Il futuro passa dal Bentegodi, la Strega a caccia di certezze

Vincere e soprattutto convincere, anche a costo di prendersi qualche rischio: è questo l’imperativo con cui questo pomeriggio alle ore 15 il Benevento si appresta ad affrontare l’insidiosa gara del Bentegodi contro l’Hellas Verona.

Il tecnico Bucchi è stato molto chiaro alla vigilia: “Abbiamo raggiunto un ottimo livello psicofisico e anche di qualità. La gara contro i rosanero ci ha dato la consapevolezza che siamo sulla strada giusta. In questo momento ci stiamo giocando la Serie A e potremmo raggiungerla anche attraverso i playoff. Ma prima pensiamo a chiudere bene questa cinquina di partite cominciando a battere il Verona, perché è nelle nostre corde“.

La formazione che scenderà in campo sarà più o meno la stessa che ha affrontato il Palermo nello scorso turno di campionato. Una novità potrebbe esserci in difesa dove, secondo Bucchi, non è nemmeno da escludere la presenza di Letizia al posto di Maggio: “Letizia può tranquillamente giocare nella linea a quattro con Improta dall’altra parte. Il problema non è quanti giocatori offensivi metti ma in che modo questi sono in grado di attaccare“.

A centrocampo c’è, poi, l’ipotesi Tello al posto di Bandinelli o Del Pinto ma occhio anche a Buonaiuto che, ha ricordato sempre l’allenatore, “ha già fatto la mezzala col Carpi nel  modulo a quattro, quindi può giocare anche in un assetto più spregiudicato».

Meno probabile appare, invece, al momento appare l’impiego dal primo minuto dello scalpitante Roberto Insigne che pure, nel corso della settimana, è apparso in splendida forma. Armenteros, al di là delle prestazioni, si sta rivelando molto utile al fianco di Coda, soprattutto nell’alleggerire la pressione dei difensori centrali avversari sul compagno. Difficile, quindi, che il tecnico se ne privi.

Più probabile, invece, che Insigne possa agire come trequartista. In questo caso il sacrificato sarebbe Ricci che, però, dalla sua può vantare una serie di prestazioni vincenti. Di sicuro c’è solo che Robertinho difficilmente resterà seduto in panchina per tutta la gara.

Al di là degli uomini che scenderanno in campo, l’unica certezza è che sarà un Benevento decisamente votato all’attacco. Il tempo dei tatticismi è alle spalle, ora è tempo di vincere e convincere perchè, come ha ribadito l’allenatore, “più che la posizione finale in classifica, conta arrivare nelle migliori condizioni ai playoff, sial dal punto di vista fisico che soprattutto mentale“. E una vittoria al Benetgodi, sul campo di una diretta concorrente, sicuramente rafforzerebbe l’autostima della squadra in vista del rush finale di stagione.

Pasquale Foggia: “Ad Ascoli è scattato qualcosa, ora dobbiamo giocarcela senza assilli”

La terza posizione deve essere il nostro obiettivo minimo, ma dobbiamo giocarcela senza assilli“. Parola di Pasquale Foggia che ha rilasciato un’intervista esclusiva a Luigi Trusio sul quotidiano Il Mattino.

Il direttore sportivo del Benevento, memore di quanto accaduto ogniqualvolta la squadra si è trovata ad un passo dal vertice, è ben consapevole delle insidie che attendono ora la Strega e preferisce mantenere i piedi ben saldi a terra: “Più che guardare classifica e calendario, dobbiamo essere bravi a restare sul pezzo, concentrandoci sulla singola partita senza fare calcoli di sorta.  Perché già a Livorno l’abbiamo pagata a caro prezzo e dobbiamo evitare di ricaderci. Come sempre, dipende tutto da noi“.

Sette punti in tre gara sono serviti però a riaccendere l’entusiamo dei tifosi e tutto è partito dal secondo tempo di Ascoli, quando il Benevento era in svantaggio e rischiava di perdere la quarta partita consecutiva: “E’ come se fosse scattato qualcosa. Quella partita riacciuffata per i capelli potrebbe essere stata la molla che tutti aspettavamo. Bucchi ha saputo cogliere il momento giusto per
tornare alla difesa a quattro ed alleggerire la pressione del dover vincere a tutti i costi e direi che questa scelta sta dando i suoi frutti“.

