CorSport: il Benevento segue Stulac, Vido, Bonazzoli e Colombatto

L’edizione odierna del Corriere dello Sport, in un articolo a firma dell’esperto di Serie B Tullio Calzone, accosta al Benevento di Pippo Inzaghi i nomi del centrocampista della Nazionale Slovena e del Parma  Leo Stulac (24), dell’attaccante dell’Atalanta (lo scorso anno in prestito al PerugiaLuca Vido (22), dell’attaccante della Sampdoria (lo scorso anno in prestito al Padova) Federico Bonazzoli (22) e del centrocampista argentino del Cagliari (lo scorso anno in prestito al Verona) Santiago Colombatto (22). Per il quotidiano sportivo romano, inoltre, i sanniti avrebbero respinto la corte del Bari per l’esterno Gaetano Letizia (29).

 

Oggi la firma di Pippo Inzaghi con il Benevento, definito anche lo staff

Oggi Pippo Inzaghi apporrà la firma sul contratto che lo legherà al Benevento per la prossima stagione. Ad annunciarlo ieri sera nel corso della trasmissione di Sky Calciomercato – L’Originale” è stato l’esperto di mercato Gianluca Di Marzio che di Super Pippo, com’è noto, è grande amico.

Secondo il Mattino, inoltre, nelle ultime ore sarebbe stato definito anche  lo staff. “Con Pippo Inzaghi – scrive infatti Luigi Trusio –  arrivano il secondo Maurizio D’Angelo, il tattico Duccio Innocenti, il preparatore atletico Luca Alimonta e il recupero infortunati Daniele Cenci (appena 30enne). Inzaghi non ha un preparatore dei portieri di fiducia organico al suo staff. A Venezia ha trovato Lotti, a Bologna Bucci, entrambi uomini-società. Lotti è sotto contratto con il Venezia fino al 2021 e ha difficoltà a liberarsi. Complicata anche la pista che conduce ad Alfredo Magni, che proprio Inzaghi portò al Milan dal Brescia, anche se in precedenza non avevano mai lavorato insieme. Magni è rimasto in rossonero anche dopo l’addio di Pippo per quattro stagioni, ma dai primi di luglio del 2018 è andato via (gli è subentrato Valerio Fiori) e adesso è fermo da circa un anno. Ma pare sia in attesa di una chiamata dalla A. Il nome nuovo, spuntato fuori dal cilindro, è quello del tarantino Gaetano Petrelli, classe ‘64, che sarebbe già stato contattato ed avrebbe già dato il suo assenso“.

Resta ora solo da definire la data della presentazione ufficiale del nuovo tecnico che, presumibilmente, dovrebbe avvenire nella prima settimana di luglio. Periodo, quest’ultimo, in cui torneranno nel Sannio anche i calciatori per sottoporsi alle consuete visite mediche.

 

Chiusa l’era degli allenatori votati all’attacco, il Benevento vira sul pragmatismo di Inzaghi

Quelli più amati dai tifosi sono stati indubbiamente Gaetano Auteri e Roberto De Zerbi, ma anche Marco Baroni ha lasciato un segno profondo nel cuore della torcida giallorossa. Tecnici che, va ricordato, eranno tutti votati a un calcio offensivo e spettacolare. Lo stesso Bucchi, del resto, era stato scelto perchè fautore di un calcio spumeggiante, anche sei poi ha abdicato a favore di un sano pragmatismo a causa dei risultati non proprio esaltanti della prima parte di campionato.

L’arrivo di Inzaghi sancisce, invece, uno spartiacque netto rispetto al passato perchè il marchio di fabbrica del Pippo Nazionale è proprio il pragmatismo tattico all’italiana, un misto di ferocia agonistica e ficcanti ripartenze. Insomma, le caratteristiche che Inzaghi incarnava da calciatore: poche concessioni allo spettacolo, tanta concretezza sotto porta e rapide pentrazioni sul filo del fuorigioco. Il suo modello dichiarato, si sa, è il Cholo Simeone, uno che allo spettacolo ha sempre concesso poco.

