Benevento-Verona: male Foulon, Insigne e Inzaghi, tra gli scaligeri una prova super per Faraoni, Lazovic e Tameze

I peggiori

Foulon: il belga pare uscito dai “mangiatori di patate” di Van Gogh. Esce dalla panchina solo per l’infortunio di Letizia. Ed è mestizia per il Benevento. Ha problemi di testa, è evidente. Sbaglia posizione e tempo del salto, lisciando la palla che Faraoni insacca. Vuole riscattarsi e dimostrare di saper colpire di capoccia. Segna. Nella porta sbagliata. Dopo Napoli nuova prestazione imbarazzante. Inzaghi lo cambia all’inizio del secondo tempo.

Insigne: sbaglia tutti i passaggi possibili, non tiene palla, non fa salire la squadra, non salta l’uomo. Inzaghi gli dà fiducia anche per il secondo tempo, ma, dopo dieci minuti e l’ennesimo errore in appoggio, si arrende e lo toglie.

Inzaghi: probabilmente sbaglia a rischiare Letizia. Su quella fascia, anche prima del disastro Foulon, Faraoni fa quel che vuole, quando vuole. Anche la scelta, in parte obbligata, di Sau e Insigne dietro Lapadula è infelice. Rimescola le carte a inizio ripresa, ma Glik sbaglia subito l’intervento su Lasagna e il Verona chiude la partita. Vista l’evanescenza di Lapadula i tifosi, e noi con loro, ci chiediamo perché Gaich solo al 73simo? Altro interrogativo: perché attendere il secondo tempore fare entrare Viola, probabilmente il giocatore col più alto tasso tecnico della rosa sannita?

 

I migliori

Hetemaj:  i gol degli avversari non lo fiaccano, anzi lo aizzano. Ci mette il cuore, i polmoni, la gamba, la tattica. Della sua tecnica sappiamo, non ha i piedi di seta. È ovunque, però. Dietro, al centro e avanti. Prova a prendere la squadra sulle spalle, sollevare il morale, spingere, resistere. L’ultimo a smettere di provare a cambiare l’inerzia.

Ionita: prima del tracollo assiste Hetemaj, fa densità in ogni zona del campo. Lo si trova addirittura in area avversaria.

Faraoni: sul nostro taccuino il suo nome è già annotato quando segna. Si tiene alto per schiacciare Letizia. È costantemente pericoloso. Entra in area di continuo sino al gol. Continua anche dopo. Si ritira nella sua metà campo nel secondo tempo, ghermisce ogni palla che i sanniti tentano di far passare nella sua zona.

Lazovic: sulla fascia opposta a quella di Faraoni, con Zaccagni e Veloso costruisce gioco e cross pericolosi. Si sfianca anche in copertura. Alla fine della partita sul suo lato si nota un solco.

Tameze: dà anima del centrocampo dell’Hellas, è un elastico. Corre con lo stile della gazzella, intercetta con la forza del bufalo, lancia con la finezza del fenocottero. Ineccepibile.