L’asse con Bucchi più solido che mai

Una conferma, insomma, che l’asse Foggia-Bucchi è più solido che mai, nonostante il periodo buio conseguente le tre sconfitte consecutive rimediate contro Livorno, Cremonese e Spezia.

Il fatto di aver recuperato calciatori importanti  – ha proseguito il diesse giallorosso – consente all’allenatore di avere un ventaglio di scelte molto ampio. In organico abbiamo tanti giocatori di qualità, è una squadra costruita per attaccare e condivido il tempismo di Bucchi nel toglierle ogni freno adesso che siamo sul rettilineo d’arrivo. Il 3-5-2 è servito a farci ritrovare equilibrio e compattezza e ci ha aiutato ad uscire da un momento difficile. Non dimentichiamoci che ci ha fatto infilare dieci risultati utili di fila e portato ad incassare appena 3 gol in 10 gare. Sappiamo che è un modulo su cui potremo sempre contare, ma adesso è opportuno che questa squadra si allinei al progetto tattico in base al quale è stata allestita in estate“.

Mente già rivolta al Palermo

La vittoria di Perugia, però, fa già parte del passato e Pasquale Foggia preferisce pensare alla gara di domenica sera contro il Palermo: “Ci ritroveremo di fronte un avversario solido, con la seconda miglior difesa del torneo e giocatori molto pericolosi sul piano offensivo. Credo sarà una partita aperta e vibrante come quella di Perugia, vincerla ci farebbe acquisire ancora più fiducia in vista del rush finale. Siamo all’altezza di poter battere chiunque se andiamo in campo con il giusto atteggiamento“.

E cioè l’atteggiamento sbarazzino che il tecnico giallorosso ha invocato alla vigilia della trasferta umbra e che i calciatori sembrano aver recepito a pieno. Nel frattempo, occhi puntati al big match in programma questa sera allo stadio Renzo Barbera tra Palermo e Verona che, in ogni caso, farà scivolare il Benevento al quarto posto ad un solo posto dal terzo posto e soprattutto ad appena 4 punti dal Lecce, secondo in classifica ma con una partita in più rispetto ai sanniti, dovendo ancora osservare il turno di riposo.

Il ritorno di Nicolas Viola rilancia le ambizioni del Benevento

Quattro rigori che hanno tirato fuori il Benevento dallo spettro della quinta sconfitta consecutiva ad Ascoli e lo hanno trasciato momentaneamente al 3° posto in coabitazione con il Palermo. E’ lui, Nicolas Viola, l’eroe del momento. Nelle ultime giornate ha preso per mano la squadra, grazie anche all’aiuto del redivivo Lollo Del Pinto, e ha cancellato il triste ricordo degli errori commessi dagli undici metri da Massimo Coda.

Ieri a Perugia, dopo aver portato in vantaggio la Strega con un millimetrico penalty depositatosi nell’angolino alla sinistra di Gabriel, ha deciso con estrema sicurezza che il nuovo rigore concesso dall’arbitro al 73° minuto doveva tirarlo nuovamente lì, proprio alla sinistra dell’ex portiere di Milan e Napoli.

E per la seconda volta ha piazzato la sfera nell’angolo, chiudendo definitivamente l’incontro e regalando il 7° punto in 3 partite alla Strega. E domenica al Ciro Vigorito arriva il Palermo, proprio la squadra contro cui era iniziato il suo calvario un girone fa. Era il 30 novembre e Viola lasciò il campo dopo pochi minuti dall’inizio della ripresa, sostituito da Christian Buonaiuto, a causa di un infortunio alla caviglia.

L’infortunio e l’arrivo di Crisetig

Un lungo periodo di riabilitazione, le prime panchine, poi l’arrivo di Lorenzo Crisetig nel mercato di riparazione e le difficoltà derivanti dal cambio di ruolo (mezzala o trequartista). Poi ad Ascoli Bucchi ha finalmente deciso di riaffidargli le chiavi del centrocampo e lo ha anche designato nuovo rigorista della squadra.

E lui, il mancino di Oppido Mamertina, ha ripagato alla grande la fiducia del tecnico: giocate da fromboliere, geometrie millimetriche, tanta grinta e soprattutto quattro realizzazioni dagli undici metri che hanno trascinato nuovamente il Benevento a ridosso delle prime in classifiche. Nicolas Viola è finalmente tornato e i tifosi della Strega ora possono nuovamente sognare la promozione in Serie A.

