Un sogno chiamato Ceravolo

I sogni a volte si avverano e quello dei tifosi del Benevento, si sa, è legato al ritorno di Fabio Ceravolo, detto la Belva, che due anni fa condusse a suon di gol la Strega in Serie A. Poi, a seguito della rivoluzione estiva voluta dal duo BaroniDi Somma, l’attaccante di Locri fu costretto a lasciare il Sannio per approdare al Parma.

La lettera d’addio

Un addio particolarmente doloroso, come testimoniò la sua lettera d’addio alla torcida giallorossa: “Ciao Benevento, a poche ore dalla fine di questo tormento sono indeciso se fare le valigie o scrivere queste parole, ma mi sono convinto che scrivere questa lettera adesso è più importante di qualsiasi altra cosa. Credo di essere un tipo romantico anche se lo nascondo parecchio, e una lettera dedicata a voi, da chi ho ricevuto più affetto e riconoscenza, per me è la massima espressione d’amore. Purtroppo non pensavo mai e poi mai che arrivasse questo momento così, subito, dopo aver raccontato a tutta l’Italia, e non solo, questa meravigliosa favola chiamata A alla quale forse ancora oggi facciamo fatica a credere. Scelta difficile la mia credetemi, non ho dormito notti, esco in città per un caffè ma scappo subito a casa perché a rendere ancora più difficile questa scelta sono gli infiniti messaggi d’affetto, i vostri occhi e le vostre belle parole nei miei confronti. Mi sono affezionato a questa città, che ad un certo punto è diventata più bella di quanto già lo era, ma purtroppo in questo lavoro che regala emozioni uniche, è risaputo che non esistono promesse. Ciao Benevento, ciao stregoni, ciao sanniti ciao gladiatori farò il tifo per voi. Io non dimentico“.

La voglia di tornare nel Sannio

Una struggente lettera d’amore che rese ancora più doloroso il divorzio dal bomber che, con le sue reti, aveva condotto il Benevento nella massima serie. In molti quest’estate avevano sperato in un clamoroso ritorno in maglia giallorossa della Belva, che nel frattempo aveva condotto anche il Parma in Serie A, ma fu solo un’illusione. Stavolta, invece, le possibilità di rivederlo nel Sannio sono più concrete, soprattutto perchè a volerlo fortemente è proprio lui, la Belva. I tifosi sognano ad occhi aperti il suo ritorno nella città delle streghe. E i sogni, si sa, a volte si avverano…

Niente più calciatori dal passato illustre

Dal vertice tenutosi ad Avellino tra il presidente Oreste Vigorito e il direttore sportivo Pasquale Foggia è emersa chiara la linea del Benevento in questa sessione di mercato invernale: pochi ma ponderati innesti per migliorare una rosa ritenuta già molto competitiva. Durante il faccia a faccia si è, ovviamente, preso atto del sostanziale fallimento della scelta effettuata in estate di puntare su giocatori di esperienza (vedi il deludente rendimento di Nocerino e Maggio), e si è deciso quindi di virare su calciatori fortemente motivati e preferibilmente giovani. Inutile, quindi, inseguire nomi dal passato illustre ma dal presente incerto. Servono calciatori con la garra, adatti alle necessità della cadetteria.

Centrocampo

Il reparto su cui occorre prioritariamente intervenire è il centrocampo, dopo l’addio di Nocerino e lo scontato addio dell’impalpabile Bukata. Servono soprattutto delle mezzali. Bucchi è stato chiaro: al centro le alternative sono Viola, che assicura qualità, e il ritrovato Del Pinto, che assicura invece compattezza ed equilibrio Ovviamente, il dicorso si complicherebbe nel caso in cui Viola manifestasse la volontà di cambiare aria. A quel punto gli acquisti da fare potrebbe essere addirittura tre, avendo in rosa solo Tello, Bandinelli, Del Pinto e l’adattabile Buonaiuto.

Difesa e attacco

Un altro arrivo riguarderà sicuramente la difesa dove occorrerà avere almeno sei centrali in rosa per sopperire alle esigenze dettate dal nuovo modulo (3-5-2, amzichè 4-3-3). Al momento ci sono Volta, Antei, Billong, Costa, Tuja e l’adattato Di Chiara. L’esperienza di Costa nel Sannio è ai titoli di coda. L’unico ostacolo ad uno scontato addio è quello del cospicuo ingaggio percepito dal difensore, ma il suo contratto scade a giugno e l’offerta di un eventuale biennale da parte della società acquirente potrebbe risolvere il problema. Resta da comprendere, il destino di Tuia, finora mai utilizzato a causa dei costanti problemi fisici.

Nessuno arrivo è, invece, previsto sulle fasce laterali dove Letizia, Improta, Maggio e Gyamfy (oltre naturalmente Di Chiara) rappresentano delle certezze. Anche il possibile addio dell’ex capitano del Napoli non rappresenterebbe certo un problema. Allo stesso modo appare coperto anche il reparto offensivo, a meno che non si prospetti una ghiotta occasione per acquistare un calciatore in grado di fare la differenza. In quel caso, però, occorrerebbe lasciar partire qualcuno e i maggiori indiziati a lasciare il Sannio potrebbero essere i sinora deludenti Ricci e Asencio.

