Il Benevento deve assolutamente evitare che la gara interna contro il Cagliari diventi un match all’ultimo sangue

Archiviata la sconfitta interna con il Sassuolo, il Benevento si appresta ora a disputare un poker di gare di fondamentale importanza prima dello scontro diretto contro il Cagliari, in programma il 9 maggio allo stadio Ciro Vigorito. I giallorossi affronteranno dapprima Lazio e Genoa in trasferta, poi l’Udinese in casa e infine il Milan a San Siro. Il tutto nel giro di tre settimane. Nello stesso lasso di tempo i sardi, attualmente terz’ultimi in classifica, dovranno affrontare il Parma in casa, l’Udinese in trasferta, la Roma in casa e, infine, il Napoli allo stadio Diego Armando Maradona.

I sardi sono attualmente distanziati di 8 punti in classifica. Un margine abbastanza ampio ma non del tutto rassicurante alla luce dell’andamento lumaca della Strega nel girone di ritorno: 1 sola vittoria (sia pure di prestigio in casa della Juventus), 5 pareggi e 5 sconfitte, con 7 gol all’attivo e 19 al passivo e appena 8 punti conquistati in 11 partite disputate. In pratica una media di 0,7 punti a partita. Nello stesso periodo il Cagliari ha mantenuto la stessa media dei giallorossi e ha conquistato gli stessi punti, inanellando 7 sconfitte, 2 pareggi e 2 vittorie con 14 gol al passivo e 8 all’attivo. Peggio hanno fatto solo Parma e Crotone, mentre la Fiorentina ha conquistato un punto in più di Benevento e Cagliari.

Stando ai numeri, dunque, sarà difficile per i sardi riagguantare i sanniti o la Fiorentina (che nel girone di ritorno ha una media di 0,81 punti a partita) senza un deciso cambio di passo ma nel calcio, si sa, tutto è possibile e a volte può bastare un singolo episodio per cambiare il corso di una stagione. Ma c’è soprattutto un dato che non lascia tranquilli: ogniqualvolta il Benevento si è trovato ad affrontare nel proprio stadio squadre alla sua portata, e con la necessità di vincere per tirarsi fuori dalle zone basse della classifica, ha puntualmente fallito l’obiettivo e soprattutto mostrato di soffrire la pressione. Basti pensare ai capitomboli interni con Spezia, Fiorentina, Verona e Sassuolo o al pareggio con il Parma.

Di qui l’esigenza di evitare che possa diventare un match all’ultimo sangue la gara interna con il Cagliari in programma il 9 maggio. Nei prossimi 4 turni di campionato la squadra allenata da Pippo Inzaghi dovrà quindi ragranellare quanti più punti possibili e cercare di mantenere più o meno inalterato l’attuale distacco dai sardi. Altrimenti c’è il rischio concreto che possa aumentare la pressione psicologica su una squadra che – è bene ricordarlo – non è mai stata nelle ultimissime posizioni di classifica e ha potuto fin qui giocare con relativa tranquillità. Quella tranquillità che, ad esempio, ha consentito ai giallorossi di conquistare 4 punti contro la Juventus o di strappare un punto a entrambe le squadre romane.

E chissà che un’ulteriore spinta verso la salvezza non possa venire proprio dalla trasferta di domenica all’Olimpico, una partita apparentemente proibitiva ma che il Benevento sicuramente affronterà con lo stesso atteggiamento mentale avuto all’Allianz Stadium. Nel calcio nulla è scontato e la Strega quest’anno ha spesso regalato sorprese ai suoi tifosi, soprattutto lontano dal Ciro Vigorito e nei momenti di maggiore difficoltà (vedi le vittoriose trasferte di Firenze, Cagliari e Torino). Staremo a vedere.

Contro il Sassuolo un’altra chance per aumentare il vantaggio sul Cagliari (impegnato nella difficile trasferta contro l’Inter)

Il pareggio interno contro il Parma indubbiamente ha lasciato un pò di amaro in bocca perchè il Benevento ha visto svanire la conquista dei tre punti nelle ultimissime battute della gara. Così come del resto era già accaduto contro Sampdoria e Torino. Tre gare che avrebbero potuto consentire di raccogliere 9 punti anzichè 3 e che avrebbero proiettato il Benevento al 10° posto in classifica con 36 punti, anzichè gli attuali 30. In pratica il Benevento sarebbe già quasi salvo dovendo racimolare ancora 2 o 3 punti nelle rimanenti 9 gare per ottenere la matematica certezza di poter disputare il prossimo anno ancora la massima serie.