L’era per molti versi zemaniana di Auteri o il guardiolismo dezerbiano rimarranno, dunque, solo sbiaditi ricordi del passato e d’ora innanzi conterà soprattutto il risultato. Una sorta di rivoluzione che lo stesso presidente Oreste Vigorito aveva in qualche modo anticipato nella conferenza stampa tenuta al President Hotel, quando spiegò che dal nuovo tecnico avrebbe voluto meno “ortodossia” rispetto ai predecessori.

Il patron giallorosso ha capito che il prossimo campionato di Serie B non sarà una passeggiata e ci sarà bisogno di tanto agonismo. In pratica quella garra che quest’anno è mancata al Benevento di Cristian Bucchi soprattutto nei momenti decisivi. Pippo Inzaghi, invece, nei due anni trascorsi a Venezia ha dimostrato di saper trasmettere una forte carica ai suoi calciatori. Un particolare, quest’ultimo, che ha indubbiamente pesato  sulla scelta operata dai vertici del Benevento.

Così come, con molta probabilità, avrà in qualche modo pesato anche l’appeal del personaggio, spesso al centro dell’attenzione mediatica. Basti pensare, ad esempio, che il suo profilo Instagram annovera ben 611.000 follower. Elementi, dunque, che contribuiranno a rafforzare ulteriormente l’immagine del Benevento. Senza dimenticare, poi, il fatto che Super Pippo è stato capace di entrare subito nel cuore dei tifosi del Venezia ed è tutt’ora amato persino da quelli del Bologna, nonostante l’esonero.

Insomma, tanti aspetti che hanno contribuito a determinare la svolta e indotto in presidente ad accantonare parzialmente la ricerca della cosiddetta “grande bellezza“. L’obiettivo comune di Vigorito e Inzaghi è quello di tornare subito in Serie A per rimanerci, stavolta, il più a lungo possibile. E per farlo occorrono i risultati più che le belle prestazioni.

Super Pippo pronto a volare in Italia per la firma del contratto con il Benevento

Le ore e i giorni dell’attesa. La distanza temporale che separa Pippo Inzaghi dalla panchina del Benevento è variabile come la durata di un temporale estivo. Il club ha deciso da giorni che sarà lui il prossimo allenatore, colui che sostituirà Cristian Bucchi – promesso all’Empoli – e che nella testa del presidente Oreste Vigorito dovrà puntare al ritorno in Serie A. Si sono scelti, si sono parlati a Napoli, si sono conosciuti. Adesso c’è spazio per la burocrazia che coinvolge soprattutto Inzaghi. L’ex tecnico del Bologna è al mare, lontano dall’Italia ma non abbastanza da poter salire su un aereo e raggiungere Benevento (o Napoli, o Roma… a seconda dell’ufficio in cui firmare) in mezza giornata“.

Esordisce così l’articolo di Matteo Brega pubblicato sull’edizione odierna della Gazzetta dello Sport. E aggiunge: “La burocrazia, dicevamo, è la protagonista di questa attesa perché Inzaghi e il Bologna si sono salutati ma c’è un’appendice fatta di carte e transazioni per uscire dall’accordo in essere fino al 2020. In attesa di quello economico, Benevento e Inzaghi continueranno la conoscenza affondando il discorso sul prossimo contratto di Super Pippo. Perché si è partiti da un’offerta annuale, magari con un’opzione in caso di promozione in Serie A, ma non è detto che si possa allungare di un ulteriore anno quella base. Tutti discorsi che vanno seguiti, aggiornati. Tutti discorsi che anche nella giornata di ieri sono stati alimentati dalle parti mentre ognuno – chi in Italia e chi all’estero – ha portato avanti il lavoro quotidiano.
Perché il Benevento e Inzaghi hanno un obiettivo in comune. Cioè rilanciarsi“.

Pippo Inzaghi ha scelto il Benevento per riagguantare la Serie A

Pippo Inzaghi, si sa, vuole assolutamente riagguantare la Serie A. E per farlo, salvo ripensamenti dell’ultima ora, ha deciso di cedere alle lusinghe del Benevento, come confermano in queste ore anche gli esperti di mercato Gianluca Di Marzio e Alfredo Pedullà. A convincerlo è stato probabilmente il forte pressing del presidente Oreste Vigorito e del direttore sportivo Pasquale Foggia. Inzaghi, soprattutto dopo l’amara esperienza di Bologna, era alla ricerca di un progetto che lo convincesse a pieno. E quello prospettatogli dal patron giallorosso gli è parso più convincente rispetto a quello altrettanto ambizioso del retrocesso Frosinone. Ora bisognerà attendere solo la risoluzione del contratto che lo lega ancora alla squadra felsinea per l’annuncio. Entro sabato, quindi, dovrebbe arrivare anche l’ufficializzazione.

