Giovedì sera al President Hotel il presidente Oreste Vigorito ufficializzerà l’addio di Cristian Bucchi.
Un epilogo inatteso, almeno per le modalità con cui è avvenuto. Il tecnico romano, subito dopo il clamoroso epilogo della semifinale con il Cittadella, ai microfoni di Ottochannel aveva infatti ribadito la sua disponbilità a rinnovare il contratto in scadenza il 30 giugno. Anche il paterno abbraccio di Vigorito nell’immediato dopopartita lasciava in qualche modo presagire un proseguimento del rapporto.
Poi, dopo il summit tra il presidente, l’allenatore e il diesse Pasquale Foggia, qualcosa è cambiato e Bucchi ha probabilmente intuito che la sua esperienza nel Sannio era ormai giunta ai titoli di coda.
L’ex tecnico di Sassuolo e Perugia, corteggiato da importanti società della cadetteria, ha capito che il clima che lo avrebbe accompagnato il prossimo anno non sarebbe stato dei migliori e che la disastrosa prova offerta dai suoi ragazzi contro il Cittadella aveva in qualche modo minato persino la fiducia incondizionata del presidente. Di qui la decisione di lasciare.
Bucchi, com’è noto, viene generalmente considerato un allenatore offensivista, molto votato allo spettacolo. Per questo motivo due anni fa era stato scelto da Squinzi come erede di Di Francesco al Sassuolo e per l’identica ragione la scorsa estate Vigorito gli aveva affidato l’eredità di Roberto De Zerbi.
Per ironia della sorte, però, il Bucchi visto all’opera quest’anno a Benevento è mancato proprio in quella che doveva essere la principale caratteristica della squadra: la spettacolarità.
Il primo impatto aveva lasciato ben sperare: dapprima la vittoria in Coppa Italia a Udine, poi l’avvincente rimonta con il Lecce e la travolgente vittoria nel derby con la Salernitana avevano creato grandi attese in un pubblico ancora profondamente legato a De Zerbi e al suo calcio spumeggiante.
Subito dopo, però, erano affiorati i primi mugugni per l’atteggiamento troppo sparagnino tenuto dalla squadra nelle pur vittoriose trasferte di Cittadella e Venezia. Mugugni alimentati anche da una parte della stampa e sfociati inevitabilmente in una prima contestazione dopo le due sconfitte consecutive rimediate contro il Foggia e il Pescara.
A quel punto l’ombra di De Zerbi è tornata prepotentemente ad aleggiare sul Vigorito e neanche il filotto di dieci risultati utili consecutivi, ottenuto peraltro con un gioco lontano anni luce dalla filosofia dezerbiana, è servito a ricucire uno strappo che, dopo l’eliminazione dai play off ad opera del Cittadella, è diventato addirittura insanabile.
Di Cristian Bucchi resterà, comunque, il ricordo di una persona corretta, mai fuori dalle righe e sempre ben disposto anche nei confronti di chi lo criticava aspramente. Insomma, un signore d’altri tempi.