Di contro, però, c’è anche da sottolineare che se gli ospiti avessero sfruttato le occasione capitate nelle battute finali della gara, il Benevento probabilmente sarebbe riprecipitato nella difficile condizione psicologica vissuta dopo le sconfitte interne con Spezia e Fiorentina e avrebbe conseguemente vanificato la carica psicologica derivante dall’impresa dello Stadium. Di qui, dunque, l’importanza di un pareggio che ha comunque consentito alla squadra giallorossa di allungare di un punto il vantaggio su alcune dirette concorrenti (Spezia, Cagliari e Crotone) o di non perdere terreno nei confronti delle altre.

C’è infine un ulteriore dato che dovrebbe far riflettere chi ancora si rammarica per l’occasione persa sabato scorso contro i ducali: il Benevento finora ha ottenuto 30 in 29 gare, ovvero una media di 1 punto a partita. Di gare, da qui al termine della stagione, ne mancano ancora 9 e mantendo l’attuale media i giallorossi dovrebbe tagliare il traguardo finale a 39 punti. In pratica 1 punto in più della media salvezza dell’ultimo decennio. Una media quest’ultima che, alla luce dell’andamento del campionato, quest’anno dovrebbe essere sicuramente inferiore.

Di qui l’inevitabile ottimismo che dovrebbe accompagnare quest’ultima parte di stagione del Benevento. L’unico pericolo potrebbe essere dunque rappresentato da un improvviso crollo della squadra giallorossa, un pò come accadde ad esempio all’Empoli nella stagione 2016/2017. I toscani allora dilapidarono il vantaggio di 8 punti sul Crotone a 10 giornate dal termine.

Ecco perchè occorre dimenticare subito il mezzo passo falso rimediato contro il Parma e concentrarsi sulla prossima gara interna con il Sassuolo. Una vittoria contro la squadra allenata da De Zerbi (tra l’altro impegnata anche domani nel recupero contro l’Inter) potrebbe consentire al Benevento di distanziare la terz’ultima in classifica di ben 11 punti a 8 giornate dal termine poichè il Cagliari, com’è noto, sarà impegnato a San Siro contro l’Inter nel lunch match di domenica prossima e verosimilmente dovrebbe restare a secco di punti.

Lunedì sera la squadra allenata da Pippo Inzaghi avrà dunque un’altra importante chance a disposizione per avvicinarsi decisamente alla sospirata salvezza.

Conviene rinunciare alle ‘favole’ accantonando le ‘piccole’ nella spartizione dei diritti televisivi?

L’impresa realizzata dai ragazzi di Pippo Inzaghi all’Allianz Stadium rappresenta il punto più alto della storia calcistica del Benevento Calcio, ma anche un importante spartiacque nella storia calcistica nazionale perchè, di fatto, ha posto fine alle residue speranze della Juventus di rientrare nella lotta scudetto. In pratica è finita, dopo 9 scudetti di fila, l’egemonia bianconera sul campionato italiano. Ed è finita simbolicamente per mano del Benevento, la matricola terribile che ha saputo far riassaporare agli italiani il gusto e il piacere dell’impresa calcistica.

La vittoria del Beneventus, termine coniato dal Corriere dello Sport per celebrare l’impresa, è stata la vittoria di Davide contro Golia, dei perdenti contro i vincenti, degli ultimi contro i primi. Una vittoria che ha inevitabilmente campeggiato nei titoli dei principali media sportivi, perchè il calcio ha maledettamente bisogno della sua innata dose di imprevedibilità. Si nutre anche attraverso la favola del Leicester in Premier e, prim’ancora, del Verona o Cagliari in Italia, oltre che delle imprese delle squadre più blasonate.