La scelta della Strega, a dispetto del depistaggio iniziale del presidente Vigorito, è in pratica ricaduta su un personaggio di grosso spessore. Basta guardare alla bacheca dei trofei vinti per capire lo spessore del personaggio. Un tipo che, da calciatore, ha infatti vinto tutto quello che c’era da vincere – Mondiale compreso – e sempre da protagonista. Poi, appesi gli scarpini al chiodo, ha deciso di mettersi in gioco come allenatore.

L’inizio è stato con la Primavera del Milan con ottimi risultati, poi – stagione 2014/2015 – Inzaghi è approdato sulla panchina della prima squadra rossonera. Un decimo posto e un esonero che poteva compromettergli sul nascere la carriera, ma lui – il Pippo nazionale – non è il tipo da demordere e a Venezia ha compiuto un piccolo miracolo portando la squadra dalla C alla B, fino a sfiorare la promozione in Serie A.

Massima serie che ha, comunque, riacciuffato la scorsa estate cedendo alle lusinghe del Bologna. In Emilia, però, è stata un’esperienza tutt’altro che esaltante a causa di un avvio choc: appena 14 punti in 21 partite. E a gennaio è arrivato l’esonero , con contestuale ricorso al portafoglio da parte del presidente Saputo, il quale ha capito che occorreva anche rafforzare una rosa che, al di là delle colpe del tecnico, era apparsa a tutti assolutamente inadueguata.

E per non compiere il medesimo errore dello scorso anno, stavolta Inzaghi ha preferito valutare meticolosamente i progetti prospettatogli dal Benevento e dal patron del Frosinone Stirpe prima di decidere. Perchè lui, il Pippo nazionale, massimo due anni, vuole tornare in Serie A. Proprio la durata del contratto che si appresta a firmare con la Strega. Due anni che, del resto, coincidono anche con l’ultima parte del progetto triennale avviato la scorsa estate dal patron Vigorito per tornare in Paradiso.

Lopez si confessa alla Gazzetta: “Difficile dimenticare l’entusiamo di Benevento e i metodi di Auteri”

Questa sera affronterà l’ultima sfida della stagione, quella del dentro o fuori tra Venezia e Salernitana, e sarà chiamato a mettere a disposizione dei compagni la sua lunga esperienza sui campi taliani. Da Brescia, dove approdò nel 2009, passando poi per Benevento, Spezia e Ternana, fino ad approdare alla Salernitana lo scorso gennaio.

Walter Lopez, 33 anni, ha parlato della sua esperienza italiana in una lunga intervista rilasciato oggi alla Gazzetta dello Sport. E si è soffermato, in particolare, sul sogno mai realizzato di giocare in Serie A: “Vero, la mia stranezza: l’ho conquistata anche con il Brescia e con il Benevento, ma non ci ho mai giocato. Non ho rimpianti, ma un po’ mi manca, specialmente quella di Brescia, uno squadrone. In attacco c’erano Possanzini, Caracciolo e Flachi. In quel momento ero anche nel giro della nazionale uruguaiana, la mia carriera avrebbe potuto svoltare“.

Lopez si è poi soffermato sul forte legame con l’Italia: “Mi sento italiano, ho altri due anni di contratto con la Salernitana. Ho la famiglia a Lecce e qui voglio fermarmi dopo aver smesso di giocare. Ho trovato grande entusiasmo un po’ dovunque, ma specialmente a Benevento con le due promozioni in due anni. E in Italia sono diventato un difensore completo: alla grinta di un sudamericano ho aggiunto la preparazione tattica che da altre parti non c’è“.

Parlando infine degli allenatori che ha avuto in Italia, il difensore della Salernitana ha riservato parole d’amore all’ex tecnico Gaetano Auteri. “E non dimentico Auteri a Benevento. Ha un modo particolare di allenare, a cominciare dai gradoni, che usa solo lui. E Zeman“.