Insomma, a differenza dello scorso anno, non ci sarà rivoluzione e non potrebbe essere diversamente, visto che la distanza dalla promozione diretta è di soli 3 punti, ma solo pochi e mirati innesti per rafforzare la squadra.

 

 

 

 

Pescara su Ciciretti e Lecce su Ceravolo, il Benevento non molla Valzania

Pochi giorni di relax e via: da oggi tutti impegnati sul mercato. Un mese per ridisegnare gli organici, tamponare le falle e riallinerasi ai nastri di partenza del girone di ritorno di un campionato, quello di Serie B, tra i più avvincenti degli ultimi anni. Secondo l’edizione odierna del Corriere dello Sport, al momento sono due ex giallorossi i colpi più ambiti da parte delle società cadette: Amato Ciciretti e Fabio Ceravolo. Due calciatori che, va  ricordato, vantano due promozioni consecutive in Serie A con Benevento e Parma.

Amato Ciciretti

L’esterno d’attacco di proprietà del Napoli finora a Parma non ha trovato molto spazio. Di qui il tentativo del Pescara di acquistarlo per rafforzare l’attacco. L’alternativa è Jamin Jallow, il nazionale gambiano di proprietà del Chievo che finora a Salerno ha deluso le attese e pare sia destinato a cambiare aria.

Fabio Ceravolo

Ceravolo è, invece, il sogno del Lecce di Liverani. Un’ipotesi che non dispiacerebbe affatto al bomber di proprietà del Parma che, oltretutto, nel Salento ritroverebbe i vecchi compagni del Benevento Fabio Lucioni, Lorenzo Venuti e Pippo Falco. Un motivo in più per accettare il ritorno in serie cadetta

Puggioni e Valzania

Sempre secondo il quotidiano sportivo romano, Cristian Puggioni, che com’è noto è alla ricerca di una nuova sistemazione, è nel mirino del Cosenza, mentre il Benevento non molla la presa sul promettente centrocampista di proprietà dell’Atalanta Luca Valzania, compagno di squadra di Lorenzo Montipò nell’Under 21 di Gigi Di Biagio. Il Corriere dello Sport riporta, infine, la smentita del direttore sportivo Pasquale Foggia sull’interessamento del Benevento per Trotta e Lapadula.

Il Benevento si è finalmente calato nella mentalità della serie cadetta

A dispetto della classifica, il Padova non era avversario facile da affrontare in questo momento. E in Serie B, si sa, le partite non sono mai scontate. Nonostante ciò, il Benevento è sceso in campo pienamente consapevole delle difficoltà che avrebbe incontrato e, a parte i cinque minuti finali, ha giocato con la giusta mentalità, grazie anche al centrocampo da combattimento schierato da Bucchi, che ha preferito dirottare Buonaiuto in attacco per avvalersi della muscolarità di Bandinelli.

La cattiveria agonistica

E’ sicuramente questo, assieme alla confermata solidità difensiva, il dato più importante emerso dalla partita di ieri sera. Il Benevento ha finalmente tirato fuori quella cattiveria agonistica che serve per affrontare il campionato cadetto. E lo ha fatto nel momento in cui ha perso quei giocatori che, grazie alla loro esperienza, avrebbero dovuto guidare i più giovani, e cioè Nocerino, Puggioni e Maggio.

I nuovi leader: Letizia e Del Pinto

Il nuovo leader del Benevento è diventato Gaetano Letizia, a cui giustamente Bucchi ha affidato la fascia di capitano. Un guerriero indomito che, pur commettendo qualche banale errore nel corso dei novanta minuti, non si arrende mai e finisce per trasmettere anche ai compagni la sua enorme grinta e voglia di vincere. Un altro elemento determinante, nelle ultime due partite, è stato poi Lorenzo Del Pinto che, oltre a garantire equilibrio e maggiore copertura difensiva, ha via via assunto le vesti di leader del centrocampo, sempre pronto a guidare i compagni di reparto, a urlare e sbracciarsi

L’assetto tattico

Da sottolineare, infine, l’importanza tattica assunta da Riccardo Improta che, pur non esprimendosi sempre al top, sta garantendo, al pari di Letizia sulla fascia destra, ampiezza alle manovre d’attacco e notevole copertura difensiva. Insomma, la coraggiosa scelta di Cristian Bucchi di passare dal dogmatico 4-3-3 iniziale al più prudente 3-5-2 inizia a produrre effetti importanti e qualche operazione in entrata, soprattutto in attacco, potrebbe ulteriormente migliorare una squadra che, finalmente, si è calata nella mentalità della serie cadetta.

 

 

Il Benevento regala un Natale di gioia ai suoi tifosi

Tre gol che fanno drammaticamente sprofondare il Crotone in piena zona retrocessione e regalano un Natale di gioia alla tifoseria giallorossa. E’ questo il responso di una serata in cui il Benevento ha disputato una delle migliori partite della stagione e si è messo alle spalle una settimana difficile. Una settimana in cui, ricordiamolo, avevano tenuto banco soprattutto l’addio di Nocerino e il mal di pancia di Puggioni.