La “presa dello Stadium” dovrebbe quindi far riflettere i presidenti che si battono per il calcio dei ricchi a discapito del calcio dei poveri. Il modello economicamente vincente è da molti anni quello della Premier, dove i proventi vengono distributi abbastanza equamente per ridurre la forbice tra squadre di vertice e quelle di bassa classifica, e conseguentemente favorire lo spettacolo. In Italia si è invece perseguita la strada opposta e le vicende di questi giorni sull’assegnazione dei diritti televisivi non inducono all’ottimismo per il futuro.

Eppure, la straordinaria stagione dello Spezia e del Benevento ha immesso nuova linfa e freschezza nel panorama calcistico italiano. Soprattutto ha profondamente cambiato uno storytelling divenuto negli anni ossessivamente ripetitivo. Perchè ignorarlo? Conviene davvero – per dirla con le parole del presidente del Benevento Oreste Vigorito – accantonare le piccole squadre come se fossero delle intruse, rinunciare alle favole calcistiche?

 

15 anni insieme: ecco il messaggio del presidente Oreste Vigorito ai tifosi del Benevento

Oggi è stato giorno speciale in casa Benevento: ricorreva il 15° anno di presidenza della famiglia Vigorito. Ecco il messaggio che il patron giallorosso, Oreste Vigorito, ha rivolto poco fa ai tifosi della Strega:

È un ringraziamento che estendo anche ai tanti che non hanno avuto la possibilità di raggiungermi direttamente. Sono stati messaggi di partecipazione, di incitamento che mi hanno fatto rivivere questi primi quindici anni giallorossi trascorsi insieme. Sono stati anni di immensa gioia, interrotti da inevitabili giorni meno felici, che resteranno impressi per sempre nella mia vita nella certezza che vivremo insieme ancora tanti momenti indimenticabili.

Quindici anni positivi, costruttivi, belli, ricchi di alterne vicende sportive che ci hanno consentito di raggiungere mete per molti insperate col sostegno della mia famiglia e del vostro tifo che ho sentito sempre vicino anche nei momenti più critici. Vorrei abbracciarvi uno per uno ma lo faremo quanto prima appena sarà finita questa prigionia in una serata particolare di ringraziamento per essere usciti da questo lungo tunnel del Covid.

Abbraccio e ringrazio, anche a nome della mia famiglia, tutti i tifosi giallorossi che ancora una volta mi hanno confermato il loro immenso affetto”.

Un Oreste Vigorito in versione mattatore cancella brillantemente gli errori di comunicazione del Benevento

Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. E così il presidente del Benevento, Oreste Vigorito, vista la piega che stava prendendo la situazione, ieri sera ha deciso di irrompere telefonicamente nella trasmissione Ottogol richiamando alla memoria la celebra frase proniciata da John Beluschi nel film Animal House. Com’era accaduto la scorsa settimana sugli schermi di Sky nel prepartita di Spezia – Benevento, il patron giallorosso lo ha fatto da vero mattatore trasformando un evento dalle possibili conseguenze negativo in un evento positivo.

Come molti ricorderanno, infatti, alla vigilia della delicata trasferta in terra ligure si era registrato il clamoroso ‘scontro’ tra Pasquale Schiattarella e Roberto Insigne. La notizia si era subito diffusa, dapprima attraverso un crescente tam tam sui social e successivamente, grazie a un breve articolo apparso sulla Gazzetta online, anche attraverso i vari organi di informazione locale. Nonostante ciò, la società aveva deciso di non intervenire ed aveva persino scelto di non rendere pubblica la consueta lista dei convocati per non mettere nero su bianco la notizia della mancata convocazione per la trasferta di La Spezia dei due protagonisti dello scontro.

Scelta poi rivelatasi non felicissima tanto da indurre lo stesso presidente giallorosso a presentarsi davanti ai microfoni di Sky per spiegare con garbo i motivi che avevano indotto la società a escludere i due calciatori dalla lista dei convocati per il delicato match del Picco. Un intervento da vero maestro della comunicazione tanto da indurre commentatori del calibro di Paolo Condò e Matteo Marani a indicarlo come simbolo di un calcio etico nel quale i valori vengono prima ancora del risultato sportivo, costi quel costi.

Sabato scorso, invece, il presidente del Benevento per la prima volta aveva lasciato lo stadio anzitempo, profondamente amareggiato per quanto visto nei novanta minuti di gioco contro la Fiorentina, e aveva deciso di sottrarre il tecnico Pippo Inzaghi al fuoco incrociato di domande post partita e mandare saggiamente davanti alle telecamere il direttore sportivo Pasquale Foggia per spiegare la linea di condotta della società e i motivi del ritiro deciso di comune accordo con il tecnico e lo stesso diesse.

