Gazzetta: “Benevento da favola, poker e record”

“Il Benevento è la grande bellezza. Metà campionato da primato, numeri mai visti e i complimenti si sprecano: il tifo giallorosso può esserne orgoglioso, a fine anno la squadra di Inzaghi brinda aprendo il conto alla rovescia per il ritorno in Serie A.”

A scriverlo oggi è la Gazzetta dello Sport che, a commento della partita di ieri con l’Ascoli, aggiunge:

“Una squadra padrona della situazione, cinica, spietata, capace di sprazzi di grande calcio e di una gestione efficace del risultato. Una orchestra perfetta, plasmata in maniera impeccabile da Inzaghi, osannato a gran voce dal pubblico al fischio finale. Nemmeno il cambio di alcuni interpreti (ieri riposo per Maggio e Hetemaj) provoca scossoni alla macchina di gioco e di gol messa in piedi da Pippo. Il record di punti è la punta di diamante di un rendimento da antologia: miglior difesa (13 clean sheets), miglior attacco, rullo compressore in casa (9 vittorie e un pari). E vantaggio sulla terza che sale a 15 punti. Ma il pregio maggiore dei giallorossi è di non sentirsi mai appagati e di tenere sempre alta la concentrazione, proprio quello che chiede il suo tecnico. Insomma fine anno da favola, inficiato solo dall’infortunio al ginocchio sinistro di Antei“.

Troppi errori e troppi giocatori in ombra (da Puggioni a Viola). Benevento, che succede?

La sconfitta interna rimediata contro l’Ascoli rappresenta un preoccupante campanello d’allarme per il Benevento, molto più dei precedenti ko rimediati contro Foggia e Pescara.

Ancora una volta, dopo un avvio promettente, la squadra di Bucchi è progressivamente calata lasciando l’iniziativa agli avversari, apparsi tutt’altro che irresistibili.

Gli errori individuali

A pesare sul risultato finale sono stati soprattutto i soliti errori individuali. Sulla prima rete si parte dall’errore di Letizia, che ha consentito a Laverone di crossare agevolmente dalla fascia, per finire all’errore di piazzamento di Billong, Gyamfy e Volta (costretto a intervenire in affanno) e alla mancata reattività di Puggioni nell’area di sua competenza.

Sulla seconda rete, invece, l’errore dell’estremo difensore giallorosso è stato ancora più evidente perché il suo frettoloso rinvio ha colto impreparati i compagni, posizionati male, e ha consentito a Ninkovic di tirare comodamente dal limite dell’area.

Un errore, quello di Puggioni, che ha poi finito per condizionare pesantemente il proseguo dell’incontro e che va ad aggiungersi a quelli già compiuti dall’estremo difensore sannita nelle gare interne con Lecce e Foggia.

Inoltre, il Benevento è apparso, ancora una volta, incapace di trovare una contromisura alle scelte tattiche adottate dagli allenatori avversari per impedire lo sviluppo del gioco sulle fasce. A nulla è valsa la scelta di Bucchi di abbassare Nocerino nel ruolo di play basso e di avanzare Viola per sottrarlo alle asfissianti marcature delle squadre avversarie.

Le difficoltà di Viola

Anche ieri, tra l’altro, Viola è apparso in evidente difficoltà e ha riportato alla mente il giocatore che nella prima parte dello scorso campionato di Serie A faticava non poco. Poi, l’arrivo di Sandro sgravò Viola dai compiti di prima impostazione e il giocatore disputò il resto della stagione a ottimi livelli, tanto da essere richiesto quest’estate da alcune squadre di Serie A.

Un altro dato negativo emerso ieri è quello relativo alla mancanza di ricambi a centrocampo in conseguenza dei problemi muscolari di Bandinelli e dell’infortunio patito da Del Pinto. Bukata fin qui non è stato mai arruolabile e, conseguentemente, i centrocampisti utilizzabili sono stati solo 5, vista l’inesperienza di Volpicelli. Troppo pochi per una formazione che attua il 4-3-3 come modulo base.

Le difficoltà sulle fasce

Tornando, inoltre, alla mancanza di sbocchi sulle fasce vanno sottolineate anche le prestazioni non all’altezza delle aspettative degli esterni d’attacco che, se si eccettua Insigne, hanno finora lasciato solo intravedere le loro potenzialità, così come è mancato il supporto degli esterni difensivi. Gyamfi, ad esempio, non se l’è cavata malissimo nella fase difensiva ma è stato assolutamente inadeguato dal punto di vista della costruzione. Lo stesso Maggio è fin qui apparso arrugginito, al pari dell’altro vecio Nocerino, e Letizia spesso si è intestardito nell’effettuare innocui cross dalla trequarti con il piede destro.

La prevedibilità del gioco

Insomma, sono ancora tanti i problemi che affliggono il Benevento in una fase della stagione in cui non sono più consentiti troppi passi falsi e a preoccupare è soprattutto la prevedibilità della squadra di Bucchi, incapace di trovare delle alternative ad un modulo di gioco ormai facilmente neutralizzabile dagli avversari.

Il Benevento ospita l’Ascoli nello stadio costruito da Rozzi

Sarà un Benevento alla ricerca della terza vittoria consecutiva quello che scenderà in campo questo pomeriggio alle ore 18 contro l’Ascoli. I sanniti, che il prossimo turno dovranno recarsi a Carpi (attualmente ultimo in classifica), hanno assoluta necessità di vincere per continuare la rincorsa al primo posto e mettersi definitivamente alle spalle la minicrisi seguita alla doppia sconfitta consecutiva con Foggia e Pescara.