Le note liete di Del Pinto e Buonaiuto

Molte le risposte positive venute dal campo stasera: innanzitutto il ritorno di Lorenzo Del Pinto che ha dato equilibrio al centrocampo e soprattutto ha saputo guidare i compagni da vero leader, facendo rendere al meglio sia Tello che Buonaiuto.

E proprio l’ex Perugia, al suo primo gol stagionale (e che gol!), rappresenta un’altra nota lieta della serata. Con il trascorrere delle gare sta diventando sempre più importante la sua presenza nel nuovo 3-5-2 disegnato da Bucchi. Buonaiuto, infatti, con i suoi movimenti non dà punti di riferimenti agli avversari e, soprattutto, con i suoi inserimenti trasforma improvvisamente l’assetto tattico in un redivivo 4-3-3. Un lavoro, quello di Buonaiuto, favorito anche dalla presenza sulla fascia di un generoso Improta che, pur non esprimendosi al meglio in fase offensiva, garantiresce comunque un’importante apporto in fase difensiva.

Le risposte di Antei e Insigne

Da sottolineare, infine, le convincenti prestazioni di Antei e Insigne. Entrambi erano finiti nella lista dei cosiddetti osservati speciali in vista del mercato di gennaio. Stasera Bucchi gli ha offerto un’importante opportunità per riscattarsi e loro l’hanno afferrata al volo. Un pò come è capitato anche a Di Chiara, che stasera è stato riproposto nuovamente nel terzetto dei centrali a discapito del pur arruolabile Billong.

Insomma, segnali importanti a cui, però, bisognerà dare seguito giovedì a Padova e domenica prossima al Ciro Vigorito contro il Brescia. Gli esami, come diceva il grande Eduardo De Filippo, non finiscono mai e la fine del mercato invernale, com’è noto, è stata progrogata al 31 gennaio.

 

Quella volta che ‘ndrangheta e Gea “condizionarono” la semifinale tra Crotone e Benevento

Le sfide tra Benevento e Crotone non sono mai state banali. Alle partite con i pitagorici sono, tra l’altro, legati anche alcuni dei più brutti ricordi della storia del calcio sannita: basti pensare allo spareggio playoff per la promozione in serie C1 che andò in scena il 14 giugno 1998 allo stadio Via del Mare di Lecce, oppure al gol di Calil allo stadio Santa Colomba nella finale dei playoff del 21 giugno 2009.

La ferita più dolorosa

Ma la ferita più dolorosa è probabilmente quella  legata alla semifinale play off Crotone-Benevento, disputata il 6 giugno 2004. Una gara contrassegnata soprattutto dalla scandalosa direzione di Oberdan Pantana di Macerata che, dapprima, negò un evidente rigore a favore della Strega e, subito dopo, regalò invece un penalty inesistente ai calabresi, all’epoca allenati da Gian Piero Gasperini. Il Benevento del presidente Pino Spatola finì la gara addirittura in nove uomini.

Il ruolo della Gea

Quanto accaduto nel corso di quel match assunse connotati ancora più inquietanti qualche anno dopo, all’indomani dello scoppio di Calciopoli, quando vennero a galla i rapporti esistenti tra il Crotone e la Gea e tra la Gea e la Viterbese. Serena Spatola, figlia dell’ex presidente del Benevento, svelò agli inviati di Striscia la Notizia anche un altro inquietante particolare: prima della gara a tutte le squadre impegnate negli spareggi era arrivata una lettera anonima, indirizzata anche a Carraro, nella quale era scritto a chiare lettere che, per volontà della Gea, la finale sarebbe dovuta essere necessariamente tra Crotone e Viterbese.

Le rivelazioni del pentito

E, come se non bastasse, nel 2013, a rendere i contorni di quella gara ancora più inquietanti ci pensò il quotidiano la Repubblica, che pubblicò uno stralcio dell’inchiesta barese contenente le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Luigi Bonaventura, reggente di una delle cosche più potenti della costa ionica e capo della security della squadra del cugino, quel Raffaele Vrenna presidente del Crotone negli anni della grande scalata dalla Promozione alla Serie B: “A Crotone i miei uomini nella società che gestiva la sicurezza dello stadio aggredivano i calciatori avversari, avvicinavano i dirigenti, compravano giocatori. Le partite contro il Benevento (play off 2003-2004) e contro il Locri (stagione 1997) ce le siamo aggiustate”.

In pratica la conferma di quanto denunciato, senza essere presi considreazione, al termine della gara dal presidente SpatolaSiamo stati minacciati, alcuni calciatori sono stati picchiati») e dal suo consulente di mercato Gino CorradoAlmeno quattro giocatori sono stati colpiti negli spogliatoi alla fine del primo tempo»).

Insomma, una partita che, a distanza di anni, ancora grida vendetta e rende la sfida con i rossoblu ancora più sentita per la tifoseria sannita .