 

A Perugia sarà un Benevento votato all’attacco, parola di Cristian Bucchi

Nell’ultima parte della stagione sarà un Benevento sbarazzino e votato maggiormente all’attacco rispetto al recente passato. Il tecnico Cristian Bucchi è stato chiaro in durante la conferenza stampa di questa mattina: “Nella parte centrale del campionato siamo diventati pratici con il passaggio al 3-5-2. Adesso nello sprint finale occorre tornare a essere come nella prima parte del campionato: voglio vedere una squadra che si difende attaccando. Voglio che scenda in campo un gruppo forte mentalmente e che abbia voglia di dominare la partita“.

A partire dal secondo tempo di Ascoli si è passati, dunque, alla terza fase della stagione: quella in cui dovranno emergere le indubbie qualità tecniche di una rosa costruita con tante pedine intercambiabili e, quindi, in grado di offrire più soluzioni, anche in partita in corsa, per segnare un gol in più dell’avversario e provare in questo modo a riagguantare quella promozione diretta che, dopo le tre sconfitte consecutive, sembrava ormai definitivamente svanita.

Insomma, la speranza è l’ultima a morire e in ogni caso, anche nella malaugurata ipotesi che la promozione diretta dovesse sfuggire, c’è comunque la necessità di arrivare il più in alto possibile per sfruttare il fattore campo e disputare una partita in meno nei play off.

I dubbi sul modulo da adottare

Domani, nell’insidiosa trasferta di Perugia, il tecnico giallorosso dovrà rinunciare a Gaetano Letizia, che non si è del tutto ripreso dall’inforutnio subito nella trasferta in terra marchigiana, ma potrà contare invece su Bandinelli. Bucchi non ha, invece, fornito indicazioni sul modulo che adotterà al Curi, anche perchè è ancora leggermente indeciso. In linea di massima dovrebbe essere il nuovo 4-3-1-2 utilizzato dapprima ad Ascoli e poi nella parte iniziale della gara casalinga contro il Carpi.

Un modulo che, grazie anche alla buona vena dello scalpitante Ricci, ha consentito di occupare gli spazi tra il centrocampo e l’attacco a due punte rendendo la manovra del Benevento finalmente più pericolosa, e non più legata solo alle palle buttate in avanti nella speranza che le punte inventassero qualcosa. Resta in piedi, però, anche l’ipotesi del 4-4-2 adottato a partita in corso contro la formazione allenata da Castori.

Una soluzione tattica, quest’ultima, che ha consentito di sfruttare al meglio le caratteristiche di Nicolas Viola, indubbiamente l’uomo di maggior classe della formazione sannita. Da sempre maggiormente a suo agio in un centrocampo a 2, il regista calabrese ha pottuto soprattutto sfruttare la grande intesa con il ritrovato Del Pinto. Un calciatore che, nonostante qualche limite tecnico, assicura sempre grande sapienza tattica, grinta e personalità. Doti sicuramente importanti per una squadra chiamata ad attaccare. Di qui probabilmente il dubbio che accompagnerà Bucchi sino a domani, e forse anche nel corso della stessa gara, allorquando il cambio di modulo potrebbe rappresentare l’arma in pù del Benevento per battere il Perugia di Alessandro Nesta.

Chi si ferma è perduto, contro il Carpi la vittoria è d’obbligo

Chi si ferma è perduto” non è solo il titolo di un celebre film di Sergio Corbucci ma anche l’imperativo categorico da tenere bene in mente questa sera prima di scendere in campo per affrontare la seconda partita in quattro giorni. Il turno infrasettimanale della Serie B, che si concluderà domani sera, oltre a Benevento-Carpi, presenta infatti anche due importantissime sfide in chiave promozione, e cioè Verona­-Brescia e Pescara-Palermo.

Come scrive oggi la Gazzetta dello Sport, le squadre che giocano in casa hanno due obiettivi comuni: riscattare le sconfitte dell’andata (il peggior Verona della stagione, uno dei più brutti Pescara della dell’intera annata) e dare una bella spallata alle certezze di chi sta più in alto. E alla finestra c’è il Lecce dei miracoli di mister Liverani, che domani sera affronterà il Cosenza in casa e teoricamente ha quindi la possibilità di agguantare il vertice della classifica. Insomma, il campionato cadetto è entrato nella fase decisiva della stagione e non sono più ammessi errori.

