta tattica che in definitiva si è dimostrata particolarmente efficace, perchè il Benevento sin dalle prime battute ha dato la sensazione di essere finalmente squadra.

Molto più corta e compatta che in passato, la Strega ha quasi sempre  controllato le iniziative del Perugia adottando un pressing più asfissiante del solito ed è riuscita soprattutto a neutralizzare l’arma migliore dei Grifoni: l’inserimento tra le linee del talentuoso Alessandro Verre, la cui pericolosità si è vista in occasione del gol, quando ha approfittato dello spazio venutosi a creare a seguito della caduta di Volta e del posizionamento sbagliato di Billong per mettere a segno una bellissima rete.

La rete di Verre

La compattezza dei giallorossi è risultata evidente anche in fase offensiva, come si può notare nella seconda foto. Sono infatti ben cinque i calciatori del Benevento presenti nell’area avversaria quando Bandinelli ha calciato dal limite.

La rete di Bandinelli

Il nuovo assetto tattico adottato da Bucchi ha inoltre consentito di sfruttare al meglio le fasce laterali con gli impetuosi inserimenti di Letizia e Improta e di sgravare Coda dal peso di dover sostenere da solo il peso dell’attacco.

E’ risultato, infine, positivo anche l’utilizzo di Di Chiara come centrale difensivo perchè l’ex calciatore del Perugia ha dato un importante apporto in fase di prima impostazione e consentito quindi di sopperire ad una lacuna che nelle precedenti partite aveva spesso imposto degli sterili rilanci in profondità del portiere.

Segnali incoraggianti, dunque, da cui il tecnico del Benevento può ripartire in vista della delicata sfida di venerdì con il Palermo.

 

Benevento, con il Perugia tre punti scaccia-crisi

Il Benevento affronterà oggi alle ore 18 allo stadio “Ciro Vigorito” il Perugia di Alessandro Nesta in una gara particolarmente delicata per l’allenatore giallorosso Cristian Bucchi che, in caso di sconfitta, rischia di chiudere anzitempo la sua esperienza in terra sannita. Il presidente Oreste Vigorito e il direttore sportivo Pasquale Foggia hanno fin qui difeso il tecnico romano, nonostante la squadra abbia conquistato un solo punto nelle ultime tre partite, ma un ulteriore passo falso renderebbe quasi inevitabile l’esonero. Di qui l’assoluta necessità di una vittoria scaccia crisi contro un Perugia in grande spolvero: i grifoni infatti, dopo la sconfitta di misura a Verona, hanno inanellato tre vittorie consecutive contro Padova, Livorno e Crotone, raggiungendo proprio i sanniti all’ottavo posto in classifica.

I problemi d’infermeria

Bucchi, ancora una volta, sarà alla prese con i problemi d’infermeria. Maggio, Costa, Del Pinto, Tuia, Bukata e Nocerino sono ancora out mentre Improta tornerà ad essere disponibile ma sarà destinato alla panchina, non avendo ancora i novanta minuti nelle gambe. Fortunatamente il tecnico giallorosso potrà contare sul rientro di Tello, che ha scontato la giornata di squalifica inflittagli dal giudice sportivo. Una presenza che consentirà a Bucchi di rispolverare il collaudato 4-3-3 con Montipò in porta, Letizia e Di Chiara (o Gyamfy) sulle fasce e la coppia VoltaBillong al centro della difesa, Bandinelli, Viola e Tello a centrocampo e il tridente d’attacco composto da Coda, Buonaiuto e Insigne, che appare leggermente in vantaggio rispetto a Ricci.

L’incognita Vido

Il tecnico del Perugia, Alessandro Nesta, attende con ansia il responso dello staff medico sulle possibilità di utilizzo dal primo minuto del centravanti Luca Vido, che finora ha messo a segno 5 reti e che, proprio a causa dei problemi muscolari che lo affliggono, nei giorni scorsi è stato costretto a lasciare il ritiro dell’Under 21. Sarà, invece, sicuramente in campo il trequartista Valerio Verre, fermatosi precauzionalmente nei giorni scorsi, mentre per il ruolo di terzino destro ci sarà ballottaggio fino all’ultimo tra il rientrante Ngawa e Mazzocchi, che si è ben disimpegnato nelle ultime gare.

 

(tratto dall’edizione cartacea del Corriere del Mezzogiorno)

Mentre Bucchi rimane in bilico, Baroni vola a Leeds per studiare Bielsa

Nonostante il presidente Oreste Vigorito gli abbia rinnovato la fiducia anche dopo la brutta sconfitta di La Spezia, e soprattutto dopo la terza partita di fila senza vittorie, la posizione di Cristian Bucchi è tutt’altro che salda. Come riferisce il sito di Gianluca Di Marzio, “nelle prossime gare contro Perugia e Palermo serviranno punti e ottime prestazioni”.

Per Alfredo Pedullà i nomi più accreditati per un’eventuale sostituzione sono al momento: Massimo Drago, Walter Novellino, Serse Cosmi e Delio Rossi.

La pista Baroni è poco praticabile

Anche Pedullà ritiene poco praticabile la pista di un possibile ritorno di Marco Baroni alla guida del Benevento, “visto che le parti non si sono lasciate bene”. Il riferimento è ovviamente al mancato rispetto, da parte di Baroni, della parola data al presidente Vigorito al momento dellla firma del rinnovo biennale.

E domenica sera lo stesso Pedullà è tornato sull’argomento, spiegando che “il protagonista della storica promozione ha scelto un viaggio di aggiornamento professionale. Da domani sarà a Leeds per studiare e approfondire i metodi di Bielsa, un bel modo di tenersi sul pezzo in attesa di un ritorno in panchina”. Che difficilmente, però, sarà quella del Benevento.