Il caso Okereke rischia di trascinare la Serie B nell’ennesima estate di caos

Il caso Okereke rischia di trasformarsi nell’ennesimo pasticciaccio all’italiana, con code velenose che potrebbero trascinarsi fino all’estate e rendere complicato anche il varo della prossima stagione.

La conferma la si è avuta ieri sera nel corso della trasmissione Ottogol, condotta dall’ottimo Antonio Martone sulle frequenze di 696 Tv. Interpellato telefonicamente dalla redazione di Ottochannel, il legale che si è occupato del ricorso presentato dal Livorno, Mattia Grassani, è stato molto chiaro: “Ci vogliono delle prove più consistenti, come eventuali classifiche dei cannonieri vinte, la presenza di provvedimenti disciplinari nei suoi confronti come ammonizioni o espulsioni subite in Nigeria, ma è molto difficile trovarle. Il Giudice Sportivo ha dato alla Procura un ampio mandato per ricostruire i fatti. Il dossier che ne sta emergendo non dovrebbe però essere consistente, a meno che non avvengano dei fatti straordinari come possibili testimonianze. I tempi per una prima istanza dovrebbero essere ristretti, ma occorre anche capire che ci saranno eventuali ricorsi e in tal senso si andrà per le lunghe in un momento in cui il campionato volge al termine”.

Gli emissari in Nigeria alla ricerca delle possibili prove

Insomma, una conferma di quanto già anticipato nei giorni scorsi dalla Gazzetta dello Sport. Giornale, quest’ultimo, che nei giorni scorsi aveva anche scritto che alcune società di Serie B avevano inviato propri emissari a Lagos, in Nigeria, alla ricerca di prove sul precedente tesseramento in patria di Okereke. Se fosse provato, infatti, scatterebbe un punto di penalizzazione per ogni partita disputata nel corso dell’attuale campionato (sono ben 24) e lo Spezia si ritroverebbe ultimo in classifica. Di qui l’interesse da parte di tutte le società impegnate nella lotta per la salvezza a tirare fuori quei “fatti straordinari” a cui ha fatto riferimento ieri sera a Ottogol l’avvocato Grassani.

Insomma, in ballo ci sono grossi interessi economici derivanti dalla possibile permanenza in Serie B e non sono quindi da escludere clamorosi colpi di scena che potrebbero mettere in condizione la Federcalcio di dover smentire sè stessa, avendo l’Ufficio Tesseramenti certificato a suo tempo la regolarità della procedura di tesseramento sulla scorta di una rappresentazone della realtà che potrebbe ora risultare falsa o parziale.

Di sicuro la vicenda, come detto all’inizio, si trascinerà a lungo, sino all’estate, perchè sicuramente il Livorno e il Benevento ricorranno in appello, e poi al Coni, contro l’eventuale omologazione del risultato da parte del giudice sportivo, con conseguente e inevitabile caos nella stesura della classifica finale del campionato di Serie B.

Cresce l’ansia dello Spezia per il caso Okereke, processo sportivo più vicino

La Gazzetta dello Sport dedica oggi un’intera pagina al caso Okereke. Una storia che, secondo la rosea, con il trascorrere delle ore si ingarbuglia sempre più: “Due ricorsi al giudice sportivo, altrettanti risultati senza omologazione, un supplemento di indagini richiesto ‘con la massima sollecitudine’ alla Procura federale, alcune società che minacciano di presentare un esposto all’organo inquirente, emissari spediti in Nigeria a scovare le prove mancanti, l’Ufficio Tesseramenti della Figc chiamato in causa perché ricostruisca i passaggi del primo tesseramento di David Chidozie Okereke“.

Lo Spezia rischia 24 punti di penalizzazione

Partita da un ‘normale’ ricorso al giudice sportivo per  l’omologazione di un risultato (Spezia­-Livorno 3­-0), cui ne seguirà – come preannunciato – un altro in fotocopia (Benevento­-Spezia 2-3), la vicenda “ha presto sconfinato sul tavolo della Procura e prossimamente con ogni probabilità sfocerà in un processo dinanzi al Tribunale federale, che avrà in oggetto non più l’omologazione di un paio dirisultati, ma la regolarità di tutte le partite in cui lo Spezia ha schierato il ragazzo. Un crac potenziale da 24 punti di penalizzazione – 1 per ogni gara giocata da Okereke – che sta facendo ingolosire mezza Serie B“.

La presunta irregolarità nel tesseramento

La Procura federale ha già ricevuto dal tribunale di La Spezia gli atti dell’indagine sui baby calciatori fatti entrare in Italia e  tesserati per società satellite del club ligure in violazione delle norme sull’immigrazione clandestina e il tesseramento sportivo (l’articolo 19 del Regolamento Fifa su status e trasferimenti e l’articolo 40 delle Noif). “Secondo i magistrati spezzini – scrive ancora la Gazzetta dello Sport -, tutto ruoterebbe intorno all’Abuja Football Academy, accademia fondata in Nigeria da Volpi, dove sono transitati Okereke e gli altri ragazzini portati in Italia prima che diventassero maggiorenni, parcheggiati in club satellite (nel caso di Okereke la Lavagnese) e al compimento della maggiore età immessi nello Spezia, per poi essere venduti al miglior offerente realizzando cospicue plusvalenze. Un sistema su cui anche la Procura vuole fare luce. Innanzitutto  chiarendo la questione del tesseramento. I collaboratori di Pecoraro attendono da qualche giorno che l’Ufficio tesseramenti della Figc ricostruisca tutti i passaggi che nei primi giorni di settembre del 2015 registrarono l’ingresso in Italia di Okereke come ‘dilettante extracomunitario mai tesserato per una federazione straniera’. È la circostanza che il Livorno contesta nel suo ricorso, firmato da Mattia Grassani“.

Il precedente del torneo di Rijeka

L’anno precedente, infatti, Okereke disputò con l’Abuja il torneo di Rijeka che imponeva tra i requisiti per la partecipazione un regolare tesseramento per la propria Federazione di appartenenza. “E se era effettivamente tesserato, non poteva ‘entrare’ in Italia in quelle modalità, dunque il suo tesseramento da allora sarebbe irregolare, come il suo impiego in gare ufficiali. Un bel ginepraio – conclude l’articolo della rosea a firma di Alessandro Catapano -, cui lo Spezia, assistito da Eduardo Chiacchio, oppone il visto di esecutività effettivamente rilasciato dalla Lega di B, in forza del quale Okereke avrebbe avuto tutto il diritto di giocare“.