Una vittoria per svoltare definitivamente

Lo sanno bene anche Cristian Bucchi e i suoi ragazzi che, stasera, al Ciro Vigorito affronteranno il fanalino di coda Carpi, squadra alla disperata ricerca di punti per non spegnere definitivamente l’ultima fiammella di speranza in chiave salvezza. E sanno bene anche che in questo momento nessun risultato è scontato. Di qui l’importanza di un match che il Benevento deve assolutamente vincere per sperare di riavvicinarsi alla vetta della classifica, e soprattutto per mettere definitivamente alle spalle il periodo nero attraversato nelle ultime settimane (tre sconfitte consecutive e il rocambolesco pareggio di Ascoli).

All’andata fu proprio la trasferta di Carpi a segnare la svolta, grazie alla novità tattica introdotta dal tecnico con il 3-5-2. Dopo quella trasferta la Strega iniziò a volare, prima di incappare nelle tre sconfitte consecutive rimediate contro Livorno, Cremonese e Spezia. Un’inaspettata debacle che ha indotto il tecnico giallorosso a svoltare nuovamente ad Ascoli con il passaggio a un inedito 4-3-1-2. Assetto tattico, quest’ultimo, che Bucchi confermerà anche questa sera contro la squadra di Castori nella speranza di poter riagguantare quella vittoria che manca da circa un mese e di poter dare il via a una nuova striscia vincente proprio nel momento decisivo della stagione.

L’allenatore sarà in un certo senso anche avvantaggiato dalle numerose assenze (Caldirola e Tuia squalificati e Letizia e Bandinelli infortunati) perché paradossalmente la squadra ha dato il meglio di sé proprio nei momenti in cui il tecnico romano ha avuto gli uomini contati ed è stato costretto ad arrangiarsi. Al di là delle scelte di formazioni, c’è dunque una sola certezza che il tecnico ribadirà anche stasera ai suoi ragazzi prima di scendere in campo: chi si ferma è perduto, d’ora in avanti ogni incertezza o passo falso può definitivamente compromettere una stagione che, vincendo questa sera, potrebbe nuovamente riaprire il discorso della promozione diretta in Serie A.

La Premiata ditta Nicolas & Lollo è tornata, gli ‘immortali’ nuovamente protagonisti

A tirar fuori il Benevento dal baratro in cui stava precipitando ieri ad Ascoli è stata soprattutto la personalità di due veterani: Nicolas Viola e Lollo Del Pinto. Alla vigilia il tecnico giallorosso Cristian Bucchi aveva fatto appelllo alla personalità dei giocatori e ieri, soprattutto negli ultimi venti minuti è stata proprio la Premiata ditta Nicolas & Lollo a prendere per mano la squadra e a rispondere all’appello dell’allenatore.

Rivendendo la gara ci sono quattro immagini che racchiudono l’importanza di questi due giocatori: la prima è quando, sul punteggio di 1-2, Lollo Del Pinto si è tuffato a terra per riprendere il pallone, dopo il fischio dell’arbitro, e calciare il prima possibile il calcio di punzione a favore del Benevento; la seconda è stata l’esultanza dello stesso Del Pinto subito dopo la trasformazione del penalty del pareggio da parte di Viola e la sua sfrenata corsa verso lo spicchio di stadio dove erano assiepati i circa 400 supporters della Strega; la terza istantanea è quella relativa alla grinta con cui Viola chiedeva a Bucchi la nuova disposizione tattica da adottare dopo la seconda espulsione; la quarta, infine, è la determinazione con cui, a pochi istanti dalla fine, lo stesso centrocampista di Oppido Mamertina ha soccorso Bandinelli crollato a terra per i crampi.

 

Ecco, è racchiusa tutta in queste quattro immagini la forza mentale e la personalità della Premiata ditta Nicolas & Lollo che del resto era già nota alla torcida giallorossa. Viola e Del Pinto sono, infatti, tra i pochi reduci in giallorosso della meravigliosa cavalcata di due anni fa, due ‘immortali insomma. E di che tempra fosse dotata quella squadra lo si è avuto conferma anche vedendo la grinta di Amato Ciciretti, che pure non attraversava un periodo felice, o la determinazione con cui il panchinaro Padella ha affrontato Caldirola a bordo campo in un momento concitato della partita.

Insomma, d’ora innanzi sarà difficile per Bucchi tenere fuori due pedine così importanti dal punto di vista caratteriale, soprattutto nella fase più delicata della stagione. Anche perchè, come disse John Belushi nella celebre scena del film Blues Brothers:Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”.