Ieri sera, di fronte alla piega che aveva preso la trasmissione condotta da Valter De Maggio a causa della mancata comunicazione ufficiale della fine del ritiro, ha deciso di scendere nuovamente in campo irrompendo telefonicamente nella trasmissione. E, ancora una volta, ha riportato la vicenda sui binari giusti confermandosi un vero e proprio mattatore della comunicazione e soprattutto smontando pezzo pezzo una narrazione degli eventi che stava prendendo una brutta piega non solo in tv, ma anche e soprattutto sui social e in altri contesti mediatici.

I due episodi, oltre ad accrescere i meriti di un presidente che – va ricordato – in queste ore è anche fortemente impegnato nelle delicate diatribe riguardanti l’assegnazione dei diritti televisivi (con un ruolo tutt’altro che trascurabile), dimostrano anche che qualcosa non ha funzionato nella spesso silente comunicazione ufficiale del Benevento. Di qui, quindi, la necessità di ripensare certe strategie comunicative che in qualche modo non si sono dimostrate vincenti e hanno costretto il numero uno della società di via Santa Colomba a scendere in campo in prima persona per non prestare il fianco a chi ha interesse a soffiare sul fuoco.

Dopo la sconfitta del Toro a Crotone, la Gazzetta dello Sport a sostegno del presidente-editore Urbano Cairo

Basta dare uno sguardo all’edizione odierna della “rosea” per comprendere quanti ostacoli, anche dal punto di vista mediatico, ci saranno per le piccole come il Benevento o lo Spezia lungo la strada della sospirata conquista della salvezza. Il presidente del Torino, Urbano Cairo, mette infatti in campo tutta la potenza di fuoco della sua corazzata mediatica per lanciare un segnale forte dopo la sconfitta rimediata ieri dai granata nella trasferta di Crotone.

Si parte dalla prima pagina della Gazzetta dello Sport e dal riquadro sotto la testata (una sorta di antipasto) in cui si legge: “Disastro Guida, furia Toro. Cairo: tre episodi contro senza Var“. Si prosegue, poi, a pagina 20 con un articolo dal titolo “La rabbia del Toro” che spiega : “Vorebbe ricevere più giustizia il presidente del Torino Urbano Cairo che, per l’undicesima partita del campionato (con 6 rigori a sfavore), si ritrova a commentare una gara nella quale il Toro è stato gravemente penalizzato dalle decisioni arbitraliLa prestazione di Guida nel secondo tempo potrebbe essere stata condizionata da un episodio che si è verificato, nel sottopassaggio, nel momento in cui le squadre rientrano negli spogliatoi nell’intervallo. Si tratta di un episodio sfuggito alle telecamere, ma accaduto davanti agli occhi dei tanti presenti e che non è certo passato inosservato. Quando il direttore del Crotone, Beppe Ursino, ha duramente contestato l’arbitro Guida perchè pochi minuti prima, in occasione del pari momentaneo di Mandragora, secondo il Crotone l’azione sarebbe stata viziata da un fallo“.

Una premessa necessaria e indispensabile alla conclusione dell’articolo vergato da Mario Pagliara: “Alla fine, in ogni caso, il Toro è uscito nuovamente danneggiato. Come già accaduto a San Siro contro Milan e Inter, o all’Olimpico in casa della Roma, solo per citare i casi più clamorosi. La lista degli episodi contestati è davvero lunga“.

E naturalmente, giusto per rafforzare la linea editoriale scelta dalla rosea, ecco anche il box contenente il dossier con gli 11 episodi minuziosamente descritti, il riquadro della moviola che ‘sbugiarda’ Guida e l’eloquente titolo che accompagna la cronaca dell’incontro (“Quanti errori dell’arbitro, i granata penalizzati e il Crotone di Cosmi va“). Insomma, una linea editoriale che amplifica la presa di posizione del presidente granata e  in ogni caso, al di là delle interpretazioni, induce a una riflessione poichè ripropone il tema del conflito d’interessi esitente nel maggiore quotidiano sportivo italiano.