La formazione

Il tecnico Cristian Bucchi avrà a disposizione anche il capitano Christian Maggio e il laterale Gaetano Letizia che hanno smaltito i postumi degli infortuni patiti ma la sensazione è che entrambi siano inizialmente destinati alla panchina. A loro posto dovrebbero scendere in campo il giovane Bright Gyamfi, che si è ben disimpegnato contro la Cremonese, e l’ex Perugia Gianluca Di Chiara. A completare il pacchetto difensivo ci saranno infine Massimo Volta e il sempre più convincente Jean-Claude Billong, oltre a Christian Puggioni in porta. A centrocampo, accanto a Nicolas Viola e Andres Tello, dovrebbe scendere in campo l’ex Sassuolo Filippo Bandinelli, leggermente in vantaggio sul più esperto Antonio Nocerino, ancora non al top della forma. In attacco, infine, sicuramente ci saranno Massimo Coda, autore di due reti contro Livorno e Cremonese, e il sempre più determinante Roberto Insigne mentre per l’ultimo posto a disposizione ci sarà fino all’ultimo il ballottaggio tra Cristian Buonaiuto e Riccardo Improta.

Il tecnico dell’Ascoli Vincenzo Vivarini non potrà contare nemmeno sul difensore Baldini ma in compenso punterà ancora sull’eccellente stato di forma dell’ex Cremonese Michele Cavion, autore della rete della vittoria contro il Verona. I marchigiani puntano a conquistare i tre punti in palio per guarire definitivamente dal mal di trasferta che ha caratterizzato questa fase iniziale della stagione.

Lo storico precedente

La partita in programma questo pomeriggio riveste un sapore particolare per i tifosi sanniti perché fu proprio un’amichevole tra Benevento ed Ascoli, disputatosi il 9 settembre 1979, ad inaugurare il nuovo stadio di contrada Santa Colomba. Una partita voluta dall’indimenticato presidente dell’Ascoli, Costantino Rozzi, che aveva costruito il nuovo impianto e aveva voluto che a inaugurarlo fosse proprio la sua squadra che, quell’anno, si sarebbe addirittura classificata quarta nel campionato di Serie A, alle spalle di Inter, Juventus e Torino.

(tratto dall’edizione cartacea del Corriere del Mezzogiorno)

Benevento-Ascoli trentanove anni dopo

C’è un filo rosso che lega la città di Benevento all’indimenticato “presidentissimo” dell’Ascoli, Costatino Rozzi: lo stadio Ciro Vigorito, che inizialmente si chiamava Santa Colomba. A costruirlo alla fine degli anni Settanta, al pari al pari del Cino e Lillo Del Duca di Ascoli, del Via del Mare di Lecce, del Partenio-Adriano Lombardi di Avellino e del Nuovo Romagnoli di Campobasso, fu infatti proprio l’artefice del miracolo bianconero.

Imprenditore edile con la passione del calcio, nei suoi 26 anni al timone della società bianconera conquistò una promozione in Serie B, quattro promozioni in Serie A, una Mitropa Cup, un quarto e un sesto posto nel massimo campionato.

Il personaggio

La tenace difesa del calcio provinciale e le doti di schiettezza, simpatia e verve popolare, fecero di Rozzi una vera icona del calcio della sua epoca, assieme ad altri storici presidenti come Romeo Anconetani, Angelo Massimino e Antonio Sibilia.

Fu anche un grande visionario. Nel lontano 1979 disse: “A lungo andare avremo un campionato europeo con le più grosse società di ciascun Paese e, parallelamente, un altro campionato a carattere nazionale se non addirittura regionale con le altre. Juve, Inter, Milan, Torino finiranno inevitabilmente nell’élite e le altre migliori si misureranno in un diverso torneo. Non c’è via d’uscita. Certo all’inizio avremo un trauma non indifferente ma quando ci saremo abituati tutto sembrerà più normale.“ All’epoca fu sbeffeggiato per quelle parole, oggi quella profezia non appare poi così lontana dall’avverarsi.

Le sue apparizioni al Processo del lunedì restano un cult e non le mandava a dire nemmeno ai suoi tifosi. Una volta sorprese tutti dichiarando: “Quando si tratta di delinquenti, non ammetto che si nascondano sotto la bandiera bianconera. Contro il Bologna ho visto lo striscione con la foto di Mussolini e mi sono vergognato. Di questa gente non abbiamo bisogno.“

I calzini rossi

Era anche molto scaramantico: indossava calzini rossi in occasione di tutte le partite della sua squadra. Per questo motivo l’Ascoli, dopo la sua morte, decise di onorarne la memoria indossando i calzettoni rossi in occasione della partita di campionato più vicina all’anniversario della scomparsa (18 dicembre 1994).

Due anni fa accadde proprio a Benevento, nello stadio che Rozzi aveva costruito e anche inaugurato il 9 settembre del 1979 acconsentendo all’allestimento dell’amichevole di lusso (per l’epoca) Benevento-Ascoli nel corso della quale Paolo Saviano siglò la prima rete giallorossa al Santa Colomba.

Sabato prossimo, a trentanove anni di distanza, Benevento e Ascoli torneranno nuovamente ad affrontarsi in quello stadio che, grazie ai vari restyling operati dal presidente Oreste Vigorito, sarebbe  ancor di più che in passato motivo di grande orgoglio per l’imprenditore Costantino Rozzi.

L’inaugurazione

Le immagini della prima partita

Il ricordo di Paolo Saviano